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Io...Deborah - 1/3 - Le corna conclamate


di jakibono
11.07.2020    |    11.235    |    2 10.0
"Non mi aveva voluto ancora risentire..."
Pubblico il mio secondo racconto erotico. E’ sulla falsa riga dell’altro. La traccia di base è una storia accaduta alcuni anni fa con una donna di Mazara, arricchita dalla mia fantasia, estremizzando il personaggio di Jacopo e coinvolgendo Deborah e Luca, una cara coppia amica del sito, la coppia “Deeda”. Li ringrazio per lo scambio eccitante che c’è stato e che c’è tra noi. La storia abbraccia un periodo di circa 6 mesi e per non farne un romanzo talvolta ho dovuto tagliare per il corto. Me ne scuso. Dedico il racconto a tutte le bellissime donne siciliane presenti: siete il top!
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Ciao mi chiamo Deborah, sono una donna siciliana della provincia di Ragusa. Ho 47 anni ed un fisico tipicamente mediterraneo. Non sono molto alta, mi fermo a 1,63, scura di carnagione, soprattutto d’estate, capelli castani lisci e lunghi, una quarta di seno, culo abbondante ma non eccessivo. Viso dolce che mi piace mettere in risalto truccandomi adeguatamente. Vesto in maniera sobria ma talvolta anche provocante, soprattutto d’estate quando mi piace mettere vestitini pratici corti e svolazzanti, “pronti all’uso”, e usando tacchi alti. Ho una passione per la lingerie. Sono una professoressa di scuola media, sono sposata da oltre 20 anni con Luca, anche lui professore siciliano di 50 anni, ed abbiamo una figlia di 23 anni e un altro di 21, ormai indipendenti. Viviamo in Sicilia da quando abbiamo ottenuto il trasferimento ma per un certo periodo abbiamo dovuto girare l’Italia per gli incarichi temporanei che ci venivano assegnati. La storia che vi racconto si riferisce a cinque anni fa, quando io e Luca ci siamo dovuti trasferire per lavoro a Luino sul Lago Maggiore in provincia di Varese, ed avrebbe cambiato la natura del nostro rapporto da li in avanti.
Devo premettere che a me sono sempre piaciuti un sacco gli uomini fin da quando ero ragazzina. Ho perso la verginità al Liceo quando avevo 15 anni in Sicilia con uno che era molto più grande di me e da allora non ho più smesso. Mi è sempre piaciuta l’idea di provocare, veder gonfiare il cazzo in mano mentre sego o in bocca mentre spompino. Da allora di storie ne ho avute tante, cercando di restare il più possibile nell’anonimato. Anche quando mi fidanzai con Luca ormai 25 anni fa, ero giovanissima, continuai ad avere incontri con altri uomini, mi piacevano anche molto più grandi di me, tant’è che posso dire che Luca è un cornuto a tutti gli effetti. Anche dopo il matrimonio, pur dovendo crescere i nostri figli, non ho perso l’occasione quando è capitata, seppur molto più di rado. Luca non si è mai accorto di niente o se l’ha fatto non me lo ha mai rinfacciato, forse per paura di perdermi visto che è da sempre follemente innamorato di me.
