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Dal balcone della quarantena alla casa della coppia


di Membro VIP di Annunci69.it single80fe
06.05.2020    |    18.066    |    24 9.9
"Mesi senza una donna, per pura sfortuna..."
Ogni tanto, di sera, vado sul balcone a masturbarmi. Con il telefono o addirittura senza, ho ancora la mia fantasia a 40 anni suonati.

Mi piace l’aria fresca, di questi tempi di clausura. Di notte, sul balcone, buio e silenzio, il mio momento di pace, il mio orgasmo schizzato a mio ritmo.

Certo, per un single di 40 anni la quarantena è tremenda. Ormai siamo agli sgoccioli e dovremmo poter uscire a breve. Ogni tanto sogno di leccare, un bocca che si avvicina, l’odore di una donna che mi vuole, forse è la cosa che manca di più.

Ci sto pensando ora, alle 2 di notte in questo lunedì di maggio, che ancora non si può incontrare per gioco e rimbombano nella mente le battute d’incesto sui congiunti.

Ma li lascio andare rapidamente, e inizio a pensare a lei.

Lei, così lontana, lei che mi fa eccitare e godere, anche solo a pensarla.

Chiudo gli occhi e lascio andare la fantasia.

Ma a occhi chiusi, qualcosa mi disturba. Come i giochi della scuola, un lampo di luce sui miei occhi chiusi. Li apro, lasciando andare il cazzo quasi inavvertitamente, abbagliato. Ci metto un po’ a rimettere a fuoco il mondo, ma la luce è sparita.
Eppure sembrava volontario. Finisco e non ci penso più, sarà stato un caso o un gioco della mente.

La mattina dopo, però, trovo un post-it attaccato alla porta: scrittura femminile. “Ci piace molto guardarti, a me e a mio marito. Però una sera tieni gli occhi aperti”.

Finalmente qualcosa di intrigante in questa quarantena, penso. Temo che la voglia abba offuscato la mia ragione, se per tutta la giornata di lavoro in casa non riesco a pensare ad altro se non all’esibizione serale. Aspetto le dieci, questa sera, e mi metto sul balcone con un drink e un joint. Vizi siano, costanti.

Aspetto un po’, mi guardo intorno. Ci sono diversi balconi, ma a quest’ora pare più nessuno. Chissà da dove mi stanno guardando.

Lascio passare un’oretta, leggendo e giocando con il telefono, e poi inizio a guardare un porno, di quelli dove una donna sa davvero dare piacere, interminabili. Sento gonfiarsi l’uccello, sempre molto pronto in questi giorni.

E’ il momento, sfilo i pantaloni, lascio cadere i boxer. Resto a cazzo duro nella notte, ma stavolta, invece di chiudere gli occhi, mi guardo intorno.

Mi sto toccando lento da qualche minuto, e su un balcone dal lato opposto della strada vedo qualche movimento, una tenda che si apre, due corpi molto vicini. Mi concentro su di loro. Credo mi abbiano visto, mi metto in posa toccandomi come se nulla fosse. Il cazzo è sempre più grosso, a saper di questo gioco.

Escono. Avranno circa 40 anni, come me. Lei piccola, formosa ma non troppo, vestita in modo molto semplice: una tuta, una cascata di capelli neri, vedo poco altro, da qui.
Ma quello che vedo è che accendono una lampada, e lei è già in ginocchio. Mi guardano, masturbarmi, mentre lei dà spettacolo per me. Inizia dalla cappella, lecca lenta, ma sono lontani: vedo poco, anche se l’eccitazione non se ne accorge. Mi eccitano così tanto che schizzo in piedi giù dal balcone. Giuro di averla sentita ridere, mentre prendeva il marito per il cazzo, lo riportava in casa e chiudeva le tende.

Beh, carina come serata.

La mattina dopo, una nuova sorpresa: indirizzo, orario e campanello, niente altro.

Immaginatevi la giornata di lavoro persa a pensare.

Arriva l’ora concordata, esco di casa per una passeggiata, mascherina correttamente indossata. Suono al campanello. Una voce maschile dice semplicemente: terzo piano.

Mi sforzo di salire lentamente le scale, per non mostrare la mia fame. Mesi senza una donna, per pura sfortuna. Penso per un attimo che se mi prende in bocca come ha fatto con il marito, le esplodo in golo in un secondo.

Trovo la porta socchiusa, faccio per entrare e una bella sala mi accoglie: lei in lingerie, stavolta, lui jeans e maglietta. Mi sorridono.

“Non avrei voglia di parlare” dice lei, con un sorriso enorme. Il marito la asseconda con lo sguardo, mentre siede sul divano.

“Ok” mi limito a dire. Di solito sono più loquace, ma un’erezione tesa fa già capolino tra i pantaloni.

