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Gay & Bisex

Gelato al cioccolato


di Membro VIP di Annunci69.it orsonaked
08.11.2017    |    19.476    |    18 9.5
"Sembra giovanissimo se non fosse per le profonde rughe che gli attraversano il volto ma del resto deve averne passate tante..."
Fa un caldo terribile; come tutti i giorni ormai mi sono recato nel parco dove cerco di restare immobile all'ombra dei grossi alberi da fusto, sdraiato sull'erba in attesa di un alito di vento che non arriva. In lontananza alcuni bambini schiamazzano correndo: li guardo con invidia:
- "Dove trovano le forze? Vorrei poter tornare ad avere quell'eta'" penso ridacchiando.
Solo il pensiero e la vista di tutta quella vitalita' mi fa scendere rivoli di sudore sulla fronte, fino ad entrarmi negli occhi procurandomi un fastidioso bruciore.
- "Ok ora basta, devo trovare un rimedio" penso sconsolato e nel girare in tondo lo sguardo si materializza davanti a me una gelateria, fuori dal parco al di la' della strada.
- "Cazzo un gelato! E' quello che ci vuole" dico rinvigorito tra me e me e con un ultimo guizzo di vitalita' mi alzo dall'erba e raggiungo il negozio in pochi istanti.
Sono passati solo tre minuti e sono di nuovo sulla porzione di prato, all'ombra a gustarmi il gelato, freddo, gustoso, corroborante. Affondo le mie labbra arse dal calore sulla stracciatella fredda che al loro contatto si scioglie ancora di piu' e sotto forma di liquido scende nel mio esofago procurandomi un piacere immenso. Ripeto l'operazione avvolgendo completamente la palla di gelato sul cono con la bocca e facendola uscire piano piano, tenendo le labbra serrate a ventosa, allungandola a punta, mentre con la lingua ripulisco dalle mie labbra cio' che vi e' rimasto attaccato.
Solo in quel momento mi rendo conto della sua presenza: un uomo di colore, leggermente in disparte rispetto ad un gruppo di suoi connazionali mi guarda con gli occhi sbarrati mentre con la sua mano si accarezza il membro visibilmente indurito anche se coperto dalla stoffa dei pantaloni. Subito non capisco ma piano piano mi rendo conto di come i suoi occhi si allarghino e la sua bocca si spalanchi ogni volta che la mia avvolge il cremoso gelato che viene modellato dalle mie labbra assetate.
Sete....la sete non sta diminuendo e mi rendo conto che non e' sete di acqua ma di altro. Il parco e' grande e in fondo, lontano da sguardi indiscreti vi e' il capanno degli attrezzi; ormai la voglia e' tanta cosi mi alzo improvvisamente e mi ci dirigo senza starci a pensare troppo. Mi volto e lui e' a soli cinque passi da me: avevo visto giusto.
Giro l'angolo del capanno e nemmeno ho il tempo di finire il mio cono che l'uomo mi si para davanti, slaccia la cinta e fa cadere a terra i suoi larghi pantaloni di tela, rimanendo completamente nudo dalla cinta in giù e mostrando un cazzo di notevole lunghezza, scappellato e vibrante; meravigliosamente largo e possente, attraversato centralmente da una grossa vena che lo irrora prepotentemente. La cappella larga, contornata da bordi spessi e carnosi e' completamente libera dalla pelle del prepuzio e sotto l'attaccatura dell'uccello penzolano due scure susine. La camicia sbottonata lascia intravedere un fisico asciutto quasi completamente glabro se non per una riga di peli ricci sopra l'ombelico e una leggera peluria sul petto; capezzoli larghi e scuri completano quel meraviglioso corpo color ebano. Sembra giovanissimo se non fosse per le profonde rughe che gli attraversano il volto ma del resto deve averne passate tante.
