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Blu


di verpad
18.10.2020    |    15.953    |    31 9.4
"Gli umori si mescolano e favoriscono il movimento… L’esplosione è vicina, tutti muscoli si contraggono, i corpi sono attraversati da sconquassanti sussulti, ..."
IL PRIMO RACCONTO SCRITTO INTERAMENTE DA LEI

Ho appena finito un’autopsia, sono sconvolta, ho strappato con rabbia guanti e mascherina e li ho buttati con forza nel contenitore giallo dei rifiuti contaminanti. Ho stabilito la causa e l’ora del decesso, il tutto in nove ore, penso sia il mio nuovo record. In questa stanza passo la maggior parte della mia giornata, è la mia casa: bianca, fredda, asettica. Un tavolo in acciaio anch’esso freddo sta nel mezzo, gli strumenti sterili da lavoro sono appoggiati su un carrello, un attaccapanni sorregge i miei camici bianchi, il registratore è sempre in carica, l’odore di disinfettante penetra nelle narici, ma ormai ci sono abituata.
Questa è la mia vita: sono un medico legale, ho 43 anni e mi chiamo Francesca. Sono una donna forte e solitaria, sempre composta, consapevole delle mie capacità, rispettata da tutti i miei colleghi e nel mio lavoro sono una delle migliori. La mascherina che indosso serve anche a non far trasparire le mie emozioni e i miei sentimenti, spesso sfuggevoli… Sono alta e snella, il mio volto è spigoloso, le mie labbra sono fini e ho denti regolari e bianchissimi. I miei capelli sono biondissimi, tenuti in modo ordinato da una coda o da uno chignon; ho bisogno di essere impeccabile e avere tutto sotto controllo. Tutto in me è algido, anche gli occhi di un blu così profondo che ci si potrebbe perdere nella loro immensità… se solo io lo permettessi. Mi piace stare sola, ma stasera ho bisogno di sedermi in un locale tranquillo, lontano da occhi indiscreti, sorseggiare un calice di vino rosso di quell’annata che non ti scordi e liberare la mente. Ah, dimenticavo: amo le donne, ma nessuno lo sa!


Ho appena finito di scrivere la mia ultima canzone, l’ho pensata e arrangiata tutta la notte. È malinconica, ma nello stesso tempo emoziona, fa sognare, fa pensare… Il suo titolo? “Blu”.
Anni fa i miei genitori mi hanno cacciata di casa, non ne potevano più, ero uno spirito libero, una ribelle. Mi sono data da fare in tutti i modi per racimolare dei soldi e alla fine sono riuscita a trovare un bilocale che con il passare degli anni ho trasformato, l’ho reso mio. Vivo di musica, canto nei locali notturni, ma anche nei vicoli della mia città. Le mie migliori amiche sono due chitarre; spartiti, matite e gomme sono sparse in tutte le stanze così come i miei vestiti, sono una disordinata cronica. Adoro leggere e amo i film strappa lacrime, divoro brioches alla marmellata e bevo una quantità esagerata di caffelatte. Ho 35 anni e mi chiamo Sara, ho i capelli color del miele, lunghi e ondulati, amo lasciarli liberi e scompigliati. Ho una spruzzatina di lentiggini sul naso e i miei occhi sono color verde smeraldo. Non amo truccarmi ma non mi faccio mai mancare il mascara nero che sottolinea ulteriormente le mie ciglia lunghe e folte. Ho un petalo di rosa tatuato sulla spalla destra e due piercing, uno al naso e uno sul sopracciglio sinistro; li trovo affascinanti e sensuali. Sono estroversa e solare, amo affrontare la vita con il sorriso sulle labbra. Possiedo una vespa azzurra anni 70 che in questo momento mi sta portando nel locale dove stasera suonerò dal vivo. Ah, dimenticavo: amo le donne, ma nessuno lo sa!

