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Prime Esperienze

14. Valentina (4° Parte)


di trombamico74
04.10.2020    |    12.468    |    5 9.5
"Arrivò il primo orgasmo e poi fatta girare le attenzioni andarono alla rosellina malconcia dagli assalti del giorno prima..."
Tornata a casa Valentina non poteva far a meno di ripensare al pomeriggio trascorso con Erica e Fabrizio, in un primo momento li aveva odiati, sarebbe voluta fuggire via, ma alla fine si era abbandonata a loro e al loro piacere, sentendosi amata e coccolata.
Dopo aver conosciuto le attenzioni della sua amica, sentito le dita dentro di lei, giocato con il manico della spazzola, finalmente era stata con un uomo, ne aveva baciato e leccato ogni centimetro della sua pelle, goduto del suo membro, lasciato che entrasse dentro di lei ed era stato bellissimo.

Mai aveva provato tanto piacere, quel pomeriggio gli orgasmi le avevano scosso ogni singolo muscolo, come se una scossa elettrica le avesse attraversato il corpo, fortuna che Erica anche se un primo momento l’aveva trascurata, poi le era stata vicina e l’aveva sostenuta e supportata non facendole mai mancare il suo affetto e il suo amore.

Si è proprio vero quello che Erica le aveva detto: “I maschi ti fanno godere, ma prendono più di quello che danno”, si sentiva diversa, priva dell’ingenuità che aveva fino al giorno prima, più affamata di dare e ricevere piacere, vogliosa di godere ancora e ancora.
Non poteva smettere di pensarci, forse perché la sua rosellina completamente deflorata e per la prima volta dolorante a causa delle dimensioni e dall’impeto che aveva ricevuto, continuava a ricordarle quanto aveva goduto.

Nel momento dell’orgasmo poi, quando sentiva ogni suo muscolo contrarre, sentire gli schizzi caldi che Fabrizio aveva riversato dentro di lei, l’avevano infiammata ancora di più, portandola al punto di fare dei pensieri senza senso, in quei momenti infatti, sentendosi riempire ha desiderato che Fabrizio le potesse ingravidare il sedere o che il suo membro potesse ingrossarsi a dismisura come se fosse un palloncino, fino a dilatarla e riempirla completamente rimanendo incastrato dentro di lei.

Adesso ripensandoci le sembra tutto assurdo, ma le sue voglie non ancora sopite, il suo clitoride duro che ad ogni passo strofina contro le mutandine, la rosellina febbricitante, le fanno percepire che qualcosa è cambiato, che qualcosa si è impossessato di lei e non l’abbandona, non la lascia tranquilla.

Quella notte, dopo aver rovistato e trovato una spazzola con il manico simile a quella di Erica, andata a letto e messo il manico dentro la rosellina, si è masturbata ed ha goduto ancora una volta, finendo per addormentarsi con la mano sul clitoride e il manico della spazzola dentro di lei.

La mattina, fu duro svegliarsi, sentiva ogni muscolo pieno di acido lattico, come se avesse fatto una lunga maratona, la mamma l’aveva già chiamata più volte senza avere successo, quando un messaggio del telefono di colpo attirò la sua attenzione:

“Buongiorno Amore, mi manchi, ti prego corri da me… Ti aspetto”

Erica il suo amore chiedeva di lei e la stava aspettando, ieri andando via non si erano accordate sull’indomani, dando per scontato che si sarebbero comunque viste, ma sentirsi desiderata, le fece comunque un bellissimo effetto, per cui scattando dal letto in tre secondi fu in piedi.
Bisognava fare in fretta, colazione, qualche faccenda in casa e poi finalmente poteva correre da lei.

Quando Valentina arrivò, Erica già intenta a prendere il sole l’accolse con un pareo trasparente che mal celava le sue nudità, vedendola l’abbracciò e la baciò con tutta la tenerezza di cui era capace.

“Se fossi rimasta a dormire qui, ti avrei fatto mille domande su ieri e su come era stato far l’amore con me e Fabrizio, ma visto che non c’eri mi sono dovuta tenere tutto dentro”

“Come stai? Come ti senti? Che hai pensato?”