Cado in ginocchio estasiato da questa sublime visione e la cosa lo incoraggia ad avvicinarsi; con la mano afferro il palo che ha un guizzo improvviso. Pulsa e vibra ed io avvicino lentamente la mia bocca: ha un odore pungente e secco, mi riempie le narici e inebria il cervello ma come appoggio le mie labbra sulla cappella e il gusto arriva alle mie papille, una scossa attraversa la mia spina dorsale e non capisco piu' nulla. Lui come me perde il controllo, mi afferra per i capelli e comincia a spingere quel mostro diventato duro come l'acciaio e smisurato sempre piu' a fondo nella mia bocca; ho giusto il tempo di emettere un guaito prima di pensare che moriro' soffocato. Sa di sale, di pelle arsa dal sole, di sudore; le mie labbra avvolgono tutto con volutta' e i gusti che arrivano al mio cervello mi fanno impazzire. Me lo lavoro esattamente come facevo poco prima con il cono gelato, avvolgendogli completamente la cappella e stringendo le labbra come volergliela modellare, creando una sorta di sottovuoto nella mia bocca.
Mi guarda ansimando e sbarrando gli occhi ogni volta che ingoio quel palo che strofina con fatica gli angoli della mia bocca; la mia lingua saetta come impazzita, colpendo ora il prepuzio, tormentando ora il buchino e passando sui bordi carnosi. Mi fissa con aria sconvolta: sono certo che un pompino simile non lo ha mai avuto in vita sua. La mia mano masturba piano l'asta mentre la punta scompare nella mia bocca e lui socchiude gli occhi soffiando sonoramente mentre affonda in me; lo faccio uscire piano e contemplo per qualche secondo un superbo cazzo ora duro come il marmo: la cappella bella larga e libera svetta verso il cielo mentre ancora vibra di voglia. Lucida e smisurata fa da apripista ad un'asta che sembra non finire mai ed estasiato non riesco a distogliere lo sguardo da questa meraviglia ma per pochissimo perche' l'uomo punta il cazzo sulle mie labbra e spingendo deciso mi obbliga ad ingoiare di nuovo. Ormai so come prenderlo e arrivo ad ingoiarlo quasi a sfiorare il pube con il naso provocandogli lamenti marcati di goduria.
Sento il suo cazzo irrigidirsi a dismisura ogni volta che affonda quasi completamente nella ia gola, superando con la cappella l'ingresso nell'esofago e facendomi soffocare; so che sta provando un piacere immenso e che ben presto mi disseterà con tutto il suo caldo latte che immagino abbia in quantità notevole, o almeno lo spero.
E' un attimo, un istante: un flebile muggito esce dalla sua bocca e mentre appoggio le labbra chiuse sulla base della cappellona torturando l'attaccatura del filetto lui mi guarda con occhi spalancati respirando bocconate d'aria a fatica: mormora qualcosa nella sua lingua balbettando, qualcosa che non capisco e un bel getto denso e cremoso mi lava la faccia e la barba. Apro la bocca dallo stupore e il secondo lo bevo interamente:
- "Dio mio che gusto inebriante" penso mentre l'uomo impugnato il cazzone comincia a menarlo piano dirigendo gli ulteriori schizzi dove vuole lui e finendo per strofinare piano la sua cappella sulle mie labbra, ripulendola dal resto della sua sborra che continua ad uscire piano.
Rimaniamo cosi, gocciolanti e ansimanti, fissandoci ancora: lui ammira il suo lavoro e la sua sborra che comincia a scendermi nel collo, io il suo cazzone che pur continuando a pulsare inizia pian piano a scendere. Ci ricomponiamo, lui mi dice qualcosa nella sua lingua sorridendo, unendo le mani in preghiera e facendo piccoli inchini con la testa: intuisco sia un ringraziamento. Alzo la mano in segno di saluto e lui sparisce dietro l'angolo del capanno.
La sete per ora e' passata ma tornando verso il prato sotto l'albero mi chiedo per quanto......
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