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Dare Ring 14: Il turno delle punizioni (parte prima)


di TheSecretStoryteller
04.07.2023    |    2.172    |    3 9.3
"Non credo abbia concesso a molti ragazzi il privilegio di fare quello che sto per fare io e con me è la prima volta e poi di nuovo, ci sono tutti intorno..."
Scusate per le continue interruzioni a quello che sta diventando un vero stillicidio ma sono stato in vacanza. Prometto che porterò a termine questo racconto quanto prima.

Una strana reticenza cade sul gruppo relativamente al sesso. Abbiamo giocato fino a questo momento, in un crescendo incessante di erotismo, ma adesso è siamo abbastanza stanchi, il che è anche comprensibile, visto che non ci siamo fermati un attimo. La cosa che rende particolare questo momento di pausa è che continuiamo a stare nudi. La nudità, non coperta più dall’erotismo, ci causa inizialmente un certo strano imbarazzo. Ma anche quello viene superato e riscopriamo la nostra nudità come una specie di condizione naturale (e di fatto che cos’è la nudità se non la nostra condizione naturale?). Per un poco, mentre siamo seduti sui divanetti in cucina, si parla un po’ dei nostri corpi, commenti per lo più positivi ovviamente, così da non offendere nessuno poi la conversazione si sposta ai classici pettegolezzi su quello che ha lasciato quella per x e y motivi. E a me sembra così assurdo che siamo qui, completamente nudi, a vederci per la prima volta, dopo aver fatto i diavoli tra di noi e ora sembra come se sia tutto passato. Ma non è passato un bel niente… la qualità della nostra amicizia, dei nostri rapporti, dei nostri sguardi è cambiata. E non è un cambiamento a cui sia facile adattarsi, ci vorrà tempo prima che io (e non solo io) riesca a adattarmi psicologicamente agli eventi di questa notte folle. Mi fa così strano mettermi a parlare dei miei film preferiti o dell’ultima porcata del politico tal de tali mentre sono a cazzo di fuori con la mia nuova ‘fidanzata’ – fino a poche ore prima appena amica – accanto a me, che mi stringe la mano e mi dà i bacini sulla spalla. Nuove sensazioni, una nuova vita dopo stanotte. A un certo punto non reggo più l’assurdità di tutta la situazione e Ilaria, resasi conto del mio disagio, capisce che il modo migliore per farmi tranquillizzare è farmi andare a rimuginare un po’ da solo e mi dice che è il mio turno per la doccia, che in quel momento è occupata da Marco. Sono passati già quaranta minuti di pausa quando io vado in bagno per dire a Marco di spicciarsi e prendere il suo posto. Entrato in bagno, lo trovo sotto la doccia insieme con Monica, mentre pomiciano allegramente, stringendo con vigore ciascuno il culo dell’altra. L’acqua della doccia gli scorre addosso, bagnando la schiena e il culo di Marco e i capelli di Monica.

“Ehi ragazzi… non vorrete mica essere beccati a fare cose zozze di nascosto e rischiare una nuova punizione” faccio non appena li vedo. In circostanze normali, avrebbero dovuto ignorarmi e forse essere infastiditi dalla mia presenza ma è da varie ore che ci stiamo baciando, palpando, masturbando e leccando davanti a tutti; quindi, non ha alcun senso che loro siano infastiditi dalla mia presenza. E infatti Monica si stacca subito dal suo trombamico (ormai definirlo ‘ragazzo’ non ha alcun senso) e mi chiede se sono lì per farmi la doccia. Rispondo affermativamente.
“Vieni pure avanti, noi ce ne andiamo subito” mi fa Monica, con uno sguardo stranamente malizioso. Quando mi avvicino lei esce dalla cabina della doccia e mi tira una sonora pacca sul culo, sorridendomi. Non so bene che atteggiamento tenere ma mi ricordo del patto che ho con Francesca.
