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Lui & Lei

Pazza idea


di verpad
29.07.2021    |    7.058    |    13 9.9
"È da una settimana che controllo in modo quasi maniacale le previsioni meteo per il prossimo week-end sperando che il sole sia il padrone assoluto del cielo: e..."
È da una settimana che controllo in modo quasi maniacale le previsioni meteo per il prossimo week-end sperando che il sole sia il padrone assoluto del cielo: e così sarà!
Sono elettrizzata: finalmente, dopo sei mesi rinchiusa come una talpa nel mio studio, tra ricerche su internet, cervello iperattivo e caffè bollenti per darmi energia, ho mandato la prima stesura delle 650 pagine del mio ultimo romanzo ambientato in epoca medioevale, periodo storico che amo da impazzire. Questo non è un semplice lavoro, ma è piuttosto una passione ardente che mi porto dentro da quando ero un’adolescente piena di sogni e ricca di fantasia; amo scrivere, ma inevitabilmente mi assorbe completamente anima e corpo. Adesso però è giunto il momento di staccare la spina e, mentre sono occupata a preparare tutto il necessario per la mia breve fuga solitaria, Cesare, il mio amico meccanico, sta dando un’ultima occhiata al mio gioiellino… un furgoncino Volkswagen Bulli del 1969 bianco e rosso lasciatomi in eredità da mio padre. Fanali rotondi e paraurti leggermente arcuato fanno sembrare il frontale un viso sorridente. Con il tempo e tanta passione l’ho trasformato in una piccola casa mobile, accogliente e perfetta per viaggiare il mondo “On the road”. Ho rispolverato la vecchia autoradio di mio padre con il frontalino estraibile e le mie musicassette custodite con estrema gelosia in una scatola di cartone sul ripiano superiore del mio armadio. Sulle etichette sono scritti i titoli e sui nastri sono incise le canzoni senza tempo degli anni ’70, da Gloria Gaynor a Patty Pravo, dagli Abba ai Pooh…
Jeans blu a zampa di elefante, camicia floreale marrone e turchese, zeppe non troppo alte ai piedi, foulard colorati tra i miei lunghi capelli neri, solitamente tenuti imprigionati e raccolti con una biro in una coda disordinata, ma ora finalmente liberi e scompigliati. Cavigliera d’argento che si appoggia delicatamente e in modo sensuale ed elegante sul collo del piede destro e infine le mie lunghe collane tibetane che si insinuano nell’incavo del mio seno prosperoso. Con un tocco di matita nera, faccio risaltare l’intensità dei miei grandi occhi color cioccolato e così finisco la mia trasformazione. Sono pronta a partire e a tuffarmi indietro nel tempo, negli anni in cui, fin da bambina, ho sempre sognato di vivere.
Sto attraversando il litorale Toscano; alla mia destra le verdi colline sono tappezzate da una infinita distesa di vigneti e ulivi, alla mia sinistra la ricca vegetazione mi separa dalle meravigliose spiagge ammirate e invidiate in tutto il mondo.
Abbasso manualmente i finestrini per assaporare l’intenso profumo di salsedine e per lasciarmi accarezzare il viso dal vento tiepido e frizzante. Alzo al massimo il volume della radio, le note come fumetti volano fuori dall’abitacolo disperdendosi nell’aria e io canto a squarciagola la mia canzone preferita… I will survive…

