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Dare ring 16: La cagna e tavolini umani (parte prima)


di TheSecretStoryteller
11.08.2023    |    6.901    |    4 9.8
"Non fa forte ma il messaggio è chiaro: ti conviene obbedire oppure possiamo umiliarti anche molto peggio..."
Durante i giri con i bigliettini, era successo che, per ordine di bigliettino due maschi, nello specifico Giovanni e Marco si fossero dovuti baciare. Nonostante i due avrebbero potuto rifiutarsi non l’avevano fatto. Giovanni aveva poi confessato di essere bisessuale, quanto a Marco aveva solo voluto provare e si era fatto prendere dall’eccitazione generale. Però Monica li aveva imbrogliati, non dando lo stop in tempo per godersi di più lo spettacolo e per questo aveva ricevuto una punizione. Punizione che ora sta per scontare.
“Vediamo vediamo… quale contrappasso scelgo? Beh, mia cara Monica è ovvio che devi fare qualcosa per loro due. Del resto, tu li hai umiliati un poco costringendoli a baciarsi per più tempo del previsto. Quindi immagino che anche la tua punizione dev’essere qualcosa di umiliante e che, per contrappasso, debba dare piacere a loro…”
Questo lungo proemio fu seguito da una rapida quanto crudele sentenza: Monica avrebbe dovuto spompinare sia Marco che Giovanni fino a farli venire e in entrambi i casi avrebbe dovuto bere il loro seme. “E leccarli fino a che non sono del tutto puliti” aveva aggiunto Ilaria, festante.
Questa sì che è una punizione bella tosta. Monica sembra fare una faccia disgustata al solo pensiero, ma si ricompone subito. Del resto, Marco era il suo quasi ragazzo, quindi probabilmente lo ha già assaggiato. L’incognita è Giovanni. E, del resto, la cosa in sé è già un bel problema. Mandare giù lo sperma di due ragazzi. Fa abbastanza schifo. E fa abbastanza da troia, visto soprattutto che siamo ‘in pubblico’.
Ma Monica accetta pacificamente la punizione e decide di iniziare con Marco. Il ragazzo è al settimo cielo. Apre bene le gambe da seduto e Monica si mette a pecorina per stare con la faccia a terra e iniziare a lavorare sul suo cazzo. Marco mette le mani dietro di sé e si concentra sulle sensazioni. Monica è molto brava e Marco sta godendo molto. Ma il ragazzo ha un buon autocontrollo ed è già venuto una volta durante il turno delle ricompense, per cui si prospetta un pompino abbastanza lungo. Mentre Monica lavora, sta messa a pecorina e ci mostra senza pudore la sua fica e il suo culo. Forse per renderle il compito meno noioso, Ilaria inizia a penetrarla con le dita e ad accarezzarle il clitoride. Monica ha il cazzo di Marco in bocca e non può emettere gemiti di piacere. Riesce a mantenere la concentrazione e continua il pompino nonostante la velocità di Ilaria sia notevole.

Ilaria, nel frattempo, parla come se nulla fosse: “Giovanni, mentre Monica continua parliamo un po’ della tua punizione. Tu ti sei coperto il cazzo quando è vietato coprirsi. Però è stato solo per un secondo quindi non voglio essere troppo cattiva. Tu domani resti tutta la giornata da me giusto?”
“Sì, dormirò da te stamattina e domani notte” precisa lui.
“Giusto. Allora facciamo così: fino a che non te ne andrai da casa mia lunedì mattina dovrai rimanere completamente nudo tutto il tempo e non potrai coprirti in nessun caso.”
Lui ci pensa un attimo: “Posso accettare, ma per prima cosa non potete farmi uscire di casa e per seconda cosa non invitare qui i tuoi zii o altra gente ‘grande’, siamo d’accordo?”
“Certo, non voglio che i miei parenti ti vedano nudo. Però altra gente posso invitarla se mi andrà.”
“Ci sto” si arrende Giovanni.

