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Prime Esperienze

La prima e unica (finora) volta di mia moglie - 6/7 - Le riflessioni di Veronica


di jakibono
17.05.2020    |    16.143    |    5 9.5
"Infatti dopo l’ultima sega veloce che mi ha chiesto, e che io gli ho fatto perché continuava a tirarmi i capelli e non vedevo l'ora che arrivasse, mi ha dato..."
Nei giorni successivi ci dovevamo preparare per partire per le vacanze estive nella nostra casa al mare nel meridione. Poi partimmo.
Stava cominciando a realizzare quanto era accaduto. Voleva parlarmene di continuo. L’esperienza era stata comunque effettivamente troppo forte per essere stata una prima volta, ma col passare dei giorni cominciava a superare gli immancabili e naturali sensi di colpa successivi al primo incontro extraconiugale. Il clima della vacanza ed il mare aiutavano. Era molto attenta a farmi conoscere esattamente le sue sensazioni giorno dopo giorno. Era follemente innamorata perché vedeva che le prestavo attenzioni e dimostravo comprensione per il suo stato d’animo, ascoltandola molto.
“E’ stato sesso selvaggio. Lo potrei forse reggere una volta all’anno. Neanche. Forse ho sbagliato anche persona. Dovevo immaginarlo. Ho sbagliato io, a non prevederlo. Eppure sapevo che sarebbe potuta andare così. Il rischio c’era. Me lo avevi detto anche tu.”. “Certo mi è piaciuto tantissimo. Mi ha praticamente sverginata. Non ho contato gli orgasmi, più di cinque. Con te non era mai successo e non penso che mi accadrà più. Jacopo aveva un cazzone, bellissimo da vedere e da sentire. Ricordi come me lo sbattevo da sola sulla faccia mentre lo segavo? Mmmmmm! Sentirlo dopo in bocca cosi piena, mi fa bagnare ancora adesso. Lo senti amore come sono bagnata al ricordo? Mmmmmm! Ma quello che mi ha fatto alla fine mi ha sconvolta, mi ha umiliata, mi ha fatto sentire una vera troia. Io non sono così”. Io non ne ero più così convinto ormai, anzi.
Stavamo pomiciando e lei era fradicia al ricordo. Mi stava segando il cazzo durissimo. Continuò: “Anche la prima volta che mi è venuto in faccia per la verità è stata estrema. Ma lì gli ho goduto addirittura in mano, senza rendermene nemmeno conto. Per l’eccitazione del pompino che gli stavo facendo. Mmmmm! Ma poi ripenso in continuazione alla fine e mi blocco”. Mi parlava liberamente ormai. Non c'erano piu segreti tra noi. Era combattuta ma eccitatissima. Voleva il mio cazzo in figa. Scopammo selvaggiamente. “Alla fine comunque è stata solo una gran bella scopata e basta. Non credo proprio che vorrò rifare una esperienza così”. Mai dire mai. “Tu, invece cosa pensavi mentre mi guardavi scopare con quel cazzo enorme”.
“Bhe, ovviamente provavo gelosia, ma ero più eccitato che geloso. Godevo vedendoti, non ti avevo mai vista così. Jacopo m’ha pure definito cornuto qualche volta, ma in realtà non mi sono mai assolutamente sentito ferito. Capivo il suo gioco di ruolo. E’ chiaro che le corna ci sono state, ma noi lo sapevamo da prima, a me interessava il tuo piacere, non lui”
Veronica mi disse: “Infatti per me è così. Abbiamo fatto tutto insieme. Semmai le vere corna me le hai fatte tu brutto stronzo – sorridendomi - tante volte prima con tutte le puttane che ti sei scopato, non certo io nel gioco che abbiamo fatto e lo so che a te piacerebbe scoparti pure un’altra, con me presente. Mentre io giocavo con Jacopo, ti vedevo che eri eccitatissimo guardandomi. E questo mi ha tranquillizzata. All’inizio io avevo paura di ferirti e chiedevo sempre la tua approvazione.
Prima di cominciare a succhiare il suo cazzo, ti ho guardato. Anche dopo che è venuto la prima volta, mi sono girata verso di te per farti vedere. Quando lui mi ha sbattuto sul divano per cominciare a scoparmi, mi sono aggrappata a te per capire se potevo andare avanti. Quando ho visto che lo volevi pure tu, mi sono lasciata andare e ho raggiunto l’orgasmo più forte. Non avevo mai fatto prima una chiazza bagnata così.
Poi mi è piaciuto anche quando ti ho fatto quel pompino. Avevi il cazzo enorme. Non te lo avevo mai sentito così grosso e tu mi hai sborrato addosso. Mi sono impegnata tantissimo perché venissi, volevo farti stare bene e condividere il piacere con te. Quando scherzavamo sulle corna erano solo battute tra me e te. Lo sai anche tu. Se avessi saputo che il risultato sarebbe stato quello di infoiare di più quello stronzo avrei pure evitato.”