Erica era un vulcano, la tempestava di domande e non attendendo la risposta, le tappava la bocca baciandola e ficcandole la lingua dentro, Valentina a quel punto volendola contenere, capì che prima doveva farla calmare, per cui allontanandola e guardandola fissa negli occhi le rispose:

“Ti rispondo solo quando me l’hai leccata a sufficienza e sappi che ieri avete maltrattato il mio buchetto e adesso mi fa un po' male”

Erica pervasa da nuova energia, prese a spogliarla e baciarla dappertutto, fino a quando fatta distendere sul lettino si dedicò completamente alla sua ostrica, ormai bagnata e gocciolante.

Arrivò il primo orgasmo e poi fatta girare le attenzioni andarono alla rosellina malconcia dagli assalti del giorno prima.
Normalmente si sarebbero invertiti i ruoli, ma Erica in quel frangente era troppo curiosa di sapere, pertanto decise che la sua voglia di godere avrebbe dovuto aspettare e abbracciando l’amica e sistemandosi su un fianco di fronte a lei, con gli occhi scintillanti di curiosità, iniziò il dolce interrogatorio inframmezzato di baci e carezze.

Valentina che comunque aveva superato e rimosso le sensazioni negative dei momenti iniziali in cui si era sentita offesa e ferita, nel descrivere le sensazioni del giorno prima si limitò a raccontare quanto le fosse piaciuto e quanto era stata bene, raccogliendo la felicità e la commozione di Erica che nel sentirla parlare e raccontare non stava più nella pelle, pregustando quello che quel pomeriggio con il ritorno di Fabrizio sarebbe potuto accadere.

Molte erano in realtà le paure che per tutta la notte avevano tormentato i pensieri di Erica non facendola dormire e tenendola sulle spine per tutta la notte.

“e se a Valentina ciò che è successo non le è piaciuto fino in fondo?”
“e se invece al contrario adesso vuole avere Fabrizio tutto per lei?”
“e se Fabrizio arrivato finalmente a Valentina adesso inizierà a considerata di meno?”

Tante erano le versioni che disegnavano il suo prossimo futuro, qualcuna più piacevole e qualcuna meno, ma dentro di lei albergava una grande certezza che portava con sé un retrogusto amaro, da dopo quel pomeriggio appena passato insieme, vedere Fabrizio senza Valentina non avrebbe più avuto lo stesso sapore.
Pertanto, man mano che Valentina parlava e le raccontava le sue sensazioni, dentro il cuore di Erica si diradavano le nubi e cresceva sempre di più la felicità e l’eccitazione per ciò che da lì in poi di bello sarebbe potuto accadere.

Restava solo da capire le considerazioni che rispetto al giorno prima aveva maturato Fabrizio, per cui non dissipate tutte le paure, decise di mandargli un messaggio per confermagli di passare nel pomeriggio.
Se al messaggio avesse risposto chiedendo conferma della presenza o meno di Valentina, accennando a un interesse o a una perplessità, avrebbe potuto intuire qualcosa e prendendosi del tempo trovare la risposta adeguata da dare.

(Erica) “Ciao Amore, ci vediamo da me oggi?”
(Fabrizio) “Ciao tesoro, sì, alle quindici sarò con voi”

Eureka!!! Erica non stava più nella pelle, Fabrizio aveva confermato e nella risposta aveva incluso anche Valentina.

(Erica) “Tesoro, Fabrizio ha confermato, preparati pomeriggio avremo la nostra dose di attenzioni e di birillo tutto per noi”
(Valentina) “Se vuole avere di nuovo il mio sederino, prima deve mettere a disposizione il suo come ha fatto ieri”

Sentendo quella frase, Erica se da una parte sentì montare l’eccitazione dentro di lei, da una parte rimase un po' interdetta per i paletti che Valentina stava ponendo e che potevano pregiudicare la riuscita del pomeriggio a tre, ma non volendo indagare oltre e sperando che l’eccitazione del pomeriggio poteva aiutare come per il pomeriggio precedente, decise di soprassedere dal chiedere ulteriori spiegazioni.

Valentina, che sembrava stesse leggendo i suoi pensieri, volendo rincuorare l’amica, mentre la baciava profondamente, portò la mano verso la sua ostrica umida, lasciando scivolare dentro due dita a gustare il caldo umido della sua intimità.
Continuò a penetrarla portando le labbra su suo clitoride, traghettandola verso un orgasmo che a più ondate le fece vibrare ogni muscolo del suo corpo.

