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Scambio di Coppia

28. Al Mare: Ultima settimana di... 1 (13° Parte)


di trombamico74
02.10.2021    |    9.646    |    0 8.9
"Che le ragazze avessero intuito qualcosa dei loro trascorsi o che semplicemente volessero metterli alla prova per capire fin dove entrami si sarebbero spinti, ..."
La comunicazione improvvisa delle ragazze che nel pomeriggio dovevano fare delle commissioni per i genitori, destabilizzò i piani dei due maschietti che già si pregustavano un intenso pomeriggio di passione.

Alla loro età, in piena carica ormonale, non era difficile prevedere che senza la loro compagnia, quel cambio di piani, preannunciava un pomeriggio difficile da superare, dato che caricate le cartucce nei fucili quest’ultime andavano necessariamente sparate e quei corpi sinuosi e disponibili sculettando e strusciandosi in acqua insieme a loro di cartucce ne stavano caricando parecchie.

Tornato a casa a pranzo, cercando un modo alternativo per trovar sollievo, Fabrizio osservando gli sguardi distratti degli zii, rincorrendo i suoi pensieri si interrogava se finito di pranzare si sarebbero regalati il loro "riposino di passione" per potersi unire a loro nascosto dietro la pianta o come accadeva ultimamente lo zio ancora una volta, sarebbe uscito lasciando la zia da sola a toccarsi distratta, al punto che anche lui con poco da vedere da qualche giorno disertava l’appuntamento dietro l’ibiscus.

E i suoi pensieri non tardarono ad aver risposta; come se lo zio telepaticamente avesse sentito il peso delle sue domande, arrivò la solita scusa banale con cui comunicava che finito il pranzo sarebbe uscito per andare ad aiutare un suo conoscente.
Aimè, scartata quella possibilità, non gli restava che rifugiarsi al capanno; lì i giornaletti per tanto tempo rimasti nascosti lo avrebbero aiutato ad attenuare i bollenti spiriti e così anche lui quasi in contemporanea allo zio uscì, non ascoltando il consiglio della zia che gli suggeriva di aspettare e di uscire quando faceva meno caldo; ed arrivato al capanno, furono proprio i giornalini a fargli compagnia per un po' fino a quando non arrivò Samuele trafelato per aver fatto il percorso in bici tutto di corsa.

(Samuele) “Stai già così?” “Ho visto le ragazze in giro in bici da sole, magari ci fanno una sorpresa e tra un poco le vediamo arrivare”

In una situazione normale, Samuele vedendo l’amico con l’uccello in tiro intento a segarsi, si sarebbe fiondato su di lui, ma al pensiero che potessero di colpo arrivare le ragazze e beccarli a darsi piacere, ogni desiderio di abbandonarsi alla lussuria tra di loro finì per essere smorzato sul nascere e pertanto quel pomeriggio con il sedere di Samuele rimasto inviolato, tutto il loro piacere esplose alternativamente nelle loro bocche ormai bravissime a leccare e succhiare.

Lì, soli fino al pomeriggio inoltrato, ripensando a ciò che potevano fare e non avevano fatto, rimuginando su quel lunedì pomeriggio rovinato dall’assenza delle due fanciulle e sull’ultima settimana da passare con loro, nuovi propositi e nuove voglie si affacciarono a bussare prepotentemente lasciando presagire che per tutti loro sarebbe stata una settimana sicuramente da ricordare.

La voglia di ritrovarsi soli era così tanta che il caldo di quel martedì pomeriggio sembrava non scalfire minimamente le loro energie nel pedalare, tanta era la brama di tutti e quattro di arrivare velocemente al capanno e potersi donare l’uno all’altro e forse, non fu solo strofinarsi delle micie contro il sellino che fece arrivare le ragazze già vogliose e bagnate; cosa che i due maschietti chiusa la porta dietro di se, spostando le mutandine con le dita mentre si prodigavano in un lungo bacio, ebbero modo di scoprire trovandosi i polpastrelli zuppi di umori.