FRANCESCA
La pioggia battente non mi ferma, scendo dalla metro e corro verso il locale prima di ritrovarmi totalmente inzuppata. Dopo averlo sbattuto appendo il mio soprabito e cerco il tavolo più isolato; saremo solo io e il mio calice di vino. Le luci soffuse rendono l’atmosfera accogliente. Il vino rosso si diffonde nel corpo e nella mente riscaldandomi e, accoccolata in questa poltroncina, finalmente mi rilasso. Sono assorta nei miei pensieri quando, all’improvviso, una voce mi avvolge completamente…

SARA
Sono seduta su uno sgabello al centro del palco, illuminata dall’occhio di bue. Stasera il locale non è particolarmente affollato. Abbraccio la mia chitarra, chiudo gli occhi e inizio a cantare… "blu…" Alzo la testa, apro gli occhi e vedo in un angolo quello sguardo magnetico che mi fissa. Quella donna non distoglie gli occhi da me, sembra ipnotizzata, il calice di vino quasi le scivola dalla mano. Emana un fascino elegante, ma allo stesso tempo incute un certo timore. Indossa una camicetta di seta azzurra e un ciondolo turchese si insinua nel solco fra i suoi seni. Percepisco il battito del mio cuore che sta accelerando in modo inarrestabile. È così rumoroso che a malapena sento gli applausi che accompagnano la fine della mia canzone; credo che al pubblico sia piaciuta. Non so cosa mi stia succedendo, ma lentamente scendo dal palco e mi avvicino al suo tavolo, la fisso, mi siedo, la saluto, le sue labbra rosso scarlatto si muovono quando mi saluta e io mi immergo nel “blu” profondo dei suoi occhi.

FRANCESCA
…blu… è una voce calda, tremante e malinconica. Tutti i miei sensi finora assopiti si risvegliano, devo dare assolutamente un corpo a questa voce, quindi alzo gli occhi e la mano che tiene il calice di vino mi trema. Non riesco a distogliere lo sguardo da lei, è tremendamente bella di una bellezza selvaggia. La canzone è terminata, si sta avvicinando, si siede, mi saluta, la saluto. Quando sposta una ciocca di capelli dietro l’orecchio un profumo di vaniglia mi avvolge; non ha la minima idea di quanto questo semplice movimento mi abbia turbato, ho il battito accelerato.
Ci presentiamo, titubante le chiedo se gradisce un bicchiere di vino. Declina l’offerta e ordina invece un bicchiere di latte macchiato. Non ho mai incontrato una donna così strana, mi lascia senza parole. Mi sto mordicchiando le labbra, ho una voglia matta di sfiorarla. Probabilmente percepisce il mio nervosismo, mi sorride, mi prende la mano e mi chiede “Hai voglia di vivere?”

SARA
Cavolo, mi guarda ancora, non ci penso due volte, le prendo la mano e la trascino fuori dal locale. Siamo sotto un diluvio universale, non m’importa se ci bagneremo, ho una grande voglia di baciarla, assaporarla, sciogliere quel ghiaccio che la tiene intrappolata. Lei non parla, non oppone resistenza, ho la sensazione che non aspetti altro che farsi portare ovunque io desideri. Cazzo… perché non trovo mai le chiavi di casa quando mi servono?

FRANCESCA
Non ricordo come sia successo, ma vedo questa strana ragazza litigare con la serratura, ecco, ora ha spalancato la porta e con un calcio l’ha richiusa alle sue spalle. Il rumore della porta che sbatte mi risveglia da questo oblio. Me la trovo davanti, tutta bagnata, i capelli appiccicati al volto, un seno perfetto i capezzoli turgidi traspaiono sotto la maglietta fradicia. Non mi interessa sapere se sono così sporgenti perché è eccitata o solo perché ha freddo, ma ho troppa voglia di toccarli. “Francesca, cosa ti sta succedendo?” penso fra me e me “calmati, fai un bel respiro profondo”.