Parlando così, scopavamo ormai con grande assiduità. Non avevamo tabù. Il sesso tra noi funzionava molto meglio. Avevo sempre il cazzo in erezione ed ovviamente mentre scopavamo la trattavo da puttana quale era dopo quella esperienza. Lei era felice di prendermi il cazzo in bocca, di segarmi.
Si faceva scopare in tutte le posizioni, anche in culo. Le sborravo in faccia. Veniva più volte. Durante la scopata cominciai a usare anche con lei il classico turpiloquio che si usa con le amanti e non con le mogli. Le nostre scopate cominciarono a prendere tempi più lunghi. Fu la vacanza di coppia più bella. Lei sembrava aver completamente superato il complesso iniziale post incontro. Aveva un’aria raggiante.
Infine, per farle restare un buon ricordo dell’esperienza doveva rileggere solo la parte finale. Un pomeriggio mentre ci stavamo divertendo da soli in stanza, mi disse: “Ci ho ripensato tanto. E’ stato un mezzo trauma, anche se mi ha chiesto scusa alla fine. Però piano piano mi sono convinta che non è stata una vera umiliazione.
Ero coricata sul divano, con lui attaccato ai miei sandali ed ero appena venuta un’ultima volta dopo che mi aveva scopato selvaggiamente, non ci stavo capendo molto. Evidentemente la sega che gli stavo continuando a fare mentre mi scopava dopo che sono venuta lo ha fatto uscire fuori di testa. La presa sui capelli è stata istantanea, mi ha colto completamente alla sprovvista, non me l'aspettavo. Tu non te ne sei neanche accorto perché eri girato di là proprio in quel momento, cazzo. Io ho i capelli lunghi, grossi e lisci, quindi il bastardo ha potuto prendere bene. Me li ha presi, quasi strappandomeli. In questo modo da come ero coricata per la scopata, mi ha alzato su in piedi e mi ha sbattuta ai suoi piedi sul tappeto urlandomi di pomparlo e chiamandomi troia. Non potevo fare nulla per evitarlo, avevo anche i tacchi alti e non mi muovevo liberamente.
Stava per sborrare ed era preso dall’orgasmo, quindi l’ha fatto con un'intensità che non controllava e che non potevo contrastare. E' stato tutto in un attimo. Intanto finalmente tu sei tornato e hai potuto vedere bene anche tu come mi metteva il cazzo in bocca spingendomelo dentro avanti e indietro e tenendomi da dietro la testa sul cazzo con i capelli in mano. Sembrava un animale. Ti ho anche guardato mentre mi stava scopando in bocca perché una cosa così non mi era mai successa e non mi riconoscevo quasi in quello che gli stavo facendo, ma ti ho visto ipnotizzato dalla scena ed ho continuato a sbocchinarlo. Ero completamente andata mentre ti guardavo. Mi stava piacendo..mmmm. Ora ho finalmente capito che lo faceva solo perché mi voleva sborrare addosso. Dopo tanto tempo sto realizzando che lo abbia fatto esclusivamente per il suo piacere e non per umiliarmi. Anche io prima ero venuta senza alcun controllo, mentre mi montava da dietro. Infatti dopo l’ultima sega veloce che mi ha chiesto, e che io gli ho fatto perché continuava a tirarmi i capelli e non vedevo l'ora che arrivasse, mi ha dato una quantità di sborra in faccia e in bocca incredibili! mmmmm! Siiii amore, continua così che sono tutta bagnata”.
Veronica aveva le gambe larghe e la figa fradicia. Io la stavo sditalinando. “Si, continua, amore, dentroooo. Quanta sborra che avevo in faccia, me la sono spalmata e leccata per il piacere. Mmmmm! Continua così! Amore ti devo confessare una cosa. Mmmmm!”. “Ieri sera per la prima volta dall’incontro, dopo oltre un mese, mi sono masturbata da sola. E sono venuta avendo in testa l’immagine di Jacopo che mi prendeva per i capelli. Mi diceva di segare veloce. Veloce! Siiiiii. Amore continuaaaa, cosi! Veloceeee! Cosìììì. E di sbocchinargli tutto il cazzo. E poi mi sborrava tutto in faccia. Siiiiii! Continua dentro e fuori amore, continua! Sono venuta tanto a quel pensiero. Mmmmmm!”. Aveva superato anche quel trauma. Facemmo una grande scopata.
Jacopo intanto aveva provato a richiamarci subito dopo l’incontro. Ci eravamo sentiti due o tre volte solo io e lui e mi ero incazzato per la parte finale dell’incontro. Dopo di che aveva smesso, aveva capito intelligentemente che era meglio lasciar perdere ed attendere eventualmente tempi migliori.
La vacanza al mare era finita ed eravamo rientrati a Parma, riprendendo i soliti ritmi lavorativi. La routine aveva preso il sopravvento. Scopavamo di meno, ma non ricordo di aver vissuto un periodo di innamoramento con Veronica come quello che stavamo passando. Eravamo felici. A lei piaceva tantissimo aver ripreso la routine familiare. Non avevamo più fantasie particolari da realizzare. Lei non lo voleva.