C’era una strana energia quel pomeriggio e dalla voglia e dall’eccitazione di tutti sembrava che non si vedessero da tanto tempo, da intere settimane e non che fosse passato soltanto un giorno, dall’ultimi momenti insieme.
Con i vestiti che erano volati via subito dopo aver chiuso la porta, completamente nudi, avvinghiati, in un intreccio di mani e gambe in cui tutti baciavano e accarezzavano tutti, sembravano un gomitolo gigante di corpi intrecciati che difficilmente si sarebbe riuscito a districare.

Ogni sesso, ogni orifizio aveva la sua dote di dita, anche quelli dei maschietti erano adeguatamente impegnati; pertanto, non sembrò strano a nessuno se Valentina spostando la testa di Fabrizio dal suo capezzolo la diresse verso la rosellina di Samuele dove, nel frattempo, completamente aperto facevano dentro fuori tre dita dell’altra mano.
Accettando l’invito, Fabrizio si dedicò a leccare sapientemente ogni piega della rosellina aperta e ogni traccia di godimento misto alla sua saliva che le dita gli regalavano, mentre l’altra mano di Valentina scivolando sotto di lui si era impossessata del suo membro che nel frattempo Erica stava succhiando in un sapiente gioco di spremitura e mungitura.

Prossimo all’orgasmo, sentendo il membro pulsare, quella mano però in maniera decisa lo condusse altrove e mentre le dita dal sedere di Samuele cedevano il posto, il paletto di Fabrizio condotto fin lì quel tanto che bastava perché entrasse la cappella, finì per sprofondare tutto quanto dentro.
Valentina dietro di lui arpionandone i fianchi ne guidava i movimenti, mentre Fabrizio a sua volta tenendosi ai fianchi di Samuele ne aumentava la spinta che riceveva da dietro.

(Samuele) “Ahhhhhhhhh Godoooooo” “Ma quanta ne Haiiiii”

Non ci volle molto e la sua calda crema esplose con tutta la foga che aveva in corpo; imbarazzato per quello che aveva fatto davanti alle ragazze si sentì un po’ a disagio, ma loro come se lo avessero percepito, seppero subito rincuorarlo e mentre Valentina si dedicava a consolare le pieghe della rosellina ed a raccogliere la crema che man mano veniva fuori, Erica si dedicò a pulire il paletto del suo Amore ancora copiosamente imbiancato.

Era successo!!! Fabrizio malgrado il sapiente pompino che gli stava facendo Erica, distratto stava ancora pensando a ciò che era successo qualche istante prima; si era inculato il suo amico davanti alle ragazze e in realtà erano state loro a volerlo e a fare in modo che accadesse.

Samuele ancora a carponi mugolando, si stava godendo la sega che Valentina con una mano tra le sue gambe gli stava facendo continuando il sapiente lavoro di lingua sul suo sedere oscenamente aperto.
Non un attimo di esitazione!!! Come se nulla fosse, aveva continuato a gemere come prima quando a dargli piacere erano le dita, eppure sicuramente anche lui aveva capito cosa era successo, ma non aveva detto nulla lasciando che il tutto accadesse come se fosse normale.

Che le ragazze avessero intuito qualcosa dei loro trascorsi o che semplicemente volessero metterli alla prova per capire fin dove entrami si sarebbero spinti, Fabrizio continuava a rincorrere i suoi pensieri lasciando che Erica continuasse a suonare il flauto, fin quando due dita che spingevano sulla sua rosellina lo riportarono velocemente a guardarsi intorno.
Erano le dita di Erica a cercare di farsi largo, mentre lei a carponi davanti a lui, continuava a succhiarlo e guardarlo con gli occhioni colmi di desiderio; normalmente non si sarebbe curato di quel gesto, ma dopo ciò che era successo aveva paura che il tutto fosse il preludio del suo turno di ricevere un cazzo nel sedere.