Io intervengo: “Ilaria, come abbiamo concordato prima, sarò io a decidere la tua punizione. Però devo andare a prepararla. Mi serve anche Francesca perché conosce casa tua.”
Ilaria intuisce cosa ho in mente e dice: “Sì, Francesca sa tutto. Potete andare… purché non facciate nulla di intimo mentre siete da soli!”
“Ma come ti viene in mente!” faccio io, falso come una moneta da tre euro.
“Non mi freghi: Vanessa verrà con voi in modo da sorvegliarvi. Ho capito che siete gli sposini del gruppo ma finché dura l’orgia dovete rispettare le regole come tutti!”
Alla parola ‘sposini’ molti nel gruppo fanno una risatina.
E così, io, Francesca e Vanessa usciamo dalla stanza per andare al piano superiore, dove c’è la camera da letto d’Ilaria.
“Cosa hai in mente di far fare alla povera Ilaria?” mi chiede Francesca come se fosse seriamente preoccupata.
“Io ho il diritto di insultarla e tutto è nato perché le ho dato della cagna. Il contrappasso rende concreto ciò che è astratto, giusto? E allora le farò fare la cagna.”
“Mi sembra un’ottima idea” conviene entusiasta Francesca.
“Ilaria ha dei sex toys, giusto?” chiedo a entrambe.
“Non lo so di preciso, ma credo di sì. Ma non so se possiamo cercare nei suoi cassetti” risponde Vanessa.
“Fidati, prima ci siamo intesi con gli occhi. Abbiamo l’autorizzazione a cercare dentro camera sua.”
“Cerchi qualcosa nello specifico?” domanda Francesca.
“Beh, in primis i cani hanno la coda…” lascio intuire.

La nostra ricerca e la successiva preparazione vanno avanti per un po’. Quando rientriamo, Monica ha ingoiato lo sperma di Marco e sta quasi per far venire Giovanni. Nel frattempo, è stata eseguita anche la punizione di Marco e Claudia. I due si erano appartati a far cose quando in teoria dovevamo fare tutto ‘in pubblico’. La punizione scelta è stata di scrivere degli insulti sui loro corpi nudi con un pennarello indelebile. In particolare, Claudia ha scritto sull’inguine ‘INSERIRE IL CAZZO QUI’ e una freccia che parte della scritta e indica la sua vagina. Sul culo invece ha scritto (una scritta per chiappa): ‘TROIA’ e ‘CULO SFONDATO’. I ragazzi le hanno anche disegnato una serie di cazzi sul braccio e la scritta ‘SUCCHIACAZZI’ sulla tetta destra e ‘TOUCH HERE’ su quella sinistra. Quanto al povero Marco ha scritto ‘SEGAIOLO’ sull’inguine, con una freccia verso il basso che indica il suo pene e ha invece scritto ‘FROCIO’ sul culo. Il suo petto è ricoperto di peni stilizzati. Tutte le scritte sono in punti che possono essere facilmente coperti (del resto, devono andare a lavorare poi!) ma adesso che sono completamente nudi sono ben visibili.

Noi abbiamo messo il materiale per la punizione di Ilaria in una busta, in modo da ottenere l’effetto sorpresa. Proprio mentre rientriamo, Giovanni viene in bocca a Monica. È una eiaculazione rumorosa e abbondante. La ragazza deve staccarsi mentre il seme continua ad uscire copioso dal cazzo di Giovanni. Tuttavia, non appena ha deglutito ciò che era riuscita a ingoiare, la ragazza si mette a leccare il cazzo del suo amico fino a rimuovere e buttar giù ogni goccia di sperma. Ha obbedito all’ordine alla lettera e, dopo un rapido bacio con Giovanni, torna al suo posto nel cerchio.

