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In collegio


di bube
19.02.2024    |    292    |    0 8.0
"" "Ma ti ho sverginata davvero! Ti ho fatto male? Oddio sono una bestia, perdonami cucciolina ti prego! Dammi due sberle, picchiami!" Irma..."
Mia sorella mi aveva messa in guardia, raccontandomi come andavano le cose in quel collegio; spesso la notte erano piccole orge in qualche camera, dove le ragazze si divertivano fra loro. "Ma le suore non se ne accorgono?" Le chiesi. Lei rise. Le suore, mi disse, talvolta erano anche peggio; l'unica cosa era che non forzavano mai nessuna, mentre le collegiali più grandi... "Insomma Adele, devi rassegnarti anche se non ti piace: è lo scotto da pagare alle nuove arrivate; ma poi vedrai che non sarà tanto brutta la cosa, è probabile che tu ci prenda anche gusto!"
Mi pareva impossibile, io non mi sentivo lesbica, non l'avevo mai pensato né provato, e alla fine mi convinsi che se avessi tenuto duro nessuna poteva convincermi a fare una cosa che mi disgustava. E venne il giorno dell'ingresso al collegio. Venni ufficialmente presentata a tutte le ragazze della mia classe, poi la suora preside mi accompagnò a fare il giro dell'istituto, e alla fine della mia camera, che avrei diviso con Irma, una ragazza del secondo corso.
La giornata passò veloce, le suore insegnanti erano giovani e simpatiche e davvero colte, il cibo ottimo, insomma il collegio valeva il costo elevato della retta. Poi finalmente fu l'ora di ritirarsi. La camera era dotata di bagno con doccia, nuovissimo e carino, e il letto era ampio e comodo. Irma era simpatica, scherzava volentieri, ma insomma niente mi faceva pensare che le cose stessero come mia sorella aveva raccontato. Semplicemente, mentre ci stavamo infilando a letto, Irma mi disse: "sai Inge, devo dirtelo: io sono lesbica, e ogni tanto può succedere che vogliamo stare insieme con la mia morosa: il problema è che, se non ti secca, dovresti lasciarci sole e andare a dormire nella sua stanza."
Aveva parlato con la massima naturalezza, come se mi stesse chiedendo una cosa da nulla; la guardai sbalordita qualche secondo senza sapere cosa dire; lei mi fece una risatina dolce e una carezza: "sono stata un po' aggressiva, vero? Scusami, ma insomma, è meglio se le cose le chiariamo subito, no?" Inghiottii a vuoto, e poi: "ma scusa, mi chiedi una cosa... E se le suore si accorgono di questo viavai? E se qualcuna fa la spia? E comunque, chi è la compagna di stanza della tua... morosa?"
"Si chiama Malisa ed è di quarta: una ragazza etero come te, carina e simpatica."
"Ma... Scusa, e se invece io restassi qui nel mio letto? Mica voglio disturbarvi, faccio finta di dormire, a voi non darei fastidio."
"Beh, anche se vuoi: io te l'ho proposto perché pensavo ti desse fastidio assistere ad un amore saffico, ma se vuoi, perché no? La avviso del cambio di programma." E tirò fuori il telefonino. Ma io mi ero già pentita: "senti, però se preferisci... Io non voglio fare la guastafeste, posso andare da Malisa, solo vorrei sapere come funziona, devo dormire lì?"
"Puoi fare come vuoi, per noi è lo stesso: hai visto, nella stanza c'è un paravento, le suore pensano che qualcuna si vergogni a spogliarsi davanti a un'altra; possiamo usarlo per crearti un po' di intimità. Però ti avviso, certo noi non gridiamo, ma insomma, gemiti e sospiri li sentiresti comunque... Fai tu, ma decidi adesso."
Decisi di rimanere. Sotto sotto ero anche curiosa di imparare questa cosa nuova, del resto ogni tanto in Internet andavo a curiosare nei siti porno, stavolta forse avrei visto poco o niente, ma era dal vivo. Irma mi sorrise tutta soddisfatta e messaggiò Grazia, la sua morosa.