Finora le incursioni al suo sederino si erano limitate al paletto azzurro che Valentina ogni tanto si divertiva a fargli sentire ed alla lunga ne aveva anche apprezzato il piacere degli orgasmi intensi che gli provocava spingendo contro la prostata; con loro era stato un giocare alla pari un dare e ricevere, ma pensando al cazzo di Samuele sarebbe stato diverso e non era sicuro di essere pronto a tanto, anche se in fin dei conti si trattava di restituire ciò che lui in primis e più volte aveva fatto, anche all’insaputa delle ragazze.

Spostando lo sguardo un po' più in là osservando Valentina che al galoppo stava cavalcando Samuele disteso sotto di lei; con il suo amico impegnato, sentendosi al sicuro si lasciò andare al piacere, gustandosi finalmente, ciò che il suo Amore stava facendo, per poi spostandosi dietro di lei lasciare scivolare il suo paletto duro ed approfittare della sua patatina calda e sbrodolante che aspettava solo di essere riempita.

(Erica) “Mmmmmmmmm”

Un gemito si distinse nitidamente dal coro di godimento degli altri due porcellini, Fabrizio lo aveva sentito bene centimetro dopo centimetro mentre scivolava dentro di lei; era il suo Amore che gli chiedeva di donarle tutto il piacere di cui era capace e in risposta la sua cappella arrivata in fondo a quel caldo antro si ingrossò più che poteva come a voler abbracciare ogni singola piega di mucosa che aveva intorno, costringendo l’aria imprigionata all’interno ad uscire rumorosamente per cedere il posto.

Sentire quel rumore, eccitò tutti e quattro e mentre un fiotto caldo avvolgeva il membro di Fabrizio ad ogni colpo, lui stantuffando piano accompagnava i suoi movimenti inserendo e roteando due dita nella rosellina, che gradendo si apriva sempre di più.
Valentina, sentendo l’amica spostando il paletto dalla micia al sedere, le aveva fatto dono della sua ostrica gocciolante, che Erica volentieri raggiunse con la sua lingua per darle e darsi piacere.

Gli orgasmi di Samuele e Valentina arrivarono all’unisono, regalando a Erica e alla sua lingua tutto il frutto del loro piacere, mentre Fabrizio dietro di lei continuava a farle sentire la sua virilità sempre più dura e pulsante.
Toccava a loro adesso godere e mentre Samuele scivolando si sistemava sotto Erica con la bocca suo sesso, dandole in cambio il suo anche se in fase di recupero, Valentina sistemandosi di fianco a Fabrizio per potergli far dono della sua lingua in un lungo bacio, portò le sue dita a farsi largo nella sua rosellina aperta che vogliosamente aspettava le sue dosi di attenzioni.

L’abile lavoro di bocca di Erica, a cui Samuele non si era ancora abituato, oltre a risvegliare la sua erezione, lo condusse velocemente a un nuovo orgasmo, quasi in contemporanea con Fabrizio.
Sentire gli schizzi caldi che in contemporanea le riempivano la bocca e la micetta la fecero trasalire e sussultare in ogni singolo muscolo provocandole un orgasmo intensissimo e mentre squirtava tutto il suo apprezzamento in faccia a Samuele che non abituato stava annegando solto i suoi colpi, riconoscente, si sentì profondamente appagata e amata dai suoi due amori che in ogni momento di piacere erano lì con lei e portando la sua bocca colma di nettare verso Valentina dopo averlo condiviso con lei fino all’ultima goccia, la ringraziò.

(Erica) “Ti Amo tanto Amore mio” “Vi amo entrambi”
(Valentina) “Lo sappiamo” “Ma adesso succhia e raccogli ciò che hai combinato”

Fabrizio e Valentina si guardarono e scoppiarono in una sonora risata e mentre Erica riprendeva in bocca per ripulirlo il membro di Fabrizio, Valentina dedicò le sue attenzioni a Samuele che ancora frastornato dallo scampato annegamento, sentendo gli altri ridere non capiva cosa fosse successo.

