tradimenti

Sexy Shop


di verpad
12.10.2020    |    34.100    |    67 9.9
"Mentre lui cerca di accompagnare il movimento della mia testa tenendomi le mani dietro la nuca io mi sforzo di prenderne in bocca il più possibile..."
Cosa ci faccio qui chiusa nella mia auto in questo parcheggio di una triste zona industriale a fissare la vetrina di un sexy shop? Tutto il coraggio con cui sono partita da casa per venire qui sembra essere svanito appena entrata nel parcheggio. Devo farmi forza. Se non per me almeno per mio marito Paolo. Mi sono ripromessa di provare ad essere più provocante, più disinibita, di realizzare alcune delle fantasie di mio marito che mi vorrebbe più sexy. Veramente Paolo da un po’ di tempo sogna anche di condividermi con un altro uomo, ma… se lo può scordare! Sono stata a letto solo con lui e non credo di poterlo fare con qualcun altro. Comunque voglio cercare di essere più sicura di me stessa, del mio corpo. Per questo mi sono decisa, voglio sorprendere Paolo con un bel completo sexy e, a sua insaputa, eccomi qui davanti ad un negozio in cui mai avrei pensato di entrare. Ma devo farlo! Ho il cuore che batte all’impazzata, mi vergogno ad entrare, speriamo che non mi veda nessuno. Forza, devo farcela!

Spingo la porta a vetri sobbalzando al tintinnare di un campanello che annuncia il mio ingresso. Appena gli occhi si abituano alla luce soffusa lascio correre lo sguardo ad ispezionare l’ambiente. La parete destra è coperta da un grande scaffale traboccante di DVD porno. Ma chi compra ancora i film porno nell’era di Internet? Davanti allo scaffale un uomo anziano non si è nemmeno accorto della mia presenza tanto è impegnato a studiare i film: con una mano preleva un DVD e se lo avvicina alla faccia fissando l’immagine esplicita sulla copertina, poi lo ripone e ne preleva un altro. L’altra mano si muove come giocando con un mazzo di chiavi nella tasca dei pantaloni, ma chiaramente non ha chiavi in tasca. Che tristezza!

Sulla sinistra una serie di scaffali con oggetti di ogni tipo, falli, vibratori e altri aggeggi di cui non conosco nemmeno la funzione. Una serie di manichini lungo la parete indossa la lingerie e i completi intimi che interessano a me. Di fronte alla porta di ingresso c’è il banco al quale è appoggiato il commesso che mi scruta con aria interessata. Avvicinandomi cerco di inquadrarlo meglio: un uomo attorno ai cinquant’anni con un fisico muscoloso nonostante la pancia leggermente prominente, abbronzato con un paio di baffi alla Magnum P.I.
Anche l’abbigliamento con camicia hawaiana e pantaloni con la riga mi fa pensare a Tom Selleck.
Non è un uomo brutto, ma nell’insieme ha quell’aria da attore porno degli anni ’70 che mi mette un po’ a disagio.
“Buongiorno signora” mi accoglie con una voce profonda e roca, probabilmente graffiata da anni di tabacco. “Come posso aiutarla?”
Considerato l’ambiente mi aspettavo una qualche battuta spinta, da porco consumato, invece i suoi modi sono gentili e questo mi tranquillizza.
“Sono un po’ in imbarazzo, ma vorrei vedere qualche completo sexy per fare una sorpresa a mio marito”.
“Non si preoccupi, non deve essere in imbarazzo. E’ nel posto giusto per quello che cerca. Abbiamo dei capi veramente belli e di qualità. Nei sexy shop non ci sono solo giocattoli e film. Vedrà che rimarrà soddisfatta”.
Quindi mi precede accompagnandomi verso i manichini. Il disagio resta, ma per fortuna tranne il vecchietto ipnotizzato dai DVD non c’è nessun altro nel negozio. A parte i completi più osé o quelli sadomaso che non mi interessano, gli altri sono veramente belli e c’è l’imbarazzo della scelta. Il proprietario me li illustra nei minimi particolari, è evidente che ha esperienza e se ne intende. Cerca di capire i miei gusti, mi parla di tessuti, di vestibilità, seleziona le taglie e i colori sulle confezioni messe in ordine nei cassetti. Devo ammettere che la sua passione e la sua professionalità mi colpiscono e minano i miei pregiudizi nei confronti dei sexy shop.