E venne l'ora di 'dormire', secondo le suore: le luci del corridoio si attenuarono, Irma lasciò acceso solo l'abatjour schermandolo con una sciarpa leggera, e dopo una decina di minuti la porta si aprì e Grazia scivolò dentro in punta di piedi. Nella penombra non avevo potuto scorgere il suo viso, ma aveva un bel fisico snello. Si accostò al mio letto, mi sorrise, e: "scusami sai, cercheremo di darti il minor fastidio." E mi fece una carezza. Poi si infilò nel letto di Irma .
Certo non potevo aspettarmi una scena come nei filmini porno di internet; si baciavano, certo, ma silenziosamente, e nonostante le mie buone intenzioni non potevo fare a meno di osservarle: si baciavano e si carezzavano, e mi rendevo conto che in fondo era la cosa più naturale del mondo, due ragazze giovani e belle che si amavano e che si desideravano; sicché dopo qualche minuto, mentre era chiaro che sotto le coperte si stava svolgendo uno scambio di tenerezze non proprio platoniche, mi ritrovai a masturbarmi dolcemente... La testa mi diceva che mi ero lasciata trascinare in sensazioni che non mi appartenevano, il corpo invece voleva provare in qualche modo quello che stavano provando loro due. Finchè mi resi conto dell'assurdità della situazione: chiamai sottovoce Irma; "cosa c'è, cara?" "Io... scusatemi, sono una rompiscatole ma siccome non riesco a dormire... Insomma, vado da Malisa, vi lascio tranquille."
Forse se lo aspettavano, infatti non fecero commenti: avvisarono Malisa con un messaggio, mi chiesero scusa e mi ringraziarono e mi diedero il numero della camera di Malisa. E dopo due minuti, col batticuore, sentendomi un po' fuorilegge, mi trovai nella stanza dove Malisa mi stava aspettando.

Una ragazza carina, un po' grassottella, che mi accolse con due bacini e una scatola di cioccolatini. Facemmo subito amicizia; stranamente, nessun commento su 'quelle due' che se la stavano spassando. Intanto il sonno mi era passato. Coi cioccolatini arrivò anche un bicchierino di vin santo, che conciliò non il sonno, ma la voglia di chiacchierare; lei mi raccontò un sacco di cose sulla vita in collegio, un po' di pettegolezzi, ma niente sull'ambiente peccaminoso che mia sorella mi aveva descritto. Chiesi lumi a Malisa; lei fece una risatina: "figurati, qui nessuna se ne scandalizza, è più che normale: anche le suore, sai: del resto mica sono sante, sono donne anche loro, e le tentazioni non mancano, anche se loro devono dormire ciascuna nella proprio cameretta. E noi ragazze, cosa vuoi: passare mesi senza vedere un ragazzo è dura, e ti assicuro, anche chi non è lesbica prima o poi ci prova, magari solo per curiosità. In fondo che c'è di male? Fra noi non possono succedere casini come con un ragazzo, e insomma, ti assicuro che spesso, con un'amica con la quale si sta bene insieme, prima o poi capita." Sospirò, vuotò il suo bicchierino di vinsanto e lo riempì di nuovo. "Sai, io sono etero, eppure ogni tanto mi è capitata l'occasione, soprattutto con Grazia, e... " Si interruppe arrossendo. "E?..." insistetti io. "Vedi, io non sono nemmeno vergine, l'amore l'ho fatto con più di un ragazzo; ma ti assicuro, è una cosa molto diversa, e... Molto piacevole: è tutta tenerezza, dolcezza, ti liquefi quasi e non vorresti più smettere. Considera anche che noi ragazze sappiamo molto meglio dei maschi cosa ci piace davvero, e non solo: un maschio, una botta e via, magari due; non so tu, ma sapessi quante volte si rimane lì come cretine a consolarsi masturbandosi a letto da sole..."
