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Il ricatto


di AndreaCork
29.01.2020    |    1.877    |    4 9.2
"“Tuo marito non sarebbe contento di questo… vero?” disse: le accarezzò il culo infilando una mano nel solco e tastandole le labbra della vagina ancora bagnate..."
Il ricatto

Il treno viaggiava veloce attraverso la pianura Padana, tra campi e città. La popolazione di viaggiatori, chi per lavoro chi per vacanza, di posizione più o meno agiata, pensava ai fatti suoi in quella fresca mattina di primavera. Andrea si godeva quel viaggio in quel treno lussuoso verso la città in cui si sarebbe trasferito per lavoro. Osservava le gambe delle viaggiatrici sedute vicino a lui, intente a discutere di una prossima riunione di affari, sperando che qualcuna si decidesse prima o poi a lasciargli vedere i piedi fasciati dalle calze di nylon sfilando le scarpe. Ma niente, quelle maledette decoltè sembravano incollate a quei talloni. Allora, nell'attesa di arrivare a destinazione, si concesse un caffè nel vagone ristorante per svegliarsi: era partito presto, era in viaggio da due ore ed erano solo le otto e mezza del mattino. Si trovò a maledire silenziosamente la razza umana: sua madre che lo aveva obbligato a trasferirsi per lavoro lasciando gli amici e la sua vita, maledisse la compagnia dei treni che imponeva un prezzo esorbitante per un caffè osceno fatto con la cialda e mandò al diavolo anche l’amica di sua madre dove avrebbe trovato ospitalità. Stefania, una donna che aveva visto solo da bambino, la cui unica colpa era quella di contribuire al piano di sua madre per fargli trovare un lavoro serio e trasformarlo in un cittadino per bene. Quando scese dal treno trovò Stefania ad attenderlo. Era esattamente come la ricordava. Con la differenza che ora apprezzava la femminilità di lei, che da bambino non riusciva ad afferrare. Lei lo salutò con un bacio sulla guancia molto caloroso che lui ricambiò in maniera più fredda. In fin dei conti non voleva trovarsi a quattrocento chilometri da casa sua e non si poteva pretendere che apprezzasse appieno quanto era stato “condannato” a vivere. Ma capì che Stefania era estremamente gentile con lui: in attesa di trovare una sistemazione definitiva si prodigava a ospitarlo insieme al marito, non poteva trattarla male. Decise quindi di cambiare registro e divenne più chiacchierone e scherzoso, proponendole quindi di offrirle un caffè nel tragitto fino a casa, caffè che lei accettò con piacere. Appoggiati al bancone del bar, lui ebbe modo di apprezzare le gambe di lei, evidenziate dalla gonna e dalle calze nere. E, doveva ammetterlo, anche il viso solare si faceva guardare con piacere. Per non parlare del seno generoso. Sì, Stefania era davvero una bella donna, oltre che simpatica e dai bei modi. Dopo il caffè arrivarono a casa di lei che gli mostrò la stanza e gli presentò Giulio, il marito, anche lui gentile e simpatico. Durante la mattina lo avrebbero accompagnato a fare un giro nella zona, per fargli prendere famigliarità con gli orari dei mezzi di trasporto e per mostrargli dove avrebbe iniziato a lavorare il lunedì successivo: durante il giro, Stefania non mancò di fargli vedere i luoghi più belli della città, con le sue chiese e i musei d’arte. Tornati a casa per il pranzo, Stefania si mise ai fornelli e Giulio si rilassò sul divano guardando trasmissioni sportive. Andrea odiava il calcio, aveva inquadrato la coppia: lei amante della cultura, lui tipico italiano appassionato di calcio e di motori. Non si capacitava di come potessero stare insieme con gusti tanto diversi, immaginava le loro serate caratterizzate dal silenzio. Chissà se scopavano… pensò, guardando il culo e le gambe di Stefania indaffarata ai fornelli. Si chinò per aprire il forno e Andrea scorse, di spalle, l’elastico delle calze di lei. Cazzo. Autoreggenti. Adorava le autoreggenti, ma le aveva sempre viste indossare… “per l’occasione”, e la cosa perdeva ai suoi occhi un po' del suo fascino; vedere invece una donna che le indossa nella vita di tutti i giorni, e per giunta di sua conoscenza e a stretto contatto con lui, gli fece venire il cazzo duro. Quella donna, non si poteva negarlo, aveva una sensualità enorme. E non faceva nulla per nasconderlo. Una femminilità assolutamente fuori dal comune.