Io, Francesca e Vanessa avanziamo fino al centro del cerchio. Io dico a Ilaria di venire al centro restando per terra. Poi le ordino: “Mettiti a quattro zampe”. “Cosa cazzo hai in mente?” fa lei, preoccupata e un po’ stizzita per la natura umiliante dell’ordine. “Obbedisci cagna” le replico, sfruttando il mio diritto di insultarla. Ilaria non mi risponde e si limita a obbedire mettendosi a quattro zampe per terra. Iniziamo a tirare fuori i giochi che abbiamo preso da camera sua. Il primo è una cuffietta con delle orecchie di stoffa. “Adesso ho capito!” esclama Ilaria. “Esatto. Sarai la nostra cagna. Ora sta zitta e facci lavorare.” Detto questo, mentre lei è ancora a quattro zampe le metto la cuffia. Ora Ilaria ha delle perfette orecchie da cagnolina. Ma ovviamente, che cane non ha il guinzaglio? In camera d’Ilaria ho trovato un choker molto semplice, nero, con un cuore argentato davanti che può fungere benissimo da collare. Glielo metto, senza farmi aiutare. Ho preso anche una catenella piuttosto lunga con un aggancio alla fine. La attacco al cuore in modo da avere il mio guinzaglio. Ma la parte migliore deve ancora arrivare. Del resto, come avevo detto, quali cani non hanno la coda? Ed ecco il sextoy che cercavo: un plug anale munito di una coda nera. È un ovetto ovale di colore scuro che spicca per larghezza. Non appena lo vede Ilaria si vergogna un poco che un tale segreto sia stato portato dalla privatezza della sua camera allo sguardo di tutti e un po’ preoccupata per il fatto che ho tutta l’intenzione di farglielo indossare.

Io le ordino di spalancare la bocca. Ilaria obbedisce meccanicamente. Senza troppi complimenti, le ficco in bocca il plug e le dico che le conviene lubrificarlo per bene perché tra poco le entrerà in culo. La mia sincera volgarità fa ridere gli altri. È un piacere vedere Ilaria che lavora sul plug come se fosse un cazzo, inumidendolo con le labbra e la lingua e sputandoci sopra. Quando è ben coperto di saliva, le ordino: “Girati, cagna”. Mi sto divertendo un mondo. La povera Ilaria è costretta a girare su sé stessa restando a quattro zampe. È una manovra un attimo complicata, che richiede una certa dose di coordinazione. Ovviamente, sarebbe stato più facile se fossi stato io a venirle dietro. Ma del resto, è lei la cagna, quindi è lei che deve sforzarsi di compiacermi. Poter trattare così la mia amica del cuore mi fa impazzire di goduria. Ed ecco infine lo spettacolo che cercavo: il culo d’Ilaria. Mi inginocchio davanti a lei per poter operare meglio. Viene ad aiutarmi anche Massimo, che non vede l’ora di rendersi utile nell’umiliare Ilaria. Massimo mette una mano su ciascuna chiappa della cagna e le spinge ai lati per scoprire l’ano. Ora che il buco è ben visibile, a me non resta che penetrarlo con il plug insalivato. Ilaria mi chiede pietà: “Ti prego fa piano!” Al che io replico: “Zitta, cagna!” e metto la punta del plug vicino al buchino. Dopo averci girato un po’ intorno per far crescere la tensione inizio a spingerlo dentro. Faccio piano. Non voglio farle del male. Ilaria sta lì tutta concentrata con i muscoli in tensione e percepisco una certa resistenza. È Massimo ad accorgersene e tira sul culo d’Ilaria uno sganassone dicendole che, se si rilassa, le farà meno male. Ilaria tenta di obbedire per quanto le è possibile e in effetti sento un alleggerimento. Il plug inizia a scorrere più spedito. A un certo punto Ilaria tira fuori un gridolino gutturale di dolore, un suono molto profondo, come se provenisse dagli ambiti più reconditi del suo essere. Capisco che più che per la sofferenza fisica è dovuto all’umiliazione. È un ultimo disperato appello per dirmi: ‘Ti prego, Tommaso… Lo so che l’ho voluto io questo gioco… però farmi penetrare il culo da un plug mentre sono davanti a tutti i miei amici è un po’ troppo… Ti prego, non darmi questo imbarazzo…’ Ma ormai è troppo tardi. Il plug è quasi interamente inserito. Do un’ultima spinta decisiva e l’ovetto viene completamente inghiottito dall’ano d’Ilaria, lasciando solo la coda a sporgere.