Scelgo un completo intimo, perizoma e reggiseno, e un babydoll nero in seta che lascia poco all’immaginazione.
“Le consiglio di provarli per sicurezza. C’è una cabina di prova proprio qui” dice indicandomi una tenda a fianco del banco. Non mi sento tranquilla a spogliarmi in un sexy shop, ma non posso rischiare di sbagliare taglia quindi mi infilo nella cabina e cerco di chiudere la tenda al meglio. Avrei preferito una porta con serratura, ma mi devo accontentare. Per fortuna non c’è gente. Mi guardo nel grande specchio alla parete: mi sento fiera di essere riuscita a fare questa cosa per mio marito e già mi sembra che la mia autostima stia aumentando. Quello che vedo nello specchio non è niente male: i riccioli biondi che incorniciano un viso di quarantasei anni ma ancora giovanile, una quarta misura di seno di cui vado onestamente orgogliosa, purtroppo un accenno di pancia che anni di diete non sono riusciti ad appiattire del tutto. Sorrido allo specchio compiaciuta e inizio a spogliarmi pregustando il momento in cui Paolo mi vedrà con indosso i miei nuovi acquisti.
Prima di slacciare il reggiseno lancio un’occhiata verso la tenda per accertarmi che nessuno stia spiando. Non ne ho motivo, ma ho la sensazione di essere osservata e questo mi mette ansia, ma allo stesso tempo mi sta facendo eccitare. Con i sensi all’erta per individuare eventuali movimenti dietro alla tenda resto solo con le mutandine e mi ammiro nel grande specchio: le mie mani avvolgono i grossi seni come a nasconderli alla vista, ma allo stesso tempo stuzzicano i capezzoli turgidi procurandomi scosse di piacere. L’impressione di essere spiata non mi abbandona e l’eccitazione aumenta a tal punto che sento le mutandine bagnarsi dei miei umori. Il desiderio di toccarmi là sotto sta diventando un’urgenza, ma non è il caso, quindi mi affretto a provare il reggiseno e infilo il perizoma sopra alle mie mutandine. Il completo mi piace, mi fa sentire sexy. Il reggiseno a balconcino evidenzia le mie belle tette e lascia intravedere anche i capezzoli. Provo anche il babydoll, ma purtroppo è una misura troppo piccolo. Ma quanto mi piace! Nonostante stringa troppo sui fianchi riesco ad intravedere l’effetto che avrebbe su mio marito, con quella scollatura profonda, i seni ben sostenuti ed i capezzoli che fanno capolino attraverso la stoffa leggera. Una taglia in più sarà perfetta.

“Tutto bene?” chiede la voce del proprietario al di là della tenda facendomi trasalire.
Mi affretto a rivestirmi, non voglio che mi veda mezza nuda. Ma l’eccitazione non mi ha ancora abbandonata. Non vedo l’ora di tornare a casa per masturbarmi ferocemente!
“Tutto bellissimo” confermo nell’uscire dallo spogliatoio porgendo i capi all’uomo. “Ma serve una taglia in più per il babydoll, è un po’ piccolo”.
“Controllo subito, ma temo di non averla in negozio” e sparisce in una porta a fianco del camerino da cui sono appena uscita.
Nell’attesa sbircio attraverso la porta socchiusa e non riesco a credere a quello che vedo: dalla penombra di quello sgabuzzino adiacente alla cabina di prova si vede chiaramente al di là dello specchio! Quell’uomo mi ha appena vista quasi nuda! Il pensiero mi fa irritare tantissimo, ma allo stesso tempo sento scosse di piacere che mi torturano fra le cosce e le gambe quasi non mi reggono. Dovrei incazzarmi e urlare tutta la mia indignazione, invece mi ritrovo ad arrossire imbarazzata e abbasso gli occhi per nascondere i pensieri sconci che mi riempiono la testa.
“Come pensavo” mi conferma “non ho la taglia che le serve. Però posso averla in due giorni. La aspetto venerdì. Mi arrivano anche delle autoreggenti che le starebbero d’incanto”.
Non riesco a reagire tanta è la confusione nella mia testa. Vorrei mandarlo a quel paese e non farmi più vedere, invece annuisco silenziosa, pago la lingerie e me ne vado in fretta. L’aria aperta mi aiuta a riprendere il controllo. Non capisco cosa mi è successo e non ho intenzione di tornare in questo posto, ma al momento ho troppo bisogno di toccarmi e soddisfare l’urgenza che mi tortura fra le cosce. Devo tornare subito a casa che a quest’ora è ancora vuota, lanciarmi sul letto e godere!