Nel 2014 io e mio marito ottenemmo un incarico annuale a Luino e ci trasferimmo con tutta la famiglia, io avevo 41 anni, mia figlia di 17 mi avrebbe aiutata anche col fratellino minore. Luino è bellissimo dal punto di vista naturalistico ma è un paese sperduto ai confini con la Svizzera. Limitate possibilità di uscire se non raggiungendo Varese o la Svizzera, ancor meno possibilità di fare eventuali incontri interessanti anche da altri punti di vista. Eravamo praticamente sempre in famiglia. A novembre di quell’anno accadde però un episodio tanto casuale da sembrare quasi impossibile. Avevo recuperato il numero di telefono di un signore di giù che volevo contattare per delle opere di giardinaggio nella nostra casa in Sicilia. Provo a chiamarlo e comincio a parlargli tranquillamente per spiegare l’esigenza, lui mi lascia fare per uno o due minuti, poi con una battuta mi ferma e mi dice “guardi signora che sono molto interessato alla sua storia ma probabilmente ha sbagliato numero”. Io rimango basita e sconcertata e quasi incazzata gli dico, scusa non potevi fermarmi prima? Chiudo mentre lo sento ridere dall’altra parte. Riprovo a recuperare il numero corretto e a richiamare, lo faccio dopo una un’oretta ma evidentemente mi incarto con il telefono e con i numeri che sono rimasti in memoria, questa volta però chiedo subito “E’ il Signor Santuzzo?”. Per tutta risposta dall’altra parte “Bhe, ma allora qui si potrebbe configurare il reato di molestia telefonica” e giù una risata piena. Mi scappa un sorriso per la battuta “Oh, mi scusi di nuovo, devo aver fatto del casino col telefono. Prometto di non disturbarla più. Scusi ancora” e chiudo.
La sera ero sul divano con mio marito ed i miei figli guardando un film, mi arriva un messaggio wapp da un numero non in rubrica “Magariiiii essere disturbato e molestato di nuovo da una donna con la voce calda come la tua” con una faccina con la linguaccia. Avrei potuto far finta di niente, come probabilmente avrebbero fatto il 99% delle donne sposate, invece dopo averci pensato, ricordando l’episodio, prevalse l’animo della donna diversa che è in me, a cui piace essere corteggiata. Silenzio il telefono e rispondo allo sconosciuto con tante faccine con le linguacce. Ovviamente non passa molto che me ne arriva un altro questa volta con le faccine che ridono “Ciao, piacere di conoscerti, mi chiamo Jacopo e scrivo da Bologna, tu?”. “Deborah e scrivo da Varese, ma ora non posso sono con mio marito e i miei figli che guardo la tv”. Gli diedi già delle informazioni basilari. Ero sposata, ora non potevo, ma non chiudevo alla possibilità, forse dopo avrei potuto. Lui colse intelligentemente la palla al balzo “Scusami, ultimo messaggio. Quando ti posso scrivere?”. “Nel pomeriggio” risposi. Da lì nei giorni successivi cominciò una chat tra me e Jacopo che si fece sempre più audace. Ci conoscemmo meglio. Anche lui era sposato con un figlio, aveva all’epoca 42 anni e viveva a Bologna ma era pure lui di origini meridionali. Era un dirigente di azienda ed era spesso in giro per lavoro. Aveva una grande capacità di comunicazione via chat, mi prendeva un po’ in giro scherzosamente salvo poi adularmi, puntava all’erotismo ma in maniera che quasi non mi accorgevo di quello che gli scrivevo. Ci sapeva fare. Ad un certo punto mi resi conto che aspettavo i suoi messaggi che ero eccitata. Mi tenne così per un paio di settimane, il tempo di prendere confidenza, poi cominciò ad essere sempre più spinto. Non mi aveva voluto ancora risentire. Solo chat. Io così ero più libera anche dai vincoli familiari. Cominciò a chiedermi dettagli sempre maggiori, voleva sapere come fossi vestita, cosa indossassi sotto, mi chiedeva di fare delle cose per conto suo ed io mi bagnavo sempre di più. Finchè a inizi di dicembre riusciamo finalmente a trovare un momento per risentirci al telefono, fissando un appuntamento a metà settimana e facendo in modo di restare da soli una sera nei rispettivi appartamenti. Io avevo spedito i miei al cinema.
