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Il mio unico tradimento a 62 anni e come ci sono arrivata- Parte 1


di albert1010
22.11.2021    |    17.255    |    2 8.8
"Pensate ai problemi per fissare i nostri incontri non potendo telefonarmi a casa e poi non potevamo nemmeno farci vedere insieme..."

Il mio unico tradimento a 62 anni e come ci sono arrivata -Parte 1

Un saluto a tutti i lettori e un grazie ad “Antonietta” che mi ha permesso di scrivere questo racconto.
Vi presento le persone che fanno parte di questo racconto , alcune con un ruolo attivo altre solo come comparse; parto da me, il mio nome è Antonietta e nel bene e nel male sono il soggetto principale del racconto. Sarà una lunga presentazione, ma serve
Ho 65 anni , vivo in provincia di Milano e lavoravo a Milano per un importante gruppo industriale.
Dicono che per la mia età sia una bella signora. Sono alta poco meno di un metro e settanta ed ho tutto in ordine.
Certo il mio culo non è più sodo come quando avevo trenta anni ,ma fa ancora la sa bella figura. Ho una terza/quarta di reggiseno complice l’età e lo svezzamento di tre figli.
Da giovane e anche dopo sono stata l’oggetto del desiderio di molti.
La mia verginità è andata intorno ai diciotto anni sui sedili anteriori di una Cinquecento, altri tempi, con il mio primo non ufficiale fidanzato che da buon intenditore, aveva 26 anni, approfittò della mia ingenuità. Non è vero, fui consenziente e mi piacque molto nonostante la scomodità.
Non so come mi invaghii di Nicola molto più grande di me o forse fu propria il fatto che fosse grande a “catturarmi”. Pensate ai problemi per fissare i nostri incontri non potendo telefonarmi a casa e poi non potevamo nemmeno farci vedere insieme.
L’ho conosciuto facendo lo “struscio” nei giardinetti del mio paesello. Lui era con i suoi amici ed io con le mie amiche. Mi era piaciuto quel ragazzo alto e robusto e velocemente dagli sguardi a distanza siamo riusciti a parlarci sino ad organizzare la nostra prima uscita all’insaputa di tutti. Non vi erano cellulari e guai se i miei genitori avessero saputo che mi vedevo con un ragazzo per cui niente telefonate a casa; per organizzare i nostri incontri bastavano pochi secondi per parlarci durante lo “struscio”. Di lui sapevo che abitava non lontano da casa mia e che era iscritto ad una università calabrese. Le amiche dicevano che fosse un farfallone, ma non ero interessata ai loro giudizi e poi a quell’età il giudizio non è mai troppo.
A quell’età di sesso si parlava solo con le amiche ed erano conoscenze solo virtuali per la maggior parte di noi. Io mi masturbavo da un po',come le mie amiche, e non avevo avuto nessun tipo di rapporto profondo con ragazzi, solo qualche bacio e pochi succhiamenti di lingua.
Con Nicola fu un rapporto particolare anticipatorio di quello che sarebbe avvenuto anni dopo. Avendo la macchina era un privilegiato perché si poteva andare in luoghi fuori mano dove gli adulti non potevano vederci.
Il nostro rapporto andò per le spicce. Forte dell’esperienza dovuta alla sua età sin dalla prima volta che ci appartammo mi iniziò al sesso.
Ci incontrammo in una via defilata del paese facendo ben attenzione che nessuno ci vedesse.
Quel giorno avevo messo la gonnellina più bella che avevo che mostrava il mio bel culetto e le gambe che male non erano. Tra le tante cose che avrei voluto fare i miei genitori mi permettevano di fare solo danza perché era un ambiente da dove i ragazzi erano esclusi e dieci anni di lezioni ed esercizi avevano aiutato a darmi un discreto fisico che comunque era buono ancor prima della danza. Portava lunghi i miei neri capelli ed allora il mio seno portava una seconda, ma le tettine erano già sviluppate.