“Con un culo così… saprei io...” pensò. E si avvicinò a lei per chiacchierare e conoscerla meglio, facendosi raccontare della città in cui la coppia viveva e di cos’altro si poteva vedere. Sentiva di avere più affinità con la donna che con il marito.
Dopo pranzo Giulio andò a letto: facendo il capo catena in una fabbrica era costretto a fare anche i turni di notte, e quel sabato sera sarebbe dovuto andare al lavoro. Anche Andrea decise di andare a dormire un po', la stanchezza e il vino dell’eccellente pranzo di Stefania gli avevano tagliato le gambe e sentiva il bisogno di dormire almeno un paio d’ore per recuperare un po' di lucidità. Non riusciva a tenere gli occhi aperti. Si sdraiò, sbottonò i jeans, si prese in mano il cazzo e iniziò a masturbarsi pensando alle gambe e al culo di Stefania. Ma prese sonno senza arrivare a godere. La stanchezza ebbe la meglio sulla sua voglia di orgasmo. Si svegliò che erano le quattro del pomeriggio: fece una doccia nel bagno elegante dei suoi ospiti e quando scese al piano terra trovò Stefania intenta a lavorare al pc.
“Oh ben svegliato!!!” disse lei togliendo gli occhiali e mostrando gli occhioni vispi. “Vuoi un caffè?”
“Se non è un problema mi piacerebbe berlo fuoi al bar, così prendo confidenza col quartiere...” rispose lui.
“Ah ma figurati!!!”
Si morse la lingua subito, si era appena mangiato l’opportunità di passare un po' di tempo con quella donna.
Cos'è il genio? Tante cose. Anche prontezza di spirito. Capacità di volgere a proprio favore le situazioni svantaggiose.
“Vieni con me?” le chiese, illuminato da una furbizia che non pensava di avere.
“Salvo il lavoro e vengo!!!” rispose Stefania, entusiasta. “Così stacco un po' e riposo gli occhi… tanto mio marito prima delle sei e mezza non si sveglia...”
Spense il pc, si avviò in anticamera, indossò gli stivali e la giacca e fu pronta. Uscirono di casa e durante il caffè parlarono.
“A cosa lavoravi?” chiese lui.
“Oh niente di che… sto scrivendo un libro...”
“Scrivi??? Bello!!! E che libro è?”
“Un romanzo… porno.”
“Porno? Bello!!!”
“Grazie… è il seguito di un libro che ho già scritto...”
“No, se mi dici così adesso voglio leggerlo… adoro la letteratura erotica!!! E poi mi tengo impegnato dato che non conosco nessuno qui in giro”.
“Appena torniamo a casa te ne do una copia così mi dici che ne pensi, va bene?”
“Non vedo l’ora...”
Mentre la luce del giorno si spegneva, si avviarono verso casa, Stefania gli fece fare un breve giro del quartiere mostrandogli negozi dove poteva fare acquisti di vario genere e raccontandogli delle vie in cui giocava da bambina. Era una donna dai modi frizzanti dal grande senso dell’umorismo e questo lo affascinava. Quando furono a casa lei gli diede subito una copia del suo libro, e lui si chiuse in camera a leggerla. Il modo di pensare di quella donna, così libero dagli schemi comuni al punto da mettersi a scrivere libri erotici, oltre alla sua femminilità, lo affascinavano. Iniziò a leggere. Libri erotici? No, qui era come aveva detto lei: porno. Era proprio porno. Le figure esplicite si sprecavano, il turpiloquio anche, gli sembrava di vedere davanti ai suoi occhi le scopate dei protagonisti del libro di Stefania. E in un attimo il cazzo gli venne di marmo, al punto che lo estrasse dai pantaloni e iniziò a masturbarsi. Un po' pensando a quanto leggeva, un po' immaginando la sua ospite e alla sua sensualità. Vedeva il suo glande tra le tettone di quella donna, immaginava il suo cespuglio di pelo esplorato prima dalla sua lingua e poi dal suo cazzo duro, e in pochi minuti una sborrata gli bagnò lo stomaco, immaginando che andasse a finire direttamente sulle labbra socchiuse dell’amica della madre. La immaginò mentre con la lingua si trastullava coi fili del suo sperma, la figa ancora pulsante di piacere. E così, col cazzo in mano, si addormentò di nuovo, svegliato soltanto dal richiamo di Stefania che lo avvertiva che la cena era pronta.