Mi chiamò verso le 19. Ero agitata. Risentii la sua voce per la prima volta. Ero in libertà in casa, avevo il pigiama. Mi disse che sua moglie ed il figlio erano andati ad una cena sportiva. Dopo l’iniziale imbarazzo parlavamo in maniera fluida, c’era confidenza per i messaggi che ci eravamo scambiati e lui metteva tutto sotto scherzo facendomi ridere, ma puntando dritto dove voleva arrivare. Poi d’improvviso abbassò il tono della voce. Aveva una voce caldissima, mi faceva eccitare solo con quella, oltre ad una proprietà di linguaggio fuori dal comune “Cosa hai sotto il pigiama Deborah? Me lo dici?”. “Ho tenuto il brasiliano nero e sono senza reggiseno e tu cosa hai addosso?”. “Boxer nero e una t-shirt grigia, dove sei ora?”. “Sul letto matrimoniale al centro”. “Ti metti la mano sotto il pigiama per me, Deborah? Mmmmm”. “Siiiii, tu cosa stai facendo?”. “Mi sto toccando il cazzo da sopra, Deborah, lo vorresti fare tu?”. “Siiiiii”. “L’hai messa la mano sotto Deborah, lo scosti lo slip per me? Scostalo e apriti la figa con due dita, per me. L’hai scostatoooo, mmmm”. “Siiiii, sono tutta bagnataaaa, mmmm”. “Tienila larga la figa Deborah,mmmm, la tieni largaaa per me? con due dita, largaaaa, mmmm”. “Siiiii la tengo tutta largaaa, siiii”. Ero eccitatissima anche per l’astinenza di avventure extraconiugali che ormai durava da più di cinque anni. E lui era bravo. Gli chiesi se si stava segando il cazzo e lui mi rispose di si. Al telefono ansimavo perchè lui continuava a chiedermi di andare dentro e fuori in figa con il dito “Veloce Deborah, vai veloceeee dentro fuori in figa con il dito per me, mmmmmm”. Ero letteralmente partita quando mi arrivò una foto con lui che si segava il cazzo, era bellissimo, mmmmmm. Me ne chiese una mia e gliela mandai subito, mentre intanto mi sditalinavo da sola sul clitoride andando dentro fuori in figa. Ebbi un orgasmo incredibile che gli annunciai al telefono. “Sto venendoooo, sto venendoooo, siiiii, sborrroooo, sborrroooo”, continuai ad ansimare fino alla fine dell’orgasmo. Poi con voce nasale dopo l’orgasmo gli chiesi: “Mi hai sentita venire Jacopo? Ho goduto tanto, ma tu non sei ancora venuto”. “Si, ti ho sentita sei stata bellissima, ora me lo prenderesti in bocca?”. Ero ancora con la mano sulla figa: “Siiiii, te lo slinguerei e te lo prenderei in fondo fino a farti sborrare, mmmm”. “Su e giù in bocca Deborah, su e giù, cosiiii, bravaaa”. Ero ancora bagnatissima “Siiiii, su e giù mi prendo il cazzoooo tuttto in boccaaa, siiii”. Ormai sentivo che stava accelerando la sega e lo incitavo sempre di più con parole porche, finchè non lo sentii venire urlando. Dopo l’amplesso continuammo a parlarci sottovoce in grande confidenza, facendoci le coccole. Ero stata benissimo. Quel tipo era un diavolo per come era capace di coinvolgermi.
Nei giorni successivi ci sentimmo con sempre maggiore frequenza, mi ero quasi infatuata, soprattutto per la scioltezza che aveva nel dirmi le cose, per la grande capacità di darmi consigli appropriati anche familiari e di lavoro, per poi diventare un vero porco quando facevamo sesso al telefono. Cominciammo a prendere dei rischi per trovare i momenti per stare insieme. Mi capitava di venire mentre ci sentivamo chiusi nei rispettivi bagni di casa parlando sottovoce, con mia figlia che mi rimproverava di tenerlo sempre occupato. Mi mandava dei video sui quali mi masturbavo. Una sera alla ricerca di situazioni sempre più eccitanti mi chiese in chat di sditalinarmi mentre ero a letto con mio marito che dormiva di fianco, continuandomi a scrivere e chiedendomi di rispondergli. Io allora piegai le gambe sotto le coperte, andai sotto lo slip con la mano destra e girai il dito in tondo sul clitoride masturbandomi lentamente. La situazione era talmente eccitante che dovevo mordermi il labbro fino a sentir male per non farmi udire, godetti come una porca, mmmmmmm. Mi chiedeva in continuazione se il cornuto stava dormendo mentre. E io gli scrivevo di si che tanto ha il sonno profondo e non si sarebbe svegliato.
