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Dare ring 5: Giochi di lingua


di TheSecretStoryteller
16.03.2023    |    4.545    |    1 9.9
"Ha le gambe smilze e muscolose, e leggermente pelose..."
Ilaria pesca dal cestino coperto di rosso.
Il responso del foglietto è sintetico e misterioso. Solo due parole.
“Nomi pomicia”
Ilaria ci spiega: “Questo significa che devo pescare dall’urna dei nomi e pomiciare per 30 secondi con la persona che esce. Stavolta non si tratta di bacini. Devo proprio slinguazzarla.”
Sarebbe la prima volta da quando è iniziato il gioco che vediamo una pomiciata tra due persone e, addirittura, sarà affidata al caso. La mia incredulità è ormai morta: sono sicuro che Ilaria obbedirà all’ordine chiunque sarà il fortunato. Hanno deciso di giocare? Giocheranno.
La tensione che si percepisce non è più carica di dubbio e ironia, ma solo di erotismo. È una sensazione di fronte alla quale è quasi difficile trattenersi.
Ilaria avvicina a sé il cestino con il telo azzurro e mette la mano sotto per pescare.
Quando legge il risultato, Ilaria lancia un risolino, che non so più come interpretare.
“Vanessa” fa Ilaria con una voce indefinibile.

Come se fosse un sogno, vedo le due ragazze avvicinarsi. Il nero dell’abbigliamento della “seria” Vanessa contro la pelle nuda di Ilaria, che indossa solo gli shorts, il reggiseno e le mutandine. Sento la voce di Monica che cantilena “Bacio! Bacio!”.
Vedo le due ragazze venire al centro e guardarsi profondamente negli occhi. Per un istante mi sembra lo sguardo dell’amore. Poi le due teste si avvicinano, le lingue sporgono, gli occhi si chiudono. Monica gira la clessidra, inizia la pomiciata. Le bocche si stringono l’una all’altra, labbra contro labbra, e poi avanti e indietro le lingue si muovono, le teste si avvicinano e si ritirano, poi si avvicinano di nuovo, mentre le lingue giocano. Per trenta secondi, che a me paiono una infinità, quelle lingue non si separano mai. Raramente ho visto fidanzati mettere così tanta passione in un bacio e qui si tratta di un gioco e le due sono solo amiche e sono davanti al loro intero gruppo sociale. Inevitabilmente, le mani si spostano. Vanessa stringe il seno quasi nudo di Ilaria, Ilaria prende ai fianchi Vanessa. Tutto per obbligo di gioco, ma la passione esiste davvero e io non riesco a capire quando sia nata. Mi sembra di vivere in un mondo in cui la logica ha smesso di avere senso, come se la camera di Ilaria esistesse in una alterazione spaziotemporale. Guardo affascinato. Non sono mai stato così incollato a una scena.

“Stop!” fa Monica. E come era nato, questo grande amore lesbico finisce. Le due ragazze si staccano, si sorridono. Sembrano di nuovo amiche come erano prima come se quell’intenso scambio di effluvi non sia mai avvenuto. Eppure, nei loro occhi si legge una nuova complicità. Ilaria e Vanessa tornano ai loro posti. Se non fosse per Monica che pesca, come se nulla fosse successo, io (e non solo io) sarei ancora lì incantato.
A Monica è capitato un obbligo già visto: deve scegliere un giocatore e quel giocatore deve togliersi un capo d’abbigliamento. L’attenzione di Monica si rivolge subito su noi ragazzi. Io sono a piedi nudi, ma indosso ancora la mia maglietta. Marco e Giovanni sono a torso nudo. Quanto a Massimo, l’obbligo non lo riguarda più, perché è completamente nudo. Monica riflette sui tre papabili (o, dovrei dire, spogliabili) e alla fine sceglie Giovanni.
Il ragazzo sospira e si leva i jeans, andandoli poi a posare sul divano, vicino alla sua camicia. Ha le gambe smilze e muscolose, e leggermente pelose.