Scese giù con la faccia rincoglionita di chi si è appena svegliato e si sedette a tavola con la coppia per un’altra cena favolosa: lei in tuta da ginnastica, ma sexy da morire nella sua semplicità, lui già pronto per il lavoro in fabbrica. Parlarono del più e del meno, e Andrea dovette ammettere di trovarsi davvero bene tra loro due: si sentiva tra vecchi amici con cui si chiacchiera bene o male di tutto, ma non riusciva a staccare gli occhi dalla bocca di Stefania e a pensare alle fantasie che quella donna narrava nel suo libro. Quando fu ora di partire, Stefania accompagnò il marito alla porta salutandolo con un bacio sulla bocca e Andrea osservò i piedi di lei: non aveva tolto le calze. Nonostante la tuta da ginnastica, aveva ancora le calze di nylon nere. Il cazzo gli si fece ancora duro nei pantaloni. Finirono la serata guardando la tv e parlando del libro di lei: lui espresse giudizi molto arditi su quanto aveva letto, mettendosi a nudo su alcune fantasie, facendo scoprire a lei di avere una mente molto libera e affine alla sua, cosa che contribuì a far sentire lei ancora più a suo agio in presenza di Andrea. Alle undici Stefania andò a dormire. Andrea, annoiandosi davanti alla tv, decise dopo pochi minuti di imitarla: bevve un ultimo calice di prosecco e si preparò alla prima notte fuori casa, ospite degli amici di sua madre.
Prese sonno, ma dormì di un sonno leggero. Venne svegliato da dei rumori in casa. Non conoscendo l’ambiente, per lui nuovo, in un primo momento si spaventò. Pensò a dei ladri. Aprì piano la porta della sua camera e scese le scale al buio, con il passo di un gatto per non farsi sentire.
“Fai piano!!! Non sono sola in casa!!!” sentì dire dalla voce di Stefania.
“Dai che ho voglia…” disse uno sconosciuto sulla soglia della porta. “Guarda qui...” disse. E tirò fuori un cazzo perfetto per dimensioni e proporzioni.
“Peeerò!!!” disse lei sottovoce prendendolo in mano. Si baciò con l’uomo che lesto le infilò la mano sotto la maglia per sentire i seni.
“Ti piace proprio il cazzo eh?”
“Da morire… senti che duro...” senza nemmeno chiudere la porta di casa Stefania si inginocchiò e lo prese in bocca con gusto, muovendo avanti e indietro la testa, ritraendosi un attimo per leccarlo. Dalla sua posizione Andrea riusciva a vedere bene il culo di Stefania e capì che indossava solo una maglietta leggera: vedeva le labbra del sesso di lei, già divaricate dall'eccitazione, sporgere dalle natiche. Si era fatta trovare pronta, la signora… aveva il cazzo che gli pulsava forte nei boxer. Mentre succhiava l’amico, si frugava tra le gambe per poi spalmare il frutto della sua eccitazione sul glande dello sconosciuto, prima di prenderlo in bocca di nuovo.
“Dai andiamo su… disse lei… ma fai piano però, ho un ospite che dorme qui stasera!!!” fece, risucchiando la saliva che le colava dalla bocca.