“Ehi ricordati del mio patto…”
“Ah già, il fidanzatino. Non preoccuparti, non voglio insidiarti la mia era una toccata in amicizia…” ‘Già, come se tra amici fosse normale toccarsi il culo’ vorrei replicare ma resto zitto. Monica e Marco escono dalla doccia senza chiudere l’acqua, che inizia a scorrere sul mio corpo, levandomi il sudore che ho accumulato durante tutta la serata. Non resto comunque da solo a lungo, dopo che Marco e Monica sono usciti, perché subito Giovanni entra nel bagno.
“Ciao, scusa… la sto tenendo da troppo e mi vergognavo a farla davanti a una ragazza” si giustifica poi, avvicinatosi al cesso, si mette a pisciare. Mi sento un po’ imbarazzato… anche se mi chiedo perché dovrei esserlo. Comunque, quando ha finito e tirato lo sciacquone, sentiamo bussare alla porta del bagno. Subito, Giovanni va ad aprire. È Francesca. Mi chiedo se non stesse pensando chissà che cosa riguardo a me e Giovanni soli in bagno… è stata la gelosia a spingerla a controllare? Come che sia, Giovanni la saluta ed esce dalla stanza, Francesca si assicura che la porta sia chiusa, mi si avvicina e ci guardiamo intensamente negli occhi, prima di darmi un piccolo bacio sulla bocca. È una scena molto tenera.
“Ehi, siamo sicuri che Ilaria ce lo farà fare?” le chiedo, riferendomi alla regola per cui è vietato fare attività sessuali in quel momento.
“Non voglio fare niente…” fa lei, come se ci credesse davvero, ma subito dopo aggiunge: “Però posso darti una mano a insaponarti.”
“Già… sulla schiena non riesco mai ad arrivarci” replico io, come se avessi l’intenzione di farle insaponare solo la schiena… ma ovviamente, chiusa l’acqua e passatole il flacone di bagnoschiuma, le sue mani fini iniziano a insaponarmi in ogni dove. C’è un chiaro erotismo nella cosa, ma lo teniamo abbastanza sotto controllo. È più come una specie di gesto tenero, che non serve a eccitarci ma a rafforzare il nostro legame. Le sue mani passano con cura sopra tutto il mio corpo, insistendo particolarmente sul mio culo, che a lei piace tanto palpare.
“Inizieranno a sospettare qualcosa di là mi sa” faccio io.
“E facciamoli sospettare!” risponde lei, allegramente.
“Ehi ma tu… insomma il patto di prima. Come credi che andrà a finire?” le dico io, senza sapere bene che pensiero ho in testa e come formularlo.
“Che intendi?”
“Cioè dopo questa sera… tra noi due…”
“Tu cosa vorresti?” mi chiede lei, pacificamente, ma la domanda mi spiazza. Capisco che mentire sarebbe inutile.
“Non lo so… Io ho pensato che Ilaria avesse organizzato tutto questo per me…”
“Non l’hai pensato solo tu. Lo si vede che sei il suo favorito” Fa lei mentre si piega per andare a insaponarmi le gambe e i piedi. Io faccio come per aiutarla ma lei mi dice di stare fermo. Vuole davvero essere la mia servetta, adesso. Mentre continua a insaponarmi mi dice: “Ma tu verso Ilaria cosa provi?”
“Beh, io… per me era la mia più cara amica e io ero il suo più caro amico. Ma dopo stasera, non lo so.”
“Tu ci staresti? Lei ti piace?”
“Io…” Non so cosa dire… non so cosa posso dire. Francesca mi ama, glielo si legge negli occhi. Non è solo una voglia di tipo erotico, si vede proprio che ci teneva a me già da prima e non ha mai avuto il coraggio di dirmelo. Come posso confessarle che sì, mi piace anche Ilaria e dopo tutto questo vorrei fidanzarmi anche con lei?
“Tommy…” fa Francesca alzandosi e mettendomi di nuovo le mani sul culo: “A me devi dire la verità. Non ti giudico e tra noi non cambia nulla.”
“Sì, cioè… Ilaria mi attizza… fisicamente. E una relazione con lei ecco… non mi dispiacerebbe. Sono una merda vero?”
“No non lo sei, sei solo stato sincero.”
“Sì ma io… tu…”
“Si troverà una soluzione. Vedrai che si faranno contenti tutti. Devi solo fidarti di noi ragazze.”
