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Io, moglie e mamma, non me lo sarei mai aspettato, parte 1


di albert1010
16.12.2021    |    12.806    |    1 9.0
"C’era una sotterranea euforia che serpeggiava tra noi che si tramutò in una festosa gioia quando loro, come al solito in ritardo, arrivarono nel locale..."
Real History
Sono di Milano, sono nata a Milano, sono cresciuta ed ho studiato a Milano; mi sono sposata a Milano e lavoro e vivo a Milano.
I miei genitori? Anche loro hanno trascorso la loro vita a Milano.
Cosa c’entra Milano nel racconto? Poco, ma da qualche parte bisogna cominciare.
Mi chiamo Mirella (nome falso e potete immaginare il perché)
Ho trentaquattro anni , due splendide figlie ed un marito che molte donne vorrebbero avere al posto del loro.
Non dimentica mai un anniversario o una festa che mi vede coinvolta ;è sempre pieno di attenzioni per me e mi porta spesso fiori , che io amo, e tante piacevoli sorprese.
Amiamo fare le stesse cose , per esempio ci piace viaggiare e conoscere nuove realtà.
Certo come tutti gli uomini è anche un rompipalle: le partite del suo Milan in tv, la partita a calcetto del mercoledì sera con gli amici, il venerdì sera che trascorre con gli amici di sempre, la sua attenzione che tutto sia pianificato e altro.
D’altra parte anche io non scherzo: le uscite con le amiche e la palestra ed il desiderio che in casa sia sempre tutto a posto e un po' di cose mie.
Ma queste sono cavolate, siamo una bellissima coppia in tutti i sensi e lo sappiamo.
Lui è, ormai, un bell’uomo, ha tre anni più di me, alto e atletico, bel corpo e un viso discreto e ha il colore degli occhi fantastico.
Io come sono? Non ci giro intorno ,sono una bella ex ragazza ed ora donna .
Sono alta , porto i capelli lunghi, terza di seno e bel culo, gambe lunghe. Insomma sono quella che gli uomini chiamano bella figa.
Non mi sto vantando e la realtà. Sin da ragazza sono stata oggetto delle attenzioni maschili e ai miei sedici anni a Spotorno, dove i miei possiedono una casa, sono stata nominata miss muretto e non solo per la mia simpatia ,ma per la bellezza anche del mio culetto. Sino ai 20 anni ho giocato in una squadra di pallavolo semi professionistica poi gli studi non mi lasciavano il tempo per allenarmi seriamente e ho dovuto mollare. Ho sopperito con la palestra e la piscina ed il mio fisico oggi non differisce molto da quello di allora nonostante abbia avuto due figlie.
Sono stata tra le ragazze più corteggiate delle superiori e poi anche in università sino al matrimonio.
I rapporti familiari? Ottimo con i miei genitori e con il marito, un pò soffocante quello con i genitori di lui, ma tant’è.
La mia vita scorre tra figli, marito, lavoro e vacanze.
Spero di non aver dimenticato nulla in questa breve presentazione.
Il sesso con mio marito è sufficiente, non prendo la pillola, nei periodi pericolosi usiamo il preservativo ;solitamente si scopa il sabato sera e durante le vacanze. Vorrei che qualcuna sposata/o con figli e lavoro, oltre i 30 anni, mi dicesse che loro lo fanno più spesso, non ci crederei.
E’ a Spotorno che ho iniziato a sentire quei brividi, quel calore che a quell’ età non sai cosa sia e da grande capisci che è voglia di sesso che mi hanno portato a fare le prime conoscenze con il sesso maschile e il mio.
Fu in spiaggia che un primo ragazzo più grande di me a mettere il cazzo in una mia mano lasciandolo alla mercè delle mia dita. Dovetti comportarmi bene perché dopo poco la mia mano era intrisa del suo sperma; con lui mi specializzai in seghette mentre lui faceva poco per me: lunghe limonate e strettine sulle mie tette che erano ancora in crescita.
Dovettero passare un paio di filarini prima che mi trovassi a succhiare il primo cazzo. Il mio primo pompino fu in auto in una piazzola da cui si intravedeva il mare. Mi piacque quello che feci e mi piacque anche il sapore di quello che bevvi.