Giovanni ritorna al suo posto per terra mentre Vanessa pesca dalla cesta coperta di rosso.
“Scegli un giocatore in topless e leccagli i capezzoli per 30 secondi.”
Questa è una sorpresa: finora un tale obbligo non era mai capitato, ma ormai non ci stupiamo più di nulla. Nessuna ragazza è in topless per cui Vanessa può scegliere solo tra Marco, Giovanni e Massimo. Mi fa strano pensare che la stessa ragazza che si è appena baciata con Ilaria adesso leccherà i capezzoli di un maschio.
Dopo aver sapientemente aspettato in modo da far alzare la tensione, Vanessa sceglie Marco. Effettivamente, il ragazzo ha dei bei pettorali, con dei piccoli e turgidi capezzoli di un rosso vivo. Devono essere uno spettacolo da leccare. Vanessa e Marco si avvicinano al centro restando per terra e Marco si appoggia con le mani messe dietro di sé, aprendo anche un po’ le gambe in modo da lasciare a Vanessa campo libero. Ilaria, che è all’apice dell’eccitazione, ha nel frattempo preso la clessidra e si accinge a girarla non appena Vanessa inizi la sua leccata.
Vanessa si avvicina al capezzolo di Marco, sporge la lingua e gli dà una leccata. Marco sente del solletico e a stento trattiene le risa. Vanessa imperterrita continua a stimolarlo e, inizialmente, non so se la cosa sia più comica o goffa o più erotica. Vanessa inizia a baciare il capezzolo, a tenerlo tra le labbra coccolandolo con la lingua e allora la scena si fa più seriamente erotica. Ma si tratta di un erotismo diverso rispetto a quello di prima. Se la scena del bacio tra Vanessa e Ilaria era la classica scena d’amore tra giovani, intensa e passionale, l’effetto che Vanessa ha su Marco e, di conseguenza, su di noi è di una qualità diversa. Non sa succhiando quel capezzolo come fosse una ragazza che vuole divertirsi, ma, se la metafora non suona fuori luogo, come una mamma che bacia il figlio. È un’attitudine materna, intima, densa, che richiede a Vanessa un grande sforzo di concentrazione. Marco passa dal provare solletico all’estasi più totale e si lascia trasportare dalle leccate di Vanessa mentre lei si prende cura di lui di fronte a tutti. Vedo come grazie a questo suo modo di fare, Vanessa riesce a far cessare i risolini, le chiacchiere, insomma tutti i nostri tentativi di sdrammatizzare la situazione. Coinvolgente. Questa è forse la parola che meglio riassume la scena.

Quando Vanessa ha finito guarda Marco con uno sguardo di dedizione totale come a dire: “Sono al tuo servizio” e “Ti è piaciuto?”. Di contro l’occhiata di Marco serve a rassicurare la ragazza che i suoi sforzi sono stati graditi e che lui la ringrazia della sua dedizione. Mi fa così strano che una ragazza accetti di fare una cosa così intima, così umiliante persino, a un ragazzo che conosce appena e davanti a tutto il suo gruppo di amici. Mentre io sono preso dai miei soliti dubbi, il turno passa a Claudia.
Di nuovo, l’obbligo che era capitato a Ilaria: dover pomiciare con la persona il cui nome esce dal cestino azzurro. Claudia ci squadra un po’ tutti. Si vede che la prospettiva di dover baciare alcuni di noi la mette a disagio. Non con tutti corre buon sangue. Il momento di tentennamento dura così tanto che Ilaria è costretta a dirle: “Che fai, peschi?” Questa è la prima volta che qualcuno sembra avere un dubbio se continuare il gioco, eppure la rossa Claudia pesca. La ammiro. Il suo corpo pallido, contornato da questi capelli rossi meravigliosi splende in tutta la sua bellezza. A seguito degli obblighi che ha dovuto affrontare prima, Claudia indossa a malapena il suo reggiseno e le sue mutandine. Io non posso che ammirarla.

