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Gay & Bisex

Rapimento 5


di maledesire
31.03.2022    |    7.329    |    9 8.3
"Lui allargò le gambe e così mi addentrai nel suo interno coscia affondando il mio viso tra le sue palle per riempirmi del suo sudore e del suo profumo..."
Il bastardo non smentiva la sua solita mania di strafare, evidentemente era seduto su quella specie di trono e i suoi piedoni 46 attendevano proprio che il mio viso ci andasse addosso. Erano perfino umidi, ma non mi sorprese visto il caldo torrido che riempiva quella stanza.
Qualcuno mi mise un braccio intorno al collo e una mano sulla bocca mentre mi veniva infilato qualcosa nelle narici. Capii essere due boccette di popper che inspirai profondamente sperando mi si intorpidisse anche l’olfatto. Fui costretto a ispirare numerose volte prima di essere liberato.
Iniziai ad avere un caldo terribile e a sudare intensamente. Sentivo gocce scendermi verso la bocca portando con sé anche la sborra di cui ero ricoperto.
Mi abbassai e Iniziai a leccare dal dorso salendo verso la caviglia per poi scendere lungo i lati, ma Nico con l’altro piede mi colpì la guancia e mi spinse verso il basso. Quindi mi feci forza e scesi a leccare le dita, poi presi in bocca l’alluce e lo succhiai e leccai come stessi facendo un pompino.
Lo stronzo spinse il piede in bocca e così mi trovai a leccare tutte le dita insieme. Inizialmente provavo ribrezzo ma quell’odore e quell’atto così umiliante mi stava eccitando nuovamente.
Così presi un piede tra le mani e lo alzai appoggiandolo al mio viso in modo da poter affondare il naso tra le dita mentre con la lingua leccavo la pianta del piede.
Ripulii quel piede passando in ogni punto con la mia lingua dal calcagno alla punta delle dita. E così feci con il secondo piede.
Poi lentamente cominciai a risalire lungo la gamba pelosa assaporandone il sudore e arrivando fino alle grosse palle il cui intenso profumo mi attirava come miele per orsi.
Lui allargò le gambe e così mi addentrai nel suo interno coscia affondando il mio viso tra le sue palle per riempirmi del suo sudore e del suo profumo.
Mi aveva mandato fuori di testa, per anni avevo pensato a come fosse un rapporto omosessuale e sempre avevo pensato solo a lui e a quella sberla di cazzo che aveva tra le gambe, un grosso palo di 23 cm che avevo più volte ammirato in doccia o nelle serate di seghe in compagnia.
Ora avevo in bocca le sue grosse palle sudate e non ci potevo credere, dimenticai dove mi trovavo, che molti altri mi stavano guardando mentre pieno della loro sborra iniziavo a percorrere con la lingua l’asta di Nico. Era impressionante da così vicino, non lo vedevo ma lo sentivo con la lingua e con la mia mano che non riusciva a chiudersi su di esso.
Giunsi alla cappella ci gira attorno e poi la misi in bocca per succhiarla e leccarla come un calippo.
Dio che sensazione, la realizzazione di un sogno proibito, celato per anni. Lui stava fermo e evidentemente si godeva lo spettacolo assieme agli altri suoi compari che sicuramente se la ridevano vedendo come il figlio del boss fosse diventato una cagna ciucciacazzi.
Ma se volevo uscirne dovevo portare a compimento il compito che aveva il mio carnefice e in quel momento era la prima volta che desideravo intensamente gustarmi quel meraviglioso cazzo che cercavo di ingoiare completamente ma non riuscendoci viste le dimensioni. Le mie tonsille si sforzavano e cercavo di spingerne dentro ogni volta di più.
Lo sentii chinarsi su di me e le sue dita iniziarono a accarezzarmi viso e spalle. Rimasi sbalordito di quel suo atto davanti agli altri, ma poi mi prese per i capelli e mi alzò infilandomi le sue dita in bocca lorde della sborra che aveva raccolto.
Le ciucciai avidamente fissando i suoi occhi nonostante la benda me lo impedisse, ma sentivo che ci stavamo guardando reciprocamente e intensamente mentre ripeteva quel gesto.
Poi mi prese per le orecchie e mi spinse verso di sé alzando il suo bacino e così affondando completamente il suo cazzo che sentivo aprirmi le tonsille. Mi portò il naso nei sui peli umidi il cui odore di maschio riempì le mie narici mentre cercavo d respirare solo dal naso.
Finalmente mi liberò e preso per i capelli mi spinse ad alzarmi. Coì montai sopra di lui, sentivo la sua erezione premere sul mio culo mentre gli alzai le braccia e mi fiondai a sniffare e leccare le sue ascelle pelose; un nettare afrodisiaco che mi fece impazzire.
Lui con le dita raccolse altra sborra dalla mia schiena e me la infilò su per il culo. Sapevo cosa stava per succedere, nei miei sogni era già successo in diversi modi ma mai così.