Già allora compresi quanto gli uomini fossero egoisti e scansafatiche. A loro tutto era dovuto e scontato e noi invece dobbiamo sperare nella loro bontà.
Però anch’io ebbi i primi ditalini da un ragazzo , ma per farmela leccare ho dovuto aspettare un lungo tempo .
Una lamentela: noi impariamo in fretta a fare i pompini ,voi, oltre a “dovervi quasi pregare” per leccarcela, spesso non sapete farlo nemmeno bene
Fosse per me introdurrei le lezioni di sesso pratico dal primo anno delle superiori, almeno voi uomini imparereste qualcosa sulle donne e come dare piacere, che non basta avere il pene e muoverlo per farci felici.
Iniziai a scopare da maggiorenne avanzata però tenni la verginità anale per il mio futuro marito, se ci sarebbe stato.
Comunque crescendo migliorarono anche i miei partners e nell’insieme posso dirmi soddisfatta del mio passato sessuale.
Anni dopo incontrai Mario mio marito; un bel ragazzo e innamorato di me. Furono subito scintille tra noi che dopo tempo si concretizzarono in un matrimonio e due bellissime figlie. Con lui feci l’amore già la sera del nostro primo incontro mentre con gli altri aspettavo prima di dare la mia disponibilità. All’inizio anche lui , anche se in misura inferiore ad altri , tendeva a pensare più a se stesso che a me, ma pian piano riuscii a fargli capire che il piacere reciproco da più soddisfazione ed oggi, tempo a disposizione permettendo, prima della penetrazione dedichiamo almeno un a mezzora a “ coccolarci” con fantastici 69 e carezze varie.
Sessualmente parlando la preparazione alla penetrazione era per me quasi più importante della penetrazione stessa che diventava la ciliegina sulla torta o almeno la pensavo così prima di incontrare Enzo.
La mia vita scorreva tranquillamente tra lavoro e casa in una felice serenità.
Andavo in palestra tutti i martedì sera, mio marito giocava al mercoledì e avevamo sempre le figlie “coperte”. In palestra nel giro di un paio di anni si era creato un gruppo coeso e simpatico di una quindicina di donne di età tra i venticinque e i trentacinque anni.
Da circa un anno avevamo preso l’abitudine di andare insieme una volta al mese a cena fuori, solitamente il venerdì sera.
Andavamo in luoghi simpatici senza calca di persone ed in un’unica tavolata tra donne ci divertivamo molto.
Parlavamo di vacanze , figli, mariti ,sogni e di incazzature e sparlavamo ; il tutto condito da buon mangiare e buon vino. Spesso al termine chi gradiva continuava la serata in discoteca ed ogni tanto andavo anch’io.
Cambiavamo spesso location sino a che un venerdì andammo in una trattoria che era in un vecchio cascinale.
In un semi grande locale circondato da mattoni e con un bellissimo camino c’erano due grandi tavoli apparecchiati.
In uno ci sedemmo noi ed iniziammo a cenare un po' curiose di sapere di chi avrebbe occupato l’altro tavolo.
Una mezzora dopo giunse un gruppo di chiassosi ragazzi. Ad occhio e croce il più vecchio non arrivava a venticinque anni, ma quello che ci colpì fu il loro fisico.
Anche loro furono stupiti nel vederci, non si aspettavano una tavolata di sole donne.
Per farla breve, specialmente le più giovani di noi, guardavamo ed eravamo guardate e non passò tempo che si iniziasse a chiacchierare con loro.
Capimmo il perché dei lori bei fisici. Erano giocatori pallanuotisti di una squadra importante della città ed una volta al mese, come noi, cenavano insieme; solo che loro era da quasi un anno che si recavano in quel locale mentre per noi era la prima volta.
Quella sera nessuna di noi andò in discoteca. Rimanemmo li a chiacchierare in gruppetti misti allietandoci con prosecco e dolcetti della casa.
Per me era una situazione nuova: trascorrere del tempo con dei ragazzi molto più giovani di me. Mi colpì, certo era legato al loro sport, che avessero tutti i capelli corti, nessuno aveva la barba e non “portavano” piercing o tatuaggi. Avevano i visi puliti e l’aria di bravi ragazzi.