“Non sei arrabbiata?”
“No. Non è complicato solo per te. Tutti questi stimoli di stasera… è normale non capirci nulla.”
Sento che stiamo per baciarci di nuovo, quando all’improvviso è Ilaria a entrare nella porta del bagno. Trova Francesca che ha appena staccato le mani dal mio pene per insaponarlo ed è abbastanza evidente che era lì che le sue zampe si trovavano appena un secondo fa.
“Ehi, ehi, ehi! Ricordatevi che non potete farvi prendere dalla pazza gioia proprio adesso. Avrete modo di giocare ve lo assicuro, ma c’è altra gente che deve farsi la doccia.”
Un po’ imbarazzata dal rimprovero, Francesca si allontana da me, riattivando l’acqua affinché mi tolga via il sapone. Penso che questa interruzione sia stata un po’ triste perché potevamo farci una romantica doccia insieme e anche io potevo insaponarla toccando il suo corpo. Ma una privacy del genere sarebbe stata contraria allo spirito di quella sera. Non siamo qui per divertirci in privato. Comunque, Ilaria si porta via Francesca e io finisco la mia doccia ed esco. Mi fa così strano dover continuare a rimanere nudo dopo essermi asciugato. Torno nella cucina, dove stanno facendo il caffè per aiutarci a rimanere svegli per il resto della notte. Nessuno ha intenzione di andare a dormire, stanotte.

Altre persone si fanno la doccia, mentre le nostre chiacchiere si fanno sempre più piccanti e allusive. Nel gruppo, data la nudità e la prossimità fisica, crescono le occhiatine e le palpatine, condite con risate di imbarazzo da parte degli altri. A un certo punto, diventa ovvio che vogliamo ricominciare a giocare. Ilaria riesce con difficoltà ad evitare che la situazione degeneri prima che tutti abbiano finito la doccia ma quando tutti sono pronti ed è anche scaduta l’ora e mezza prevista ci ordina subito di metterci in cerchio per terra, dove eravamo seduti prima. Stavolta ci sediamo un po’ a caso, senza fare attenzione all’ordine preciso che c’era prima, durante i giri coi bigliettini. Accanto a me si piazza ovviamente Francesca, che continua stuzzicarmi con il contatto fisico. Dio mio, quanto la voglio…

“Bene bene, signore e signori, è il momento delle punizioni!” annuncia festosamente Ilaria dopo essersi seduta: “Ognuno di voi ha avuto una punizione per una violazione delle regole durante il gioco, quindi ci sarà da divertirsi! Visto che sono la vostra ospite e la festeggiata, sarò io a decidere le punizioni. Ma non agiremo a caso, infatti ciascuna punizione sarà decisa sulla base di una legge del contrappasso.”
La cosa suscita l’ilarità di Marco: “O no, è arrivata la professorina! È ora di Dante!”
“Silenzio, idiota. È una cosa seria questa” lo rimbecca Ilaria, ridacchiando: “Per ogni punizione dobbiamo trovare un contrappasso, cioè un legame specifico con la colpa che è stata commessa. Ho già qualche idea in testa, ma discuteremo delle mie idee con le persone coinvolte di volta in volta, in modo che nessuno si senta costretto a fare qualcosa che non gli piace.” Poi aggiunge: “Quanto a me, la mia punizione sarà l’ultima e non la deciderò io ma, per come ci siamo accordati prima, sarà decisa da Tommaso.”
Io sorrido sapendo di quanto potere dispongo su di lei in questo momento.
In ogni caso, il giro inizia. “La prima punizione che ho assegnato è stata quella di Vanessa. Se vi ricordate, quando eravamo tutti ancora abbastanza vestiti, Vanessa ha scoperto il culo di Tommaso quando le regole dicevano che doveva limitarsi a palparlo. Quindi adesso sarà Tommaso ad effettuare la punizione su Vani. Voi due” dice riferendosi a me e Vanessa: “Sedetevi qui al centro.”
Un po’ a malincuore, Francesca mi lascia andare e mi siedo per terra al centro del cerchio. Ormai sono abbastanza abituato al fatto che tutte quelle persone possono vedere il mio cazzo scoperto, per cui sto a gambe aperte senza troppi problemi.