Cazzo! Ma cosa ho che non va? Due giorni interi a impormi di dimenticare l’episodio del sexy shop e ora… eccomi di nuovo qui, nello stesso parcheggio squallido, davanti alla stessa vetrina. Due giorni fa qualcosa è scattato dentro me: non sono mai stata particolarmente esibizionista, ma da allora continuo a ripensare a quell’uomo a pochi centimetri da me, dietro lo specchio, che mi osserva spogliarmi. Lo immagino masturbarsi mentre mi guarda e la cosa mi fa ribrezzo, ma mi eccita anche da morire. Non avrei dovuto tornare, non sono una donna del genere, ma non ho resistito al ricordo di quel brivido.
Il solito campanello annuncia il mio ingresso. Vedo apparire un sorriso sotto i baffi dell’uomo dietro il banco che agita la mano per salutarmi. Mentre mi avvicino mi guardo intorno e vedo un ragazzo che si muove fra gli scaffali osservando la serie infinita di giocattoli esposti. Avrà circa trent’anni, muscoloso, il fisico da palestra tende la maglietta bianca sui bicipiti e sui pettorali. Mi rendo conto che sono ipnotizzata dal culo marmoreo avvolto dai pantaloni della tuta grigia. Ma cosa c’è nell’aria di questo negozio? Questa non sono io, non sono il tipo che sbava alla vista del primo palestrato che incontro! Mi affretto verso il banco dove il proprietario mi sta aspettando.

“Ciao, speravo proprio che tornassi”
Da quando ci diamo del tu? Cos’è questa improvvisa confidenza? Va bene, non mi dà fastidio, anzi, forse è meglio così, magari mi aiuta a superare l’imbarazzo.
“Mi è arrivato quello che aspettavi. E ho anche dei completi nuovi che ti starebbero d’incanto. Allora, vuoi provarlo?”
Non avrei bisogno di provarlo, ho già indossato la taglia inferiore e credo che questa sia perfetta, eppure non vedo l’ora di entrare in quel camerino… Non mi spiego questa nuova me, completamente diversa dalla moglie fedele, pudica, riservata.
Mentre inizio a spogliarmi non mi preoccupo nemmeno di controllare la tenda. La mia attenzione è tutta rivolta allo specchio che riflette la mia figura, ma che fisso intensamente immaginando di guardare negli occhi l’uomo che sicuramente è già lì dietro a toccarsi. L’eccitazione sta montando velocemente, sento le farfalle nello stomaco e il mio sesso palpitare. Tolto il reggiseno indosso il babydoll che mi sta una meraviglia: i miei grandi seni compressi in un sensuale decolleté e i capezzoli turgidi che spuntano dalla stoffa quasi trasparente sono sicuramente un invito irresistibile. Immagino il maschio oltre lo specchio toccarsi incantato dallo spettacolo e, per rincarare la dose, le mie mani scendono lungo la pancia ad infilarsi sotto l’elastico delle mutandine. Senza distogliere lo sguardo dallo specchio inizio a percorrere con le dita l’apertura completamente fradicia di umori cercando sollievo all’urgenza incontenibile.

Un movimento oltre la tenda mi scuote dallo stato di trance. Volto rapidamente lo sguardo e, attraverso la fessura della tenda non completamente chiusa, riesco ad intravedere il giovanotto palestrato che mi osserva.
Che vergogna! Mi ha vista toccarmi davanti allo specchio! Dal notevole rigonfiamento della tuta deve essergli anche piaciuto. Intravedo comparire il proprietario, probabilmente sgattaiolato furtivamente fuori dal suo nascondiglio quando mi ha vista voltarmi verso la tenda.
“Tutto bene?” chiede con voce incerta.
Mi affaccio coprendomi il corpo con la tenda. Il viso paonazzo e sudato dell’uomo conferma i miei sospetti sul suo hobby dietro lo specchio. Ma sorprendentemente non mi dispiace, anzi sono ancora eccitata e anche lusingata dall’evidente pacco nella tuta grigia dell’altro.
“Benissimo” rispondo “mi sento proprio sexy”.
“Se vuoi provocare ancora di più tuo marito ho anche dei costumi che potresti usare per qualche serata di giochi particolari” propone. “Ad esempio ho qui un costume da cameriera sexy che lo farebbe impazzire”.