Mi versai anch'io un secondo bicchiere. In fondo non aveva tutti i torti. Anzi. E così ci raccontammo degli "amori" per così dire, goffi e insoddisfacenti coi ragazzi. Poi, dopo un ennesimo brindisi sedute sul letto, mi si accostò e mi sussurrò in un orecchio: "non vorresti provare, Inge? Magari solo un bacio?" E sentii le sue labbra calde nel collo, sotto l'orecchio. Un brivido. Un po' di paura, ricordo benissimo il batticuore e il mio pensiero: 'e se poi mi piace...?'
Poi Malisa mi prese il viso fra le mani, mi sorrise, e mi baciò sulla bocca. Facendomi sentire timidamente la lingua. Non so cosa mi prese, mi girava un po' la testa per i tanti bicchierini di vinsanto, ma mi sentivo audace e disinvolta, così la abbracciai e ricambiai il bacio. E' solo un bacio, che sarà mai, mi dicevo, mentre lei mi infilava una mano nello scollo della camicia da notte e mi palpava il seno. "Sei proprio bella, lo sai? E sei così tenera, dolce..." Non sapevo cosa fare e mi lasciai spingere sdraiata sul letto. Poi ancora un bacio, lungo, tenero, succoso, e la sua mano che scivolava in una lunga lenta carezza dal seno giù giù fino all'inguine...
"No ti prego Malisa..." sussurravo sospirando, senza riuscire a far nulla per impedirglielo. Mi carezzava la fica adesso, dolcemente, e non riuscivo a reagire, semplicemente mi ero arresa; solo un guizzo istintivo quando le sue dita scivolarono alla sommità della vulva cercando il mio bocciolo del piacere, già umido e palpitante, e mi regalò il più dolce, tenero, eccitante ditalino della mia vita.
Mi sentivo in dovere di restituirle il piacere, così la carezzai a mia volta e dopo un minuto eravamo avvinghiate, le camicie tirate su, a strofinarci le fiche in un abbraccio a forbice eccitante, pieno di voglie represse.
E dopo un paio di minuti ci accorgemmo che Grazia era rientrata silenziosamente in camera e ci guardava sorridendo. "Ma guardale le due verginelle etero!" "Stronza, non parlare tu." "Dai, mica ti volevo sfottere; solo che... Beh, succede almeno una volta, no?"
Mi alzai dal letto, nuda, e per dimostrarle che non ero la stupida verginella che lei credeva mi chinai prima a salutare Malisa con un lungo bacio, poi già che c'ero le dissi: "un bacio della buonanotte anche a te, no?" E le stampai un bacione sulla bocca con tanto di lingua. Poi mi infilai la mia camicia, raccattai le ciabatte, e scivolai fuori nel corridoio silenzioso. Entrai piano nella mia camera. Irma era a letto, abatjour acceso, a leggere una rivista: mi accolse con un sorriso e batté una mano sul letto invitandomi a sedere lì. La guardai con aria interrogativa, e lei: "Malisa mi ha accennato... non ti secca, spero. Sai, a me non piacciono i sussurri dietro le spalle, meglio essere chiare fra noi, ti pare?" Mi siedo. "Ah, ti ha 'accennato'? Le voci corrono, da queste parti."
Lei fa una risatina e mi carezza una mano: "Dai, non ti offendere: intendo solo dire che fra noi è meglio essere chiare e non nascondere nulla, così non c'è niente da immaginare magari sbagliando. Malisa è una cara ragazza, ci vogliamo bene, ed è molto molto riservata; quanto a Grazia, lei è una tomba. Queste cose restano fra noi quattro, non temere."
Scivolo giù a sdraiarmi restando in silenzio. Poi, non so come, mi apro: "sai Irma? Non l'avevo mai fatto fino a oggi. Nemmeno pensato. Certo mi incuriosiva un po', ogni tanto guardavo filmini porno in Internet, ma mi sembrava tutta roba finta, e francamente poco eccitante."
