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Il prof di educazione fisica


di bisexpassivissimo
18.08.2020    |    21.631    |    13 9.7
"Da tempo aveva capito di essere gay, erano anni che guardava e si masturbava con porno gay, e da qualche mese aveva comprato un dildo che si infilava spesso..."
Si, decise che era giunto il momento di iscriversi a chat gay. Era un ragazzo magro, con dei capelli castani e fuori taglio che portava pettinati da una parte in modo che la frangia gli coprisse l'occhio destro, era alto un metro e settanta cm ed aveva pochi peli, inoltre i pochi che aveva se li tagliava. Da tempo aveva capito di essere gay, erano anni che guardava e si masturbava con porno gay, e da qualche mese aveva comprato un dildo che si infilava spesso nel sedere visto che aveva sempre più voglia di farsi scopare. Si iscrisse a diverse chat ed app per gay e si mise alla ricerca di maschi nelle vicinanze per iniziare la propria vita sessuale, ne conobbe un paio qualche anno più grandi di lui e così ebbe le sue prime esperienze che si rivelarono deludenti ma che gli confermarono una volta per tutte che il pisello lo attraeva molto più della vagina. A quel punto passò ad alzare l'età dei maschi che cercava perchè aveva l'impressione che gli uomini di una certa età ci sapessero fare di più ed avrebbero potuto trattarlo a dovere; tra questi uomini conobbe un uomo di Milano di 45 anni al quale piaceva dominare e fottere ragazzi giovani ed effemminati. Iniziarono a chattare e mandarsi foto vista la grande lontananza e l'impossibilità di vedersi di persona, poi il master cominciò a proporgli sfide sempre nuove per renderlo più sottomesso e aperto. Gli ordinò prima di masturbarsi con il dildo anche quando non era solo in casa, poi gli fece comprare calze e perizomi, gli fece provocare sconosciuti mangiando calippo, si fece mandare foto del ragazzo completamente nudo anche quando era in giro, gli fece comprare un plug ed altre sfide ancora. Inutile dire che il ragazzo era succube ed eccitatissimo da questi comportamenti che doveva adottare per obbedire al suo master, la sfida della settimana precedente era stata andare a scuola con il perizoma al posto delle mutande e l'eccitazione mista alla paura di essere scoperto lo faceva sentire vivo come non mai. Ora era giunto il momento della nuova sfida e così prese il cellulare per leggerla, il messaggio del master recitava così "so che ti è piaciuto andare a scuola in perizoma perciò domani dovrai replicare ma con una sostanziale differenza, devi metterti anche il plug nel culo".
Il ragazzo si sentì subito cogliere da una vampata di calore, la sfida era molto provocante ed eccitante e la cosa più pericolosa era che il giorno seguente avrebbe avuto educazione fisica le ultime 2 ore, questo significava farsi la doccia in palestra nello spogliatoio maschile con i compagni di classe. Provò a spiegare la situazione al master ma fu inutile, da buon padrone qual era rimase inflessibile e dichiarò che se non l'avesse fatto avrebbero smesso di sentirsi.
Il ragazzo dovette cedere per non rinunciare a quella relazione a distanza e quindi decise di accettare ancora una volta.
Il giorno dopo si presentò a scuola con la tuta che copriva i 2 oggetti del peccato indossati piegandosi al volere del suo padrone, il perizoma nero e il plug inserito dopo colazione. Dopo i primi 10 minuti, seduto al banco non fece più caso all'oggetto che aveva tra le chiappe, ormai lo metteva spesso e allenava il suo buchino altrettanto spesso perciò la giornata passò liscia, a ricreazione andò al bagno e si fece qualche foto che mandò al padrone eccitandosi di nuovo per la situazione ed iniziando a desiderare ardentemente un pisello in carne ed ossa da prendere dietro. Poi arrivarono le ultime 2 ore ed il momento dell'educazione fisica, il ragazzo svolse gli esercizi pensando sempre che il plug potesse uscire dal proprio sedere e finire per rivelarsi ma per fortuna questo non accadde, giunse la fine della lezione quando si gioca a pallavolo e quindi la situazione era tranquilla perchè bastava non muoversi troppo. Finì anche la partitella di pallavolo e venne perciò il momento delle docce, il ragazzo andò con gli altri nello spogliatoio, una volta entrato cercò di tergiversare il più possibile aspettando a spogliarsi (e nel frattempo guardando i cazzi dei compagni), e quando qualcuno gli chiedeva cosa aspettava rispondeva che attendeva che si liberassero le docce per farla con calma. Gli altri si lavarono e cambiarono e perciò ora non aveva più scuse per attendere, si levò lentamente t-shirt e scarpe restando con i pantaloni che coprivano la sua sfida segreta, attese che anche l'ultimo (dopo insistenza del ragazzo) lasciasse lo spogliatoio e finalmente si rilassò, slacciò il cordino che teneva strettissimi i pantaloni della tuta così da non rivelare il perizoma, ed iniziò ad abbassarli. In quel preciso momento entrò però il professore: "allora, ci sbrighiamo a fare questa doccia ragazzo?" chiese guardandolo, il ragazzo si immobilizzò ritirando su i calzoni che ancora non erano abbassati abbastanza da far notare il perizoma, e rispose "ehm, solo un attimo prof..."