Massimo toglie le mani. L’operazione è conclusa. Ilaria è diventata una cagnolina con tanto di coda. La sua vestizione è compiuta. Le lascio un mezzo minuto per abituarsi al corpo estraneo dentro di sé e riprendersi dal dolore e dall’umiliazione. Siamo tutti in silenzio. Poi mi alzo e prendo il guinzaglio.
“Allora, le regole sono semplici: non puoi alzarti, perché i cani camminano a quattro zampe; non puoi assolutamente parlare, ma al massimo abbaiare o guaire; tutti possono palparti e toccarti dove vogliono e per quanto tempo vogliono; non puoi prendere niente in mano ma per raccogliere le cose devi usare la bocca. E devi obbedire a tutti gli ordini, ovviamente. Se è tutto chiaro, fai un abbaio.”
Ormai non mi aspetto più che Ilaria possa ribellarsi. Neppure di fronte a condizioni così dure. Quello che forse non mi aspetto è che lei si sia completamente ripresa dallo stato di smarrimento di prima e faccia un abbaio gioioso e pieno. C’è qualche risatina, ma di gusto, non di derisione. Siamo tutti con lei e vogliamo divertirci, lei per prima.

La prima cosa che proviamo è la camminata a quattro zampe. La tiro per il guinzaglio e lei inizia a camminare seguendomi. Ovviamente, è ben difficile e va piano piano, ma riesce a mettere un arto, pardon, una zampa, dietro l’altra. Le faccio fare il giro del salone, passando a fianco ai ragazzi seduti in cerchio. Al primo giro, le ragazze stanno ferme, ma, quando passo davanti ai ragazzi, iniziando con Massimo, tutti le danno un po’ fastidio. Chi le palpa o le dà botte sul culo, chi le tasta le tette, chi le accarezza i capelli e chi, infine, s’arrischia ad accarezzarle un po’ la fica. Al secondo giro che le faccio fare, anche le ragazze, sdoganato il fatto che la cagna può essere toccata, iniziano a massaggiarla e palparla un po’ ovunque. Paola, Vanessa e Monica le iniziano a darle baci un po’ ovunque sul corpo incluso sui fianchi, sulle tette e sul culo. Passo di nuovo davanti ai maschi, i quali ritornano a infierire, e stavolta mi fermo anche un poco presso ciascuno così che abbia il tempo di tormentarla per bene. Giovanni infierisce particolarmente, iniziando a masturbarla per bene. Ilaria non resiste e implora un: “Giova, ti prego!”. Non l’avesse mai fatto! Subito mi chino davanti a lei e le dico: “Cagna bastarda, ti ho detto che puoi solo abbaiare!” Ilaria mi guarda. In effetti, ho ragione, sono le regole che ha accettato. Ma lei non può parlare per dirmi che ho ragione, perché altrimenti violerebbe di nuovo la regola. Per cui, si limita a guaire nel modo in cui farebbe un cane bastonato. Una tale immedesimazione della parte mi fa impazzire. Che brava cagna. Passiamo avanti, da Marco, che si mette a leccarle i capezzoli. Quando Marco ha finito è il turno di Massimo.

“Puoi punire questa troia che prima si è messa a parlare?” chiedo a Massimo.
“Ma certo!” mi fa lui: “Che poi in questo turno tu, Marco e Giovanni avete avuto soddisfazione, e io ancora no!”
Questo è vero. Io prima sono venuto per mano di Francesca, mentre Marco e Giovanni sono stati appena spompinati da Monica. Lui invece durante queste punizioni ha solo potuto leccare i piedi di Ilaria, ma il cazzo, ancora durissimo, gli svetta tra le gambe.
“E sia. Cagna, procedi pure, lecca il cazzo di questo gentiluomo.”
Vedere Ilaria succhiare il cazzo a Massimo per l’ennesima volta mi mette addosso un certo disagio e una certa invidia, ma anche una goduria che quasi non riesco a contenere. Il mio cazzo, che pure è venuto già due volte, torna ad essere alquanto duro. Ma quello di Massimo è in una condizione ben peggiore della mia e non può trattenersi a lungo. Viene copiosamente sulla faccia di Ilaria, bagnandole le guance, il mento, la fronte e persino un poco i capelli e le tette. Subito la ragazza alza la mano per provare a pulirsi un minimo ma io la fermo con un urlo: “Ferma! Zampe a terra!” Ilaria mi guarda con uno sguardo arrabbiato. Sto decisamente esagerando. Va bene il resto, ma farla restare con il viso sporco dello sperma di Massimo è anche troppo. Anche gli altri sembrano disapprovare, ma io sono implacabile e alla fine Ilaria si arrende. Lo sperma inizia a coagularsi sul suo volto, in rivoli che sembrano come dei piccoli canali. Il gioco va avanti.