“Vengo… dai che ti faccio saltare per bene...” rispose il suo amico. Senza farsi sentire Andrea fece appena in tempo a salire le scale e a nascondersi nella sua camera. Attese nell'ombra, con il cazzo duro e il cuore che batteva a mille, domandandosi cosa fare. Chi sarebbe più riuscito a dormire, adesso? Cosa fare? Attese che i due si chiudessero in camera e si avvicinò alla porta per origliare. Li sentiva che si divertivano…
Il corpo di Stefania si strofinava con quello del suo amico: lui la baciava dappertutto, la accarezzava nei punti dove le piaceva di più, con le labbra e con le dita le sfiorava la pelle e i capezzoli turgidi per poi succhiarli. Lei, a occhi chiusi, lo stringeva aggrappandosi al suo collo mentre con l’altra mano lo masturbava strofinandosi il cazzone sulle labbra bagnatissime. Si ritrovarono sdraiati sul letto di lei, accarezzandosi e cercandosi, sentiva le mani e la bocca di quell'uomo percorrere ogni centimetro della sua pelle, dal collo alle guance, scendere fino ai capezzoli e baciarli delicatamente: il pene di lui nei movimenti si faceva sentire, strofinandosi invadente ovunque capitasse. Lui sentiva il gusto delle gambe di lei, fino a risalire al pube dove baciava il triangolo di pelo; così, in questo modo, si prendeva cura del piacere della sua amica: le mani sui seni di lei, la lingua nel sesso fradicio di umori filamentosi della padrona di casa.
“Oh… mi fai impazzire con questa lingua… Dio come mi lecchi...” faceva Stefania.
“Vengo… di già… così in due secondi… ouuuhhh senti come sono eccitat… ahhhrrrhhh cazzo cazzo cazzo...” disse ancora, credendosi inosservata.
“Dai… prendimelo in bocca...” disse lui. Andrea era forse il più eccitato di tutti in quella situazione, preso dalla sessualità e dalla libertà di Stefania.
“Ah… vuoi sentire i miei pompini… e io ti accontento… hmmm… ommmp...” Andrea sentiva chiaramente i risucchi di lei e i gemiti di piacere di lui che la ricopriva di parolacce.
“Senti come ti piace il cazzo… senti come lo succhi… chissà cosa direbbe il cornuto...”
Lei si ritrasse e rise.
“Meglio che non lo sappia quello che combino quando fa il turno di notte!!!” e riprese a succhiare il cazzone del suo amico.
Si gustava la sensazione della bocca riempita mentre il suo amico le frugava l’intimità con le dita, portandola ancora vicina al piacere. Un dito, due, tre… era quasi piena della mano di lui, si sentiva porca e si divertiva un sacco a fare porcate in quel modo. E ancora di più le piacque quando il suo amico la mise a pancia in su e al penetrò con il vibratore che lei teneva nel cassetto. La penetrava, la stimolava sul clitoride e poi la penetrava di nuovo, leccandola mentre il vibratore la scopava velocemente.
“Mi fai venire ancoraaa!!!” disse con la voce rauca di chi non vuole farsi sentire, ma rischiando di ottenere l’effetto opposto. Si spostò verso il viso di lei: adesso lei era penetrata dal dildo e succhiava contemporaneamente il cazzo del suo amico.
“Ti piace eh… ti piace con due cazzi, zoccola...”
“Hmmm è bellissimo...” disse, tra una succhiata e l’altra. Lui tolse il vibratore da lei e si mise con il cazzo sulla sua bocca, iniziando a penetrarla di nuovo con l’indice e il medio: la stimolava sul punto g e la sua vagina iniziò a fare rumori bagnati. Lo stomaco di Stefania venne scosso da singhiozzi di piacere: le dita di lui si insinuavano nella sua carne fino in fondo, poi la tirava verso l’alto con forza come se volesse strapparle la pancia. E lei godeva e schizzava con il cazzo del suo amico che le sbatacchiava sulla bocca. Stava squirtando a più non posso, sconvolta dal piacere.
“Sfrrrciaccc sfrrrciaccc!!!” faceva la sua figa a ogni movimento. Aveva perso la coordinazione e non riusciva né a succhiare né a masturbare il suo amico, lo teneva solo in mano fino a che lui tolse le dita dalla sua cavità e le scosse di orgasmo la abbandonarono. Stette così a pancia in su a riprendere il respiro, senza che le venisse concessa però alcuna vera pausa: tempo pochi secondi e il suo amante si mise sopra di lei, pronto a penetrarla.