Salii in macchina e partimmo ; la prima sosta fu in una piccola rientranza , ma fuori vista, di una via a pochi minuti dal paese.
In quella sosta limonammo in modo feroce come per recuperare tutte le volte che non avevamo potuto farlo e per la prima volta una mano che non fosse la mia si appoggiò sulla mia passera da sotto la gonna e sotto le mutandine, ci giocò facendomi salire il sangue alla testa.; allora non mi depilavo e la mia intimità era coperta da un folto cespuglietto nero.
Fu lui a prendermi la mano e farmela appoggiare sul suo “pacco” e per la prima volta sentii la durezza di un pene.
Si stava “aprendo” i pantaloni quando il rumore di un auto lo fece bloccare.
Quel luogo però non era sicuro al cento per cento ed allora Nicola volle spostarsi più lontano . Raggiungemmo un boschetto non lontano dal mare ad una ventina di minuti dal paese; lì c’erano numerose stradine in sterrato che si addentravano e più spiazzi per appartarsi. Gli adulti certamente lo conoscevano perché in quel posto, che sempre frequentammo per i nostri incontri, vidi nel tempo numerose auto con coppie addentrarsi.
Nicola fermò l’auto in una piccola piazzola, mascherata da alberi e cespugli, invisibile ad altri.
In pochi minuti mi trovai dai baci a bocca chiusa a mulinare la lingua con la sua mentre per la prima volta tenevo e maldestramente segavo il suo cazzo; dopo pochi minuti il suo cazzo era nella mia bocca che faceva il mio primo pompino che si concluse con il suo sperma che, esortata da lui, inghiottii tutto. Era il primo pene che vedevo in erezione e mi piacque la sua forma e quella particolare durezza che sentii in mano e poi in bocca.
Non avendo esperienza mi guidò lui prima nel come segarlo e a come giocare con i testicoli e poi a prenderlo in bocca.
Passo per passò mi diceva dove e come leccarlo e quando prenderlo in bocca. Mi diceva : pensa a un gelato, lecca e succhia. Ebbi qualche difficoltà quando volle scoparmi in bocca, più volte rischiai i conati di vomito, .però imparai abbastanza in fretta perchè a un certo punto mi lasciò libera di fare quello che volevo. Glielo stavo tenendo in bocca e stavo succhiandogli la punta e massaggiandogli i testicoli quando mi disse che stava venendo .Non sapevo che fare,mi disse: continua a succhiare , capirai quando è finita.
Lo sentii ingrossarsi in bocca e sentii schizzi di roba in bocca; non era spiacevole. Mi disse: butta giù. Era tanta, inghiottii per non soffocare. Fu il mio primo incontro con lo sperma.
Prima che mi dedicassi completamente al suo cazzo lui aveva giocato con le dita con la mia passera , mi sentivo un lago sotto e il “caldo” si era propagato a tutto il mio corpo ; purtroppo la scomoda posizione , disse lui, l’aveva fatto interrompere e fui io ad occuparmi di lui. Il piacere per me quella volta fu solo accennato.
Dopo parlammo un po' e ci accordammo per vederci tre giorni dopo perché disse che aveva degli impegni. Queste sue assenze, non seppi mai veramente il perché, si ripeterono per tutta la nostra relazione. Mi diceva che doveva andare via ed io come una scema innamorata lo attendevo sino a vederlo ai giardinetti allo struscio per fissare un nuovo incontro.. Poi ci si vedeva alcuni giorni di seguito per poi vederlo sparire e poi ricomparire. lo infatuata lo aspettavo fremente mentre si faceva gli affari suoi. Ciò accadde sino a quando, trasferitami a Milano per l’università, con suo grande dispiacere lo mollai.
Pensava che fossi di sua proprietà e che potesse fare di me quello che voleva, come si sbagliava. Mi ero “svegliata”
Sin dalla prima volta decise per me cosa volesse lui; a ripensarci non se darmi della stupida o se giustificarmi per il mio innamoramento e la mia giovine età di allora.