La mattina tra carezze, coccole e confessioni scivolò veloce e con il pranzo alla presenza dei genitori di Erica tornarono a essere le innocenti bambine adolescenti, interessate a parlare di vestiti e scarpe con la mamma di Erica, che avendo dei negozi di abbigliamento ben conosce la moda e le tendenze del momento, mentre il padre come al solito ascoltandole, borbotta che invece di quelle frivolezze dovrebbero interessarsi di più del mondo dell’economia e di tutto ciò che accade di sociopolitico intorno a loro.

Quando nel pomeriggio arrivò Fabrizio, ancora una volta, svestite le vesti di bambine, indossarono quelle più adatte di seduttrici messaline, accogliendolo tra le loro braccia desiderose di dare e ricevere attenzioni.
Fabrizio, per nulla turbato, ma anche lui voglioso ed eccitato, non ci mise molto a mettersi a suo agio, arrivando in breve tempo a gustare a colpi di lingua l’ostrica succosa che Erica gli mise a disposizione, mentre Valentina nel frattempo si esercitava con il suo flauto di carne dura, che man mano cresceva sempre di più ad ogni nota fatta di gemiti e sospiri.

Se durante il pomeriggio precedente un po' di imbarazzo aveva frenato in parte i loro desideri, in quel momento invece lasciato ogni imbarazzo e ogni pudore, i loro corpi e i loro gesti erano espressione unica del loro piacere e anche le richieste e il linguaggio contribuivano ancora di più ad accendere e portare verso il godimento finale.

Dai primi baci e toccamenti in breve tutto si fece più eccitante e mentre Erica mettendo in mostra tutte le sue doti di cavallerizza, cavalcava Fabrizio steso sul lettino, facendo scivolare sapientemente il cazzo dentro la sua ostrica, Valentina inginocchiata ai piedi del lettino dietro di lei, affondava la sua lingua dentro la rosellina dell’amica, che ad ogni colpo pulsava aprendosi sempre di più.

La saliva dalla lingua di Valentina, colando dalla rosellina, finiva per mischiarsi agli umori che Erica rilasciava ad ogni colpo ben assestato e da lì, dopo un beve tragitto sui testicoli, seguendo la piega del sedere di Fabrizio, finiva per raggiungere il suo buchetto ormai violato.
Tutto ciò non poteva che istigare Valentina a portare verso il buchetto le sue dita, che dopo qualche istante prima uno e poi un altro, entrarono senza problemi, assecondando muovendosi, il su e giù di Erica e premendo di volta in volta contro quel rilievo che si percepiva sotto i polpastrelli e che probabilmente corrispondeva ai muscoli della prostata.

(Fabrizio) “Mmmmmmmm” “Amore alla tua amica piace proprio dedicarsi al mio buchetto e incularmiiii”
(Erica) “Mmmmmmm e da come si sta ingrossando il tuo cazzo dentro, direi che la cosa ti sta piacendoooo”
(Fabrizio) “Siii moltoooo” “Ma dopo quando mi dedicherò al suo sederino, si pentirà di averlo fatto crescere così tantooo”

Erica e Fabrizio parlavano di Valentina e di quello che le avrebbero fatto, non curandosi di lei come se lei non potesse sentirli, ma lei, ascoltando ogni singola parola finiva per eccitarsi sempre di più fino a percepire le sue cosce bagnate dai suoi sbrodolamenti.
Eccitata, decise di contraccambiare dedicando due e poi tre dita anche al sederino della sua amica, che in risposta gradendo, aumentò i gemiti e l’intensità della cavalcata.

Quella doppia penetrazione data dalle tre dita di Valentina che mentre scivolavano dentro le provocavano delle contrazioni, si ripercuotevano sul cazzo di Fabrizio strizzandolo e succhiandone il glande.