Resto silenziosa un po'; Irma tace. "E invece. Non so cosa mi è preso, Malisa è molto amichevole, ci si fa amicizia facile; e forse un bicchierino di troppo..." Irma mi sorride: "te ne sei pentita?" "Ma no, forse ero curiosa di provare, e insomma, temevo peggio, invece... Ma non so perché ti racconto questo, magari sarai stanca, vorrai dormire, no?"
"A dormire c'è sempre tempo, domani ci sono gli esercizi spirituali - non obbligatori, tranquilla - e lì si dorme che è una meraviglia."
"No so cosa mi è preso, mi è passato il sonno... Ma non voglio infastidirti, me ne vado a letto."
Mi prende una mano: "puoi restare finché vuoi, anche tutta la notte se ti va, e puoi raccontarmi tutto quello che vuoi."
Poi mi viene in mente una tentazione birichina; forse volevo solo fare un po' la furba, apparire smaliziata; così la abbraccio, e: "vado a letto, prima però il bacino della buonanotte, no?"

Non l'avessi mai detto: non so come, mi ritrovo distesa sotto di lei, che abilmente mi sfila via la camicia, mentre io, incredibile!, la agevolo sollevando i fianchi e poi le braccia; e poi il bacino della buonanotte arriva: comincia dalla bocca, poi si sposta nel collo, poi la sua bocca calda è una ventosa eccitante sui capezzoli, i suoi denti me li mordono delicatamente facendomi gemere e rabbrividire, mentre la sua mano mi sta già stuzzicando fra le gambe. "Sei tutta bagnata, porcellina verginella..." Mi sussurra ridendo.
"Smettila, smettila..." La imploro sottovoce. "Davvero? Se vuoi, smetto." Non rispondo, mi limito a sospirare e chiudo gli occhi. Poi tutto è come un dolcissimo incubo: mi ordina di aprire le gambe e io obbedisco. Mi dice 'ora solleva le ginocchia' e io lo faccio. E poi mi manca il respiro, mentre avverto la sua bocca calda posarsi sulla vulva, e la sua lingua guizzare abile, dopo una lunga leccata dal basso all'alto: mi stuzzica il clitoride, deve tapparmi la bocca perché sto miagolando come una micina in calore, e mi lecca, oddio mi lecca la fica penso terrorizzata e beata, e mi abbandono a quell'incredibile bacio, a quella lingua furtiva e insinuante, fino a raggiungere un godimento pieno, un orgasmo che non smette, onde su onde di piacere puro fino a un dolcissimo sfinimento.

Quando mi riprendo Irma mi sta coccolando, carezze e bacini, e me le godo; sono tutta molle, non riuscirei a muovermi nemmeno volessi; ma non voglio, voglio invece ripensare a quel che è successo, cercare di rivivere quel lunghissimo attimo, mentre lei continua a carezzarmi.
"Avevi proprio il fuoco nascosto, micina", sussurra pizzicandomi un capezzolo. Le nascondo il viso sul seno, godendomi il morbido contatto, ma non resisto alla tentazione birichina e le prendo un capezzolo fra i denti: non stringo forte, solo quanto basta per impedirle di tirarsi indietro, ma lei non ne ha l'intenzione, anzi ride, mi sussurra che bello, sì che mi piace, succhiamelo anche: e obbedisco, divertendomi a sentire il capezzolo che si indurisce; e poi, mentre mi dico che sto dando fuori di matta, cerco con la mano la sua fica, la trovo morbida, liscia, bagnata: la masturbo meglio che posso, mentre lei sospira e mi fa i complimenti, "brava cucciolina, così...Ma adesso baciamela, non mi accontento di carezze sai?"