Il professore, un uomo nella prima metà dei 50, con capelli pettinati indietro, occhiali da vista e classica tuta d'ordinanza, si irritò vedendolo e lo incalzò: "ma devi ancora iniziare? Ma cosa hai fatto fino adesso?"
Il ragazzo fu preso alla sprovvista "e...niente, non volevo...lavarmi con gli altri"
Il professore non indietreggiò ancora spazientito per non poter andarsene a casa "ti prendono in giro?"
"no, non è questo..." ammise il ragazzo sincero
"E allora cosa, ti vergogni del tuo corpo?" continuò il professore forse troppo indiscreto.
"Non proprio..." rispose a bassa voce e arrossendo il ragazzo
"Allora avevi paura di eccitarti!" esclamò ridendo il professore scherzando e dando una pacca sulla spalla al ragazzo, che però non sorrise alla battuta ma arrossì di più e sospirò
"Ah scusami, non sapevo fosse così..." il professore si era accorto di aver fatto un errore e ora doveva rimediare
"Si....ehm, cioè sono gay...ma non è solo questo, è che sono vestito, in...modo inappropriato" spiegò il ragazzo
"Ma come, hai la tuta, va benissimo, non preoccuparti se ti prendono in giro perchè non sei alla moda"
Il ragazzo era stufo ora di non essere compreso nè lasciato in pace "non è per la tuta, ma per cosa ho sotto!" quasi urlò.
Il professore rimase un attimo in silenzio e si fece serio "non mi piace questo tono, stavo cercando di aiutarti, cosa avresti di così inappropriato sotto, nulla?"
Il ragazzo a quel punto si alzò e fece cadere i pantaloni alle caviglie restando ora sono in perizoma in piedi davanti al professore "ho questo"
Il professore aveva lo sguardo fisso sul perizoma, solo ora sentiva crescere in lui una voglia da troppo sopita, ogni tanto si masturbava con video di studentesse scopate dai loro professori ma non aveva mai pensato che un ragazzo gli avrebbe fatto diventare il pene di marmo "beh, potevi toglierle insieme ad i calzoni e non se ne sarebbero accorti" disse riuscendo a ripigliarsi per il momento. Ora però era il ragazzo a sentire un'improvvisa voglia di pisello, se ne vergognava ma era la libido a guidarlo ora "sarebbe cambiato poco perchè ho anche un plug nel mio culetto.." disse mordicchiandosi il labbro inferiore e abbassando lo sguardo mentre sentiva crescere la frequenza cardiaca e la propria eccitazione.
"Un...cosa?" chiese spaesato il prof.
Il ragazzo allora si voltò, si chinò leggermente in avanti, scanzò il perizoma e rivelò la base del plug che aveva nel sedere da ore. "Questo"
Il professore era rapito da quella visione, un culo completamente glabro e femminile racchiuso da un perizoma e con dentro un oggettino fatto apposta per allargare il canale, si dimenticò per un attimo del suo ruolo e con il cazzo durissimo allungò la mano andando a spingere col pollice sul plug. Il ragazzo mugolò "ora ha capito perchè non potevo farmi vedere?"
"Certo, tutti avrebbero avuto voglia di scoparti"
"Lei ne ha voglia?"
"Terribilmente..."
Il ragazzo era eccitato come non mai e si inginocchiò davanti al professore seduto ancora sulla panca dello spogliatoio, gli accarezzò l'inguine tastando la forma del pene eretto che si delineava da sotto la tuta, "me lo dica ancora" implorò il ragazzo abbassando i pantaloni
"Voglio scoparti!" il professore era durissimo e non pensava più a dove era o chi era, desiderava solo sfogare le sue voglie su quel giovane corpo effemminato.
