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Una donna cattiva


di AndreaCork
25.10.2020    |    859    |    2 6.0
"Si inginocchiò davanti a tutti e alzò la gonna..."
“Vè che bella troia che abbiamo… guardatela...” diceva Giancarlo, guardando Mark che scopava senza sosta quel quel culo lubrificato. Si avvicinò alla bocca, e ridendo infilò ancora il suo cazzo fino alle palle, strappando rumori e conati. Sempre ridendo e schernendo.
Letizia e Cinzia si masturbavano vicendevolmente, ma guardavano la scena con aria severa.
“Te le vai a cercare!!!” disse Cinzia. “Te le vai proprio a cercare!!! Poi non lamentarti con me!!!”





“Qui!!!” disse Cinzia quel sabato mattina.
Arrivò in fretta. Sapeva che se Cinzia chiamava in quel modo si doveva correre o le conseguenze sarebbero state temibili.
“Questa sera ci sono ospiti. Tre persone. Vedi di non farmi fare figuracce come l’altra volta. Sai già cosa ti aspetta altrimenti, chiaro?”
L’altra volta. Sì. Aveva inavvertitamente fatto cadere un piatto per terra. E ciò che aveva dovuto subire da Cinzia davanti ai suoi ospiti era stato quanto di più umiliante avesse mai vissuto.
Purtroppo non aveva mai imparato a camminare bene sui tacchi, aveva perso l’equilibrio e un piatto era caduto per terra. Ovviamente aveva la certezza che Cinzia aveva fatto apposta a imporre l’uso del tacco dodici. Con la conseguenza che aveva passato tutto il dopocena in piedi in un angolo, come ai tempi delle scuole elementari, di fronte agli ospiti di Cinzia. Ma senza vestiti addosso. Solo con le autoreggenti e i tacchi. E subire le derisioni di Cinzia e dei suoi ospiti. Non aveva mai conosciuto una persona più autoritaria di lei. Donna decisa, dalle forme quasi perfette, se non per qualche segno nel corpo che smentiva i suoi quasi cinquant’anni. Titolare di una piccola azienda artigiana e attiva in numerose associazioni di volontariato, era un volto conosciuto e benvoluto in città. Alternava giorni di allegria a giorni di nervoso in cui era letteralmente inavvicinabile. Sempre elegante, non perdeva mai le staffe di fronte ai suoi collaboratori: era benvoluta da tutto il personale della sua azienda e amici la adoravano. Solo nell’ambito casalingo si lasciava andare. E anche se in maniera elegantissima, sapeva come infliggere umiliazioni terribili: sapeva benissimo come toccare i nervi scoperti di chiunque e più di una persona era fuggita da casa sua in lacrime.
“Questa sera niente tacchi. Guai a te se te li vedo addosso, hai capito? Starai in ciabatte. Non meriti nemmeno di indossare delle scarpe eleganti, incompetente come sei. Chissà quali altri casini saresti capace di combinarmi...”
“Non ne ho, di ciabatte...” rispose, con la paura di incorrere nelle sue ire. Che puntualmente arrivarono.
Cinzia sbuffò infastidita, alzando gli occhi al cielo.
“Che ore sono?”
“Le nove...” rispose.
“E allora vai a comprartele. Non mi dire che non hai il tempo di comprarti un paio di ciabatte fino a stasera? Ma io proprio non lo so!!! Ma lo fai apposta a farmi incazzare? Sono stanca della tua mancanza di vedute!!! Muoviti!!!” sibilò Cinzia. “E che siano almeno di buon gusto...”
“Va bene...”
Quando tornò Cinzia volle vedere l’acquisto. Sembrava soddisfatta. Ciabattine in sughero, con il cuoio sopra il piede incrociato a X, con un po' di zeppa sul tallone.
“Hm dai va bene. Adesso vai a preparare per stasera. E muoviti… mi raccomando le calze. Che siano di classe, non quei collant da morti di fame presi al supermercato. Autoreggenti. Nere. E il reggicalze. Che non ti cadano le calze durante la serata… non farmi vergognare ancora di te. Dio, io mi chiedo chi me lo faccia fare di tenerti ancora qui...” disse Cinzia.
