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Virginia e la strana coppia


di bube
14.12.2022    |    715    |    1 8.0
"E com'è stato?" "Strano, eccitante, insolito..."

Me ne capitano di tutti i colori, forse ve ne ho raccontata già più d'una; ma come questa, mai. Mai finora, intendo; perché chi può dire cosa ci aspetta domani?
Insomma: mi contatta una coppia per una settimana di barca, precisando che volevano essere solo loro due. Lei una bella signora su trent'anni o poco più, lui un ragazzo bellissimo, decisamente più giovane.

In verità ero io ad averli immaginati coppia, loro non si erano presentati come tali né come parenti, e non stava certo a me fare domande. Li avevo avvisati che il prezzo della crociera era fisso per l'uso della barca, qualunque fosse il numero dei partecipanti. Non fecero obiezioni. Concordammo un percorso di massima, un giro per le isole dell'arcipelago toscano; la loro unica richiesta era di pernottare possibilmente in qualche cala protetta anziché in porticcioli turistici.

Erano norvegesi: Inge lei, Nikko lui; ambedue parlavano bene l'inglese, e conoscevano la barca a vela quanto bastava per potermi dare una mano al bisogno. Cosa pretendere di meglio?
L'unica cosa su cui insistettero fu il loro desiderio di poter sostare in luoghi riparati ma soprattutto tranquilli; perché loro erano naturisti convinti e se a me non dava fastidio avrebbero preferito godersi la crociera nudi.

"Nessun problema," li rassicurai; "l'importante è che calziate scarpe adatte per potervi muovere con sicurezza in barca."
"Certo, lo faremo; ma lei miss Virginia? Non le darà fastidio restare vestita?"
"Anzitutto, niente miss, Virginia e basta; e no, non mi dà fastidio né stare vestita né stare nuda; anzi, potete scommetterci, almeno nelle soste e nei bagni in mare starò nuda molto volentieri."
Soprattutto Nikko mi fece un sorriso largo così. Stai fresco, gli dissi mentalmente, se credi di avere da me qualcosa di più oltre a potermi vedere nuda!

La stagione turistica era appena all'inizio, quindi le possibilità di potersi ancorare in cale quasi deserte erano più che probabili. E la crociera iniziò.
Loro due, dopo avermi aiutata validamente nelle manovre relative all'uscita dal porto, erano andati di sotto nella loro cabina. Glie l'avevo detto che avrebbero potuto benissimo usare ambedue le cabine, ma con grandi sorrisi avevano risposto che preferivano dormire insieme.

La prima tratta fu verso l'isola del Giglio: avevamo da poco passato Punta Lividonia e ci allontanavamo dalla costa; era una bella mattina serena, e il sole già cominciava a scaldare; sentii le loro voci allegre, mentre salivano; mi girai verso di loro, e...
Erano tutt'e due nudi; Inge, la bella signora, in realtà era una transessuale; a dire meglio era una bellissima ermafrodita: un bel corpo decisamente femminile, morbido e sensuale, ma provvista di un bel pene e di testicoli. E Nikko non era un ragazzo, era una ragazza: una normalissima, bella ragazza poco più che adolescente.

Scoppiarono a ridere ambedue a vedere la mia faccia. Non mi ero mai sentita tanto stupida! Inge si accostò a me, mi fece una carezza e: "spero che tu non te la sia presa; so che sei una ragazza molto disinvolta a non convenzionale, vero? Ma spero davvero che questo non comprometta la nostra vacanza!"

Scossi la testa sorridendo. "No, certo che no, solo che... Bene, se volevate farmi una sorpresa, ci siete riuscite eccome! In fondo sono contenta, sai? Siamo fra noi donne, meglio di così?"
"Mi piace che tu mi consideri una donna: sapessi quanti pregiudizi..."
"Lo immagino, non dev'essere una vita facile per te. Ma Nikko? Perché si veste da maschio?"
"Ah, solo perché mi diverte!" Risponde Nikko, e ridono, tenendosi allacciate per i fianchi. "E comunque, il mio nome va bene per un ragazzo come per una ragazza. Ma é divertente intuire i pensieri della gente che non ci conosce!"
"Per esempio," interloquisce Inge "leggere in faccia ai benpensanti: ma quella signora, non si vergogna a stare con un ragazzo tanto più giovane? Si vede che le piace la carne fresca... Il bello è che è vero, mi piace sì la carne fresca, vero amore?" E bacia Nikko in bocca.