“Bene ragazzi, io direi che la cagna deve andare in giardino. Non si possono tenere i cani sempre dentro casa!”
La mozione ottiene un consenso unanime e usciamo tutti in giardino, che per fortuna è protetto da un alto muro dagli sguardi dei vicini. È il mio sogno di dominazione che si sta realizzando, ma assurdamente è Francesca a prendere il comando. Forse è stanca che sia io a decidere tutto o forse vuole solo divertirsi a spese d’Ilaria. Avrei poi appreso che anche Francesca ha voglie da dominatrice. Insomma, Francesca toglie il guinzaglio a Ilaria, lasciandole però sul collo il choker-collare e tira fuori dalla nostra busta un altro dei nostri strumenti di gioco: è una pallina da tennis gialla.

“Allora cagna” fa Francesca. Si è immedesimata anche lei completamente nella parte e va avanti a dare ordini spedita e sicura con una foga maggiore della mia. Che tipa… “Il gioco è semplice: io tiro questa pallina nel giardino e tu devi andare a recuperarla correndole dietro come farebbe una brava cagna. Ovviamente, devi restare a quattro zampe. Quando hai raggiunto la pallina, devi prenderla con la bocca e riportarmela.” Ilaria ha capito benissimo, ma adesso sta per scoppiare. Ha ancora lo sperma di Massimo a insozzarle la faccia e sta lì a quattro zampe, davanti a tutto suo gruppo di amici, con delle ridicole orecchie da cane sulla testa e un umiliante plug infilato nel culo. E adesso le chiedono di zampettare come una cretina dietro una pallina e poi prenderla con la bocca. Che schifo!

“La pallina l’abbiamo pulita e asciugata io e Vanessa. Posso assicurarti che non c’è un microbo. Non credo che il contatto con un po’ di erba sintetica possa essere un problema. Non ti verrà niente” dice Francesca, anticipando possibili obiezioni. Ilaria sembra ancora restia e io inizio francamente ad essere impietosito, ma Francesca non la ferma più nessuno. Senza troppi complimenti, dà una pedata sul culo di Ilaria. Non fa forte ma il messaggio è chiaro: ti conviene obbedire oppure possiamo umiliarti anche molto peggio. E del resto, almeno sul lato maschietti tutti sembrano concordi nel volere che Ilaria svolga la punizione. Le ragazze sembrano più restie. Paola e Monica si fanno avanti. Monica dice: “Ragazzi, secondo me stiamo un po’ esagerando. Che altro avete in testa per Ilaria?” In verità, io avevo pensato anche ad altri giochi, ma mi rendo conto che sarebbe troppo per la povera Ilaria. Ognuno di noi ha il diritto di interrompere tutto quando ritiene che sia troppo. Finora nessuno si è avvalso di questo diritto ma sembra chiaro che Ilaria stia per farlo. Alla fine, decido di calmare un po’ la situazione.