Fu una bella serata e ci lasciammo a tardi ora con il proposito di vederci un mese dopo.
Della serata trascorsa non raccontai nulla a Mario per evitare stupide gelosie. Gli dissi le solite cose.
Il mese trascorse e si avvicinava la data della cena; quasi all’unanimità votammo per tornare in quel locale.
La sera della cena notai come l’abbigliamento delle partecipanti fosse più femminile del solito.
Il mio? Io sono sempre femminile ed elegante.
C’era una sotterranea euforia che serpeggiava tra noi che si tramutò in una festosa gioia quando loro, come al solito in ritardo, arrivarono nel locale.
Non so chi ebbe l’idea , ma i tavoli furono messi in modo che tutti ci vedessimo e ci mischiammo uomini e donne.
Non so se ci furono delle scelte, io non ne feci, comunque mi trovai tra un’amica ed un ragazzo.
La mia amica si dedicò completamente al ragazzo al suo fianco ed io per non rimanere come una cucù chiacchierai con il ragazzo al mio fianco, Enzo.
Ci raccontammo . Aveva ventidue anni, studiava ingegneria ed amava lo sport . Io gli raccontai la mia di situazione.
Era un ragazzo simpatico, sveglio e pieno di interessi e pareva proprio un bravo ragazzo, di questo ebbi il modo di ricredermi. Notai come mi guardava . Non sono nata ieri e mi sentivo inorgoglita per aver attirato l’attenzione di quel ragazzo , sicuramente tra i più belli del gruppo. Alto un bel po' più di me, spalle possenti in un fisico da nuotatore, occhi chiari e capelli ricci e scuri.
Era allegro e perspicace e fu un bel chiacchierare tra noi, e come tutte le volte che hai piacere nel fare qualcosa il tempo passò velocemente. Anche quella sera terminò e ci demmo appuntamento per il mese dopo.
Il mese passò e durante quel mese spesso quei ragazzi furono oggetto delle nostre conversazioni in palestra. Le più giovani erano scatenate e facevano discorsini piccanti, ma era un gioco.
Arrivò il venerdì dell’appuntamento, quella sera i tavoli, quando arrivammo, erano già disposti per unire le due compagnie e che caso questa volta anche i ragazzi arrivarono puntuali ed i posti a sedere furono quasi tutti occupati allo stesso modo della volta precedente.
Mi accorsi di essere contenta di ciò, al mio fianco avevo ancora Enzo. Tra frizzi e lazzi, tra cibo e vino le compagnie si “unirono” di più e a fine serata una parte di noi e di loro, sicuramente le nostre più giovani e senza famiglia , ma anche qualche sposata, andarono insieme in discoteca .
Io non ne avevo voglia e decisi di tornare a casa e qui la prima sorpresa. Enzo disse che anche lui si sentiva stanco e non andava in discoteca e sapendo che abitavo in una zona non lontana dalla sua si offri di darmi un passaggio con la sua auto.
Visto che le mie amiche o erano andate in discoteca o erano impegnate in chiacchiere mi sembrò una bella idea ed accettai. Andammo via insieme mentre Gloria, la mia amica prendendomi in giro: mi disse: lascia stare il ragazzo.
Le risposi a tono , non avevo nessuna intenzione…
Il tragitto fu di una mezzoretta e continuammo a chiacchierare piacevolmente. Arrivata a casa lo ringraziai , ma mentre stavo scendendo dall’auto mi disse: se non sei impegnata ti va prendere un panino o un caffe a pranzo con me?
Rimasi sorpresa e un po' imbarazzata dalla richiesta , ma in fondo perché no?
Gli dissi: se ti fa piacere. Gli diedi il numero del mio cellulare e con un gran sorriso lo lasciai .
Sentivo il suo sguardo accompagnarmi al portone, Mi girai mentre stavo entrando era ancora li che mi stava guardando.
Il giorno successivo mi ero già dimenticata tutto e fui sorpresa quando mi arrivò la chiamata da un numero che non avevo in rubrica, era lui.
Mi proponeva un panino a mezzogiorno. Io non avevo ancora fissato impegni ed accettai , ma volevo evitare pettegolezzi da colleghe/i che avrebbero potuto vederci e lui mi anticipò dicendo: se ti passo a prendere in auto a….. ti va bene?