Mi prende per mano, mi fa accomodare di fianco al marito. Stiamo zitti, mentre lei ci spoglia, si sfiora, ci eccita. Passa la mano sul perizoma avvolto dalla vestaglietta, poi la afferra e se la sfila, rivelandoci il seno. Lo accarezza, lo massaggia, lo stringe, e mentre lo stringe me lo porta alla bocca, chiede lo lecchi, eseguo affamato sfiorando le areole, il capezzolo, mordendolo appena e sento la sua mano che inizia a masturbarmi, afferrando forte il cazzo e muovendo lenta la mano: “Non preoccuparti, non ti faccio godere subito” e scivola con la testa sulla cappella, la avvolge tra le labbra, noto la sua mano destra cercare il cazzo del marito, già duro a vederla alle prese con il mio.

Si mette perfettamente in ginocchio tra noi, tenendoci in mano e mastubarndoci allo stesso, lento, ritmo: “Sai, vicino? Non sei il mio tipo, ma mi piaceva moltissimo come ti segavi sul balcone… sai quante volte mio marito mi ha trovato con le mani impegnate guardandoti?”
“Beh, poi ci pensavo io a te, ma mi hai detto di volerlo provare” sorride lui, eccitato dalla scena.

“E’ buono” dice lei leccandomi. “Assaggialo” fa a lui. Iniziano a baciarsi davanti al mio uccello teso, non li fermo: ho sempre trovato stupendo quando una coppia si bacia con il mio glande eretto in mezzo, mi piace farli giocare e divertire.

“E’ buono” fa lui “ma mettiti a pecora che voglio leccarti”

Lei fa la brava, mostrando prima il culo e la figa bagnata a me, e poi porgendolo a lui: “Lecca, da bravo, mentre io faccio scoppiare le palle a questo segaiolo”. E inizia un pompino d’arte: non tralascia nulla, gioca col ritmo, accelera, rallenta, usa le mani quando deve gemere: lui deve essere molto bravo, a leccarla. Io adoro farlo, ma non farei nulla per interrompere questo pompino. “Hai un cazzo bellissimo, sai?” dice lei tornando poi a succhiarmelo fino alla gola, giocandoci come una troia di altissimo livello.

Prende un preservativo, per fortuna. Mi sa che stavo per inondarle la bocca.

“Tu, continua a leccare eh” rivolta al marito: e poi capisco cos’hai in mente. Mi allarga le gambe, infila lenta il condom con la bocca, e poi si mette con la schiena contro il mio petto; mi tiene l’uccello durissimo in mano e ti masturba la clitoride. Passa il cazzo tra la figa e la bocca del marito, impegnato a leccarla. E poi, finalmente, il paradiso. Ha una figa stretta, caldissima, fradicia. Scivolo facilmente mentre inizia a cavalcarmi e sento la lingua del marito scivolare dalla sua figa all’asta ai coglioni. Lo lascio fare, l’odore eccitato di lei mi porterà a fare qualsiasi cosa: ma non sono inerme. Mentre mi fotte, le facico leccare le dita, e inizio a scivolarle dentro l’ano con un dito prima e poi due bagnati di umori e saliva. Geme e grida e gode, esplode di colpo con le mie dita dentro al culo, il mio cazzo in figa e la bocca di lui che raccoglie tutto.

“Stronzo, sei davvero un porco: lo so che vuoi il mio culo”. Si rialza e quasi il cazzo piange per il mancato contatto. “Mettiti sotto” fa a lui, e lei si siede, a terra, infilandoselo senza nessun complimento. Le scopo la bocca, di colpo, forte, in gola. Non arretra, ma poi dopo un conato e uno schizzo di saliva “Fottimi il culo, dai, non vedi che è lì per te?”

Non me lo faccio ripetere. L’eccitazione e le sue parole mi portano a mille: la inculo senza pensarci, infilandole il cazzo più profondamente possibile. Sento il cazzo di lui muoversi dentro, lei inizia a gridare completamente piena e scoppia in un secondo orgasmo densissimo e profondo, mentre io e lui continuiamo a fotterla senza tregua.

Ma è pluriorgasmica e non smette, gode praticamente ad ogni colpo inferto nel culo e lui non resiste: col cazzo piantato dentro sento lui esplodere, sento il cazzo suo contrarsi e schizzarle ripetutamente nella figa sperma caldo.

Lei quasi si adagia sui miei colpi, lui si sfila dalla doppia, si pulisce un attimo e si siede sul divano: “Fai godere il porco”.

Ora si gira, la vicina di casa, sempre sdraiata a terra, io in piedi. Mi prende il cazzo tra i piedi, e inizia a segarlo con una pianta, mentre l’alluce mi massaggia il frenulo, profonda, esperta, troia, caldissima si masturba e gode ancora e ancora e ancora “Schizzami in bocca maiale” grida letteralmente a beneficio dei vicini.

Sono sopra di lei, eccitato come non mai, con due mesi di arretrato: la sborra schizza imperiosa da sopra di lei, fino al viso, alla bocca, alle tette, alla pancia, al monte di venere.

La inondo letteralmente, ad entrambi brillano gli occhi, Lui si avvicina per leccarla e baciarla e raccogliere con la bocca tutto il mio sperma e donarglielo.
Sono belli, così. Faccio per raccogliere le mie cose, come se fossi ora un ospite sgradito.

Mi regalano il loro migliore sorriso: “Che fai? Vai via? Non vuoi venire a letto con noi?”
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