E’ evidente che il suo intento è quello di vedermi ancora nuda oltre lo specchio, ma…perché no! Mi sto divertendo a torturarlo e comunque non mi sembra pericoloso.
Mi porge il costume e mi chiudo di nuovo dietro la tenda non curandomi di accostarla completamente: perché non regalare un ulteriore spettacolino anche al ragazzo li fuori?
Consapevole che il porco si sarà già posizionato dietro allo specchio mi spoglio di nuovo, molto lentamente, chinandomi volutamente per sfilare l’indumento dalle caviglie e mostrando così allo specchio il culo incorniciato solo dal filo della mutandina. Non trattengo un sorriso pensando alla tortura che sto infliggendo a quel povero maiale lì dietro. Contemporaneamente intravedo il ragazzo là fuori che cerca con nonchalance di sbirciare all’interno.
Ho un lago in mezzo alle cosce, le mutandine sono inzuppate. Non mi sono mai sentita così porca e così eccitata.
Indosso il costume da cameriera, nero con grembiulino bianco: una gonnellina che arriva a malapena a coprirmi il sedere e un corpetto che stringe in vita e dal quale strabordano le tette a tal punto che i capezzoli sono quasi completamente esposti. Praticamente sono nuda. Mi sento un po’ ridicola, ma ovviamente so che qualsiasi uomo, a partire da mio marito, sognerebbe di vedere la propria donna agghindata in modo così provocante.
“Perché non ti lasci guardare? Così puoi avere un parere da uomo” suggerisce la voce del proprietario appena fuori dalla tenda.
Oh cazzo! Forse ho esagerato con le provocazioni. E adesso? Il pensiero di mostrarmi così a due sconosciuti fino a ieri mi avrebbe fatto inorridire, ma ora sono veramente eccitata, mi sento un fuoco bruciare dentro, non ho mai provato una sensazione così conturbante, a tal punto che la testa mi gira e sono costretta ad appoggiarmi alla parete per sorreggermi. Come guidata da una volontà esterna, coprendomi i seni con un braccio, esco dalla cabina e mi trovo di fronte ai due estranei che mi fissano estasiati. Mantengo lo sguardo basso, non riesco a guardarli negli occhi. Mi sento avvampare non so se più per la vergogna o per l’eccitazione. Non posso non notare che il ragazzo ha la mano sopra la tuta e si sta massaggiando quello che sembra essere un membro enorme. Il proprietario mi si avvicina e mi gira attorno controllandomi da ogni angolazione.
“Sei uno spettacolo, la donna più sensuale che abbia mai visto” mi dice accarezzandomi il braccio nudo. Il contatto con il porco mi fa ribrezzo, ma allo stesso tempo mi procura brividi di piacere lungo tutto il corpo. Probabilmente rassicurato dal fatto che non ho reagito, senza togliermi gli occhi di dosso, fa scorrere la mano in modo sempre più audace risalendo fino alle spalle, lungo la schiena nuda. La pelle d’oca che mi ricopre tutta conferma il mio livello di eccitazione. Mi si posiziona dietro e con entrambe le mani massaggia delicatamente le spalle scendendo poi lungo le braccia costringendomi ad abbassarle e liberare alla vista i seni scoperti. L’imbarazzo che sto provando non riesce a scuotermi dallo stato d’estasi in cui mi trovo. Non mi turba nemmeno la vista del ragazzo che ormai senza pudore mi fissa le tette con il grosso membro in mano. Non ho mai visto un cazzo così largo e lungo! Pensavo che quello di mio marito fosse grande, ma in confronto a questo… Nel frattempo l’altro dietro di me ha preso coraggio e mi sta massaggiando i seni, la mia parte più sensibile e il respiro mi si è fatto affannato. Non riesco a muovermi, sono come una bambola in balia dei due sconosciuti, ma non sono spaventata né preoccupata. Il fatto preoccupante è che non voglio proprio andarmene! Cosa mi è successo? Cosa sono diventata? L’uomo dietro di me mi spinge delicatamente fino a farmi appoggiare allo schienale di una piccola poltrona costringendomi a piegarmi in avanti e, sollevata appena la corta gonna, si avventa a massaggiarmi le chiappe scoperte. Il palestrato mi si avvicina davanti e, quasi timoroso, allunga la mano a palparmi il seno ormai tracimato dalla stoffa e trascinato dalla forza di gravità verso la poltrona su cui sono piegata. Non sono in grado di ragionare, mi lascio fare di tutto, anzi VOGLIO che mi facciano di tutto. Quello dietro di me si è accucciato e sento il suo respiro sulle mie parti intime. Non lo allontano nemmeno quando mi abbassa le mutandine e, allargandomi le labbra, infila la lingua nella fessura bagnata percorrendola fino al clitoride gonfio, penetrando poi in profondità, risalendo a leccarmi lo sfintere. Mio marito è bravissimo con la lingua, ma le sensazioni che sto provando con un estraneo sono decisamente più intense. Nonostante il senso di colpa che mi attanaglia lo stomaco sto godendo intensamente e non voglio che smetta. Se ne è sicuramente accorto anche lui dal fatto che le gambe mi si sono divaricate autonomamente e ho proteso il culo verso l’alto esponendolo ancora di più.