Fece per dire qualcosa. Cinzia incrociò i suoi occhi.
“Cosa stavi per dire?”
“Niente...”
“Adesso lo dici… chiaro?”
“No, niente...”
“Nemmeno il coraggio di mandarmi a farmi fottere hai… ha ha ha ha ha ha!!!” rise di gusto per la sensazione di potere su quella persona.
Un’altra umiliazione. Perchè non se ne andava? Se lo chiedeva spesso. Ma era il loro rapporto. E le voleva bene. Molto più che bene. Non avrebbe resistito fuori di lì senza Cinzia. Mandò giù l’ennesimo maltrattamento e disse solo:
“Sì, certo… non mi cadranno le calze…”
“Bene. Me lo auguro. Forse un giorno imparerai come si sta al mondo...”
Il lavoro procedeva bene, la sala era perfetta. Cinzia uscì dalla camera da letto vestita di tutto punto. Era elegantissima. La gonna sopra il ginocchio metteva in mostra le gambe perfette e il seno era sottolineato da una maglia attillata e scollata. Il trucco, come sempre, era perfetto e denotava il suo perfetto stile e buon gusto. Era davvero una donna stupenda e non le mancavano i corteggiatori. Ma lei… non era per tutti. Aveva pur sempre un’immagine pubblica da difendere.
“Vado bene così, signora?” chiese timidamente quando mostrò a Cinzia l’outfit per la serata. Camicetta bianca, minigonna nera, calze autoreggenti nere.
Invece dell’approvazione ottenne un’occhiata schifata.
“Se io fossi un uomo non ti scoperei nemmeno sotto tortura, ma se non si riesce a fare proprio di meglio...”
Gli ospiti arrivarono. Letizia, Mark, Giancarlo e Marcello. Letizia era un’amica di Cinzia, scopava con Giancarlo. Formavano una gran bella coppia. Lui un uomo alto e distinto, ma dall’aria molto mascolina, lei una donna in carne ma dalle belle forme e dal seno enorme che metteva sempre in mostra con scollature ardite. Mark un bellissimo uomo dalla carnagione scura e il fisico scolpito dal suo lavoro di istruttore di nuoto. Marcello un animatore nei villaggi turistici. Grazie ai suoi modi spigliati e a un bel viso, aveva scopato più donne lui che tutti gli uomini della città messi insieme.
“Perchè hai apparecchiato per quattro?” chiese Cinzia.
“Me lo ha detto lei, signora… non mi aspettavo quattro ospiti, ma tre...”
Chiaro che lo aveva fatto apposta.
Cinzia alzò la mano sopra la spalla e tirò uno schiaffo fortissimo. Il labbro iniziò a sanguinare.
Gli ospiti guardarono la scena divertiti.
“Sistema subito la tavola, incompetente!!! E non contraddirmi mai più di fronte ai miei ospiti, sono stata chiara?”
“Sì, signora… mi scusi...”
“Muoviti, idiota...”
In pochi istanti la tavola era risistemata. Gli ospiti si accomodarono a tavola e la cena iniziò con un giro di aperitivi.
“Chiedo scusa, posso avere un tovagliolo in più?” chiese Mark.
“Chiedo scusa, posso avere un tovagliolo in più? Chiedo scusa, posso avere un tovagliolo in più? Chiedo scusa, posso avere un tovagliolo in più?” ripetè ridendo Cinzia. “Cos’è tutta questa gentilezza con la mia servitù? E poi scusa… non hai già visto che razza di incompetente che è?” disse indicando la disposizione delle posate e dei bicchieri. “Vedi? Vedi? Vedi? Vedi che ha sbagliato a comporre la tavola??? Davvero io non so perché non me ne libero…”
“Beh, in effetti ha ragione...” disse Letizia. “Non ha il minimo senso di come si sta dietro a una casa… sembra quasi un uomo...”
“Qui!!! Subito!!!” disse Cinzia con tono infastidito.
“Dica, signora...”
“Guarda la tavola...”
Sbiancò.
“Visto?”
“Mi scusi, signora...”