“Time out!” esclamo.
“In che senso?” mi chiede Massimo, che evidentemente non vedeva l’ora che Ilaria venisse umiliata.
“Diamole una tregua. Così è troppo. Allora, la punizione è interrotta. Ilaria, puoi alzarti e tornare a parlare. E puoi anche andare in bagno a pulirti dallo sperma di Massimo.”
Ilaria si alza in un batter d’occhio. Non vedeva l’ora di veder restaurata la propria dignità umana.
“Quindi? Non si fa più niente?” dice Massimo, deluso.
“Non ho detto questo. La punizione non è conclusa. Ilaria dopo dovrà andare a recuperare la pallina esattamente come ha detto Francesca. Ma per adesso potrà riposarsi un poco. Prima finiremo le ultime punizioni.”
“Ma guarda un po’ Tommy finalmente sei diventato ragionevole!” mi dice Ilaria, che sembra essere molto contenta del ritrovato dono della parola.
“Beh, tanto avresti annullato tutto te tra un minuto dico bene?”
“Diciamo che le vostre angherie mi stavano facendo venir voglia di interrompere il gioco. E poi, sono pur sempre la padrona di casa.”
“Va bene, allora l’accordo è che prima finiamo il resto delle punizioni e poi concluderemo la tua.”
Ilaria ci pensa un attimo, poi dice: “Accetto a condizione che l’ultima cosa che devo fare per soddisfare la mia punizione è il gioco della pallina.”
“Va bene, non me ne uscirò con altre diavolerie.”
“E inoltre, ti tolgo il diritto di insultarmi. Inizia a darmi fastidio.”
“E va bene anche questo, da ora ti chiamerò solo principessa” faccio io, per sdrammatizzare, poi aggiungo: “Ma anche io ho una condizione: anche se puoi camminare e parlare, durante questa pausa dalla tua punizione devi rimanere ‘vestita’ da cagna. Quindi devi tenere le orecchie, il choker e la coda. Ti fa male il plug?”
Ilaria è sincera: “Sono abbastanza aperta… lì sotto. Non mi farà male ancora per parecchio. Posso tenerla la mia coda. E ora fammi andare a levarmi questo schifo dalla faccia.”
Ilaria corre in bagno a darsi una pulita. Nel frattempo, anche noi rientriamo.

Ilaria rientra mentre siamo tutti nel salone. È incantevole: nuda, con le sue orecchie molto cute, il suo collare, e la sua codina. Sembra aver ritrovato tutta la voglia spontanea e infantile di divertirsi che la caratterizza.
“Bene, se non vado errata manca la punizione dei maschi per essersi intromessi nei giochi di noi ragazze, più le due ‘ricompense’: quella di Francesca, che ha fatto venire e ha ingoiato lo sperma di Tommaso; e quella di Massimo, che ha resistito di più al pompino rispetto a Marco. Io direi di fare queste due ricompense per prime, perché mi è venuta una bella idea.”
Siamo tutti vivamente interessati. Ilaria ci dice però che dobbiamo spostarci. Ilaria sussurra qualcosa all’orecchio di Claudia, che si reca al secondo piano. Nel mentre, noi andiamo nella stanza della villetta che Ilaria chiama “lo studio”. Al centro dello studio, circondato da un’alta libreria, c’è un tavolo molto doppio e molto lungo.
“Iniziamo con la ricompensa di Francesca. Francesca, per favore, stenditi di culo sul tavolo.”
“Posso?” chiede Francesca un po’ intimorita: “Non è che si rompe?”
“Tranquilla. Questo tavolo è così doppio che neppure saltandoci sopra riusciresti a danneggiarlo”
Francesca obbedisce e si stende sul tavolo, con la testa a un capo e i piedi sull’altro. Claudia rientra con una busta dalla sua commissione per Ilaria. La prima cosa che tira fuori dalla busta sono delle manette. Sono manette per giochi erotici, un altro sextoy di quelli di Ilaria. Ilaria mi viene dietro e inizia ad ammanettarmi le mani dietro la schiena.
“Sei sicura che siano a posto? Non voglio andare dal fabbro dopo!” faccio io, preoccupato.
“Tranquillo, queste manette sono a prova di bomba. Devo assicurarmi che non usi le mani per dare piacere alla tua ragazza.”
“Cosa hai in mente?”
“Vedrai. Del resto, Francesca ti ha fatto godere e devi essere tu a darle la ricompensa. Ora vai a sederti sulla poltrona” mi dice Ilaria indicando la poltrona all’antica che si trova dall’altro lato del tavolo. E così mi trovo seduto con Francesca completamente nuda stesa davanti a me. Uno spettacolo impareggiabile.
Adesso però Ilaria tira fuori dalla busta di Claudia un’altra sorpresa. È un vasetto di Nutella. Mi chiedo cosa ci debba fare.
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