“Dammelo!!!” disse con la voce cattiva di chi desidera una cosa con tutta sè stessa. “Dammi quel cazzo!!! Mettimelo dentro forza!!!” Lui se lo accarezzò, fece uscire per bene il glande ch si mostrò a lei in tutta la sua fierezza e lo strofinò tra le labbra di lei, pronte ad accogliere quella mazza di carne calda.
Non disse niente. Era dentro di appena mezzo centimetro. Con un colpo di reni la penetrò e lei nel piacere ribaltò gli occhi all'indietro, tirando fuori la lingua. La scopò con quel suo cazzo perfetto, sentiva ogni vena e ogni minima protuberanza di quel cazzo frugarle le carni accoglienti, lo sentiva entrare e uscire da lei, portandola sempre più vicina a un altro orgasmo ogni volta che il pube di lui si strofinava sul suo clitoride durissimo. E venne ancora, bagnando con uno schizzo caldo il pube del suo stallone.
“Adesso… inculami… rompimi il culo...” disse lei: lui piano piano si sfilò dalla sua calda figa e la mise a pecorina. Le aprì le natiche e il suo cazzo divenne ancora più duro alla vista di quel buchetto che aveva già penetrato altre volte. Lo leccò, lo penetrò con la lingua.
“Ahhh… mi vengono i brividi...” disse Stefania al contatto della lingua di lui. Le piaceva prenderlo anche lì, e la pratica l’aveva resa elastica quasi come fosse una vagina. Poi lui prese dal comò la bottiglia di lubrificante al mango che lei aveva già preparato: si unse le dita e ne fece colare una generosa dose nel culo di lei. Il liquido freddo la fece sussultare, ma si rilassò al contatto del dito caldo di lui che piano piano si insinuava nel suo ano rilassato dalla voglia e dalla confidenza. Iniziò a muoverlo su e giù, poi le dita divennero due.
“Ahi… ah...” fece Stefania: mentre i suoi grossi seni strofinavano sul materasso, cercava di assecondare i gesti di lui.
“Smetto?” chiese l’amante.
“No… vai avanti...”: le dita di lui continuarono a muoversi avanti e indietro finché divennero tre.
“Mamma mia… bellissimo… ma ora ti prego, dammi il cazzo… dai inculami...”: lui si lubrificò per bene anche l’asta, e puntò il glande sull'ano bene aperto di lei. Entrò appena appena. Stefania aveva brividi misti di dolore e piacere. Con la mano si strofinava il clitoride attendendo che il suo amico si decidesse a sfondarla. Sentì piano piano che quel cazzo durissimo si faceva strada dentro il suo buco. Ecco… ora era tutto dentro. Dio che male… ma quanto le piaceva allo stesso tempo… lo sentiva, appoggiato a lei, quel cazzone tutto dentro, le palle che le sfioravano le labbra della vagina. Piano piano l’amante iniziò a scoparla.
“Hmmmhahhhcazzo...”
“Vuoi che mi fermi?” chiese ancora lui, ma ben sapendo che lei non glielo avrebbe permesso.
“Inculami… rompimi… riempimi il culo di cazzo...”: ora i movimenti di lui si erano fatti più regolari e fluidi, fino a diventare dei veri colpi che si facevano sentire fin nella gola di lei.
“Mamma che bello...” disse Stefania, stringendo con le dita il cuscino a ogni affondo del suo amico. Con l’altra mano si toccava la vagina procurandosi un doppio piacere, avvicinandosi ancora all'orgasmo.
“Clap clap clap”. Un battito di mani sarcastico.
“Ma bravi...” sentì dire Stefania, spaventandosi.
“Ma già, con tutto quello che stava succedendo non potevi certo esserti accorta di me che vi guardavo...” disse Andrea, appoggiato alla porta e avvicinandosi a lei. Lei lo guardò. Il suo amico guardò lui: uscì dal culo di lei, con il cazzo ancora durissimo. Andrea guardò l’ano dilatato di Stefania e il suo cazzo adesso era davvero della consistenza del marmo.
Lei era ammutolita, il suo amico aveva un’espressione spavalda.
“E’ questo il tuo ospite?” disse soltanto.
“S-sì...” balbettò lei, colta con le mani nella marmellata, senza sapere come comportarsi.