Questo no, penso; c'è un limite, stanotte sono folle ma non più di così; e mentre mi ripeto questi saggi pensieri, mi trovo china su di lei a respirare il profumo acre, eccitante, del suo sesso. Non ce la faccio, so che vomiterò, mi dico; e intanto timidamente accosto la bocca, faccio guizzare la lingua. Irma ora si sta masturbando, dopo aver passato la mano sotto una coscia. "Cosa fai sporcacciona", le sussurro tirandole via la mano; e poi io sono l'attrice del video porno lesbo, solo che non è una finzione: mi piace quel che faccio, mi piace l'idea di farla godere; le infilo le dita nella fica madida di umori, addirittura voglio provare... E lei geme e sussulta e mi incoraggia mentre le penetro l'ano con il medio e le infilo il pollice nella fica; e mentre la masturbo così lecco, succhio, pensando godi troia, godi fammi sentire come godi...
Irma arriva al piacere facendomi faticare; mi confesserà poi che lo faceva apposta a trattenersi perché le piaceva troppo quello che le stavo facendo. "Ma tu davvero non avevi mai fatto l'amore con una ragazza?" Mi chiede sbalordita. "Mai, ti giuro." "E allora da dove ti arriva questa frenesia?"
Non lo sapevo, non l'avrei mai immaginato; e adesso che sono più calma mi preoccupo per Grazia, mi sembra di averle fatto uno sgarbo; ma Irma ride, "non preoccuparti" mi dice, lo sapeva già, addirittura lei voleva scommettere che non sarei riuscita a sedurti, "ma io non scommetto mai. Tu però, santarellina... Ma davvero non avevi mai provato?" "Mai, te lo giuro. Ero solo curiosa; e mia sorella, che ha fatto il liceo qui, mi aveva spiegato; così insomma... Volevo provare, abbiamo fatto una cosina con Malisa, e poi quando sono venuta qui..." Ridiamo insieme, arrossisco e le nascondo il viso nel petto.
"Succhiami i capezzoli, sei bravissima a farlo, dai..." Mi sussurra Irma. Certo, ne avevo voglia anch'io. Mi piace e mi eccita sentirli indurirsi sotto la mia lingua, mentre li succhio e li mordicchio piano, e mi piace sentire lei che sospira e mugola soddisfatta. Ma mi interrompo, qualcuno si è seduto sul letto! Eppure non ho sentito aprirsi la porta, chi può essere? Una risatina, e la voce di Grazia che sussurra: "belle cose, voi due! E che amiche siete, a non invitarmi nemmeno per un assaggino?"
"Continua, cucciolina, non smettere," mi sussurra Irma.
Ma resto così, basita, senza sapere bene cosa fare; finché avverto una bocca calda sul culo, e un morso al limite del dolore. Poi Grazia si allunga su di me, mi morde delicatamente il collo, mi lecca un orecchio e mi dice: hai sentito cosa dice Irma? Non devi smettere, qualunque cosa accada, finché non te lo diciamo; capito verginella?"
Ho paura, non so cosa può succedere, ma sono anche eccitata, e intanto obbedisco ricomincio a succhiare le tettine di Irma, mentre Grazia scivola giù, mi divarica le natiche, fa una risatina: "ma guarda che bel culetto vergine, vien voglia di mangiarlo crudo..." E poi la sua bocca lì, la sua lingua che guizza. "Tira su il culo verginella," mi intima. Obbedisco. E di nuovo la sua bocca famelica, la sua lingua vibrante. Poi le sue dita, dure, prepotenti, dentro la mia fica; si aprono, me la allargano; entrano ancora più a fondo, mi scappa un gemito mentre il mio imene ancora intatto si rompe.
Sverginata. Da una ragazza.
Beh, brucia un po', ma non è poi quella tragedia.
Grazia sussulta. Sfila lentamente le dita. "Cazzo... Cazzo, era davvero vergine! Irma, ho fatto un casino!"
"Piantala, scema che sei, le intimo con calma."
"Ma ti ho sverginata davvero! Ti ho fatto male? Oddio sono una bestia, perdonami cucciolina ti prego! Dammi due sberle, picchiami!"