Il mio problema era risolto e gli dissi che andava bene.
Quando arrivai al luogo dell’incontro era già li che mi aspettava. Salii in auto e raggiungemmo un baretto carino fuori zona. Fu un piacevole “panino”; di quel giorno ricordo il mio imbarazzo se qualcuno ci guardasse perché era evidente la nostra differenza di età, ma che non era così elevata che io potessi essere sua madre. Forse erano solo mie errate supposizioni ed in realtà ci guardavano perché lui era veramente un bel ragazzo ed io non sono di meno.
Fui “coperta” dalle sue domande su me , il mio lavoro , la famiglia ed altro. Si disse attratto dalle mie mani che diceva fossero da pianista e guardando le mani si soffermò sulla vera chiedendomi se ci fosse inciso qualcosa .
Si mise a ridere e volle vedere con i suoi occhi l’incisione M e M ( Mirella e Mario) più la data del matrimonio. Non toglievo mai la vera che mi andava stretta sul dito, m quel giorno feci un’eccezione per lui.
Giunta l’ora del rientro al lavoro mi riaccompagnò.
Il giorno dopo eravamo ancora insieme ed il giorno successivo ancora.
Mi chiedevo se mi stessi comportando nel giusto modo, io donna sposata e mamma, ma non mi davo risposte o meglio mi dicevo: non faccio nulla di male, chiacchiero con un simpatico ragazzo al posto di passare quel tempo con le mie colleghe che vedo già tutto il giorno.
Però mi sentivo in colpa verso mio marito e non avevo il coraggio di dirgli dei miei “panini” con Enzo.
Fu la settimana successiva che avemmo un primo particolare contatto fisico. La mia forchetta stava cadendo dal tavolino ed ambedue allungammo il braccio per prenderla. Non prendemmo la forchetta ma le nostre mani si sovrapposero; provai un brivido che mi scosse.
Anche lui doveva aver sentito qualcosa, me ne accorsi da come mi guardò. Ci fu un silenzioso impasse. Poi continuammo come nulla fosse successo, ma almeno io mi ero accorta che qualcosa fosse successo.
Tornata in ufficio continuavo a pensare a quel momento ed un piacevole calore mi invadeva ; mi sembrava d’essere tornata ragazzina.
La mattina dopo aspettavo una sua chiamata per il mezzogiorno, ma la chiamata non arrivò o meglio arrivò nel pomeriggio. Si scusò; per un improvviso impegno non aveva potuto chiamarmi e mi propose di passare a prendermi all’uscita di lavoro che mi avrebbe portata a casa lui.
Era una cosa nuova e incautamente gli dissi subito di si e ci accordammo per l’ora, il posto era sempre lo stesso.
All’ora prevista lo raggiunsi e salii in macchina, mi sentivo un’ ansia al petto come se potesse succedere qualcosa, ma no, non lo so spiegare, una ansia, punto.
Un sorriso e mi raccontò della sua giornata chiedendo della mia. Mentre manovrava il cambio la sua mano toccò la mia gamba che era a vista, ma coperta dalle calze di nylon. Sentii lo stesso brivido provato il giorno prima alla mano e la nota sensazione di calore mi pervase. Non so cosa sentì o provò lui, so che mi accorsi che aveva modificato il percorso addentrandosi in una vietta senza circolazione di auto dove accostò al marciapiede. Non disse nulla e si volse a me. Allungandosi la sua testa e la sua bocca raggiunsero la mia testa e la mia bocca e ci fu il primo bacio.
Fu un bacio intenso, lungo e possessivo. Ci scambiammo per lunghi minuti le nostre salive e non fermai la sua mano che si era addentrata sotto la gonna e da sopra le calze di nylon mi accarezzava l’interno coscia provocandomi brividi continui. Provò ad avanzare con la mano , ma le collant coprivano sopra le mutandine tutta la mie intime parti creando una barriera ai suoi intendimenti e tornò ad accarezzarmi l’interno coscia con brevi appoggi sulla mia “nascosta “ passera.; sotto sentivo un lago. Presa da suoi movimenti appoggiai la mano sui suoi jeans e toccai la sua eccitazione; sentii la presenza di una massa voluminosa che occupava buona parte del suo bacino . Poi fu come se improvvisamente ci risvegliassimo da un sogno e ci staccammo. La quiete dopo la tempesta.