Stanchi ed accaldati ci misero un po' a recuperare le forze e la virilità, sdraiati sul materassino le loro mani scorrevano come mani sulle tastiere, accarezzando e coccolandosi senza curarsi del corpo, del petto o della schiena che le loro mani stavano percorrendo, come se libere di fluttuare, ognuna di loro si muovesse in piena libertà.

I ragazzi con gli occhi socchiusi sembravano quasi sonnecchiare, cullati da una tranquillità e dal silenzio che avvolgeva quel posto, mentre le ragazze in silenzio si scambiavano lunghi baci saffici, che inizialmente casti, poi man mano aumentavano la loro passione, che inevitabilmente non più paghe, dirottarono sui due adoni dormienti impegnandosi per accelerare i tempi di una loro resurrezione.

Ognuna con una tecnica diversa, si impegnò per arrivare al successo e così mentre da una parte Erica inginocchiata con il sesso sul viso di Fabrizio si masturbava strusciando la sua vulva sul naso e sulla bocca del suo Amore, Valentina cercava di eseguire il suo componimento con un flauto che non voleva suonare.

Come l’effetto dei sali è miracoloso su una persona che ha avuto un mancamento, in egual misura il profumo del sesso di Erica fece riemergere Fabrizio dal suo torpore e mentre la punta della lingua di quest’ultimo, puntando verso l’alto cercava di raggiungere le piccole labbra, un’altra parte del corpo riacquistava vigore e turgore come un periscopio che improvvisamente riemerge dalle acque.

Erica in ginocchio sopra Fabrizio si stava godendo una lunga e lenta cavalcata mentre la sua amica inginocchiata di fianco a lei era ancora impegnata a far risorgere il membro di Samuele segandolo e succhiandolo con la bocca mentre con l’altra mano ne poteva esplorare il sedere ormai deflorato che con facilità accoglieva le sue dita fino alle nocche.
Tutto quell’impegno di Valentina finalmente dava i suoi frutti e qualcosa cresceva e si induriva ad ogni affondo, al punto che finalmente sodisfatta poté dirottare una mano verso la rosellina di Erica, rimasta trascurata da ogni attenzione.

Tra le sue dita e il membro di Fabrizio c’era una perfetta sintonia consolidata, che portava le une a spingere mentre l’altro indietreggiava e viceversa, in maniera che Erica alternativamente si potesse sentire riempita e coccolata dai suoi due amori.
Samuele padrone della sua virilità si era posizionato in ginocchio dietro di lei, restituendo tutti gli sforzi fatti per ridestarlo con una poderosa cavalcata che Valentina ogni tanto allungando una mano sul suo membro stoppava per spostarlo dalla patatina al sedere e viceversa anticipando in parte le sensazioni che avrebbe avuto con una doppia penetrazione.

Quell’intenso cavalcare, con i conseguenti gemiti mescolati ai rumori del bacino che sbatteva contro i glutei, non passò inosservato e accese se ce ne fosse bisogno, le voglie degli altri due che interrompendo il loro procedere lento e cadenzato cambiarono posizione per poter anche loro mollare le briglie della lussuria.
Erica in ginocchio a carponi, con la schiena che scivolava giù verso la testa, intenta ad addentare parte del materassino per non urlare, si stava godendo gli assalti di Fabrizio che in piedi dietro di lei inclinando il manico di carne dura la cavalcava facendo scivolare quel paletto nel suo sedere fino in fondo senza nessuna esitazione.

Era eccitante vederli, per Valentina ricevere gli assalti di Samuele e contemporaneamente osservare il sedere completamente riempito e la patatina gocciolante della sua amica era un doppio immenso godimento; più guardava quell’ostrica aperta e gocciolante e più saliva in lei la voglia di raggiungerla con la mano, e sommarsi agli assalti di Fabrizio.

Non poteva non regalare alla sua amica sensazioni che secondo lei sarebbero state uniche e indescrivibili, sicuramente lei l’avrebbe ringraziata e amata ancora di più, era il momento giusto, era tutto perfetto; riprendendo in mano il paletto di Samuele come aveva già fatto più volte, spostandolo dalla patatina al sedere, questa volta lo portò a passeggio avvicinandolo verso l’amica, facendo il gesto a Samuele di non dire nulla perché fosse una sorpresa.