“Come la mettiamo qua? Che ti piacesse il cazzo lo avevo capito da quello che scrivi… ma non pensavo fino a questo punto...” disse Andrea osservando la nudità della sua ospite, e notando che nuda era ancora meglio che vestita.
“Cosa vuoi dire?” chiese lei.
“Tuo marito non sarebbe contento di questo… vero?” disse: le accarezzò il culo infilando una mano nel solco e tastandole le labbra della vagina ancora bagnate di umori e di lubrificante colato dal culo di lei.
“No no no no no no no no no... non ne sarebbe per nulla contento, devo dire… sì sarebbe un vero peccato se domani mi scappasse detto qualcosa...” rincarò la dose.
“Finiresti nei guai, vero?” disse ancora. Stefania era ammutolita.
“Vuoi dei soldi?” chiese lo sconosciuto sedendosi sul letto, tirando fuori il portafogli e pronto a pagarlo per il suo silenzio.
“Mbaaahhh!!! Macchè soldi!!! Chi se ne frega dei soldi...” disse Andrea agitando la mano, come offeso da una frase stupidissima di fronte a una grande ovvietà.
“E allora che vuoi?” chiese Stefania sedendosi sul letto.
“Secondo te cosa voglio?” rispose lui guardandola in mezzo alle gambe e indicando con gli occhi, sollevando le sopracciglia.
“Beh, a pensarci bene non è gentile che tu faccia le corna a tuo marito mentre il tuo ospite dorme nella stanza di fianco, lasciandolo a bocca asciutta...” disse improvvisamente l’amante.
Andrea batté le mani come quando qualcuno risponde giustamente a un quiz.
“Ooohhh esattooo!!! Tra persone intelligenti ci si capisce!!!” disse, tirando fuori il cazzo dai pantaloni leggeri.
“Guarda qui…” le fece, andando vicino a lei. Si masturbava piano, il cazzo a pochi centimetri dal viso di lei.
“Beh Stefy...” fece il suo amico “due cazzi… sono meglio di uno, no?”
“Quindi vuoi solo scopare con noi...” fece Stefania, improvvisamente accesa dalla proposta, all'idea di avere due cazzi duri tutti per lei. Il suo amante si avvicinò ad Andrea. Ora i cazzi puntati sul suo viso erano due. Lei tirò fuori la lingua da un lato della bocca e accarezzò il cazzo duro di Andrea.
“Hmmm…” fece. E prese in mano anche quello del suo amico.
“Hmmm...” disse ancora. Li accarezzò, li fece avvicinare, li masturbò insieme. Prese in bocca quello di Andrea, che eccitatissimo le guardava i seni. Andrea sentiva la lingua di lei sul suo cazzo, la bocca calda e piena di saliva che succhiava con dolcezza sul suo cazzo voglioso di lei.
“Allora? Concludiamo l’affare? Silenzio per figa?” chiese Andrea.
Stefania si staccò da lui.
“Secondo te…?” e prese in bocca il suo amico, riservandogli lo stesso trattamento. Alternava i baci ai due cazzi duri, avvicinava le due cappelle strofinandole tra loro per procurare loro altro piacere, ora quella eccitatissima era lei: si godeva quei due cazzi in bocca, aveva l’imbarazzo della scelta su come farli godere e su come goderseli. Li leccava insieme, finché si sdraiò.
“Però… silenzio con mio marito...” precisò lei. Il ragazzo la guardò:
“Muto come una tomba!!! Affare fatto!!!” disse.
La leccava in mezzo alle gambe, beveva il suo piacere e si masturbava mentre il suo amico le scopava la bocca. Andrea non le baciava solo la fica, si stava prendendo ogni centimetro di quel corpo che in una solo giornata gli aveva fatto crescere tanta voglia. Le mani, la bocca, il cazzo… usava tutto sé stesso per strofinarsi su Stefania e per baciarla. Si eccitava alla vista di lei che succhiava con sapienza il suo amante. Andrea leccava i capezzoli di lei, strofinando il suo cazzo sul pube di Stefania.
“Prendimi...” disse lei. “Coraggio...”
Lui la guardò, eccitatissimo e sognante. Le aprì le gambe, e con un colpo entrò in lei.