Nessuno di noi parlò. Rimise in moto e mi accompagnò a casa. Disse solo: ciao. Io ? Nulla.
Immaginate quella sera cosa avevo nella testa: il subbuglio. Mi comportavo da perfetta moglie e mamma, ma dentro continuavo a ripensare a quel bacio.
A farmi inconsciamente perdonare da mio marito provai a “toccarlo” per fare l’amore, ma non colse il messaggio.
Mi svegliai più volte quella notte pensando a quanto avvenuto dicendomi :ragiona scema, è un ragazzo, te la fai con i bambini?
La notte passò ed il giorno dopo, giovedì, ero in ufficio quando più presto del solito Enzo mi chiamò.
Mi chiese scusa per quanto avvenuto, ma voleva parlarmi e mi chiese se quella sera potessi uscire un po' prima dall’ufficio.
La sera lo raggiunsi al solito posto un’ora prima della solita uscita dall’ufficio. Lo guardai era in forma splendida e sentii, senza toccarlo, la solita sensazione di calore invadermi concentrandosi dove non avrebbe dovuto.
Mi disse ti porto dove possiamo parlare con tranquillità.
Non so esattamente come ci arrivai, come si dice navigavo a vista, mi ritrovai in un piccolo appartamento che mi disse fosse di un amico che in quel periodo giocava in un'altra città e lo utilizzava solo nei fine settimana.
Mi offrì da bere del prosecco che prese in frigo poi mi prese per mano e mi disse: scusa per ieri, ma tu mi piaci per davvero.
Io mi chiesi: ero andata con lui per risolvere i nostri incontri o ? Una vocina in testa mi diceva : calma , stai calma , non dire o fare cazzate. Mi sentivo eccitata ed ansiosa come ad uno dei primi appuntamenti da ragazzina.
Mi uscì un: sono grande per te, sei un ragazzo . In quel momento mi resi conto che non gli avevo detto: non voglio rapporti intimi con te, ma solo che ero più grande di lui e se a lui non importasse?
Ci fu il silenzio e poi improvvisamente Enzo si avvicinò a me , mi prese tra le braccia contenendomi tutta e guardandomi negli occhi mi disse :non è vero.
Calò il viso sul mio e sembrò che non attendessi altro perché corrisposi al suo bacio.
Mi sentii sollevare come una piuma tra le sue braccia e mi trovai distesa su un letto.
Non ebbi il tempo di pensare che si era tolto la camicia facendomi vedere i suoi splendidi pettorali.
In un barlume di lucidità gli dissi: fermo , non dobbiamo.
Per tutta risposta si slacciò i pantaloni, abbassò gli slip e vidi il suo pene in erezione . Rimasi sbalordita dalla sua forma, era di una larghezza mai vista. Lungo normalmente, ma con l’asta molto più larga del glande e sotto due grossi testicoli .
La sua vista mi mandò in tilt.
Cosa volete vi dica? La mia passera era zuppa d’umori, non capivo più nulla.
Mi tolse la camicia, il reggiseno, la gonna, le scarpe e le calze ed infine gli slip senza che facessi nulla per impedirlo e poi caddero le mie convinzioni.
Sentii che mi diceva: adesso ti faccio vedere il ragazzo
Altro che coccole, altro che petting, altro che sesso preparatorio. Aprì le mie gambe e sentii il glande appoggiarsi tra le grandi labbra, penetrare e poi provai una sensazione acuta quasi dolorosa
Chi ha partorito può capire cosa provai. Sentii un dolore similare al parto , solo che quello era solo dolore, questo si mischiava ad una sensazione di incredibile piacere. Questo riferimento mi fece ricordare che ero nel periodo pericoloso e glielo dissi o non glielo dissi oppure pensai d’averlo detto.