“Scusi un cazzo!!!” disse Cinzia con rabbia. “Che figure mi fai fare??? Sei una vergogna!!!”
Fece per sistemare i bicchieri e le posate.
“Lascia stare cosa fai ti metti anche a sparecchiare adesso??? Ma stai cercando di farmi impazzireee???” urlò la padrona di casa.
Gli ospiti risero.
“Avete mai visto una cosa del genere?”
“No davvero…” disse Giancarlo.
“Io una persona così non la farei servire nemmeno in una trattoria per camionisti…” rincarò Letizia.
“Mai vista tanta incompetenza” disse Mark.
“Scusatemi… io non so cosa dire...”
“Eh certo che non sai cosa dire… sei inutile anche in quello... dai, finisci il tuo lavoro và prima che mi incazzi sul serio… davvero non dovete essere gentili, non se lo merita...” disse Cinzia rivolgendosi poi ai suoi amici.
La cena andò avanti senza altri intoppi.
“Qui!!!” disse Cinzia dopo il caffè. Arrivò che erano tutti seduti sul divano.
“Mi dica signora...”
“Allora… dai, datti un voto per come hai lavorato stasera...”
“Mah...” balbettò.
“Te lo dice Giancarlo il voto…?”
“Sei… ma stiracchiato. Non di più”.
“Mark?”
“Mbah… cinque...”
“Letizia?”
“Cinque anche io…” disse la donna.
“Marcello?”
“Devo proprio dire cosa penso? No, mi dispiace, io mi rifiuto di dire qualunque cosa. NON HO PAROLE!!!”
Cinzia annuì alle parole di Marcello come se fossero state la più grande verità del mondo. “Vuoi sapere il mio voto?” chiese poi.
“Mi dica, signora...”
“Tre. Ma proprio perché sono generosa. Non ci siamo proprio.”
“Mi scusi...” disse, con lo sguardo basso.
“Scusi scusi scusi non sai dire altro?” chiese Marcello.
“Sai cosa ti aspetta adesso?”
“No…”
“Mettiti in ginocchio e alza la gonna. Muoviti!!!”
Obbedì. Si inginocchiò davanti a tutti e alzò la gonna.
“Guardate che bel buchetto del culo!!!” disse Letizia abbassando le mutandine di pizzo e mollando uno sculaccione sulle natiche.
“Almeno in questo è decente...” rispose Giancarlo.
“Mah a me fa un pò schifo il suo culo...” rise Marcello.
Cinzia e Letizia erano sedute vicine. Tolsero le scarpe.
“Striscia qui...” ordinò Cinzia. “Annusaci i piedi...”
“Oh!!!” fece Letizia. “Adoro quando me lo fanno...”
“Questo lo sa fare molto bene...” disse Cinzia iniziando a godersi il trattamento di adorazione.
“Puzzano?” chiese Letizia.
“Sì...” fu la risposta.
“Allora annusa ancora...” ordinò. Cinzia iniziò a slacciare i pantaloni di Mark, seduto di fianco a lei mentre Marcello e Giancarlo fecero altrettanto.
“Guarda che due bei cazzoni… sai che stasera ci divertiremo molto con questi?” chiese Cinzia. “Ti piacciono? Eh?”
“Sono molto belli...” rispose, continuando ad annusare e baciare i piedi delle due donne. Cinzia masturbava Mark.
“Marcello vieni qui vicino a me!!!”
Marcello, con il cazzo di fuori, si cambiò posto con Letizia. Cinzia ora era in mezzo ai due uomini e li masturbava contemporaneamente.
“Ti piace vedermi con due cazzi in mano, eh?” chiese Cinzia. “Guardali che belli… dai, vai a prendere il set...”
Letizia aveva tirato fuori i seni enormi e stava succhiando di gusto il cazzo a Giancarlo.
“Signora il set no...”:
Cinzia la fulminò con uno sguardo.
“In piedi” disse secca.
“In piedi ho detto!!!”
Si alzò. Cinzia si avvicinò. E senza dire una parola, alzò la mano sopra la testa e mollò ancora uno schiaffo fortissimo sul suo viso. Il dolore era così forte che fece fatica a trattenere le lacrime.
“Devo dire altro?”