“Oh mamma!!!” disse la donna. “Con due cazzi veri è molto meglio!!! Uuuhhh mi fate impazzire voi due!!!” si godeva le stoccate di Andrea e il cazzo in bocca dell’amico. E Andrea la portò all'orgasmo. Era contento di essere riuscito a far godere Stefania, una donna certamente più esperta di lui, e che sicuramente non si accontentava di due colpetti da quattro soldi.
Ansimava e rantolava di piacere, Stefania, sempre col cazzo del suo amico in bocca. Adesso però era Andrea a comandare.
“Voglio fare un sessantanove con te, Stefania...”
“Hmmm mi piace il sessantanove...” disse lei, con il viso pieno di saliva per il pompino che stava facendo al suo amico. Andrea si sdraiò, e la donna si mise su di lui. Iniziò a succhiarlo dandogli piacere con la sua bocca esperta. Andrea si ritrovò in faccia i due buchi di lei e prese a leccarli: le baciava l’ano, poi passava alla vagina da cui aspirava con la bocca ogni goccia di quel piacere osceno e porco che ne usciva. Beveva con gusto i fili della sborra di Stefania, mentre lei faceva altrettanti fili con la sua saliva sul cazzo di Andrea e del suo amico che si era avvicinato per non restare escluso. Andrea penetrava il culo di Stefania con un dito e la leccava, poi ebbe un’idea.
“Come ti chiami tu?” chiese al suo amico.
“Lorenzo...”
“Vieni qui e inculala… mentre io la lecco...”
“Voi due mi volete uccidere stasera...”
“Zitta e ubbidisci...” fece Andrea… “o vuoi che parli con tuo marito?”
“No no no!!!” disse lei. “Inculami Lorenzo… dai...”
Lorenzo non se lo fece ripetere, e in men che non si dica il suo cazzo era puntato sull’ano di Stefania. La penetrò come aveva fatto poco fa, mentre Andrea le leccava la figa. Stefania non mollava il cazzo di Andrea, non smetteva di succhiarlo e di baciarlo. Lorenzo la scopava con foga e Andrea vedeva il suo cazzo entrare e uscire dal culo di lei. In questa posizione fecero godere ancora la donna.
“Mi state massacrandooo!!!” fece lei, togliendosi dalla posizione e sdraiandosi a pancia in su.
“Tu credi che abbiamo finito con te?” disse Andrea. “Ci hai visto sborrare?”
“No...”
“E allora adesso andiamo avanti finché non sborriamo… vero Lorenzo?”
“Eh già...” disse l’uomo con il cazzone ancora duro.
“Dobbiamo rilassarci anche noi un pochino...” fece Andrea accarezzando le tettone di lei. “Perché non ci succhi i cazzi come facevi prima?”
“Tra un po' mi farà male la bocca...”
“Allora preferisci che tuo marito sappia cosa è successo stanotte?” fece Andrea sdraiandosi sul letto e invitando Lorenzo a fare altrettanto. Erano vicini.
“Guardali come sono duri… coraggio… facci vedere che ti piace...”
Stefania si inginocchiò tra loro e li prese entrambi in mano. Poi si esibì in uno dei suoi pompini favolosi, di quelli che sapeva facevano impazzire chiunque li provava. Era eccitatissima da quella situazione, si divertiva a essere dominata in quel modo piacevole dal figlio della sua amica. Succhiava i due cazzi a turno, prima uno e poi l’altro, guardando sempre negli occhi i due compagni di scopata.
“Non venite più???” disse, con la bocca ormai indolenzita dal lungo lavoro.
“Siediti su Lorenzo… forza...” ordinò Andrea. Lei obbedì: si impalò sul cazzo duro dell’amante e insieme iniziarono a godere. L’eccitazione di Andrea era al culmine alla vista di come quella donna godesse del cazzo del suo amico dentro di lei.
“Ti piace quello che vedi?” chiese Stefania.
“Molto… e tu? Dimmi… quanto ti piace il cazzo?”
“Oh… da morire...” fece lei socchiudendo gli occhi.
Andrea si portò dietro di lei. Lubrificò il suo cazzo e il culo della donna.