Sto sgranocchiando voracemente da più di dieci minuti noccioline tostate e glassate, quelle che si comprano sulle bancarelle alle feste patronali, dove i profumi ti inebriano la mente, quando, assorta nei miei pensieri, non mi accorgo del ragazzo con un enorme zaino in spalla che, sul ciglio della strada con il pollice alzato, sta facendo l’autostop. Colpa della mia sbadataggine! Per non investirlo freno bruscamente sollevando una nuvola di polvere che lo avvolge completamente. Mi scuso mortificata e, sentendomi in colpa, decido senza pensarci due volte di offrigli un passaggio almeno fino alla mia meta.
Non è da me.
Avrà circa venticinque anni, due piccole fossette ai lati della bocca fanno da cornice ad un sorriso spiazzante. I capelli ricci e arruffati dal vento brillano al sole, la barba è incolta, due allegri e meravigliosi occhi blu mi guardano spensierati e una piccola costellazione è tatuata lungo il collo sotto l’orecchio. Indossa pantaloncini di una tuta grigia corta e una t-shirt bianca attillata che mette in evidenza un corpo atletico e già abbronzato da questo primo sole estivo. Mi ringrazia mille volte per il passaggio e, mentre mi parla della sua avventura iniziata tre giorni fa, lo osservo con interesse. Le dita della mano tamburellano a ritmo della musica sul ginocchio sinistro scoperto, il polso è avvolto da un braccialetto nero in pelle, mentre il braccio destro esce dal finestrino disegnando delle onde controvento. Dalla tasca esterna dello zaino prende un pacchetto di Brooklyn alla cannella: prima ne offre una a me, poi ne scarta un’altra, se la butta in bocca e, mentre mastica, comincia a piegare e ripiegare la cartina argentata che avvolgeva la chewing-gum, fino a ridurla a un minuscolo quadrato che viene nascosto dai due polpastrelli. Sento la lingua e l’interno delle guance pizzicare a causa dell’aroma forte e intenso e un profumo dolciastro e piccante aleggia nell’abitacolo intorno a noi.
Una piccola goccia di sudore gli scivola lungo la tempia procurandogli un po’ di fastidio, quindi con un veloce gesto della mano la asciuga. Si volta, mi fissa sorridendomi e accentuando le meravigliose fossette ai lati delle guance. E’ veramente affascinante! Stringo il volante così forte che le nocche delle dita sbiancano. Temo che lui riesca a percepire il battito accelerato del mio cuore, sto perdendo il controllo di me stessa e non so cosa fare.
Non è da me.
In questo preciso istante canticchio a mente:
“Si ragazzo si
tu mi metterai
tra le dieci bambole
che non ti piacciono più…”.
Che scema! Questa “pazza idea” mi sta assillando da dieci minuti e così senza mezzi termini lo invito a passare la giornata insieme a me.
Quand’è stata l’ultima volta che un uomo mi ha toccata? Non ricordo. L’unico sollievo che mi regalo ogni tanto è la mia mano solitaria che si insinua nelle mie mutandine per placare le voglie mentre lascio correre le mie fantasie verso mondi a me sconosciuti. Quando penso alla mia bocca carnosa che accoglie il membro di un uomo fino a farlo godere o ai miei floridi seni torturati dolcemente fino a farmi bagnare e urlare di piacere, non mi servono più di due minuti per godere.
Non voglio rimanere intrappolata negli attimi non vissuti, ho sempre represso la mia voglia di essere, di vivere: è ora di azzardare.
Parcheggio il furgoncino sotto l'ombra dei pini marittimi di fronte alla spiaggia dorata; da lontano intravedo una donna che sta giocando con il suo cane, poi il nulla. Stesi i teli e aperto l'ombrellone ci rinfreschiamo con una birra ghiacciata mentre fissiamo l'orizzonte. Il silenzio è rotto solo dal verso dei gabbiani che planano sull'acqua e dallo sciabordio delle dolci onde che bagnano la sabbia.
Un attimo di imbarazzo cala tra di noi, poi il ragazzo si alza e si toglie la maglietta: che meraviglia! Decido di imitarlo, quindi mi slaccio i jeans e mi sfilo la maglietta. Indosso un costume semplice, un due pezzi nero. Noto che mi fissa il seno e questo mi lusinga. Si sdraia, chiude gli occhi e si rilassa. Lo osservo. Come guidata da una volontà propria, la mia mano si avvicina al suo torace scolpito e le dita disegnano dei cerchi sfiorando appena la pelle. I suoi capezzoli diventano turgidi. Sorride mentre le mie dita delineano il contorno delle spalle e risalgono lungo il collo. Al tocco le labbra sono morbide e calde: che voglia avrei di baciarlo! La mano ripercorre i movimenti verso il basso fino all'ombelico e vedo il suo membro gonfiare i pantaloncini. Prendo coraggio, le dita si insinuano sotto l'elastico teso. Sto per invadere un'intimità non mia. Cosa sto facendo? Travolta dall’imbarazzo mi blocco e sto per ritrarmi quando la sua mano trattiene con fermezza la mia e la guida nuovamente verso il proibito. Le mie dita avvolgono il suo membro, lo accarezzo, scendo a palpare i testicoli, morbidi e vellutati. Mi volto ad osservarlo, ha gli occhi chiusi. Appoggio il mio viso sul suo petto, il suo battito è accelerato. Gli scopro il glande, grosso e rosa e, mentre lo masturbo con una lentezza esasperante, lo bacio sulle labbra. Le nostre lingue si cercano, si esplorano. Il bacio ha il sapore della birra al gusto di cannella. Sento una fitta al basso ventre e sento i miei umori scorrere abbondanti in maniera vergognosa.
Vorrei illudermi di essere sua anche solo per un istante. Socchiudo gli occhi e vengo trascinata in un vortice di emozioni: mi rendo conto che voglio di più!
Mordicchia il mio labbro inferiore mentre mi accarezza il viso e mi scosta le ciocche di capelli dagli occhi. Mi solleva tenendomi per le spalle e con un movimento rapido mi slaccia la parte superiore del costume liberando i miei grandi seni. Sono convinta che sia la mia parte migliore e credo che lo pensi anche lui. Stringe forte, lecca, succhia passando da un capezzolo all'altro torturando la mia zona più sensibile. Sono in balia delle sue mani e della sua lingua. Gli trattengo saldamente la testa, non voglio che smetta. Fammi sognare ragazzo, fammi morire! Il suo cazzo è come marmo contro il mio fianco, vorrei continuare a masturbarlo, ma non ho spazio. La sua mano nelle mie mutandine non trova resistenza, automaticamente allargo le gambe e il suo indice scivola dentro di me mentre il pollice stimola il clitoride esposto e sensibile. Il mio corpo è attraversato da una vampata di calore mai provato prima e contrazioni involontarie mi costringono a muovere il bacino in modo frenetico contro la sua mano. La sua bocca incollata come una ventosa sul mio seno, i polpastrelli che sfregano ritmicamente sul mio sesso mi portano al limite: il respiro accelera fino a far esplodere un lungo e devastante orgasmo: tutto il mio corpo è scosso da sussulti e le gambe serrate tremano incontrollate.
Wow, che esperienza! Su una spiaggia pubblica per di più, seppur deserta.
Mi sto riprendendo e mi accorgo che la mano che teneva stretto il cazzo del ragazzo è bagnata. Mi compiaccio che anche lui non abbia resistito e abbia goduto insieme a me. Mi sorride e un bacio delicato mi sfiora la fronte, si alza e corre verso l’acqua azzurra del mare, si tuffa e mi fa segno con la mano di seguirlo. La sabbia scotta sotto i miei piedi e allora corro veloce verso di lui. Prima giochiamo e ridiamo come bambini poi ci baciamo intensamente come amanti consumati.