Mi si strugge nel petto in cuore quando sento le labbra soffici di Claudia sillabare il responso del bigliettino.
Il mio nome.
Il cuore mi inizia a battere forte nel petto, con una intensità che non mi sembra di aver mai provato per alcuna cosa erotica, neppure per la notte in cui ho perso la mia verginità. E del resto, anche se si tratta solo di una pomiciata, le premesse perché la cosa mi dia ansia ci sono tutte: Claudia la conosco meglio di altre nel gruppo, ma è un’amica. E ora mi trovo a doverla baciare e per giunta davanti a tutti, inclusa Ilaria, che mi ha fatto una sega prima, e Vanessa, a cui ho toccato il culo. Non sono affatto abituato a vedere l’amore in questo modo, come un gioco, e a passare, senza gelosia e senza problemi, da una donna all’altra. Lo sguardo che vedo negli occhi di Claudia mi rincuora: in un istante capisco che non sono tra quelli che lei considera sgraditi. Guardo anche Ilaria, e anche questo riduce un poco la mia ansia: è con gli altri a intonare “Bacio! Bacio!” mentre batte le mani a terra. Ci avviciniamo l’uno all’altra, fissandoci negli occhi come se fossimo ancora indecisi sul da farsi. Fosse per me, questa indecisione andrebbe avanti a lungo, troppo per i tempi del gioco. Ma è Claudia stessa a rompere gli indugi. Muovendosi dal basso avvicina la sua bocca alla mia, la apre e in un attimo la sua lingua tocca la mia. È stata così veloce da costringere Monica a girare all’improvviso la clessidra. Chiudo gli occhi e provo a concentrarmi sulle sensazioni. Inizio a spingere anche io, la incalzo, le nostre lingue si intrecciano in un gioco umido e meraviglioso, lo scambio d’affetto e d’intimità. Ma poi sento che lei non mi viene dietro, come se si stesse ritraendo. A un livello inconscio, capisco il significato di quella ritirata: “è pur sempre un gioco, vacci piano”. Non vuole un bacio passionale, come quello che c’è stato tra Ilaria e Vanessa. E forse, non lo voglio neanche io.

Inizio una pomiciata diversa più “scientifica”: uno studiato gioco d’intrecci e di baci, lingue che si muovono e labbra che si chiudono e si aprono, come metodo ma senza quella passione vigorosa degli innamorati. È comunque molto bello e mi fa sentire bene. In quel momento, non sento alcun senso di colpa verso Ilaria, non sento l’imbarazzo di essere in mezzo a un cerchio di amici che possono vedere le nostre bocche mentre ci baciamo. Anzi, il pubblico che ci sta osservando sento quasi come se facesse parte del bacio, come se quest’orgia stesse andando avanti con tutti che si spogliano e si scambiano senza pudore i loro effluvi. Sono duro e Claudia se ne accorge e mi mette la mano sul cazzo, da sopra i pantaloni. Anche io sono vicinissimo a lei a inizio ad abbracciarla. Fanculo la scienza e il metodo, viva la passione… “Stop!” grida Monica, divertita della scena che sta vedendo. Proprio sul più bello… proprio quando stava diventando qualcosa di interessante…

Fisso Claudia negli occhi. E quegli occhi mi comunicano un: “è stato bello!”. Replico lo stesso sentimento nel mio sguardo e con questa complicità negli occhi torniamo a posto. Tocca a Francesca. Il bigliettino che pesca le ingiunge di leccare i capezzoli di un giocatore a sua scelta. E il fortunato stavolta è Giovanni. I due si mettono al centro restando per terra. Francesca si mette a quattro zampe e stringe tra le labbra il capezzolo di Giovanni e così la leccata inizia. Fin da subito mi accorgo che ormai siamo tutti presi dall’erotismo di queste scene, inclusi i due protagonisti di quest’obbligo. Soprattutto Francesca, che sembra che stia godendo più lei a farlo che non Giovanni a riceverlo, questo trattamento. È una leccata piena di goduria. Francesca pare quasi che stia succhiando un cazzo e non un capezzolo. Mi si perdoni il maschilismo, ma in quel momento ha una faccia proprio da troia… Hai capito tu, la timida Francesca…