Rido e applaudo. "Ragazze, fate benissimo a prendervi tutto il piacere che volete! Del resto io sono lesbica, non so se lo sapete, lo sanno tutti al porto... "Loro due annuiscono sorridendo. "Caso mai, mi farete invidia; ma pazienza."
Si guardano con un sorriso d'intesa, poi si sdraiano sui materassini del pozzetto, ed io mi do da fare a regolare le vele, controllare gli strumenti, insomma fingo di essere occupatissima; ma non posso fare a meno di sbirciare quelle due, che sdraiate al sole si stanno carezzando languide e scambiandosi baci. Non solo: Inge dev'essere davvero sensibile, perché anche se le carezze di Nikko sono quasi innocenti, il pene sta manifestando senza equivoci la sua eccitazione.

Non mi piace far finta di niente, e non mi piace nemmeno che loro pensino che io faccia finta di non guardare perché sono scandalizzata; ce ne vuole a scandalizzare me; Inge non può saperlo, una volta ho avuto la mia esperienza con una trans: era stata più curiosità che altro, ma tutto sommato non mi era dispiaciuto affatto.
Così mi giro verso di loro, sfoderando il migliore dei miei sorrisi: "siete davvero carine, sapete? E tu Inge, complimenti, non solo sei una bella donna, sei anche ben fornita!"
"Peccato che tu sia impegnata a pilotare, se no ti inviteremmo a prendere il sole con noi."
"L'invito è valido anche per dopo?"
"Certo Virginia, non c'è scadenza..."
"Allora state a sentire: c'è solo una brezza leggera, solo più tardi dovrebbe rinforzare; ma se avete voglia di un bel bagno al largo, ammaino le vele, calo l'ancora flottante e la barca sarà quasi ferma. Allora potremo farci un tuffo tutt'e tre; vi va?"
"Solo se ti spogli anche tu."
"Certo, dovrò solo calzare le pinne; la barca resta sola; al minimo incidente, per improbabile che sia, potrebbe allontanarsi da noi, e voglio essere sicura di raggiungerla."

Non avevano mai usato un'ancora flottante, quella specie di secchio di tela senza fondo che si assicura a prua con un cavo e resta quasi a galla a frenare il moto della barca, che comunque spinta dal vento anche leggero si muove sempre; ma frenata dal marchingegno, si muove davvero poco, molto meno della velocità di un buon nuotatore.

Così, giù le vele, in acqua l'ancora flottante, e docilmente la barca si gira con la prua al vento.
Mi spoglio rapidamente, calzo le pinne, e dopo aver somministrato due amichevoli sculacciate a quelle due matte mi tuffo. Mi seguono subito; mi raccomando ancora di nuotare comunque a poppa della barca; ma la brezza è leggera, e il movimento dello scafo non è davvero tale da preoccuparci. Le due belle ninfe norvegesi nuotano benissimo, ci godiamo il bagno e io mi limito ad ammirarle, e anche a invidiare le carezze e i baci che si scambiano in acqua.

Poi risaliamo a bordo. Loro sono felici, è stata un'esperienza nuova e me ne ringraziano. Ritiro l'ancora flottante, poi su le vele e ci muoviamo verso il Giglio. Non ci vuole molto per arrivarci; cerco una caletta riparata dal vento: ne trovo addirittura una deserta, e giù l'ancora.
Poi ci diamo da fare a preparare pranzo; dopo di che un brindisi di whisky, e andiamo a sdraiarci al sole tutt'e tre insieme. Inge insiste perché io stia in mezzo. Chiacchieriamo un po', Nikko si diverte a stuzzicarmi solleticandomi qua e là, mentre Inge mi chiede se mi sia mai capitato con una trans.

"Sì, una volta, e me la sono cercata. Volevo fare quell'esperienza; e sai perché? Io non sono vergine, ma non ho mai fatto l'amore con un maschio: ho voluto che fosse una donna a sverginarmi."
"Un'idea davvero romantica... E com'è stato?"
"Strano, eccitante, insolito... Solo un po' fastidioso all'inizio. Devo dire, l'unica volta che ho fatto l'amore - se posso chiamarlo così - senza godere davvero."
"Quindi non l'hai mai più cercata quest'esperienza?"
"No, mai."
"E... non vorresti, adesso...?" Mi sorride con aria invitante.
Guardo Nikko: anche lei mi sorride, facendo cenno di sì.
"Senti, Inge... Sì che vorrei adesso, ma non qui: sotto, nella mia cabina; io e te sole, se siete d'accordo".