Non era la sua stanza, non era dolce e passionale, non era un momento intimo e privato, non c’era nessuna musica di sottofondo e non ero vergine. Ora invece avevo il culo già bello aperto dai numerosi cazzi ricevuti, ero ripieno di sborra e piscio dei suoi amici e degli altri aguzzini, un sacco di persone ci stavano guardando smanettandosi il cazzo in attesa del loro turno di scoparmi.
Ma quando si infilò dentro di me lo fece lentamente, immaginai fosse per dolcezza e passione e non per farmi sentire ogni cm di quel lungo cazzo.
Quando il mio culo si appoggiò al suo bacino mi sembrava incredibile, stavo godendo immerso nella sua ascella e con il culo finalmente pieno di lui. Mi prese per le natiche ed iniziò a rialzarmi lentamente per poi alzare suo bacino e affondare completamente, dio come mi faceva impazzire.
Mi appoggiai alle sue spalle e piantando i piedi ai lati del suo corpo iniziai volontariamente a impalarmi su di lui, alzandomi fino a quasi far uscire la cappella per poi ricadere suo sul bacino e riempirmi fino allo stomaco.
Mi resi conto solo quando infilò le sue dita che avevo la bocca aperta e stavo gemendo come una vera troia.
Poi lui si spinse un pò verso il basso e mi cinse con le braccia, mollai così la presa dalle sue spalle e mi accasciai su di lui mentre continuava a spingere il suo cazzo avanti e indietro dentro di me.
Staccai la mia mente e mi concentrai solo su quell’unione dei nostri corpi che avevo desiderato e cacciato più volte dalla mia testa, sentivo che quell’abbraccio era una passione reciproca. Forse entrambi per anni avevamo nascosto l’uno all’altro lo stesso desiderio, la stessa reciproca voglia.
Nonostante tutto quello che mi era successo in quell’istante ero felice e appagato, desideravo unire le mie labbra alle sue in un bacio di passione, volevo sentire le ns lingue cercarsi e divorarsi.
Stavo per sporgermi su di lui quando il suo abbraccio si fece più intenso, quasi volesse schiacciarmi nel momento di travolgente passione, quando percepii qualcosa premere nel mio buco colmo del cazzo tanto sognato.
Tutto crollò quando mi sentii lacerare e un secondo cazzo entrare dentro di me mentre Nico mi immobilizzava e teneva premuto sdraiato sul suo corpo e con il culo in posizione comoda per il secondo intruso che affondò dentro di me facendomi urlare dal dolore.
Un dolore straziante che devastò corpo e anche anima nel momento in cui la musica cessò e ritornato alla realtà sentii Nico incitare quelli alle mie spalle “Forza ragazzi, mentre ho il mio cazzo dentro allargate il culo a questa troia e svuotatevi i coglioni che poi lo ripulisco pisciandogli direttamente in culo. Uno mi passi i miei calzettoni in bocca, li porto apposta da una settimana per riempire la bocca di questo pigliainculo”.
Feci in tempo ad urlare ancora pochi istanti mentre il secondo dentro di me mi prese per i fianchi e entrambi i cazzi all’unisono iniziarono a stantuffarmi.
Rimasi incredulo, mi abbandonai al loro piacere non opponendo alcuna resistenza come un fantoccio in attesa finissero in fretta mentre diversi cazzi mi scoparono a doppia con il cazzo di Nico sempre eretto e duro. Alcuni minuti di affondi e poi sentivo i loro spruzzi riempirmi, il dolore al momento dell’entrata e dell’uscita divenne sempre più flebile.
Non provavo dolore o godimento ma solo rabbia.
All’ennesimo cambio i due cazzi si piantarono a fondo e rimasero fermi fino a che ad un tratto percepii un torrente di liquido caldo invadermi, entrambi i cazzi mi stavano pisciando in culo.
Quando uscirono il mio culo rimasto aperto iniziò a espellere come una fontana il miscuglio di piscio e sborra che mi stava scoppiando dentro. Fui preso per i capelli e buttato a terra, rimasi immobile confidando che si fossero finalmente sfogati ma partirono nuovi zampilli di liquido caldo che mi colpivano da ogni punto.
In quel momento promisi a me stesso che ne sarei uscito vivo, sopportando tutto fino al momento in cui tornato alla mia vita l’avrei fatta pagare a quel bastardo.
Rimasi a terra, non avendo la forza di muovere un muscolo, in un laghetto di piscio.
La musica finalmente cessò ma non vi era alcun rumore, evidentemente se ne erano andati.
La voce del carnefice riprese: “Wow feccia, oltre le aspettative. Gran bastardo il tuo amico e gran cazzo ah ah. Lo desideravi eh piccolo? Ora quel tuo culo aperto deve stare a riposo, ma ci sono altri giochetti che ti attendono non ti preoccupare.
Percepii qualcuno alle mie spalle, poi una puntura sul culo e in pochi istanti mi addormentai.
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