Francesca e Giovanni tornano a posto. È il turno di Paola. Il biglietto pescato riporta il disegnino stilizzato di una maglietta, che indica l’obbligo di togliersi un vestito. E così la seria Paola, la professionale ventottenne, deve rimanere in intimo di fronte ai suoi amici… inclusi quattro maschi ormai chiaramente eccitati. Il modo in cui reagisce allo stress mentre si spoglia è di continuare a chiacchierare con Ilaria. Ero troppo concentrato sul gioco per capire come, ma le due sono finite a parlare di una gita al mare fatta da Paola. Alla fine, Paola ci rivela il suo intimo ricamato e le sue gambe sinuose e torna a sedersi. Turno di Marco, a cui capita il simbolo di “repeat”, che sta a significare che la stessa penitenza del giocatore precedente, quale essa sia, tocca anche a lui. Anche lui si toglie i pantaloni, rivelando dei boxer verdi.

Tocca a Giovanni, che pesca dal cesto degli obblighi.
È una maglietta, ancora (come ormai sta diventando frequente), l’ordine di togliersi un capo d’abbigliamento. Solo che Giovanni è in mutande, per cui sarà la seconda persona a finire nuda.
“Cazzo voi ragazze ci state fregando!” protesta Giovanni, scherzoso.
“Ti pare? Abbiamo tre persone in intimo!” si difende Ilaria: “Su forza, non dire fesserie, fatti ammirare, piuttosto!”
“E va bene, ma poi mi devi offrire una birra per questa cosa…”
“Se devo offrire da bere a tutte le persone che si spoglieranno oggi finisco in bancarotta.” È la prima volta che Ilaria ci sbatte in faccia la verità del suo piano: la gran parte di noi, se non tutti, finiremo nudi.
Giovanni si gira rispetto al gruppo e, mezzo piegato, si fa scivolare le mutande sulle gambe, prima di prenderle in mano. Si rannicchia tutto quanto per concedere il meno possibile delle sue parti intime ma, almeno dalla mia posizione, il suo cazzo è ben visibile. Se quello di Massimo eccede in spessore, quello di Giovanni è sottile ma molto lungo e circondato da una sormontato da una peluria rada. Mi fa uno strano effetto vedere Giovanni nudo. È un mio caro amico d’infanzia, quindi è quasi come vedere un proprio genitore senza vestiti. Fa davvero uno strano effetto e mi mette un profondo imbarazzo, come se stessi facendo qualcosa di vietato. Lui stesso non sembra essere affatto a suo agio e si guarda intorno come inebetito. Un conto è pensare che, visto che è un’orgia, è normale stare nudi; un altro conto è spogliarsi per davvero davanti a sei ragazze e ai tuoi migliori amici.

Tocca di nuovo a me. Pesco. L’obbligo che mi capita mi causa un sorriso spontaneo. Devo pescare dall’urna dei nomi e baciare chi capita, pomiciando per 30 secondi come bravi fidanzatini. Mi è capitato già con Claudia… chi sarà la fortunata adesso?
“Ma guarda che sculato! Te ne baci un’altra!” fa Marco. Un po’ tutti si mettono a ridere.
“Vediamo chi sarà…” dico, mentre metto la mano nella cesta dei nomi. Pesco e leggo. “Paola.”
Sto per baciarmi una ventottenne strafiga, con due labbra carnose e lo sguardo penetrante. Il mio cazzo approva, diciamola così. Per un istante temo che lei possa rifiutarsi, che metta finalmente fine al sogno. Per un attimo mi sento una merda, perché ho ancora il sapore di Claudia in bocca. Ma sono entrambe sensazioni momentanee. Paola non rifiuta anzi si avvicina al centro del cerchio, restando per terra. E io non sono una merda, questi sono solo obblighi di un gioco folle che stiamo facendo. Guardo per un istante sia Claudia che Ilaria. Sono entusiaste. Non mi faccio più problemi.