Loro due si interrogano con lo sguardo, Nikko fa cenno di sì sorridendo. Quindi Inge si alza, mi prende per mano, scendiamo la scaletta; senza una parola ci facciamo la doccia. Ci asciughiamo a vicenda. E lei mi bacia. Un bacio lungo, succoso, dolce ed eccitante; muovo lentamente i fianchi strofinando il pube contro il suo; sento il cazzo di lei gonfiarsi. "Ti ho desiderata appena ti ho vista, sai?" MI sussurra.
Faccio una risatina palpandole il cazzo, che risponde drizzandosi prepotente. Ma poi mi viene un dubbio:
"Sei sicura che a Nikko non importi? Possibile che non sia gelosa?"
"Certo che lo è; ma questo è un caso speciale; anche lei ha voglia di far l'amore con te, sai? Ma mi ha lasciato fare il primo passo, vuol essere sicura che noi due andiamo d'accordo in questo, così quando saremo insieme tutt'e tre non ci saranno problemi. Dai, portami nel tuo letto..."
Sono solo due passi dalla doccia al letto; ma è giusto, devo essere io a invitarla nel mio nido. Ci sdraiamo, ci abbracciamo, ci baciamo e sono subito carezze, lunghe e tenere ed eccitanti. Poi mi coglie la frenesia: il ricordo di quella mia esperienza svanisce; ora c'è solo lei, Inge: bella, morbida, femmina davvero, una rara femmina con un incredibile coso fra le gambe; ma non mi pare strano, solo eccitante, per una volta potrò gustare l'amore da femmina senza dover provare disgusto per un maschio.
"Prendimi, Inge... Prendimi, fammi l'amore, fammi godere ti prego ti prego ti prego..."
La mia voce si spegne in un sussurro. La guardo con occhi adoranti. Lei mi sorride, si passa la lingua sulle labbra; io apro le gambe e le sollevo...
"Sei tutta bagnata, brava," mi sussurra; ed ecco, trattengo il respiro, chiudo gli occhi, mentre quel suo incredibile cazzo mi penetra, mi stimola, danza dentro di me; la avvinghio alle reni con le gambe, accompagno i suoi movimenti coi miei, lasciandola decidere come e quando. Le vado incontro quando affonda in me, mi ritraggo quando si ritrae, ma sto bene attenta a non perdere mai il contatto; finchè poi sento avvicinarsi l'orgasmo; e allora comincio a guizzare più velocemente contro di lei, grido, la incito, le urlo oscenità, per esplodere finalmente in un orgasmo incontenibile.

Forse ho perso i sensi per un momento. La guardo trasognata: lei mi guarda sorridendo; mi fa tanti piccoli baci teneri; mi vengono addirittura due lacrime di commozione.
"E' stato un sogno." Le sussurro. "Un incanto. Un vulcano. Un paradiso. Un... non so come definirlo!" E la bacio, la stringo a me, le mordo teneramente le labbra; sento addirittura un piccolo guizzo del suo pene dentro di me. "Ma tu... A te è piaciuto?"
"Se mi è piaciuto? Ma non te ne sei accorta, Virginia? Ti son venuta dentro, mentre tu godevi! E' stato fantastico!"
Resto un attimo perplessa; le confesso la mia ignoranza, le esprimo il mio dubbio: "potresti avermi messa incinta?" Si fa una bella risata: "non è possibile, il mio sperma è sterile! Vai tranquilla Vi."
"E Nikko...? Non è che lei potrebbe essere gelosa?"
"Chiediglielo, è lì."

Mi volto verso la porta: Nikko è poggiata allo stipite; sorride; si sta ancora stuzzicando la fica; ride; si avvicina al letto, si siede accanto a noi: "non ho mai goduto tanto masturbandomi, sapete voi due porcelline? Però la prossima volta voglio giocare anch'io!" E mi si butta addosso, mi solletica, mi pizzica forte i seni, mi morde il collo; io dapprima non so come reagire, poi la cosa mi eccita; le afferro le natiche, gliele strizzo; però che sode che le ha! E allora gliele divarico, cerco i suoi teneri buchini; non arrivo al clitoride, ma poco male, la sua dolce fichetta é fradicia di piacere; e il suo culetto palpita, un po' mi invita e un po' mi rifiuta.
Finché Inge le molla uno sculaccione facendola sobbalzare. "Allora, vuoi lasciarla in pace cinque minuti?"
"E perchè?" Chiede aggressiva. "E' da ieri sera che non facciamo l'amore, e tu con chi lo fai? Con Virginia, va bene; allora perché non anch'io?"