Le avevo pure chiesto se voleva fare una nuova esperienza con qualcun altro, ma mi aveva risposto che stava bene così. Era stata solo una fantasia, una pazzia realizzata. Bastava quella. Non aveva per nulla bisogno di altro oltre a quello che già aveva. Voleva stare solo con me. Io, ormai non la tradivo da tanto. Mi bastava lei. Avevamo anche chiuso il profilo del portale.
Poi una sera di fine ottobre, la temperatura se ricordate era ancora molto alta, eravamo a cena soli, se ne esce improvvisamente con gli occhi dolci.
“Amore ti devo chiedere una cosa, dimmi che non ti arrabbi”. “Nei giorni scorsi mi è venuto il pensiero di rivedere insieme Jacopo. D'altronde mi dispiace che ci siamo lasciati male e quindi potrebbe essere anche un'occasione per salutarci un’ultima volta. Ma è solo un pensiero, uno sfizio. Come un cioccolatino a fine pasto. Se deve crearci problemi non se ne fa nulla. Non ne ho bisogno”.
Questa volta ero tranquillo. Dissi: “Amore, i cioccolatini presi una volta ogni tanto non fanno mai male, anzi. Sono nocivi solo quando ne mangi molti”.
Mi prese il viso e mi stampò un bacio, raggiante. “Ma non voglio andare nel suo studio, dopo l’ultima volta”. “Facciamo a casa nostra?” chiesi. “Non esiste proprio, a casa mia non viene nessuno, non se ne parla, non sa neanche chi siamo. E non vado neanche in hotel. Sono una signora, non una puttana (ah, no eh???-;)))), e poi non è detto che finisca come l’altra volta. Inventati tu un modo amore. Chiamalo e organizza tu i dettagli, io non voglio sentirlo fino ad allora. Sono ancora incazzata con quel bastardo”. Capii che Veronica aveva di nuovo voglia del suo cazzo.
Il giorno dopo chiamai Jacopo. “Ciao Alessio, non speravo più di risentirti dopo tanto tempo”. “Ciao Jacopo, spero tutto bene, come va con tua moglie?”. “L’ho quasi convinta Alessio, se vuoi possiamo provare ad organizzare a quattro con Chiara. Sareste perfetti per la sua prima volta”.
“No, troppo complicato. Credo che Veronica voglia fare un secondo giro con te, ma non ne è ancora sicura”. “Facciamo da me?”. “No, non vuole saperne dopo l’ultima volta”. “Capisco. Alla fine ho esagerato. Non volevo. Da voi?”. “No, da noi no Jacopo, mi spiace”.
Capì che non volevamo esporci. Dissi: “Facciamo una cena fuori sabato sera. Pensavo ai Lidi Ravennati. Poi ci muoviamo con la mia macchina. E non fare il selvaggio come l’altra volta, con il cazzo che ti ritrovi non ne hai bisogno”.
“Ok. Nel caso dovesse andare bene secondo te questa volta tua moglie mi può dare il culo? L’unica volta che l’ho sentita Veronica mi aveva detto al telefono che tu glielo hai già preso diverse volte e le era piaciuto”.
Ebbi una fitta al cazzo. Non me lo aveva detto. “Non lo so. Gliene parlo”. “Ok. Dille di mettere una bella lingerie, come l’altra volta, dai un bacio a Veronica”.
Veronica: “Si, amore, glielo avevo detto quell’unica volta al telefono, ma era prima che ci incontrassimo – abbassò lo sguardo, la troia - Ma il cazzo di Jacopo è troppo grosso. Mi spaccherebbe.” “Guarda che secondo me ha capito di aver sbagliato”.
Veronica dubitava, poi alla fine con un lampo negli occhi mi disse: “Va bene amore, ma solo perchè me lo chiedi tu. Mi vergogno tanto e ho pure paura. Compra però un gel da spalmarmelo prima per sentire meno male. Nel caso la serata dovesse prendere una certa piega, che però non è ancora detto. Non sono ancora sicurissima di quello che succederà”. Si vedeva che però con il pensiero era già li'.
L’intero sabato Veronica lo dedicò allo shopping, ad estetista e parrucchiera come l’altra volta. Scelse un abbigliamento semplice e comodo. Un tubino nero fino al ginocchio semi aderente, molto fine con sopra un giubbino di pelle.
L’intimo lo prese lei questa volta: un completo con brasiliana azzurro con ricami, oltre alle immancabili autoreggenti. Sotto uno stivaletto corto con un bel tacco ma comodo per stare fuori. Si era preparata per la monta.
Era emozionatissima anche se non voleva farmelo vedere. Mi disse però che le era rimasta una certa vergogna di apparire come una donna facile e soprattutto aveva anche paura, ma che era eccitata. Ero sicuro che avrebbe fatto di nuovo la troia.….(continua)

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