Mentre il ragazzo gioca con le mie tette e con i capezzoli che sembrano diventati due punte d’acciaio mi ritrovo a fissare quell’enorme cazzo a pochi centimetri dalla mia faccia: completamente depilato, con le vene sporgenti che avvolgono tutta l’asta e il grosso glande scoperto, sembra ipnotizzarmi. Non resisto alla tentazione di toccarlo e confrontarlo con l’unico che ho conosciuto, quindi allungo la mano e stringo quel grosso fallo: è talmente largo che le dita non riescono ad avvolgerlo. Forse nemmeno con due mani riuscirei a coprirne tutto il perimetro. Il ragazzo è rimasto a bocca aperta, non si aspettava tanta audacia, ma una volta convintosi di quanto sono porca non esita a prendermi la testa fra le mani e spingermi la bocca contro la cappella turgida. Cerco di opporre una resistenza poco convinta, ma ormai mi sento una vera puttana e come tale ho veramente voglia di assaggiarlo, quindi apro le bocca e lo lascio entrare. Riesco a malapena ad infilare il glande, la mandibola spalancata mi fa quasi male per lo sforzo. Mentre lui cerca di accompagnare il movimento della mia testa tenendomi le mani dietro la nuca io mi sforzo di prenderne in bocca il più possibile. Con mio marito è molto più semplice, ma inizio comunque un movimento ritmico con la mano lungo tutta l’asta accompagnando il su e giù della testa. Il ragazzo è pulito e il suo sapore non è male, non avrei sopportato un odore sgradevole. Faccio correre la lingua a torturare il frenulo e la cappella; sento che sta ansimando, credo proprio che gli stia piacendo. E sta piacendo anche a me, cazzo!
L’altro dietro di me non ha mai smesso di leccarmi e, quando infila due grosse dita dentro di me, non resisto più ed esplodo in un orgasmo incontenibile. Non trattengo un urlo, per fortuna silenziato dal grosso arnese che ho in bocca, e le gambe mi tremano in preda agli spasmi. E’ stato incredibile, mai provato un orgasmo così intenso!
Per fortuna si è fermato, forse per godersi lo spettacolo del mio corpo sconquassato dal piacere: dopo l’orgasmo per qualche istante il mio sesso è troppo sensibile e il suo tocco sarebbe stato un fastidio insopportabile.
Ho ancora il cazzo in bocca e ricomincio il ritmico su e giù mentre percepisco che l’altro dietro di me si è alzato in piedi. Lo sento trafficare con qualcosa, intuisco dal suono che si sta infilando un preservativo e questo mi spaventa: sono pronta a lasciarmi scopare per la prima volta da un altro uomo? No, non sono pronta! Ma… cazzo! Si! Lo voglio dentro di me! Non faccio in tempo a dare una risposta ai miei dubbi che già si è avvicinato e ha infilato il suo cazzo dentro la mia apertura calda e umida! Sono scopata sia in bocca che in figa come nei più osceni film porno e come nelle più inconfessabili fantasie di mio marito, solo che mio marito non è qua. Il pensiero del tradimento mi sconvolge e aumenta il senso di colpa, ma ormai sono andata troppo oltre, non sono più io in questo momento. Sono una puttana! E mi piace!
