Gay & Bisex

Francesco


di gio56
11.08.2021    |    1.294    |    7 9.6
"Ad un certo punto si ferma, mi chiede scusa e si apre i pantaloni e li cala sulle gambe insieme alle mutande dicendo che stava per scoppiare..."
Da quando frequento maschi per godere, ogni volta che ho voglia (sempre!) e del tempo, mi faccio un giro sul sito e/o la chat che sono solito frequentare e se nel giro di una mezz’ora non trovo nessuno, mi metto l’anima in pace e lascio perdere.
Capita che per lavoro vada in Basilicata e in quell’occasione cerco sempre qualcuno ma spessissimo non trovo nessuno e resto con il cazzo voglioso. Un giorno di questi, sto chattando con “ Francesco “, mi dice che è versatile e che ha voglia di succhiare un bel cazzo. Gli mando alcune foto e mi risponde che vorrebbe incontrarmi. Gli sottolineo che sono solo attivo, non si sa mai che si fa idee sbagliate e gli do un orario in serata, al ritorno dal lavoro, sullo svincolo della strada da cui verrò e la statale 106. Ci scambiamo i contatti skipe e chiudiamo la chat.
Finito di lavorare verso le 19,30, mi ci vuole circa un’oretta per raggiungere il posto dell’appuntamento, ce la posso fare e mando un messaggio su skipe a Francesco, avvisandolo che sto partendo…pochi secondi dopo mi arriva la sua conferma che sarà al luogo convenuto ad aspettarmi. È proprio così che trovo il suv descrittomi prima, fermo sullo spazio apposito della corsia opposta…vedo se la strada è libera e con una manovra ad U mi parcheggio dietro di lui, scendo e mi avvicino allo sportello passeggero dell’auto. Mi fermo, ormai è buio ed ho difficoltà a vedere chi è in auto, lui apre il finestrino e : “ piacere, sono Francesco, sali?”
Apro la portiera, si accende la luce interna e finalmente riesco a vedere chi c’è dentro, un signore sulla quarantina, riccio e moro, piccoletto direi, un po’ imbarazzato, come lo sono io, d’altronde c’è sempre un po’ di timore ed imbarazzo misto ad eccitazione del primo incontro con uno sconosciuto, con il quale hai soltanto scambiato qualche parola scritta su una chat per adulti.
“Ciao, sono Giovanni, che si fa allora, restiamo qui? Stiamo tranquilli?”
“Ma si dai, è una strada poco trafficata, parliamo un po’ e poi vediamo...”
Iniziamo a parlare di noi, dei nostri lavori, di come mai frequentiamo le chat per adulti e cosa ci aspettiamo di trovare. Gli rammento ciò che già ci eravamo scritti in chat e che sono sposato e mi piace da morire godere tramite la bravura dei maschi porci e che sanno fare cose che ormai le mogli non fanno più o fanno senza passione. Lui mi dice che è fidanzato, che gli piace il maschio e che ha avuto una storia di sesso gay quando studiava a Napoli e che ogni tanto s’incontravano ancora ma raramente.
Ok, gli dico, adesso che vogliamo fare? Ti va di vedere se ti piace il mio cazzo? E mentre lui è un po’ spiazzato dalla mia domanda, gli prendo la mano e la porto sul mio pacco che già dava cenno di crescita…
Da quel momento Francesco sembra perdere la lucidità e come in trance inizia, con una mano, a massaggiare il cazzo che ormai iniziava a star stretto sotto i tessuti, e con l’altra mano cerca di aprirmi i pantaloni, cosa che l’aiuto a fare, vista la sua difficoltà. Appena il cazzo è libero, svetta già duro tra le sue dita che lo cingono e che iniziano a giocarci, facendo dei massaggi dalla cappella fino alle palle…
“Quanto è bello!” esclama, e si avvicina con la faccia ad annusarne l’odore, che dopo una giornata di lavoro e le pisciate fatte, certamente era abbastanza forte.
Mi guarda come a chiedere il permesso di ciò che sembrava scontato facesse e senza perdere tempo inizia a leccare il “suo" gelato per tutta la sua lunghezza. Ad un certo punto si ferma, mi chiede scusa e si apre i pantaloni e li cala sulle gambe insieme alle mutande dicendo che stava per scoppiare. Il suo cazzo dritto svetta tra le sue gambe e con una mano inizia a segarsi mentre ritorna con la bocca sul mio… lo vedo un po’ in difficoltà a badare al mio ed al suo cazzo e penso quindi di ricambiare il suo pompino con la sega che stava cercando di fare. Porto la mia mano destra sull’uccello di Francesco, che me lo cede subito ritirando la sua mano che va a massaggiare le mie palle, lo cingo con difficoltà, è molto grosso ed è caldissimo ma è una sensazione piacevole averlo in mano ed inizio a scoprire e ricoprire la sua cappella abbastanza lentamente.
Nel frattempo Francesco, libero di dedicarsi al mio uccello, lo ingoia totalmente e comincia a pompare con un certo ritmo, è bravo, sicuramente sa quel che fa e dopo qualche minuto, si accorge che sta per farmi venire tant’è che mi chiede di avvisarlo perché non vuole che gli sborri in bocca. Passano pochi secondi che l’avviso dell’imminente sborrata, lo tira fuori dalla bocca e continua a segarmi con la mano, cosa che faccio anch’io con il suo stesso ritmo veloce….ancora una manciata di secondi e grugnendo inizio a sborrare e quasi contemporaneamente anche Francesco, in modo più silenzioso di me, sborra abbondantemente tra le mie dita.
“Cazzo Francesco, mi hai fatto godere molto, sei bravo con la bocca!”
“Wow, anche tu Giovanni mi hai fatto godere tanto”
E ci facciamo una risata mentre mi passa dei fazzolettini per pulirci.
Nel mentre gli dico che avrei avuto piacere che mi avesse fatto sborrare in bocca, ma che comprendo che non conoscendoci ancora, è giusto avere delle precauzioni. Lui quasi si scusa ma sottolinea che come dicevo io, non si scherza con la salute. Poi mi dice che il mio cazzo gli piace molto e anche se non lo fa da parecchio tempo vorrebbe essere penetrato. Gli rispondo che non è mia abitudine farlo, soprattutto in auto poi e che preferisco scopare in bocca , ma gli lascio aperta una possibilità dicendogli che faccio quel percorso una volta al mese e che se volesse potevamo conoscerci sempre meglio finché, chissà che non sarebbe giunta anche la penetrazione. Ci salutiamo, salgo sulla mia auto e parto verso casa.

Quest’incontro risale a circa quattro anni fa, e Francesco è diventato la mia troia, lo incontro quasi ogni mese e se vorrete, vi racconterò di noi e delle nostre porcate.
Come tutti i racconti fin qui scritti, anche questo non è che il ricordo di realtà vissuta

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