“Bene bene… Vanessa. Sei stata abbastanza disobbediente con il nostro povero Tommaso. Io avrei una punizione da farti dare con un bel contrappasso…” fa Ilaria, volendo trasmettere una sensazione di misteriosa anticipazione.
“Di che si tratta?” domanda Vanessa senza sembrare particolarmente preoccupata. Non lo era neppure quando aveva commesso la “colpa” di scoprirmi il culo. Deve pensare che queste punizioni non siano niente di che. Sta lì tranquilla, anche lei senza curarsi più di tener chiuse le gambe per modestia.
“Mi era venuta in mente la spiegazione della mia vecchia prof d’italiano sul canto quinto dell’Inferno...” si mette a spiegare Ilaria con boria. Massimo la prende subito in giro: “Ao, la vuoi smettere di fare la prof e andare al punto? Che due palle!”
Ilaria lo zittisce dicendogli che il contrappasso è essenziale, poi si rimette a spiegare: “Nel canto quinto ci sono i lussuriosi. Nella vita terrena si sono fatti trascinare senza controllo dalla tempesta della passione e all’inferno, per punizione, sono fisicamente trascinati da una bufera infernale inarrestabile. Vedete che è successo? Il contrappasso ha reso concreta e fisica una cosa ‘astratta’ come la passione. Ha reso tragicamente vera una metafora. E allora io pensavo che il contrappasso anche in questo caso potesse essere una cosa del genere, cioè qualcosa che rende concreta una cosa ‘astratta’.”
Mi sorge il dubbio che Ilaria ci stia facendo tutta quella spiegazione semplicemente per tenerci sulle spine. Anche la calma apparente di Vanessa sembra incrinarsi quando chiede: “Quindi?”
“Beh… tu hai scoperto il culo di Tommaso. Quindi gli altri hanno potuto vederlo. Detta metaforicamente, hanno potuto penetrarlo con lo sguardo. Allora ho pensato che il contrappasso per te potesse consistere nel rendere più concreta la penetrazione del culo. Invece che da parte di una cosa eterea come lo sguardo, il tuo culo dev’essere penetrato da un dito di Tommaso.”
Cala il silenzio. Vanessa chiede: “Quindi, in breve, la punizione è che Tommaso deve mettermi un dito in culo?”
“Di preciso.”
“Ma è molto più grave di quello che ho fatto io!”
“Beh, tutte le punizioni saranno più gravi delle violazioni alle regole. È quello il senso di una punizione!”
Beh sì, Ilaria, potrai anche avere ragione, ma io non so come devo sentirmi rispetto al dover penetrare con le mie dita il culo di una mia amica… con Francesca che mi guarda da dietro. Sono convinto che farsi umiliare così davanti a tutti i suoi amici sia troppo per la seria Vanessa e che finalmente ci sarà un rifiuto in questo gioco. Ovviamente mi sbaglio. E così, dopo essersi fatta toccare il culo da tutti e aver fatto pompini davanti a tutti, Vanessa decide che il mio indice deve entrarle su per il culo. E io non posso che sentirmi incredibilmente eccitato dalla prospettiva. Il cazzo, che era rimasto moscio da quando era stata promulgata la pausa fino a questo momento, subito inizia a crescere di nuovo.
“Fa piano…” mi sussurra Vanessa con un fare che mischia preoccupazione, umiliazione e una punta di divertimento, poi chiede a Ilaria come deve mettersi e Ilaria le dice di mettersi a pecora, col culo e la fica rivolte verso di me e le gambe aperte. Passo un secondo a godermi lo spettacolo di quel culo tondo che sovrasta una passerina sinuosa e depilata. Mi sento potente nei confronti di quel corpo, la mia erezione cresce a vista d’occhio, ma non me ne vergogno e non provo a coprirmi. Ilaria mi incoraggia a sbrigarmi.