La pomiciata che ci diamo è allegra, giocosa, divertente. Le nostre lingue si toccano e si esplorano come se fossimo bambini che stanno giocando. E in un certo senso lo siamo, solo che è un gioco per adulti. Dura trenta secondi, che sono tanto e poco insieme, e io mi sento libero, mi sento creativo, mi sento potente e sento che tali sensazioni sono condivise anche da Paola. Adesso possiamo essere tutto quello che vogliamo. Siamo così felici, così ingenuamente, semplicemente felici, che a un certo punto, nella foga del gesto, le quasi mi monta sopra e ci abbracciamo intensamente. Siamo così presi dal gioco che io mi dimentico di essere “in pubblico” e metto la mano sotto i pantaloni per masturbarmi un po’. Siamo così presi che ci mettiamo cinque secondi in più, rispetto alla fine del tempo, per staccarci l’uno dall’altra.

“Ehi ma vi pare il modo?” fa Ilaria ridendo: “Che siete impazziti? E tu leva la mano da lì sporcaccione!” mi grida riferendosi alla mano che ho ancora sepolta sotto i pantaloni. Subito la ritiro e mi vado a sedere al mio posto, pienamente appagato.
“Vedo che vi siete divertiti… però avete fatto tante cose in più oltre all’obbligo.”
“È vietato?” faccio io, preoccupato.
“No, siete stati spontanei quindi non va contro le regole. Però separavi dopo un po’ sì, perché se iniziamo così qui diventa un casino.”
“E allora?”
“Non so se assegnarvi una punizione per dopo oppure no. Quindi lo metterò ai voti per alzata di mano. Quanti vogliono assegnare una punizione a Tommaso e Paola?”
L’esito del voto è scontato. Giovanni, Massimo e Marco alzano la mano solo perché dev’essere divertente vedere il loro amico soggetto a una punizione. Per ragioni analoghe, ma legate a Paola, alzano la mano Monica e Vanessa. Ilaria vota anche lei contro noi, immagino perché ha già in mente che punizione affibbiarci, e voleva solo trovare un pretesto. E così si è già raggiunta la maggioranza e la punizione si fa, come ci annuncia estasiata Ilaria. Io non penso di meritarmi una punizione, ma alla fine capisco che questo fatto delle punizioni è solo un modo ulteriore per divertirci. Chissà cosa ha in mente Ilaria…

Tocca a Massimo, che pesca mentre ha stampato in faccia un ghigno. È fortunato: si tratta di indicare un giocatore e farlo spogliare. Di nuovo, Massimo sceglie Ilaria.
“Oh, ma che ce l’hai con me?” protesta Ilaria, visto che si era già dovuta spogliare per colpa di Massimo.
Il ragazzo, dal canto suo, si limita e ridere come un idiota.
“Guarda che prima mi sono vendicata per bene. Vedi come sei finito” fa lei, riferendosi al suo stato di totale nudità: “Basta che mi capitino i biglietti giusti e posso farti passare anche altri guai” dice, mentre si toglie gli shorts rivelandoci il suo intimo.

Siamo arrivati alla conclusione del primo giro del quarto turno: ora tocca di nuovo a Ilaria.
Non appena la ragazza torna a sedersi, dopo essersi alzata per posare sul divano i suoi pantaloncini, pesca.
La vedo sbiancare. In un istante scorgo il suo pentimento. È stata lei a scrivere gli obblighi e forse l’obbligo che sta leggendo non doveva scriverlo, perché c’era il rischio che capitasse a lei. La tira per le lunghe prima di leggere, al punto che Monica si preoccupa e si stufa. Le prende da mano il biglietto e lo legge ad alta voce lei stessa. E sono in molti a sbiancare. La parte interessante di questa notte folle è appena cominciata.
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