Lui insisteva perché riuscissimo a trovare una occasione per vederci finalmente perché “ti voglio scopare dal vivo non solo con la testa”, così mi disse. Io però gli dicevo che c’erano enormi difficoltà. Non avevo scuse per allontanarmi da sola ed eravamo in un paesino sperduto e se anche fosse venuto lui non sapevo come avrei potuto fare e quali scuse inventare per potermi liberare. La situazione si trascinò così fin dopo le vacanze di Natale durante le quali le telefonate erotiche aumentarono ancora. Mi faceva venire come una troia, aveva una voce a cui non riuscivo più a rinunciare e mi trattava al telefono da vera porca quando scopavamo. Una cosa così non mi era mai successa con nessun altro, tenendo presente che ancora non l’avevo mai incontrato. Cominciai ad assillarlo io sempre di più. Fu lui che dovette mettermi un limite. Prese a non rispondermi. Andai in crisi. Ci rimasi un po’ male e provai a non chiamarlo più ma già dopo qualche giorno ne avevo bisogno, dovevo risentirlo a tutti i costi. Gli dissi che avrei fatto come mi chiedeva lui, tutto quello che mi chiedeva. Mi bastava solo che continuassimo a sentirci quando poteva.
Di ritorno dalla vacanze ad inizio 2015 durante una telefonata, lui mi fece: “Deborah scusa ma perché non provi a coinvolgere anche tuo marito? Magari gli piace vederti scopata da un altro, sapendo che comunque poi tornerai da lui. Avete fatto due figli insieme. Magari questa cosa può aumentare la vostra complicità. Sai ci sono tante situazioni trasgressive ormai tra le coppie, se non provi a capirlo come puoi sapere il contrario?”. In effetti, da quando avevo conosciuto Jacopo anche il sesso con Luca era migliorato. Il fatto era che questa relazione virtuale mi aveva risvegliato dal torpore in cui ero caduta. Ero sempre eccitata e mi sfogavo anche con mio marito costringendolo a scoparmi più assiduamente rispetto a prima e lui devo dire che non disdegnava. Certo era sesso fatto tra moglie e marito e il livello di porcaggine e di soddisfazione mia non era elevatissimo, era subentrata l’abitudine dopo 25 anni passati insieme. Allora chiesi a Jacopo: “E come dovrei fare per coinvolgerlo? Gli dico diretta che è un cornuto? Non riuscirei mai a farlo, ho paura di offenderlo e gli voglio troppo bene e non lo voglio perdere”. Lui mi rispose: “No. Tu bisogna che gli fai insinuare il tarlo della trasgressione senza che lui se ne accorga, non è questo il momento delle confessioni. Mentre ti scopa tu prova a dirgli che ti piacerebbe tanto avere un altro cazzo che ti prende oltre a lui, magari all’inizio gli parli anche solo di un dildo nel culo mentre lui ti sta in figa. Mi stai facendo eccitare cazzo. Vedi come reagisce”. “Siiii pure tu con quello che dici mi fai eccitareeee, ho la figa tutta bagnataaa, ti scoperei all’istante, mmmmm”. Quello che però mi disse Jacopo mi fece riflettere seriamente e mi organizzai per metterlo in atto. Dovevo capire se mio marito aveva delle fantasie erotiche nascoste su di me e su di noi, che non mi aveva mai esplicitato fino a quel momento magari per semplice pudore.