Irma interviene: "basta adesso, vuoi che arrivi qui tutto il convento? Piuttosto controlla, avrai sporcato il lenzuolo di sangue."
E' così, poco per fortuna; Irma dice che dirà di aver avuto le mestruazioni in anticipo; "le suore borbotteranno un po', non le va di cambiare i letti prima del previsto, ma io sono sempre un po' irregolare e non ci saranno problemi. Piuttosto tu Grazia, cosa ti è venuto in mente di essere così violenta?"
Grazia singhiozza lentamente e tira su col naso: "io... io ero un po' gelosa, non immaginavo, non credevo davvero..."

Mi alzo con calma e vado in bagno a darmi una lavata, mentre loro due bisticciano sottovoce. Poi torno di là ostentando la massima calma, nuda e indifferente. Loro mi guardano in silenzio. Guardo in silenzio Grazia, che abbassa gli occhi. "Non ti pare di dovermi qualcosa?"
"Sì sì, tutto quello che vuoi."
"Allora mettete a terra i materassi accostati. E copriteli con le lenzuola." Obbediscono in silenzio. "E adesso fatemi dimenticare quello che è successo." Mi sdraio in mezzo, gambe un po' aperte, una sollevata; chiudo gli occhi e sospiro.

Non devo aspettare molto; sussurrano qualcosa, poi Grazia mi prende una mano e mi succhia le dita dolcemente. Fa lo stesso con l'altra mano, poi scivola giù e comincia a succhiarmi le dita dei piedi: questa non l'avevo mai provata, è un piccolo lampo di libidine, mi piace un sacco la sua lingua che si insinua fra le dita, lecca, la bocca che succhia, dito per dito, mentre già sento la fica palpitarmi. E Irma, per non essere da meno, mi bacia a lungo in bocca, a labbra aperte, succhiandomi dolcemente la lingua, solleticandomi il palato. E' una delizia lasciarmi coccolare così, non riesco a trattenere i brividi e i piccoli soffocati gemiti di piacere.
Poi sento le loro bocche calde, umide, scivolare in basso quella di Irma e risalire in alto quella di Grazia, un po' su una gamba un po' sull'altra. L'abatjour illumina appena la camera, quanto basta per godermi non solo le sensazioni ma anche la vista di queste due belle puttanelle nude che si danno da fare per deliziarmi.
Ora Irma mi sta succhiando le tettine, mentre Grazia già si dà da fare a leccarmi l'interno delle cosce. Mi alzo, mi metto a pecorina; Irma ha già capito, scivola sotto di me e ricomincia a succhiarmi i seni; poi la voglia di godere mi sale sempre più. Sottovoce do' gli ordini: "tu Grazia devi leccarmi bene il culo, e masturbarmelo anche, ma dolcemente! E tu Irma... Hai già capito, vero?"

E poco per volta mi portano alla soglia del paradiso; sono esperte, abili, sono due belle figliole, conoscono tutti i trucchi dell'amore saffico; e non so quante volte mi fanno godere, so solo che a un certo punto sono addirittura svenuta facendole spaventare. Ma che brave puttanelle tutt'e due, soprattutto Grazia che vuole ottenere il mio perdono: mi ha sapientemente dilatato l'ano con la saliva e le dita, riesco a tenerlo rilassato, a parte qualche palpito di piacere, a godermi la sua lingua sapiente, mentre subito sotto Irma mi ciuccia dolcemente il clito facendomi impazzire; finché forse nell'ennesimo orgasmo perdo i sensi.
Mi risveglio nel letto di Irma, fra le sue braccia, con Grazia in ginocchio accanto al letto che mi carezza le mani e mi lecca dolcemente le dita, come una cagnolina affettuosa.

"Basta ragazze vi prego... non ce la faccio più."
"Debito pagato?"
Rido sottovoce. "Pagato con gli interessi e anche con un acconto per il prossimo incontro, quando vorrete..."
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