Mi disse al termine della prima uscita che per quando eravamo da “soli” dovevo mettere sempre la gonna e non mettere le mutandine perché gli piaceva pensare che eravamo sempre pronti per amarci e anche lui sotto i pantaloni non avrebbe messo gli slip. Oggi dico che era una stupidata, allora mi sembrò una cosa poetica.
La volta dopo ero con la gonna e le mutandine le avevo tolte, una volta uscita di casa, sotto un buio androne e le tenevo in un sacchettino per rimetterle prima di tornare dai miei.
Si fermò nel primo posto della volta precedente e con la mano tra le mie gambe toccando la nuda passera mi diceva, bellissima, ti amo. Mi stava fregando.
Io avevo in una mano il suo cazzo, non aveva messo gli slip, e lo segavo.
Dopo poco partimmo per raggiungere il “nostro” posto e durante tutto il percorso mi fece tenere il cazzo in mano ed ogni tanto chiedeva che lo baciassi. Io facevo tutto quello che mi chiedeva e durante tutto il percorso il suo pene rimase rigido e caldo e io potei studiarlo in tutte le sue fattezze, In fondo era bello quel quasi cilindro con il cappello a fungo; tenerlo in mano e baciarlo mi piaceva.
Quel giorno stesso fu lui a prendersi la mia verginità nel nostro appartato posto. Ricordo che la gonna non era cortissima, mi arrivava quasi al ginocchio; i miei genitori curavano molto il mio abbigliamento ed obbligatoriamente portavo il reggiseno.
Quel pomeriggio dopo brevi approcci e con difficoltà, la Cinquecento non era il massimo, lui era nudo dalla cintola in giù ed io ero senza reggiseno con la camicetta aperta e senza mutandine, ma indossavo ancora la gonna.
Questa volta fu più attento a me e mi masturbò mentre limonavamo attizzando la mia eccitazione poi, come successe sempre nelle volte a venire, me lo fece prendere in bocca godendosi la mia bocca; a seguire, senza chiedermi il permesso, abbassò alle mie spalle il sedile e mi trovai distesa in quel piccolo spazio.
Mi sentivo la fighetta calda e bagnata come quando mi masturbavo, forse anche di più.
Capii cosa volesse fare , ma ero in pieno subbuglio ormonale ormai da mesi. Alcune amiche erano da poco non più vergini e mi avevano detto che era stato bello; un pò doloroso, ma bello.
Anche io volevo provare il "bello" e in quella posizione, pur se con un pò di ansia, mi sentivo pronta a provare.
Essendo lui alto non so come fece, con il senno del poi doveva aver fatto molte esperienze, si mise tra le mie gambe facendo mettere le mie intorno ai suoi fianchi. Ricordo che i miei piedi fossero appoggiati sul cruscotto e toccavano il vetro e che la mia gonna si era arrotolato sulla pancia. Intravidi il pene poggiarsi sulla passera e colsi il momento in cui si fece largo tra le grandi labbra . Lo sentii penetrare un po', un colpetto, un piccolo dolore ed era dentro me ; si addentrò e il mio corpo lo accolse con piacere.
Avevo le vampate di calore come si mosse dentro e provai un piacere crescente. Se quello era fare l’amore pensai che fosse veramente bello e che quel cilindro che percorreva la vagina meritava tutta la mia attenzione
Perdetti così la mia verginità ; come ho detto non fu doloroso e provai in breve un intenso piacere che purtroppo quella volta non si concluse con il mio orgasmo. Quella situazione doveva essere piaciuta molto a Nicola perchè improvvisamente usci da me, per fortuna perché di preservativo non se ne parlava , si alzò portando il cazzo alla mia bocca e feci appena in tempo a stringergli le labbra intorno che il suo seme mi riempi la bocca, ed anche quella volta neanche una stilla fu sprecata. Inghiottii tutto.