Durante il parto della seconda figlia il ginecologo vedendo la mia sofferenza faticando lei ad uscire mi fece un taglietto alla vagina per allargarla e favorire l’uscita del la nascitura, l’operazione si chiama episotomia, quando finalmente la bimba uscì quel dolore diventò sollievo e piacere. Ecco provai la stesa cosa alla rovescia. Spinse il glande per entrare e quando quella enorme asta iniziò ad addentrarsi nella vagina la sentii allargarsi e aderire perfettamente al tronco. Le sue pareti e le zone erogene vennero sollecitate come mai ed ebbi un subitaneo primo orgasmo; non mi era mai successa una cosa del genere.
“Ribaltata” da quella situazione , avevo allargato il più possibile le gambe mettendole intorno al suo corpo e mugolavo di piacere con la bocca spalancata. Avvicinò la bocca alla mia e mi catturò la lingua succhiandola voracemente . In bocca sentivo dolore, in basso impazzivo di piacere .
Quel pene enorme e la sua bocca mi toglievano il respiro e potevo respirare solo con il naso. Ogni volta che il cazzo si muoveva in me era come se sentissi centinaia di spilli pungermi dandomi sensazioni incredibili.
Continuò a muoversi ed io venni ancora, non ero mai stata pluri orgasmica, ma quel cazzo mi stava facendo provare cosa significasse.
Affondava e si ritraeva ed io quasi piangevo dal piacere.
Enzo staccò la bocca dalla mia mi disse: allora ti piace il ragazzo?
Non connettevo: si , si e mi sentivo piena di lui.
Da quel momento iniziai ad avere le prove che quel bravo ragazzo non fosse proprio bravo come pensassi.
Disse: sei la mia cagna ?
Invece di sorprendermi o incazzarmi per questo modo di rivolgersi a me ; persa com’ero dissi: si ,si
E lui continuò in questo solco : allora ti scopo come una cagna. Lo sentii uscire dalla vagina e quella sensazione di vuoto mi fece quasi sentire male. La sua muscolatura gli permise di girarmi prona a pecora in pochi attimi e lo sentii di nuovo dentro in questa animalesca posizione. Ero felice.
Le sue lunghe braccia arrivarono senza difficoltà alle mie tette e le dita catturarono i capezzoli.
Li strinse che gridai dal dolore- Lui : zitta sei la mia cagna.
Il dolore che provocavano le dita stringendo i capezzoli venivano contrastati dal piacere del suo cazzo in vagina e questo mix di piacere e dolore mi accompagnò ad un nuovo “violento” orgasmo.
Ma sentivo piacere ed il mio cervello continuava ad essere in bambagia.
Mi chiese ancora mentre il suo cazzo continuava darmi un piacere infinito : sei la mia cagna?
Gli risposi come prima: si sono la tua cagna
E quasi notai ironia nella sua voce che diceva : allora ti faccio fare una cucciolata.
Non pensai nemmeno a cosa si riferisse perché sentii il suo cazzo ingrossarsi in me e la vagina allargarsi come a rompersi poi le sue contrazioni ed infine una lava invadermi.
Godetti come una cagna senza pensare che potessi rimanere incinta; ebbi un altro orgasmo e mi ripresi solo quando sentii una sorta di flop, era il cazzo che abbandonava la mia vagina.
Ero stravolta a pancia all’aria, non riuscivo a respirare. Sentii il suo corpo su me la sua lingua forzarmi le labbra impossessandosi della mia bocca. Lo baciai con passione. Ero sua.
Tutte le mie convinzioni su come doveva essere fatto sesso erano andate a rotoli
Limonavamo e sentivo il suo pacco strusciarmi tra le gambe e lo sentii crescere e ritornare duro.
Lo sentii mormorare tra le labbra: adesso cagnetta ti faccio il tuo bel culetto.
Dissi: no, mi distruggi ,mi rompi tutta , ma lui mi fece ruotare; ero succube della sua forza e virilità .
Stava diventando pian piano il mio padrone dandomi quel piacere sessuale, a me sconosciuto, che era nascosto in un angolo del mio cervello .Sentii le sue dita armeggiare sul mio buchetto e qualcosa appoggiarsi, scoprii dopo che mi aveva lubrificato il passaggio con un gel, poi disse: ecco cagnetta sei pronta a farti inculare. Lo sai che il tuo culo è una favola e adesso…Lo sentii entrare e divaricare l’ano, sembrava una supposta gigante, e mi sentivo allargare, ma era un sensazione sopportabile. Facevo, come avevo imparato le prime volte con mio marito, dei profondi respiri per rilassarmi e rilassare il corpo per favorire quell’ingombrante ingresso. Lo sentivo entrare un pò e poi ritrarsi come per abituare il passaggio conquistando spazio un pò alla volta.
