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Prime Esperienze

7. La festa di fine scuola


di trombamico74
09.09.2020    |    18.457    |    6 9.3
"“Anche a me scappa la pipì, ma prima sarà il caso che pulisca la tua patatina” Finita la frase si inginocchiò davanti all’amica per leccargliela, ..."
Finalmente è arrivato l’ultimo giorno di scuola e con esso nel pomeriggio il momento di festeggiare il fine scuola tra tutti i compagni.
Come pianificato si incontrarono tutti nella casa di campagna di Gianluca, un ex cascina agricola circondata dalle piante di olivo, che il padre aveva acquistato con l’idea di trasformarla in un agriturismo.
Lì nell’ex fienile, oggi ridotto a uno stanzone vuoto e spoglio, avrebbero potuto ballare e divertirsi tutti insieme.

Nei giorni precedenti, Gianluca con alcuni suoi compagni aveva pensato alle cibarie e al bere e portato il necessario per la musica, fantasticando su ciò che sarebbe accaduto quel pomeriggio tutti insieme con le compagne, che se opportunamente coinvolte dall’aria festosa forse avrebbero saputo essere più espansive con loro maschietti.

Erica e Valentina, arrivarono quando la festa stava già entrando nel vivo, dopo i saluti si guardarono intorno, alla ricerca di Fabrizio. Lo trovarono con Gianluca a vuotare due bottiglie di alcool dentro un grosso recipiente di sangria.
Evidentemente i maschietti avevano in mente qualcosa di preciso e stavano pianificando di usare l’alcool per rendere le ragazze più disponibili. Erica e Valentina si scambiarono un veloce sguardo d’intesa e andando verso i due “barman” gli chiesero cosa potessero offrire di buono a due assetate.
La risposta fu quasi scontata, Sangria naturalmente. Erica da quel momento dopo aver bevuto si sentì autorizzata ad osare, dato che qualunque cosa fosse successo con Fabrizio, poteva comunque dare la colpa a lui per averla fatta bere troppo.
Tutto stava andando secondo i piani.

Il pomeriggio scivolò veloce, tra divertimenti e balli, qualcuno ebbe modo di allontanarsi indisturbato, per poi ricomparire dopo qualche ora, ma Fabrizio rimase sempre lì a indicare che nessuna lo interessava abbastanza.

Verso sera, quando la stanchezza e l’alcool presero possesso dei loro corpi, stanchi di ballare, decisero di giocare a “Obbligo/Verità”.
Dopo i primi giri di verità, in cui vennero confessati peccatucci minori, come aver copiato un compito o cose simili, arrivati al rischio delle confessioni più scabrose, la scelta di essere obbligati a fare qualcosa sembrò il male minore.

In quel momento fu il turno di Fabrizio, che avendo scelto obbligo, fu deciso che avrebbe baciato una ragazza con le labbra e la lingua per almeno cinque minuti di fila. Sperava di baciare Valentina, ma dovette baciare Erica, inizialmente restò un po’ accigliato, ma dopo dovette ricredersi in fretta.

Il suo primo bacio vero ad una ragazza non fu per niente male, Erica sembrava fosse nata per baciare e dopo una frazione di secondo lo seppe mettere a suo agio.
Le loro lingue si esplorarono per un bel po’ e se non fossero scattati i cinque minuti sarebbero andati avanti ancora per un pezzo.

Evidentemente, il bacio di Fabrizio ed Erica suscitò qualche invidia tra le fanciulle, perché ben altre due volte che come obbligo fu deciso il bacio, il candidato maschile fu sempre lui.
Fabrizio dopo il primo bacio, rotto il ghiaccio, le altre volte si prestò con più entusiasmo, ma il bacio con Erica era stato diverso, più passionale e intenso nulla a che vedere con gli altri due: uno dato con le labbra asciutte e secche modello grattugia, mentre l’altro con la lingua che sembrava una gomma da cancellare.

Il gioco andò avanti ancora un po’ e piano piano si fece sempre più audace, sul finire ritoccò di nuovo a Erica e Fabrizio, ma questa volta lei gli avrebbe concesso di farsi baciare sul seno e leccare i capezzoli.
Erica già eccitata dal bacio, quando lui prese in bocca i suoi capezzoli ebbe un brivido su tutto il corpo e si bagnò, mentre lui, cercando di nascondere la sua erezione, stringendo i seni con le mani continuava a succhiarli e leccare.

Tutto era andato quasi secondo i piani e Erica poteva considerarsi felice, ma per un attimo prima del suo bacio aveva notato Fabrizio un po’ ritroso nel farlo, mentre quando era stato il turno delle altre si era fatto avanti senza farselo dire due volte, ecco perché aveva rilanciato facendosi baciare il seno, ma non era sicura che quella mossa finale sarebbe bastata.
Non poteva correre il rischio che quelle due ochette le portassero via il suo uomo e rovinassero i piani fatti nei giorni precedenti con Valentina, per cui doveva essere più incisiva, doveva esserlo lì in quel momento.
Il rischio di esagerare ed esporsi era alto, ma se le cose le fossero sfuggite di mano, l’alcool avrebbe giustificato ogni parola di troppo, per cui decise di prenderlo da parte e provare ad essere diretta e non lasciare fraintendimenti.