Vi faccio sorridere dicendovi che di quella volta oltre a ricordare che fu la prima volta ricordo anche il dolore tremendo che mi procurava la leva del cambio che premeva contro il mio fianco
Le volte successive ormai rodati scopavamo con disinvoltura provando anche posizioni più agevoli e finalmente ebbi qualche orgasmo; purtroppo erano rari , compresi con il senno del poi che lui pensavo solo al ca…o suo, ma ero giovane per capire. Solo una volta provò il mio culetto, ero disponibile , ma non appena il glande forzò l’ano gridai dal dolore e mi sottrassi alla penetrazione e non volli più che ci provassi nonostante le sue insistenze..
Mi piaceva quando scopavamo e tranquilli per la sicurezza del luogo in cui ci trovavamo abbandonammo a volte il vestibolo della Cinquecento per una maggiore comodità godereccia. In quel caso tre erano le posizioni che prendevamo. Nella prima ero accucciata sul sedile anteriore con il culo rivolto all’esterno e lui in piedi furi dall’auto mi penetrava, la seconda era similare solo che anch’io ero con i piedi a terra fuori dall’auto e mi appoggiavo con le mani sul sedile, la terza , quella che preferivo, ero quasi seduta lateralmente sul cofano ed avevo le gambe avvinghiate al suo corpo, ciò mi permetteva sia di vedere il suo uccello entrare ed uscire da me ,sia di limonare e poi in tutte le tre posizioni era favorita la conclusione dell’amplesso perché non dovevo fare numeri strani per prenderlo in bocca e svuotarlo. Come metodo contraccettivo usavamo il coito interrotto, lui non voleva mettere il preservativo ed io non potevo ,“per i miei genitori”, prendere la pillola.
Funzionò abbastanza bene, solo una volta presi dalla foia non ci controllammo ed il suo seme, parzialmente, entrò nella mia passera; fu un periodo d’ansia terribile sino a che con grande mio sollievo mi arrivarono le mestruazioni.
Per fare un sunto del mio primo “fidanzamento” posso dire che conobbi il sesso per il resto poca roba. il suo termine coincise con l’inizio dell’università; non fu solo per mia scelta , mi costrinse a lasciarlo. Il mio fidanzato, uomo del sud, di idee antiquate non accettava che la sua ragazza vivesse lontana da lui senza poter essere controllata e per giunta nel pensionato universitario luogo famoso per la promiscuità.
Arrivò al punto di dirmi che si sarebbe presentato ai miei genitori per chiedere la “ mia mano, ma io mi sentivo giovane e con grandissima voglia di “crescere” e partii per Milano dove frequentai l’università e dopo la laurea trovai un lavoro e mi fermai definitivamente.
Ho avuto un ruolo di responsabilità amministrativa e coordinavo circa 100 persone con l‘ ausilio di tre diretti collaboratori.
Dopo Nicola ebbi un po', il giusto, di accompagnatori ufficiali e non, a cui non lesinai le mie grazie ad esclusione del culetto che seppur grande fonte di attrattività era off limits per tutti. La mia priorità non era il fidanzamento/matrimonio ma lo studio per poi raggiungere personali successi lavorativi che mi avrebbero dato indipendenza e benessere. Cambiai con una discreta frequenza l’accompagnatore sino a che non incontrai Antonio.
Antonio è mio marito. Non è uno scherzo, Antonietta e Antonio.
Ha un anno più di me ; era un bel ragazzo sciupafemmine dicono i suoi amici e le sue amiche che lo conoscono da sempre, nato al sud e cresciuto sin da piccolo al nord ha le caratteristiche dei due territori: tanto concreto e determinato quanto gentile e di cuore. Oggi è ancora un gran bell’uomo. Oltre il metro ottanta, occhi chiari in cui perderti, intelligente e simpatico ed un fisico, che nonostante non sia più quello dei trenta anni , apprezzabilissimo. Mi ha sempre coperto di attenzioni facendomi sentire “unica”. Tra noi c’era e c’è una grandissima sintonia. Siamo una gran bella coppia e lo dicono molti.