Samuele comprendendo cosa aveva in mente, ne facilitò la riuscita dando una prima spinta appena la sua cappella si poggiò all’ostrica, lasciando che Valentina lì a pochi centimetri, potesse osservare il suo membro scomparire dentro insieme a quello di Fabrizio.

(Valentina) “Ti Amo Amore mio” “Questo regalo è per farti capire quanto ti Amo”
(Erica) “Anche io ti Amo Amoreeee” “Mmmmmmmmm”

Valentina era troppo felice, vedendo l’amica doppiamente riempita era corsa da lei a baciarla e a declinarle il suo amore e adesso tornando da Samuele, dopo aver baciato anche lui per ringraziarlo, con le mani su entrambi i sederi di Samuele e Fabrizio ne accompagnava i movimenti e le spinte.

(Erica) “Ahhhhhhhhh” “Mi state aprendo in dueee” “È bellissimoooo”

Erica alle prese con i due puledri continuava a godere aspettando di sentirli schizzare, ma la sua amica che voleva prolungare tutto questo il più possibile, alle prime avvisaglie che uno dei due stava per venire, lo sfilava il tempo necessario per fargli recuperare il controllo, prolungando in questo modo la doppia cavalcata.
E fu in uno di questi momenti che sfilando il bastone di Samuele, volendo osare ancora di più, invece di rimetterlo nell’ostrica di Erica lo appoggiò al sedere di Fabrizio spingendo perché entrasse dentro.

(Fabrizio) “AHHHHHHHHH” “Mi state inculandooo” “Che stronziiiiiiiiiiii”

In quella posizione, con Fabrizio inclinato in avanti con le gambe completamente aperte a cavallo di Erica, per Samuele non era stato difficile entrare e farsi spazio nella rosellina dell’amico, arrivando fino in fondo come se fosse abituato a prenderlo dietro; Valentina con una mano sul suo sedere continuava a gestire le spinte, che adesso a catena si ripercuotevano anche su Erica, visto che Fabrizio era ancora dentro di lei.

Erica, che non vedeva, ma che ascoltando immaginava tutto, era tutto un fremito e continuava a sbrodolare copiosamente; ma ancora una volta Valentina ripreso il comando del paletto di Samuele lo fece scivolare dentro l’amica e ancora una volta si senti doppiamente aperta e riempita.

Per i due maschietti l’orgasmo ormai bussava alle porte, anche se Fabrizio ad ogni incursione nel suo sedere lo sentiva leggermente allontanare per poi ritornare prepotentemente quando Samuele usciva da lui; toccava a Valentina fare in modo che tutto accadesse secondo i piani e vedendo Samuele ormai pronto a esplodere, lo fece rientrare dentro Erica fino in fondo.

(Samuele) “Ahhhhhhhhh Vengooooooo”
(Fabrizio) “Ahhhhhhhhh Vengoooooo Anchiooooo”
(Erica) “AHHHHHHH, OHHHHHHHH, OHHHH MIOOO DIOOO” “MAMMMMA MIAAAA SENTO GLI SCHIZIIIIII”

Valentina era felicissima, dopo aver ripulito Samuele, raggiunta da quest’ultimo si dedicarono a ripulire Fabrizio e tutti e tre, infine, si dedicarono a raccogliere tutto ciò che usciva da Erica, portando a quest’ultima in dono le loro bocche piene di tanto piacere.

Un lungo bacio a quattro lingue mise fine a quel pomeriggio carico di tanta passione e godimento, ma lo sguardo d’intesa delle due ragazze e gli occhi lucidi di emozione e commozione, raccontavano molto di più.
Mancavano ancora quattro giorni prima di doversi lasciare e adesso tutti avevano la certezza che quei quattro giorni non sarebbero stati sprecati in nessun modo.
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