Con la mano sinistra tocco il culo di Vanessa. Percepisco la tensione della ragazza. Ha paura che io possa farle male e poi, tutti quegli sguardi a osservarci… tutte quelle risatine… Sposto la chiappa sinistra un poco in modo da scoprire il buchino. Eccolo lì, l’ano scoperto della seria Vanessa. La ragazza composta e irraggiungibile, la ben vestita Vanessa… ma adesso c’è il suo culo nudo davanti a me e quel buco da cui caca che ospiterà le mie dita. Mi metto l’indice della mano destra in bocca bagnandolo con la mia saliva. Il momento è giunto. Quasi tremando per l’eccitazione e l’imbarazzo, avvicino il dito all’ano di Vanessa. Gli sguardi di tutti vedranno il mio dito entrarle nel culo… davanti a tutti… questa non è una cosa che lei può sopportare. Sarà stata l’eccitazione della serata a farle dire di sì all’inizio ma mi accorgo, da uno spasmo che le viene, che ha cambiato idea. Questa umiliazione è troppo per una ragazza. Mi aspetto che d’improvviso si giri e mi dica di smettere. Sarebbe un suo diritto: del resto, nessuno può costringerla. Il mio dito avanza a mezz’aria. Vanessa sta tremando. Non credo abbia concesso a molti ragazzi il privilegio di fare quello che sto per fare io e con me è la prima volta e poi di nuovo, ci sono tutti intorno. Vanessa, che stava un poco sollevata sulle braccia, butta la faccia a terra e se la circonda con le braccia come a volersi coprire il volto. È un gesto nel quale scorgo la vergogna che l’attanaglia. Ora è lì, col culo in alto a portata del mio dito, e la faccia a terra, nella posizione della massima umiliazione. ‘La posizione delle troie’ mi viene da pensare, crudelmente. Finalmente il mio dito entra nel buco e da Vanessa si alza un gridolino di sorpresa, dolore e umiliazione. Gli altri sono muti in un silenzio tombale. Il mio dito procede a farsi strada in quell’ultima abominevole propaggine dell’intestino. Percepisco una resistenza, come una pulsazione dell’orifizio, la resistenza dei muscoli che provano invano a opporsi all’indebita intrusione. Da Vanessa si solleva un lamento a bassa voce, monotono, mentre io proseguo la penetrazione: ho già la prima falange completamente inserita e ora la seconda sta sparendo nell’orifizio. Arrivo a metà della terza falange, con il dito ormai quasi completamente inserito nel culo di Vanessa e inizio a muoverlo di poco avanti e indietro per stimolarla. Vanessa ha cessato ogni resistenza, ma continua a coprirsi il volto per la vergogna. Il mio cazzo svetta ormai completamente duro tra le mie gambe, una cosa di cui mi vergogno un poco, visto che in teoria sono ‘fidanzato’ con Francesca, ma di fronte a uno stimolo così intenso a livello sia sessuale che emotivo spero che potrà capirmi. D’altra parte, ormai sono diventato un crudele padrone e considero Vanessa completamente sottomessa al mio volere e alla mia voglia di umiliarla. Con la mano sinistra inizio a tirarle sganassoni sul culo e poi a tastarlo vigorosamente, mentre il mio dito continua per quasi trenta secondi ad essere sepolto nelle sue interiora. È stato il godimento più perverso di cui abbia mai fatto esperienza e non ho permesso a nessuno di interromperlo. Solo quando sono rimasto soddisfatto della mia crudeltà ho rapidamente “stappato” il culo di Vanessa togliendo il dito.

Vanessa si è subito sollevata dalla sua posizione e si è messa a sedere. Mi ha guardato con uno sguardo ambiguo, come se fosse pronta a piangere. Forse ho esagerato. Comunque, non mi ha detto niente. Nessuno ha detto niente. E siamo tornati a sederci nelle rispettive posizioni nel cerchio.

Ilaria, che non sembra essere rimasta scandalizzata dal truce spettacolo appena visto, incalza subito, e allegramente, con la prossima punizione… quella di Massimo. Ho un brivido. Allora non lo sapevo ma avrei poi scoperto che Ilaria e Massimo si erano accordati che Massimo la prendesse di mira durante il gioco. Massimo però aveva decisamente esagerato schiaffeggiandole il culo all’improvviso e senza il suo consenso. A differenza di quella di Vanessa, che era una punizione per la violazione di una sciocca regola di gioco, quella di Massimo sarebbe stata una punizione per una azione che era davvero sbagliata. Se tanto era stato fatto contro la povera Vanessa, permettendomi di divertirmi alle sue spese, chissà cosa aveva in mente Ilaria per Massimo.