Abbiamo frequentato la stessa università, ma lui si è laureato l’anno prima. Non ci siamo conosciuti in quel periodo, ma cinque anni dopo nel contesto lavorativo lavorando anche lui per il mio stesso gruppo industriale in un altro settore: quello commerciale/finanziario
Siamo insieme da oltre trenta anni e abbiamo tre figli:29 anni il grande , 25 la figlia più grande e 20 la piccola.
Partiamo da noi. Mio marito ed io.
Tanti aspetti in comune tra cui la passione di conoscere nuovi paesi, nuove culture e persone.
Questa passione l’abbiamo trasmessa ai figli infatti:
il maschio vive e lavora in Usa; si è sposato e hanno due splendidi bimbi
la mediana, vive in Francia e si è sposata non appena laureata ed hanno già una bimba
la piccola studia a Londra.
Siamo nonni felici che vivono in una grande casa ormai vuota che solitamente si riempie, non sempre, a Natale.
Antonio ed io ci siamo presi lentamente. Io non cercavo un impegno fisso e lui non voleva essere condizionato più di tanto da una compagna. Da notare che vivevamo da soli in due appartamenti vicini , ma ci vedevamo in uno dei due solo per scopare. Dall’università basta sesso scomodo o letto o nulla.
Sin dall’inizio, mi ha catturato la sua intraprendenza e simpatia e poi era proprio carino e anche, devo dirlo, poco affidabile e ciò mi attraeva.
Ci vedevamo durante i week end e un paio di sere la settimana per il resto aveva i suoi impegni ed io i miei.
Confesso che non l’ho mai tradito e lui mi ha mai tradito? Non metterei la mano sul fuoco ,non ho mai avuto prove in proposito , ma è una sensazione che mi portavo dentro.
Con lui mi trovavo molto bene ed anche se non vedevamo tutte le cose allo stesso modo quelle importanti si: per esempio il valore della famiglia, della democrazia e non facile di quei tempi era un assertore della parità dei sessi; avevamo in comune molte altre cose importanti, ma non serve fare l’elenco della spesa..
Facevamo insieme week end e vacanze belle e felici.
Il sesso? Normale.
Io avevo mantenuto i modi della ragazza del sud ed aspettavo sempre la sua prima mossa a cui non dicevo mai no , ma proprio per il poco tempo che trascorrevamo da soli si faceva sesso una, due volte la settimana; anche lui provò la strada del culetto , ma dopo una piccolissima concessione decisi che sarebbe rimasto vergine.
Sessualmente parlando avendo visto un po' di peni, il suo come dimensioni era nella media, ma faceva bene i suoi ed i miei interessi ; una sua caratteristica è che durava molto prima di eiaculare, era capace di scoparmi per un’ora prima di venire e poi niente bis. Facemmo il bis solo durante la prima notte di nozze poi mai più.
Ci sposammo dopo qualche anno di fidanzamento e dovevamo avere insieme una grande chimica perché il primo figlio fu concepito durante il viaggio di nozze, le altre due nel giro di un paio di mesi da quando decidemmo di “allargare” la famiglia.
Gli anni passarono e le nostre carriere professionali progredirono ed eravamo soddisfatti sia per la famiglia che il lavoro.
Il mio lavoro era impegnativo, ma da prassi, ogni giorno intorno alle 18.00 tornavo a casa. La fortuna che mio marito lavorasse nello stesso gruppo, in un palazzo a fianco, ci permetteva di venire e tornare insieme a casa in auto. Prendevo i mezzi solo quando lui, più nei primi anni del matrimonio , andava in trasferta per lavoro.
Negli ultimi anni andava via normalmente quattro/cinque volte al mese e stava fuori per dormire.
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