Senza dire una parola, tornò con il set, che non era altro che un vibratore e del lubrificante per rapporti anali. Trovò Cinzia seduta sul divano con i due uomini in piedi di fronte a lei, intenta a succhiare i loro cazzi durissimi. Non ricevette da nessuno alcuna attenzione per alcuni minuti, il tempo necessario a Cinzia e Letizia di godersi un po' quei cazzi che avevano in bocca.
“In ginocchio ora. Subito!!! Troia inutile!!!” ordinò. Obbedì ancora; sapeva che non era il caso di contrariare ulteriormente la signora. Cinzia lubrificò abbondantemente il suo ano, infilando senza alcuna gentilezza due dita, che presto divennero tre.
“Ahi...” sussurrò.
“E non dirmi che ti fa male...” rise Letizia.
“Un… po'…!!! Scusatemi...”
Cinzia lubrificò ancora. E infilò un quarto dito nel suo culo. “Wrup wrup wrup!!!” faceva la mano di Cinzia andando dentro e fuori dal suo culo unto e ormai aperto.
“Guardatela come ci passano bene quattro dita… guardatela… dentro e fuori… oh… ora ci siamo… ecco cosa aspetta a chi sbaglia a comporre la tavola a casa mia...”: penetrò il suo culo con il vibratore. Sempre senza alcuna gentilezza, ma con una rudezza quasi da uomo.
“Toh… prendi...”
“Ah… signora...”
“Prendilo in culo… dai...” diceva, muovendo il dildo avanti e indietro senza ritegno, incurante del dolore e dell’umiliazione che procurava.
“Guardate come gode...”: i suoi amici ridevano mentre Letizia succhiava insieme i cazzi di Marcello e Giancarlo. Cinzia stuprava senza ritegno quel culo. Come se stesse cercando di praticare una buca nella sabbia bagnata al mare per piantarvi l’ombrellone. Ridevano tutti di come il suo ano veniva penetrato da Cinzia.
Solo dopo svariati minuti di quello show osceno Cinzia si fermò perché aveva male alle braccia. “Dai, facci vedere come succhi i cazzi, forza...” ordinò Cinzia.
“Mark… Marcello… venite qui… tu, sul divano. Dai che ti piace...”
Ora aveva quei due cazzi enormi davanti al viso.
“Signora...” disse appena. Un altro schiaffo.
“Guarda come si fa...” disse Cinzia. “Tanto, sappiamo benissimo che ci sai fare… vero?”
Cinzia si sedette e iniziò a succhiare i due cazzi durissimi. Leccava le cappelle, li strofinava insieme, e loro si lasciavano masturbare da quella bocca esperta. Li ingoiava uno alla volta, toccandosi i seni. Si tirò via.
“Dai, adesso tocca a te. Fai divertire i nostri ospiti...”
“Va bene...” disse.
“Ohhh così mi piaci…”
Iniziò a succhiare prima Marcello e poi Mark. Li prese in mano entrambi mentre le due donne si denudavano. Avrebbe preferito di gran lunga essere al loro livello, ma se Cinzia ordinava così… doveva assolutamente obbedire. Di colpo Marcello entrò nella sua bocca.
Affondando il cazzo fino alle palle. Un conato, poi un altro, una serie di rumori osceni riempivano la stanza. Accompagnati dallo sguardo severo di Cinzia e Letizia.
“Eh ma che schifoooo… ma che rumori sono???” chiese Giancarlo. “Abbiamo appena finito di cenare… ma per favore...”
“Scusatemi, non pensavo si comportasse così….” disse Cinzia. “Mark… vediamo se con te fa meno storie?”
Fu il turno di Mark di entrare nella sua bocca. Purtroppo Mark aveva il cazzo ancora più grosso di Marcello. E fu ancora più rude. Fino alle palle anche lui. Ma sforzandosi di restare fermo, scopando spingendo sempre di più in quella bocca. Si sentiva soffocare mentre sentiva la mano dell’uomo trattenere con forza la sua nuca.
“AAAAARRRCCCHHH!!!” faceva con la bocca.
“AAAAARRRCCCHHH!!! ACCCHHHRRR!!!” Mark uscì.