“Ohmmmioddio cosa fai? Non ho mai provato a prenderne due!!! Mi spacchi!!!” disse quando sentì che Andrea cercava di incularla: premeva il glande nel culo della donna, rilassato ma stretto per la presenza del cazzone di Lorenzo nella figa.
“E adesso è la volta buona che lo fai...”: Andrea premette e il culo di lei cedette: con fluidità erano entrambi dentro di lei. Iniziarono a scoparla entrambi piano, e lei sentì crescere in sé piacere ed eccitazione da quanto si sentiva porca. Sì, due cazzi dentro facevano un po' male, ma le piaceva da morire. Andrea e Lorenzo sentivano la presenza reciproca dentro la donna, e questo faceva sentire loro ancora più piacere. Prima la scopavano alternandosi, poi sincronizzavano i movimenti ed entravano in lei come se fossero stati un corpo unico. E Stefania godeva quasi alle lacrime. Quanti orgasmi aveva avuto quella sera? Non li contava più ormai. E quei due ancora non ne volevano sapere di sborrare e di lasciarla in pace. Si sentiva lacerata dai colpi dei due cazzi e dal piacere. Adesso si stavano alternando nella sua figa: qualche colpo lo dava Andrea, qualche colpo lo dava Lorenzo. Che serata stava vivendo!!! Che esperienza!!! Di sicuro non sarebbe più stata la stessa donna dopo quella sera. E Andrea era in estasi al pensiero di fare quelle cose con quella donna che lo aveva stregato in così poche ore. Si divertiva a guardare la figa di lei presa dal cazzo di Lorenzo, si sentiva contemporaneamente attore e spettatore di un film porno girato apposta per lui. Le metteva un dito nell'ano mentre Lorenzo la sbatteva da sotto, per poi incularla di nuovo. I due si divertirono anche a incularla a turno: lei a pecorina, i due cazzi che si alternavano in lei.
Solo dopo aver fatto questo Andrea e Lorenzo erano pronti a venire.
“La vuoi la sborra?” chiese Lorenzo.
“Sì che la voglio!!!” rispose Stefania, col viso sfatto dalla fatica.
I due andarono in bagno a lavarsi i cazzi, poi tornarono da lei. Seduta sul letto attendeva che i suoi amanti scaricassero il loro piacere covato da troppo tempo. Lorenzo fu il primo a venire: lo masturbò con la mano e con la bocca, e se ne venne con una colata di seme bianco che le sporcò le labbra e la lingua. Ora era il turno di Andrea: glielo mise in bocca senza nemmeno aspettare che lei si ripulisse della sborra del suo amico. Lasciò che facesse lei, e tanta era l’eccitazione di lui che se ne venne dopo pochi secondi, lasciando la donna impiastricciata di sperma. Lei iniziò a leccare il seme dei suoi amanti e di nuovo senza aspettare che finisse, Andrea la baciò sulla bocca, dolcemente, aiutandola a ripulirsi della sborra per poi passargliela con la sua stessa lingua. Fu un lungo bacio cui lei rispose con passione e piacere. Il godimento lasciò tutti e tre esausti, e il primo a vestirsi fu Lorenzo: iniziava a fare luce ed era il caso che levasse le tende. Salutò con un bacio Stefania e con complicità tutta maschile Andrea, che rimase solo con la donna.
“Avresti parlato davvero con mio marito?” chiese lei, crollando sul cuscino. Lui le accarezzò un piede nudo e lo baciò.
“Ah, pure feticista sei...”
“Forse… ma ti volevo e non sapevo come fare a prenderti… e ho improvvisato...”
“Beh hai fatto benissimo… mi è piaciuto da morire…!!! Hai un cazzo stupendo e insieme a Lorenzo è stato perfetto!!!”
Andrea si trastullava guardando la donna e sentendo gli odori di lei.
“Anche tu sei stata perfetta...” disse Andando in doccia.
Lei lo raggiunse e si infilò nel box con lui.
L’acqua calda li accarezzava, e l’eccitazione vinse sulla stanchezza.
“Scusami, ma devo fare pipì...” disse Stefania.
Lui si inginocchiò e aprì la bocca.
Fine.
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