Il ragazzo smutandò il professore trovandosi faccia a faccia con un pene di 17 cm duro come la pietra, subito aprì la bocca e leccò la cappella saggiandone il sapore, poi lo prese bene in bocca, era la cosa migliore che gli era capitata da quando aveva capito di essere gay, desiderava solo essere posseduto da quel cazzo.
Il prof era in preda all'estasi, si godeva un bel pompino dopo non sapeva neanche lui quanto, mise la mano sulla nuca del ragazzo e gli spinse la testa per infilargli bene il membro interamente, il ragazzo fece del suo meglio soffocando un conato e tornando su sbavando sopra il pene, sorrise e poi riprese a succhiare con foga. Il prof voleva godersela fino in fondo la bocca di un diciottenne e perciò si alzò in piedi e, tenendo per i capelli il ragazzo iniziò a scopargli la bocca in modo quasi violento, il ragazzo si abbandonò al servizio del cazzo maturo che voleva e si mise le mani dietro la schiena mentre il glande gli arrivava in gola.
Dopo 2 minuti di pompino forsennato il professore tolse il proprio pene dalla bocca del ragazzo che ora aveva anche gli occhi pieni di lacrime date dagli sforzi della gola, e lo colpì col proprio membro in faccia "Ora ti scopo..." gli disse. Il ragazzo sorrise ansimando e si tirò in piedi, il prof lo girò velocemente, lo piegò verso la panca e gli abbassò velocemente il perizoma. "Guarda che culo da ragazza che hai..." spinse ancora sul plug un paio di volte poi lo sfilò lentamente dal culo del ragazzo osservando la reazione della muscolatura anale, sentiva il proprio cazzo duro e desideroso di inondare, infilò però prima l'indice nel culo del ragazzo "come è morbido..." sussurrò aggiungendo il medio senza difficoltà. "Mi scopi prof, il plug mi ha preparato per ore" implorò il ragazzo cominciando anche a segarsi, il professore non se lo fece ripetere, tolse le dita dal culo, si alzò, lo prese per i fianchi ed infilò la cappella nell'ano del liceale, era caldo mentre avvolgeva perfettamente il suo pisello, lo spinse tutto dentro facendo sobbalzare il ragazzo, non si scusò, era stato provocato ed era ora di dare a quel culo ciò che aveva desiderato. Lo scopò con violenza tenendolo per i fianchi, poi per le spalle, gli diede anche qualche sculacciata come si fa in ogni pecorina che si rispetti, poi si mise seduto sulla panca facendo fare al ragazzo su giù di spalle, era bellissimo scoparsi un corpo giovane e così voglioso di cazzo.
Il ragazzo saltellava godendosi il pezzo di carne duro nel culo, co le mani passava dal segarsi al stringersi i capezzoli, poi fece sdraiare il prof e lo cavalcò come immaginava sempre di fare quando parlava col suo master, se solo lo potesse vedere ora dove grazie alla sua sfida si stava facendo scopare da un suo professore di 54 anni.
Poi fu il prof a far sdraiare il ragazzo sulla panca, gli sollevò le gambe e gli infilò per bene il proprio membro in tutta la sua lunghezza, lo scopò con tutto il vigore che poteva mentre il ragazzo gemeva e si masturbava velocemente. A quel punto il ragazzo venne sulla propria pancia con un orgasmo come mai aveva avuto mentre un uomo lo possedeva con voglia, quella vista mandò il professore ancora più in eccitazione e quindi fu anche per lui il momento di venire "oh cazzo sto per venire..." mormorò senza fermarsi.
Il ragazzo allora lo allontanò da dentro di sè e disse "non dentro, in faccia", così si inginocchio e spalancò la bocca mentre segava il cazzo del prof guardandolo con desiderio, pochi secondi e copiosi fiotti di sperma lo colpirono in viso, sulla fronte, negli occhi, in bocca, sul mento, era ricoperto e questo lo rendeva felice ed ancora eccitato.
"Sono ricoperto di buonissima sborra" disse il ragazzo, con un dito raccolse la propria dalla pancia e lo leccò ingoiando, poi fece lo stesso dal proprio volto, "la sua è più gustosa..." e lecco bene il pisello del prof ansimante ed in estasi. Non vedeva l'ora di raccontare tutto al suo master, e di ringraziarlo.

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