SARA
Francesca trema, allunga le dita affusolate e mi sfiora il viso. Mi sa che il ghiaccio si sta sciogliendo piano piano nonostante il freddo cane che c’è fuori. Mi avvicino a lei, sono ad un centimetro dalla sua bocca, i nostri respiri si mescolano.
“Ho bisogno di baciarti, posso?” le sussurro. Quelle labbra rosse che ho tanto desiderato si avvicinano ancora di più alle mie, mi sfiorano, sono calde e umide, si schiudono e io con delicatezza affondo la lingua. Ha un sapore inebriante, le note fruttate di vino si sentono ancora, inizia a girarmi la testa, le gambe mi cedono, ho bisogno di un appoggio. Apro gli occhi per capire in quale parte della stanza ci troviamo. Non è possibile, ha gli occhi aperti e mi sta ancora guardando, ma questa volta mi sembra siano umidi, una lacrima le riga il viso.

FRANCESCA
Brividi di piacere mi invadono il corpo. Sara sta tremando; la sorreggo e dolcemente la spingo contro il muro, le alzo le braccia dietro la testa e avvolgo le mie dita intorno alle sue. Ancora quel profumo… le sue labbra sono morbide, le risucchio in un vortice di passione, scendo verso il collo e continuo a baciarla. Le sfilo la maglietta ancora umida con un movimento delicato, è perfetta. Non indossa il reggiseno. I seni sono tondi e morbidi, i capezzoli sono lì che mi invitano. Le lascio le mani e comincio a toccarla; lei ansima, butta indietro la testa e spinge il bacino contro di me. Il mio sesso pulsa in modo incontrollabile. La voglio! Mentre la bacio attirandola verso di me con una mano dietro la nuca, l’altra mano si insinua nei suoi jeans ancora abbottonati. È bagnatissima, le mie dita allargano le grandi labbra, trovano il clitoride già turgido e comincio a torturarlo. I movimenti prima lenti ora diventano più rapidi: con un dito la penetro e lei muove impaziente il bacino contro la mia mano con ritmo frenetico. Le bastano due minuti per raggiungere l’orgasmo, il suo grido viene soffocato dal mio bacio, le mie labbra non si sono mai staccate dalle sue. Piango, mentre la mia mano ancora dentro i suoi pantaloni sente il suo sesso pulsare fino a quando la sento rilassarsi ancora abbracciata a me.

SARA
“Grazie” le dico asciugandole la lacrima. “Prego” mi risponde sorridendo.
Le sciolgo i capelli ancora umidi raccolti in una coda che le ricadono delicatamente sulle spalle; è di una bellezza eterea. Mi guarda mordicchiandosi il labbro inferiore. Le mie mani tremano, lentamente le sbottono la camicia, la bacio mentre le mie dita cercano il gancetto del reggiseno che finalmente libero. I seni sono piccoli ma pieni, l’areola delicata è di un rosa chiaro. Ha delle piccole gocce di pioggia sulla pelle ed è eccitante da far paura. Il suo respiro accelera e ad ogni movimento il ciondolo turchese si alza e si abbassa come ad ipnotizzarmi. Non riesco a trattenere la voglia, le stringo i seni e comincio a leccare, succhiare e mordicchiare; i capezzoli, anche se piccoli, sentono il richiamo del piacere. Starei ore ed ore con la bocca attaccata a lei, nulla è più eccitante del vederla fremere sotto i miei tocchi. Mi sto bagnando ancora. Le slaccio le scarpe e le sfilo i pantaloni eleganti; indossa un semplice perizoma nero che le tolgo impaziente. È tremendamente sexy. La faccio sdraiare sul letto e velocemente mi spoglio anch’io. Voglio fare le cose con calma: le sfioro il viso con una infinità di baci prima di scendere sempre più giù. Il suo corpo reagisce con delle piccole scosse. La faccio distendere sulla pancia così che posso percorrere con la lingua la linea della colonna vertebrale, le scapole, i fianchi giù fino all’osso sacro e al solco fra i due bellissimi glutei. Quando bacio delicatamente le natiche il suo corpo percorso da brividi tradisce la sua eccitazione. Mi inumidisco le dita e, con un movimento circolare del pollice, massaggio con tocco leggero la zona sensibile intorno all’ano… sento che le piace. La faccio voltare e affondo il viso dentro di lei: il suo sapore mi fa impazzire e voglio assaggiarla tutta. Le allargo le gambe e con la lingua la faccio fremere di piacere. Il mio pollice percorre ripetutamente lo spazio tra l’ano e la fessura ormai completamente lubrificata dagli umori abbondanti. Senza smettere di leccare e succhiare affondo due dita dentro di lei senza alcuna resistenza. Sento le contrazioni della sua vagina crescere di intensità al contatto con le mie dita quando aumento la frequenza del movimento. Arrivata al culmine Francesca inarca sensualmente la schiena, mi stringe la testa tra le gambe e un urlo liberatorio si sprigiona nella stanza.