(Erica) “AHHHHHHHHH” “VENGOOOOOO” “TE LO STO ANNAFFIAAANDOOOO” “Mmmmmmm” “Vieni con me, riempimi tutta”
(Fabrizio) “AHHHHHHHHH” “Vengooooo ancheeee ioooooo”

Non ci volle molto perché i due amanti arrivassero al culmine di un orgasmo che li lasciò senza forze e mentre Erica stremata con ancora il palo di Fabrizio dentro si accasciava sopra di lui, Valentina dedicandosi con la lingua alla sua ostrica ancora in fiamme ne aspirava gli umori e lo sperma che piano piano colavano fuori.

Era solo una settimana che Erica prendeva la pillola e nei suoi propositi avrebbe aspettato il primo ciclo per far esplodere Fabrizio dentro standole davanti, ma l’eccitazione del momento le aveva fatto perdere la ragione e con essa i buoni propositi.
Se era successo in parte era stata anche colpa di Valentina, per cui quando si fu ripresa, rivolgendosi all’amica le disse che se per colpa sua fosse rimasta incinta si sarebbe dovuta preparare a fare da madrina.

Mentre Fabrizio impallidiva, le due amiche sorridendo con le lingue si scambiarono lo sperma che Valentina aveva raccolto e finito quello a disposizione, guardando verso l’uccello di Fabrizio ne andarono a cercare dell’altro, iniziando un bellissimo pompino che immediatamente lo riportò in erezione.
Valentina a quella vista, portando la sua ostrica alla bocca di Fabrizio sdraiandosi sopra di lui, continuò a succhiarlo, mentre Erica cogliendo le voglie dell’amica si dedicò alla sua rosellina per prepararla a dovere per il bastone di carne che di lì a poco sarebbe arrivato.

Non ci volle molto perché Valentina stanca di succhiare e desiderosa di averlo dentro, girandosi si sistemò sul palo facendolo scivolare dentro la sua rosellina aperta e lubrificata dalla saliva della sua amica.
Erica, visto che adesso la bocca di Fabrizio era disponibile, si posizionò con la figa gocciolante sopra di lui, affinché lui la leccasse e si nutrisse dei suoi succhi.

Era un’immagine bellissima, le due amiche una di fronte all’altra si baciavano complici mentre cavalcavano Fabrizio che steso sotto di loro si prendeva cura dei loro sessi.
Ci volle un po', ma l’orgasmo li sorprese all’unisono facendoli venire ancora una volta insieme.

Quello di Erica non fu forte come quello di prima e la sola lingua di Fabrizio per quanto lui sa usare divinamente non sarebbe bastata a portarla fino in fondo, ma vedere il cazzo di Fabrizio affondare dentro il sedere di Valentina, imbiancato degli umori che uscendo dall’ostrica ancora virginale come una crema lo colorano di bianco, la fecero impazzire di eccitazione e quindi quando le gambe di Valentina iniziarono a tremare, mentre lei inarcando la schiena portava la testa indietro e il cazzo di Fabrizio pulsando si ingrossava e rimpiccioliva scaricando dentro di lei il suo seme, le bastò portare una mano sul clitoride per scaricare sulla faccia di Fabrizio tutto il suo piacere.

Mentre Valentina sdraiata su di lui, leccava dal volto di Fabrizio gli umori dell’amica, toccò a Erica ripulire il sederino di Valentina dallo sperma gocciolante che man mano veniva fuori.

(Valentina) “Il mio sederino non si era ancora ripreso e oggi mi hai dato il colpo di grazia” “La prossima volta nel tuo metterò tutte e cinque le dita così impari”
(Fabrizio) “Se vuoi la prossima volta lo mettiamo davanti così il tuo sederino si riposa”
(Valentina) “Se vuoi entrare nella mia patatina ancora vergine, nel tuo sedere deve prima entrare qualcosa di molto più lungo e profondo delle mie dita, per cui pensaci bene”

Erica, che ancora dietro di lei si stava dedicando a ripulire il suo buchetto, ascoltando i suoi amori sfidarsi e rilanciare, vedendo la rosellina improvvisamente pulsare di approvazione e il cazzo di Fabrizio da moscio irrigidirsi e sobbalzare, capì che non stavano scherzando e che quelle frasi le stavano dicendo seriamente.

Anche la sua micetta a quel punto riprese a gocciolare, indicando che a quella sfida avrebbe voluto partecipare anche lei e che non si sarebbe tirata indietro, bisognava solo trovare il modo per far accadere le cose.
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