Non ho avuto modo di vedere le dimensioni del proprietario del negozio, ma mi sembra di essere penetrata da qualcosa di più grosso di quello di Paolo a cui sono abituata. Forse perché sono ancora troppo sensibile nelle parti intime, ma è quasi doloroso. Con le mani che mi allargano le natiche entra ed esce con colpi lenti ma decisi. Non mi sta procurando piacere, d’altra parte è trascorso troppo poco tempo dall’ultimo orgasmo, ma l’idea di essere violata, quasi violentata da questo sconosciuto, mi scatena una libidine che mi sta riportando l’eccitazione alle stelle. Sono in preda alla lussuria più sfrenata, mi sento libera da ogni inibizione, come nemmeno con mio marito che conosco da trent’anni riesco ad essere.

Quando l’uomo dietro di me sfila il suo uccello quasi mi dispiace, vorrei che il trattamento non finisse mai, ma capisco che ha in serbo altre idee quando mi fa rialzare dallo schienale, fa sedere il palestrato sulla poltrona e mi invita a cavalcarlo. Oddio! Non so se sono in grado di prendere quel mostro dentro di me. Onestamente avrei proprio voglia di sapere cosa si prova ad essere scopata da uno così grosso, ma ho paura del dolore. Il ragazzo si è già infilato il preservativo che gli ha passato il suo complice e, prendendomi per i fianchi, mi trascina su di sé. Sono terrorizzata, ma ci provo comunque: a cavalcioni sulle sue gambe, mi sollevo in ginocchio sulla poltrona e con la mano guido quella verga enorme all’imboccatura della vagina, facendo scorrere ripetutamente la punta avanti e indietro fra le labbra gonfie sperando che un po’ di lubrificazione aiuti l’operazione. Lo tengo fermo cercando di calarmi delicatamente ed inserirlo gradatamente, ma già è doloroso sentirlo premere all’ingresso, non credo di riuscirci. Il ragazzo è impaziente e, con le mani sui miei fianchi, spingendomi verso il basso con un colpo secco mi impala su quel pezzo di marmo. Mi sfugge un urlo di dolore, una lacrima mi scorre sulla guancia, mi accascio su di lui e appoggio la testa sulla sua spalla. La vagina dilatata in quel modo mi pulsa in modo doloroso attorno a quel palo duro. E’ come perdere la verginità una seconda volta. Mi lascia il tempo di abituarmi alle sue dimensioni e, appena percepisce che il dolore sta diminuendo, con le mani sotto il mio culo mi solleva delicatamente senza sforzo apparente, sfilando quasi completamente il membro da dentro di me per poi lasciarmi ricadere infilandolo di nuovo fino in fondo. Continua quel dentro-fuori e io, con le mani appoggiate su quei pettorali gonfi, sono come una bambola fra le sue braccia possenti: mi solleva e mi riabbassa senza fatica. Ogni volta che mi riempie e lo sento arrivare fino all’utero è come se mi spingesse fuori tutta l’aria dai polmoni e quando mi solleva mi sento svuotare completamente. Ora che il dolore è quasi impercettibile mi godo la sensazione di essere sfondata da quel cazzo mostruoso. Con quel diametro stimola ogni angolo dentro la mia vulva, sfrega tutte le pareti e sembra raggiungere punti mai solleticati. Ora che l’eccitazione ha preso il sopravvento sul dolore sono io che mi muovo e aumento il ritmo, mi sollevo sfilandolo fino alla cappella e scendo riavvolgendolo tutto. Là sotto sono un lago, gli umori abbondanti mi colano lungo le cosce, ansimo al ritmo degli affondi, sento di essere vicina all’orgasmo.
Lui mi ferma e io, minacciandolo con sguardo bieco, frustrata e arrabbiata, cerco di proseguire il movimento, ma nulla posso contro la sua forza. Mi costringe a voltarmi dandogli le spalle e mi fa sedere di nuovo su di sé penetrandomi ancora più in profondità. Adesso mi trovo di fronte il proprietario del negozio con i pantaloni calati e il cazzo eretto in mano. Non è certo paragonabile a quello che ho dentro di me, ma ha dimensioni notevoli: è molto simile a quello di mio marito, forse un po’ più corto ma un bel po’ più largo di diametro. Anche lui è completamente depilato come piace a me. Mentre il ragazzo ha ricominciato a chiavarmi sollevandomi per il culo, l’altro mi si avvicina invitandomi a prenderglielo in bocca. A questo punto non ho più tentennamenti, sarei pronta a fare di tutto senza remore, quindi inizio a menarglielo con una mano e a leccare lungo tutta l’asta. Me lo infilo tutto in bocca e comincio a succhiare avidamente. Lui accompagna il movimento con una mano sulla mia testa, mentre l’altra gioca con i miei capezzoli sensibili. Sento il piacere che monta prepotente. Ma quanto resistono questi due? Mio marito sarebbe già venuto da un bel po’. Mentre mi scopa aumentando la frequenza degli affondi il ragazzo gioca con il mio sensibile buchino posteriore e questo mi procura scariche di godimento. Dai suoi gemiti capisco che sta per venire e anche io sono molto vicina al culmine. Quando forza l’apertura inviolata e mi infila il pollice dentro l’ano non resisto più e lascio esplodere l’orgasmo più intenso che abbia mai provato. Mi esce un interminabile urlo gutturale, tutto il corpo è scosso da fremiti, le gambe tremano incontrollabilmente e sono costretta a stringerle, la vista mi si oscura e perdo quasi conoscenza. Le contrazioni della vulva portano anche lui al limite, lo sento grugnire e percepisco il grosso membro eiaculare ancora dentro di me con spasmi ripetuti che riempiono il preservativo.