La festa volgeva al termine e Fabrizio stava per andare via, non poteva esitare oltre, e prendendolo in disparte lo affrontò:

(Erica) “lo sai che baci molto bene per essere un tredicenne”

(Fabrizio) “Anche tu baci bene per essere una tredicenne”

(Erica) “Quel lavoretto sui miei seni, non è stato male, mi hai fatto eccitare. Meriteresti che ricambiassi, ma io non mi concedo a tutti, ricambierei solo se tu fossi il mio ragazzo”

(Fabrizio) “E sentiamo, cosa faresti se fossi il tuo ragazzo?”

(Erica) “Se quest’estate fossi il mio ragazzo, tutte le volte che ci vediamo e siamo soli, ti succhierei l’uccello come hai fatto con i miei capezzoli”.
“Ma adesso devo andare, Valentina mi sta aspettando, ne riparleremo nei prossimi giorni”

(Fabrizio) “Aspetta ancora un po’, non te ne andare”

(Erica) “È tardi, devo andare, ma se vuoi stare ancora con me poi sempre cercarmi”

E girandosi sodisfatta per come aveva saputo gestire e tenergli testa, andò verso la sua amica che la stava aspettando.

Durante il viaggio di ritorno in motorino le raccontò, ogni singolo particolare della chiacchierata, ma prima di tornare a casa dopo le labbra e la lingua di Fabrizio, voleva sentire le sue in bocca e sui capezzoli, per cui decisero di fermarsi lì in campagna e cercare un luogo appartato.

Quella sera di fine giugno, era l’ideale per una sosta in camporella, anche la luna con il suo bagliore ne agevolava la felice riuscita, per cui presa una stradina secondaria si fermarono dietro un ciglio rialzato che permetteva di nascondere il motorino per poi dirigersi sul prato verso un angolo nascosto da dei cespugli.
Per non sporcare i vestiti d’erba, decisero di spogliarsi completamente e così nude, come due dee saffiche illuminate dai raggi lunari, sorrisero complici, mentre il desiderio pulsante aumentava dentro i loro corpi.

Complice l’alcool e l’essere nude li in quel posto all’aperto, dove anche se riparate potevano essere viste, la voglia di trasgredire si faceva spazio nella loro mente e così quando Valentina disse all’amica che le scappava la pipì, Erica non ci mise molto ad approfittare della situazione e mettendosi dietro l’amica ancora in piedi, da dietro, cingendola, con le mani sul sesso le allargò le piccole labbra:

“Vieni “Fabrizio” ti aiuto io a fare pipì in piedi”

E subito dopo Valentina eccitata, allargando un po’ le gambe fece partire un lungo getto verso l’erba davanti a lei.
Al primo seguirono altri getti meno forti, che Erica seppe addomesticare direzionando le labbra come se tra le mani avesse un vero membro maschile.
Sul finire, mettendo le mani a coppetta davanti al clitoride, raccolse le ultime gocce che poi portando le dita alla bocca leccò e succhiò, mentre spostatasi di fronte guardava complice l’amica.

“Anche a me scappa la pipì, ma prima sarà il caso che pulisca la tua patatina”

Finita la frase si inginocchiò davanti all’amica per leccargliela, aiutandosi con le mani perché le aprissero le piccole labbra, permettendo alla lingua di addentrarsi sfiorando ogni centimetro di quell’ostrica calda.

La pulizia, molto accurata fu accompagnata dai gemiti di Valentina che la incoraggiava a continuare.
Quanto sentì dai gemiti dell’amica e dai movimenti pulsanti che l’orgasmo stava per arrivare, si staccò e si alzò in piedi per poter fare pipì anche lei.

Valentina seguendo ciò che aveva fatto l’amica si mise dietro di lei, ma portando le mani al sesso di Erica e sentendo il clitoride completamente eccitato, prese a schiaffeggiarlo e a muovere le dita sopra di esso.
Erica presa alla sprovvista da degli spasmi di piacere non riuscì più a trattenersi e annaffiò il campo davanti a lei, contraendosi come se avesse avuto un orgasmo.
Era la prima volta che le succedeva, sentì le ginocchia flettersi senza forza e se non l’avesse sorretta l’amica sarebbe finita in ginocchio sull’erba bagnata.

Adagiata un po’ più in là, adesso fu la volta di Valentina premurarsi di pulire la micetta dell’amica.
Pulizia che dopo un po', cambiando posizione, si tramutò in un bellissimo sessantanove, desiderato da entrambe.
Vennero così, una sulla bocca dell’altra, leccando e succhiando i loro liquidi densi e profumati di desiderio.

Finito, si abbracciarono e con le lingue si scambiarono i loro sapori, forse nel mezzo c’era ancora un po' del sapore di Fabrizio, ma nella loro testa era sicuramente così.

Era arrivato il momento di tornare, si rivestirono e ripreso il motorino fecero ritorno a casa.

Il weekend trascorse in fibrillazione e mentre fantasticavano su cosa sarebbe successo nei giorni seguenti, aspettavano con trepidazione il lunedì, quando un cenno da parte di Fabrizio avrebbe confermato che la proposta era stata accettata e che il patto si sarebbe suggellato succhiando il suo uccello con un bel pompino.
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