Cerco di fare da paciere: "ragazze, per favore, niente bisticci. Vi lascio sole, devo andare a fare pipì."
"Falla bella lunga," ride Nikko; "almeno un quarto d'ora, per favore!"
Le sento bisticciare amorevolmente, è un gioco, è evidente; poi gli insulti affettuosi si acquietano; ora sono frasi sottovoce, parole tenere; le sento anche ridere e parlottare, sicché non riesco a trattenermi, mi affaccio a spiarle: Nikko è accucciata carponi fra le gambe di Inge, e le sta teneramente succhiando il cazzo, mentre Inge sospira e le carezza i capelli. Silenziosamente mi allontano; salgo su, decido di fare un tuffo rinfrescante, e poi risalgo in barca a sdraiarmi sui materassini prendisole.

Ho deciso di navigare fino all'Elba, lì ne troviamo finché vogliamo di posticini riparati; volendo potremmo anche arrivare in Corsica, visitare le Bocche di Bonifacio; ce ne sarà da scegliere. Intanto Inge e Nikko risalgono in pozzetto. Le metto al corrente dell'idea, approvano con entusiasmo; poi Nikko mi chiede se non potremmo rifare il bagno in mare aperto.
"Certo, ma ci farebbe perdere un po' di tempo; però posso suggerirvi un'alternativa: l'idromassaggio del Tirreno." Incuriosite, mi chiedono cosa sia. "Si tratta di assicurarsi a una cima e di scendere in acqua a poppa; e poi godersi la velocità nell'acqua, trascinate dalla barca. Ma niente imprudenze, mi raccomando: lasciare la cima significa correre un grosso rischio, non ci credereste ma potrei perdervi nel poco tempo occorrente a virare per tornare a cercarvi: e il mare non è piatto oggi... Capite bene?"
Spalancano gli occhi tutt'e due, mi giurano che staranno attente, ma vogliono provare a tutti i costi quell'esperienza. Il vento é rinforzato, la barca fila a una otto-nove nodi; controllo bene l'orizzonte, nessuno in vista; le assicuro bene alle due cime, faccio loro capire l'importanza di non perdere assolutamente il contatto, quindi le faccio scivolare in acqua. Dopo pochi secondi si stanno godendo la velocità dell'acqua addosso, gridano di gioia e di eccitazione, e non vorrebbero più risalire a bordo; ma dopo un ragionevole lasso di tempo, ordino di tornare su.

Quando sono a bordo non smettono un momento di parlare, ridere, scambiarsi impressioni, abbracciarmi e baciarmi. L'esperienza è stata un successo: mi fanno promettere che lo rifaremo al più presto. E Nikko, mentre mi abbraccia, mi sussurra: "non sai cosa ti sei guadagnata, Virginia... "
"Cosa?" Le chiedo facendo la finta tonta; e lei, ridendo, fa un cenno a indicare noi tre.

Finalmente l'isola d'Elba è in vista. Mi dirigo verso la cala della Fetovaia. Anche lì, poche barche e soprattutto mare calmo: l'isola ci protegge dal maestrale. Il resto della giornata termina con la routine per l'ancoraggio della barca, il bagno nell'incantevole mare, e infine la preparazione della cena. Poi finiamo la bottiglia di whisky; Inge e Nikko vanno nella loro cabina a prepararsi per la notte, mentre faccio lo stesso; e poi eccole, deliziose, nude, sorridenti.

Ci mettiamo a letto, Inge in mezzo; poi io e Nikko cominciamo a coccolarcela; un bacio ciascuna, ma subito dopo Nikko comincia a baciare Inge nel collo, per scendere poi sul seno: mi piace stare a guardare per un po', godermi il sorriso di Inge e i suoi sospiri, e i capezzoli che si inturgidiscono; allora mi chino su di lei, le prendo in bocca l'altro capezzolo, e lei si dimena lentamente mugolando. E' evidentemente eccitata, e nel suo caso basta guardarla per capirlo: il suo pene roseo è eretto e pulsa ogni tanto in una contrazione.
Poi scendo coi baci, mi attardo a mordicchiarle e a leccarle la morbidezza dell'anca, e le solletico dolcemente i testicoli. Nikko mi guarda con un'aria di finto rimprovero, quindi anche lei scivola giù e inizia a baciarle il cazzo, percorrendolo tutto con la lingua; si ferma un momento, mi chiede se io avessi mai fatto un pompino: no, naturalmente; "allora è la volta buona per imparare," sussurra.