Comunque, non appena Massimo si mette al centro del cerchio, scorgo della vergogna nel suo sguardo. Non mi sembra un sentimento appropriato a lui. Eppure, in quel momento tutti ricordiamo la sgravata che ha fatto. Sembra sinceramente pentito e anche un po’ spaventato, ma sento che farà tutto quello che Ilaria le ordinerà.
“Ah, il nostro Massimo. Certo che tu hai un modo tutto tuo di trattare le donne. Bene, il tuo contrappasso è semplice: imparare a trattarle come si conviene.” Con questa misteriosa affermazione, Ilaria va a sedersi sulla poltrona rossa, ancora macchiata degli umori di Vanessa, e spinge in avanti le gambe, lasciando i piedi a penzolare a mezz’aria.
“Li vedi questi miei bei piedini? Ecco, la tua punizione è semplicissima: devi leccarli. Devi farlo per bene e con dedizione e sarai perdonato. Se non ci metti impegno, ti faccio stritolare le palle, quindi ti conviene.” Lo stupore ci riempie solo in parte. Io mi aspettavo una cosa simile come punizione per uno che ha fatto la mano morta, e sono solo stranito dal fatto che non mi aspettavo che le cose in questo gioco andassero così tanto nel senso della dominazione e, conseguentemente, dalla sottomissione e dell’umiliazione. Vedo che alcune ragazze sono un po’ disgustate dal destino di Massimo. A suo favore versa lo stato dei piedi di Ilaria: si è da poco fatta la doccia e durante la pausa le ragazze hanno anche pulito a terra, quindi sono piuttosto lindi. Del resto, nessuno pretende di far ammalare Massimo, si tratta solo di un modo di umiliarlo.

Nel mezzo stupore generale, Massimo, il potente glorioso Massimo, così tronfio della sua autostima e della sua sedicente superiorità a qualsiasi altro essere umano, di sesso femminile o maschile che fosse, fino al punto da risultare, in certi casi, un’autentica testa di cazzo, si avvicina al piede destro di Ilaria e blocca la caviglia con le sue mani. Dopodiché avvicina il volto e, restando inginocchiato sotto di lei seduta, le da un bacio dritto sul palmo. Io non so come sia stato possibile ma quello che vedo dopo è una persona che inizia a leccare, slinguazzare e baciare quel piede senza tuttavia umiliarsi. Tanta è la passione, tanta è la maestria con cui tratta quell’appendice che nessuno del suo stupefatto pubblico riesce ad accennare ad un sorriso. Non sembra per nulla disgustato, per nulla umiliato, ma neppure sembra che la cosa gli piaccia. Se avesse dato quell’impressione, confesso che avremmo riso di lui come si ride di un qualsiasi feticista. E invece il nostro Massimo lo fa con una specie di senso del dovere, di espiazione personale, che ci rende impossibile ridere di lui. E così lo vediamo passare a succhiare e poi ingoiare completamente l’alluce di Ilaria e poi passare la lingua su ciascuna delle dita minori e infine bearsi di una altrettanto lunga e approfondita leccata dell’altro piede. La figura che suscita il riso in tutto questo è semmai lei, Ilaria, che sperava, tramite quest’umiliante punizione, di ottenere una superiorità rispetto a Massimo. Eppure, Massimo è così bravo a leccarle i piedi, che sono, dopotutto, una parte sensibile del corpo, soprattutto a questo tipo di stimolazioni, che Ilaria non riesce a trattenere un piccolo vagito che è di innegabile piacere. Molti ridono e Ilaria capisce che quella punizione si sta ritorcendo contro di lei e, un po’ stizzita, ne ordina l’interruzione. Massimo se ne esce con un: “Quindi sono perdonato?” che mi fa molto divertire. Ilaria dice velocemente di sì e i due tornano a posto, con la pianta dei piedi di lei ricoperta della saliva di lui.
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