Anche l’altro che ha assistito allo spettacolo non si trattiene più e dall’uccello che tiene con una mano partono ripetuti fiotti di seme caldo che mi colpiscono sulle guance, sul seno e anche sul costume da cameriera che ormai mi copre ben poco. Quanto ne ha? Gli schizzi abbondanti che mi inondano sembrano non finire mai!
Mi lascio ricadere all’indietro appoggiandomi al ragazzo che mi avvolge con le braccia. Sono esausta! Chiudo gli occhi e lo lascio giocare un po’ con i miei capezzoli mentre mi godo la sensazione del suo membro ancora dentro di me che si sta lentamente afflosciando, ma mi riempie comunque come mai ho provato prima d’ora.
Quando mi rialzo mi dispiace quasi dover sfilare quel palo che mi ha procurato tanto piacere. Mi sistemo velocemente nel piccolo bagno che mi ha indicato il proprietario ripulendomi alla bell’e meglio.
Appena esco il ragazzo palestrato mi avvicina.
“Grazie, sei stupenda. Potrei perdere la testa per una come te. Tuo marito è fortunato” mi dice sorridendomi e, porgendomi un foglietto con il suo numero di telefono scarabocchiato a mano, mi schiocca un bacio sulle labbra prima di uscire dal negozio.
Mi rendo conto solo adesso che sono le uniche parole che gli ho sentito pronunciare, non avevo ancora sentito la sua voce. Vorrei gettare via il foglietto, ma chissà perché invece me lo metto in tasca e mi avvio verso l’uomo dietro al banco che ha già impacchettato i miei acquisti.
“Spero che sia rimasta soddisfatta del nostro negozio. Per me è stato un vero piacere conoscerti. Naturalmente siamo a posto così, non mi devi niente. Questi sono un regalo da parte mia. C’è anche il costume da cameriera che ti sta così bene, tanto ormai non potrei più metterlo in vendita” mi dice facendomi l’occhiolino. Poi prosegue: “Sei veramente bellissima e sensuale e spero di rivederti ancora nel mio negozio”.
Riesco solo a borbottare un ringraziamento incomprensibile prima di allontanarmi con la borsa di carta che mi pende da una mano.

La vetrina di quel negozio è come un portale verso un’altra dimensione che, una volta varcato, ti trasforma in una persona completamente diversa. Ma ora che l’ho ri-attraversata per uscire, appena mi siedo in macchina mi assale il senso di colpa e mi rendo conto di quello che ho appena combinato. Una lacrima mi riga la guancia. Ho tradito mio marito. Volevo regalargli una moglie più sensuale, più porca, ma forse ho esagerato… Con che coraggio lo guarderò stasera? Dovrei raccontargli tutto o far finta di niente? Forse capirebbe, ma ho troppa paura di perderlo.
Non so se riuscirò subito a confessargli quello che ho fatto, ma certamente ora sono cambiata e non escludo la possibilità di accontentarlo e realizzare anche le sue fantasie più perverse. Già il pensiero di essere scopata da mio marito insieme ad un altro mi sta intrigando. Fino a ieri non lo avrei proprio creduto possibile, ma ora la fantasia erotica di mio marito è diventata anche un mio desiderio. Non vedo l’ora di proporglielo e di godermi la sua reazione.
Infilo una mano in tasca e gli angoli della bocca mi si stirano in un accenno di sorriso… per fortuna non ho buttato il foglietto!
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