FRANCESCA e SARA
Come può esistere tutto questo? Le emozioni prendono forma, hanno un volto, un movimento, un colore, un suono, un sapore… La voglia di unirci ancora è tanta, i nostri corpi sono ancora più stretti uno sopra l’altro quasi a toglierci il respiro. Ci rotoliamo sul letto ormai sfatto, le fronti si sfiorano, le nostre bocche calde ansimano sempre più pesantemente, i capelli si fondono, gli occhi sono aperti e ci fissiamo intensamente; stavolta vogliamo godere insieme. I nostri sessi gonfi si cercano, si sfregano, i capezzoli eretti si incontrano, le spinte, prima lente e lunghe, diventano forti e decise. Gli umori si mescolano e favoriscono il movimento… L’esplosione è vicina, tutti muscoli si contraggono, i corpi sono attraversati da sconquassanti sussulti, gli spasmi sono incontrollabili: è la fine del mondo…

FRANCESCA
Siamo abbracciate sotto un morbido piumino. Sara esausta si è appisolata sul mio seno. Le scosto i capelli dal viso e intravedo il petalo tatuato sulla sua spalla. Non riesco a smettere di accarezzarla. Dalla finestra i primi raggi di sole penetrano timidi nella stanza illuminando il suo bel viso. Con gli occhi chiusi è tremendamente tenera. La osservo con attenzione; sul suo volto conto 72 piccole lentiggini. Si, le ho proprio contate tutte e difficilmente scorderò questo numero.
Sul comodino sento vibrare il telefono, la luce verde lampeggiante mi avvisa che è una chiamata urgente. Mi alzo e senza far rumore mi vesto. Avvicinandomi a lei e le sfioro la fronte con le labbra. So dove abita, non si libererà facilmente di me.
Ah, dimenticavo: amo le donne e penso di essermi innamorata!

SARA
La luce che penetra dalle finestre mi sveglia. Mi stiracchio, sento il cuscino accanto a me ancora caldo, mi giro, ma lei non c’è. Sono ancora tramortita e confusa dalla notte appena passata, ma sono delusa dalla sua assenza. Mi alzo dal letto confusa e corro verso la finestra, la spalanco, mi guardo intorno e vedo la mia vespa azzurra parcheggiata sotto casa. Mi sporgo dal davanzale e noto che sulla sella è appoggiato qualcosa. Indosso una felpa e le pantofole in tutta fretta e scendo velocemente le scale rischiando di cadere. Apro la busta e, mentre leggo il messaggio, mi scivola tra le mani un petalo blu. “So dove abiti, non ti libererai facilmente di me!”. Sorrido commossa mentre il cuore mi batte all’impazzata.
Ah, dimenticavo: amo le donne e penso di essermi innamorata!
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