“No davvero è una cosa vergognosa. Incivile!!!Nemmeno dieci secondi riesci a tenere un cazzo in bocca senza fare dei versi schifosi???” disse guardando con severità la figura sul divano.
Cinzia scosse la testa sconsolata.
“Qui ci vuole un’altra punizione. Non mi sono mai vergognata tanto in vita mia...” Inginocchiati.”
Quando fu in ginocchio sul divano, Cinzia lubrificò ancora il suo ano.
“Ragazzi, fate quello che volete… io me ne lavo le mani di quanto succede a questo culo. Non so più cosa dire...”
Marcello e Mark si alternarono. I loro cazzi grossissimi entravano e uscivano da quel culo senza sosta e senza pietà, come se fosse stato una vagina bagnatissima.
“Vè che bella troia che abbiamo… guardatela...” diceva Giancarlo, guardando Mark che scopava senza sosta quel quel culo lubrificato. Si avvicinò alla bocca, e ridendo infilò ancora il suo cazzo fino alle palle, strappando rumori e conati. Sempre ridendo e schernendo.
Letizia e Cinzia si masturbavano vicendevolmente, ma guardavano la scena con aria severa.
“Te le vai a cercare!!!” disse Cinzia. “Te le vai proprio a cercare!!! Poi non lamentarti con me!!!” disse Cinzia.
“E abbi almeno la compiacenza di masturbarti un pò… tanto, lo abbiamo capito tutti che ti piace…” ordinò Letizia, mentre Giancarlo la leccava in mezzo alle gambe.
“Signora… basta… la prego...” diceva. “Mi fanno male...”
Cinzia lubrificò ancora.
“Ecco, così la pianti… e masturbati cazzooo!!!”
E ancora Mark e Marcello scopavano quel culo e quella bocca senza averne alcuna cura, mentre iniziava a masturbarsi e a provare un primo piacere che cresceva sempre di più sotto i colpi dei due impietosi stalloni.
“Ecco… vedi come si fa???”
Cinzia comandava i giochi. Un po' partecipava alla scopata tra Giancarlo e Letizia. Un po' aiutando Mark e Marcello e scopare quella figura senza più alcuna difesa e dignità.
Finalmente godette. L’orgasmo era di aiuto per non sentire il dolore di quei cazzi che continuavano a scopare il suo ano come martelli dell’inferno.
“Ha ha ha!!! Guardate!!! Ha goduto!!!” rise Cinzia.
Letizia e Giancarlo risero ancora.
“Non ha proprio nessuna resistenza…”
“Dai vai a darti una sistemata nel tuo bagno...” ordinò la signora. “Che poi ci servi da bere… e noi vogliamo solo gente ordinata intorno a noi...”
“Già vai che fai schifo… hai tutti i capelli in disordine...” rincarò Marcello.
“E il trucco!!! Mi raccomando il trucco!!!” ordinò Mark.
Si guardava allo specchio del bagno. Si lavava il viso. Si truccava di nuovo. Sistemava le calze. Sentiva ancora l’eccitazione crescere mentre nella stanza accanto si consumava la vera orgia tra Cinzia e quei pervertiti dei suoi amici. Quanto avrebbe voluto partecipare… godere con loro, divertirsi. Invece no, quello era il massimo che avrebbe potuto avere. Umiliazioni, il culo rotto da mille cazzi, pompini forzati.
Guardò nella stanza. Vide Cinzia scopata in una doppia penetrazione da Giancarlo e Mark, mentre Marcello penetrava Letizia, stando aggrappato ai suoi seni enormi.
“Aaahhh alèèè!!! Questo è scopare!!! Non quella schifezza che ci hai fatto inculare prima, Cinzia!!!” disse Marcello, penetrando l’ano di lei.
Cinzia godeva senza sosta. Gli orgasmi la facevano impazzire di piacere. I cazzi dei tre uomini si alternavano tra lei e Letizia, lasciando alle due donne ben poco riposo. E Letizia ce la metteva tutta per non essere meno troia di Cinzia. Leccava vagina della sua amica in un osceno sessantanove mentre Mark inculava la padrona di casa, adagiata sopra di lei. Le figure che i cinque riuscivano a inventare erano di ogni tipo, pur di non lasciare mai le due donne senza cazzo.