La sua bocca, la sua lingua, riprendono a stuzzicarlo; poi succhia lentamente il glande. Mi guarda con un muto invito.
Mi batte forte il cuore: la ragione mi dice no, cosa vuoi fare, non tradire te stessa; ma il mio istinto invece mi spinge, fallo Virginia, prendiglielo in bocca, non è un maschio, è solo una donna particolare... E quando ce l'ho in bocca sento come un guizzo nella vagina, che mi sta dicendo: ieri ho goduto con quello dentro di me, ora assaggialo, ti piacerà...
Mi piace, eccome se mi piace! Che emozione: sto facendo un eccitante pompino, assaporo il gusto dolciastro del liquido prespermatico, vorrei arrivare fino in fondo, ma Nikko me lo ruba: del resto è suo, ha ragione. E allora resto a guardarla, a godermi dal vivo, in primo piano, lo spettacolo incantevole di una bocca morbida e calda che sta procurando un dolcissimo orgasmo alla sua amata.
Nikko mi invita con lo sguardo, apre la bocca, dardeggia la lingua, e mi unisco a lei: sensazione tenera ed eccitante, l'incontro delle nostre lingue su un glande gonfio di desiderio, un bacio a tre molto particolare... Poi Inge geme, mugola, si inarca; ed ecco, sta godendo in bocca a tutt'e due, fiotti generosi di sperma caldo, mentre io e Nikko non ne perdiamo una goccia, finché Inge si rilassa beata.
Io e Nikko ci guardiamo sorridendo; chiudo gli occhi e sospiro per esprimerle il mio piacere; poi lei scavalca agilmente il corpo di Inge e mi abbraccia. "Voglio tanto leccarti la fica, Virginia... Da quando t'ho vista che la desidero... Una bella fica morbida e appetitosa come la tua... Sentire il tuo sapore... Farti godere così, succhiare il tuo godimento..."
"E cosa aspetti allora? Fallo, fammelo subito, ne ho voglia anch'io!..."

Ma me la fa sospirare la sua lingua; prima mi bacia in bocca; poi scende coi baci, ma lentamente, quanto lentamente!... E mi proibisce di toccarmi, su le mani, mi ordina, su le mani e arrenditi!
Poi finalmente... Prima la sua bella bocca che si unisce alle labbra della mia fica; e la lingua che inizia con cautela, si direbbe timida: guizza, assapora con piccoli colpi, e finalmente succhia, lecca, e lei mugola mentre mi assapora...

La mia vagina piange lacrime di piacere, le gocce vischiose scivolano giù; lei le raccoglie nelle dita, me le spalma sull'ano, me lo stuzzica; e poi ecco, mi penetra strappandomi un gemito di piacere puro. E mi masturba a lungo, senza smettere di leccarmi, finchè con un lunghissimo tremito mi inarco, sussulto, e godo, godo nella sua bocca, nelle sue dita che non smettono di penetrarmi, e affondano ad ogni mio guizzo di piacere.

Quando riprendo fiato e apro gli occhi, tutt'e due sono accanto a me, sorridenti; mi guardano contente, Inge addirittura applaude; ma poi protesta ridendo: "e a me, nessuno pensa? Va bene che sono la più vecchia, però ho le mie esigenze!"
Nikko la abbraccia, se la coccola: "amore mio, ci penso io a te..." E ci pensa sì: perché Inge non è certo esaurita, anzi: il suo bel pisellone è di nuovo eretto e Nikko, appena se ne accorge, con un gridolino di gioia le si mette a cavallo, lentamente lo imbocca nella sua fichina vogliosa, e scivola giù; lì si ferma un momento, poi inizia a dimenarsi in tutti i sensi: su e giù, poi restando giù muove in piccoli cerchi il bacino, e intanto incita la sua Inge: "dai, ora fottimi, fammi godere!" E tenendola stretta a sè si gira supina.

Inge ora può scoparsela come vuole, Nikko mugola e geme e miagola e le sussurra tenere oscenità, almeno credo che lo siano perché stanno parlandosi nella loro lingua, ma il tono delle voci è inequivocabile. Scivolo giù dal letto silenziosamente, mi appoggio allo stipite della porta, voglio fare la guardona per un po', e non posso fare a meno di toccarmi, perché loro due sono eccitanti quanto mai; è la prima volta in vita mia che assisto a uno spettacolo d'amore come questo: non voglio perderlo, vorrò ricordarlo a lungo, e mi masturbo dolcemente, fino a scivolare accucciata sulla moquette, aspettando il momento culminante della loro unione per poter godere in sintonia al loro piacere.

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