Mentre il tramonto incendia il cielo sono pronta a preparare il mio piatto preferito: spaghetti con pomodorini freschi, aglio e basilico. Il mio furgoncino è come la borsetta di Mary Poppins, infili la mano e trovi tutto quello che ti occorre!
Niente da dire sono una cuoca perfetta e, mentre beviamo l’ultimo sorso di birra, accendo la mia lanterna a olio e tutte le lucine dentro il furgoncino. Magnifico, che spettacolo!
Un abbraccio delicato mi prende alla sprovvista, una mano mi scosta i capelli e tanti piccoli baci mi riempiono il collo. Il grande occhio, che fa da padrone al cielo stellato, curioso e vergognoso, sembra spiarci…
E’ dietro di me, sento il suo membro duro tra le scapole. La sua mano scivola sotto la camicetta sbottonata, racchiude alla perfezione il mio seno e con l’indice e il pollice gioca con il mio capezzolo eretto; l’altra mano sparisce dentro le mutandine, allarga le grandi labbra, mi afferra il clitoride gonfio e lo sfrega incessantemente. Ho caldo, molto caldo, il respiro è affannato e il bacino inizia a muoversi…
Si sposta posizionandosi di fronte a me, si toglie la maglietta, i boxer bianchi sono gonfi, l’elastico è ancora lì a imprigionare il cazzo duro. Sfioro con la mano la punta liscia fino a quando la mia bocca impaziente si avvicina e lo assapora leccando e succhiando il glande dal gusto dolce salato. Non smette di fissarmi, il suo sorriso è malizioso ma carico di desiderio e io mi sento potente come se il destino del mondo fosse nelle mie mani. I suoi addominali sono tesi e il suo cazzo affonda nella mia bocca. Mi blocco, non voglio che finisca. Mi alzo, mi sfilo gli slip ormai bagnati, lo faccio sedere e mi posiziono a cavalcioni sopra di lui guidando il grosso membro verso il mio sesso. E’ dentro di me!
Facciamo l’amore al ritmo di un ballo lento, i movimenti sono sensuali e dolci, il mio corpo si muove all’unisono con il suo, le nostre labbra si uniscono e le lingue assaporano la saliva che sa di mare e birra. Lui è forte, vigoroso, mi afferra la vita e scandisce il ritmo. Il ballo si fa più incalzante, siamo entrambi vicini al limite. Gli mordo il labbro inferiore mentre l’orgasmo esplode incontenibile: parte dal basso ventre fino ad espandersi e raggiungere tutte le zone più sensibili del mio corpo con contrazioni intense e prolungate che mi bloccano il respiro.
Mi stringe forte a sé mentre il suo cazzo rigido pulsa avvolto dal mio sesso riempiendomi con interminabili fiotti di seme caldo. Restiamo abbracciati mentre il battito dei nostri cuori torna regolare. Sento il suo membro afflosciarsi ancora dentro di me. I miei umori mischiati al suo seme fluiscono caldi lungo le cosce inebriandomi con un intenso e pungente profumo di sesso. Da quanto non mi sentivo così bene? Da quanto non avevo un orgasmo così, finalmente posseduta da un bel cazzo vigoroso, duro e giovane!

Appoggiamo la testa sui cuscini morbidi e, abbracciati e soddisfatti, ci addormentiamo.
Una debole luce filtra tra le tende rosse che oscurano i finestrini; è l’alba, allungo la mano per cercarlo ma lui non c’è già più. Un po’ tramortita mi alzo per vedere se è fuori sulla spiaggia, non lo vedo. Me lo aspettavo. Sul sedile è appoggiato un pacchetto di Brooklyn. Mentre scarto la gomma da masticare sorrido assaporando gli attimi appena passati.
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