“Dio cosa mi piace avervi tutti e tre!!!” disse Cinzia: ne aveva uno nella vagina, uno nell’ano e uno davanti al viso. Letizia l’aiutava con la bocca, leccandole i seni e succhiando di tanto in tanto il cazzo che usciva dal suo culo, aspettando che venisse il suo turno di essere presa da tutti e tre. Ovviamente anche Letizia si fece prendere da tutti e tre insieme, mentre Cinzia si rilassava osservandoli e bevendo champagne, talvolta restituendo alla sua amica l’aiuto che le aveva dato: sputava nel suo ano per facilitare la penetrazione, succhiava un cazzo, baciava Letizia sulla bocca o la masturbava accarezzandole il clitoride.
Mille e mille e mille botte di cazzo, mille e mille e mille orgasmi portarono le due donne all’estasi più totale.
Solo alla fine Cinzia richiese la sua presenza.
“Qui!!! Dai!!! Sai cosa c’è ora...” disse, guardando nella sua direzione.
Le due donne si misero in ginocchio e lasciarono che i tre cazzi sborrassero nelle loro bocche.
Ora erano ferme sul suo viso, con le bocche piene di sborra. E una alla volta lasciarono colare tutto il liquido nella sua bocca. Piano piano piano, ridendo come matte.
“Così… ecco… ora bevi...” disse Cinzia.
Ingoiò tutto il piacere dei tre uomini… una quantità indicibile di sperma misto ai fili di saliva delle due donne.
“Devo fare pipì adesso...” disse Letizia, che non sarebbe più riuscita a provare un solo orgasmo nemmeno a pagarlo oro.
“Il bagno sai dov’è...” disse Cinzia. “Anzi, vengo anche io...”
Andarono in bagno.
“E tu? Non vieni? Ci serve un cesso...” dissero. Le seguì. Si denudò e si mise in doccia, ancora in ginocchio.
I tre uomini vollero vedere la scena.
“Guardatela che schifosa...” disse Cinzia: si divaricò le labbra e iniziò a fare pipì nella sua bocca, imitata da Letizia.
“Anche questa si beve… e si masturba mentre le pisciamo in bocca… fa poco schifo?”
Ridevano tutti. Il suo ego era completamente ridotto in briciole.
Solo dopo che tutti gli ospiti se ne furono andati ebbe il permesso di darsi una ripulita.
Cinzia si avvicinò con dolcezza. Indossava una camicia da notte, le stesse calze di prima e delle bellissime ciabattine di raso color lilla, che sapeva lo facevano impazzire.
“Sei stato fantastico stasera… ma che dico, tutto il giorno sei stato fantastico...” disse, baciandolo sulla bocca con tutta la passione di cui era capace.
“No, tu lo sei stata amore...”: le sue mani si avvinghiarono al culo di Cinzia, che ricambiò l’abbraccio cingendogli i fianchi e spingendo il pube contro l’eccitazione di lui.
“Dammi il tuo cazzino in bocca che ne ho voglia...”: Cinzia si inginocchiò e prese in bocca il cazzino di Leonardo, suo marito, ora finalmente vestito da uomo.
“Visto che roba Marcello e Mark?” disse lei.
“Bellissimi… ed eri bellissima mentre ti scopavano amore... sei la mia pornostar personale, lo sai questo, vero? Godevi tanto?”
“Uuuhhh da morire… mi hanno fatto impazzire… però tu smetti di guardare così le tettone di Letizia, ok? Lo sai che sono gelosa...”
“E tu la smetti di guardare così i cazzi degli altri?”
“Touchè...” disse lei, continuando a succhiare suo marito. “Ma sai che ho bisogno anche di dimensioni serie...”
“Tutti i cazzoni che vuoi, amore, pur di vederti felice...” disse Leonardo.
“E la prossima volta, comandi tu e io faccio la schiava, ok… cazzino mio?”
“Come vuoi tu, Cinzia mia...” disse Leonardo, entrando in lei, prendendosi finalmente la sua parte di divertimento.
Fine.



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