Cosi un sabato sera dissi a mia figlia che avevo organizzato con suo padre una cena intima anticipandogli che poi avrei voluto fare anche un dopocena tutto per noi per parlarci, lei ormai aveva 17 anni e ci capivamo al volo come fossimo due sorelle. Non uscivamo spesso anche perché non sapevamo dove andare visto che eravamo da poco li e confinati in una zona sperduta, per di più essendo inverno le occasioni erano ancora di meno. Uno strappo alla regola si poteva fare e poi avevamo due figli ormai adolescenti. La nostra casa almeno era ampia e questo garantiva la possibilità di riservatezza. Mi vestii benissimo per lui, provocante come so essere. Avevo comprato della lingerie nuova in quei giorni e la misi addosso. Luca era al settimo cielo. Lui mi ha sempre adorato per come sono e da parte mia non gli sono mai mancate le attenzioni anche a letto. Ho sempre saputo come prenderlo. Luca è un omone rispetto a me, alto 1,80, robusto, moro, con un pò di pancetta che non guasta mai, dotazione normale ma buon scopatore di quelli che durano tanto come piace a me, non mi sono mai lamentata. La cena andò avanti magnificamente, c’era una atmosfera molto intima tra di noi. Parlammo della nostra situazione, dei possibili sbocchi di lavoro futuro. Ci sarebbe piaciuto l’anno successivo avere un incarico in una zona più centrale, ci chiedevamo come potessimo fare, magari avessimo avuto conoscenze importanti in grado di aiutarci, purtroppo non ne avevamo. Bevemmo del vino che ci surriscaldò ulteriormente e già in macchina Luca mi ammiccava. Rientrati a casa ci fiondammo in stanza e cominciammo a scopare, lui non aspettò neanche che mi spogliassi e mi mise il cazzo in bocca. Io glielo spompinai per bene e mi feci prendere con lui sopra. Andammo avanti per un bel po’ ed io gli venni addosso, lui resisteva mentre ora lo cavalcavo. Sa che mi piace tanto parlare e sentir dire porcate mentre scopo. Quando capii che stava per esplodere gli dissi ansimando ancora di più “Mi fai godere di nuovooo, mi fai godereee, quanto vorrei un altro cazzo nel culoooo mentre mi scopi in figaaa, siiiii voglio un altro cazzoooo mentre mi scopiiii, me lo fai prendere un altro cazzooo mentreee amore?”. Lui mi guardò eccitatissimo “Si troiaa, ci vogliono due cazziiii per te, mi fai sborrareee così, li vuoi due cazziiii, siiiii” e mi diede in figa una quantità di sborra incredibile.
Dopo la scopata ci accoccolammo e fu proprio mio marito a ritornare sul punto. Mi disse “Amore ma veramente ti piacerebbe scopare con un terzo tra noi? Sai io questa fantasia l’ho sempre avuta nei tuoi confronti ma non ho mai avuto il coraggio di dirtela. Lo sappiamo benissimo, ce lo siamo detti, che dopo tanti anni di matrimonio la passione naturalmente non è più come agli inizi e ho paura che tu cerchi da sola altrove. Non voglio perderti, sei mia moglie e devo fare di tutto per tenere acceso il motore. Se per essere felici abbiamo bisogno anche di un altro, come credo, io sono pienamente d’accordo, anzi devo dire che l’idea di trasgredire con un singolo o con una coppia mi eccita tantissimo” e mi strinse forte. Parlando così mi fece sentire in colpa e mi fece capire che ero ancora innamorata del padre dei miei figli, era la verità ma non potevo dirgliela tutta fino in fondo per cui gli risposi facendo la sostenuta: “Non lo so amore, mi è venuto istintivo mentre scopavamo. Ho paura che le cose possano cambiare tra noi e non sarebbe quello che voglio, pure io non voglio perderti, è una mia fantasia ma la vedo dura da realizzare, bisognerebbe trovare la persona giusta, non è semplice” ma dicendo così sapevo che gli avrei messo il tarlo….(continua)
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