Il sesso anale non era per me sconosciuto lo facevo con mio marito ogni tanto nei periodi pericolosi ed ero abituata a sopportare quel dolore che comportava l’atto. La dotazione di Enzo era però superiore e quel palo che entrava era molto più fastidioso, ma riuscivo, anche se con difficoltà, ad assorbirlo.
Quando il cazzo di Enzo cominciò a muoversi più agevolmente nella parte iniziale del retto iniziai a sentire quel piacere atipico; un dolore leggero unito ad un piacere psicologico per la perversa sottomissione al maschio. Come da insegnamenti avuti intanto avevo preso a masturbarmi e la mia clitoride rispondeva con piacere alle sollecitazioni delle dita
Enzo mi chiese: come va? Dissi: un po' di dolore ,ma va.
Mi rispose: allora passiamo alla fase due:
lo tolse dal mio culo , mi fece scendere dal letto e lui si sedette sul bordo del letto. Vidi il suo mostruoso cazzo che svettava.
Mi disse : adesso che la prima parte è aperta lascio continuare a te. Ti siedi e lo prendi con il tempo che vuoi, così non sentirai male.
Dissi: devo sedermi io? E come?
Lui: come preferisci
Guardai ancora il suo palo, era davvero inquietante ed ero dubbiosa e preoccupata sul fatto che riuscissi a riceverlo tutto nel culo.
Mi misi di schiena e da lui sostenuta per i fianchi mi calai ; aiutandomi con la mano puntai il suo glande sull’ano e poi feci come per sedermi. Scesi lentamente, sentii il glande scivolare dentro facilmente per un pezzo poi sentii la resistenza della parte ancora inesplorata e si manifestò il primo dolore ,anche se lubrificato il passaggio faceva resistenza
Enzo intanto aveva spostato le mani sotto alle tette e sembrava che in quel modo mi sostenesse.
Lo sentivo nell’orecchio che mi spingeva a seguire la mia opera di auto impalamento: dai scendi, lasciati andare mi diceva
Mi feci coraggio scesi di più e lo sentii entrare di più; adesso era un dolore pesante e stringevo i denti per non gridare, ma la strada era tracciata e mi lasciai cadere del tutto. Fu una penetrazione unica , dolorosissima, ma il cazzo adesso occupava tutto il retto. Io ero immobile, sentivo quella dolorosa presenza e respiravo con frequenze lunghe cercando di cancellare il dolore che provavo. Per esperienza sapevo che dovevo attendere che il culo si assuefacesse alla nuova presenza, dopo sarebbe andata meglio.
Passarono dei lunghissimi secondi prima che il dolore si chetasse ed allora lentamente mi risollevai senza farlo uscire e poi mi risiedetti e feci questi movimenti un pò di volte finche sentii che il palo si muoveva bene in me e che il dolore era diventato una sorta di piacere. Mi sedetti a fine corsa godendo del fatto che fosse tutto dentro. Enzo mi disse: hai visto cagnetta che ce l’hai fatta. Dava spinte con il bacino verso l’alto facendomi sussultare. Mi disse: muovilo vai su e giù e muovilo anche in tondo. Parlava del mio culo.
Feci quanto mi aveva chiesto e quando una sua mano si dedicò alla mia clitoride ricavai solo piacere da quell’atto impuro che sino a quel momento avevo dedicato solo a mio marito.
Più il piacere aumentava più aumentava il ritmo con cui mi impalavo. Godevo nel ruotare il culo sentendo quel palo “sbucciarmi” le pareti del retto che si era abituato alla sua presenza e pur soffrendo godeva dei suoi movimenti. Ero sorpresa di essere riuscita a prenderlo tutto e mi mossi più velocemente per il mio piacere e quello di Enzo e iniziai a dichiarare il mio piacere : si, si, mi piace. Sentii lui che mi diceva: cagnetta ti ho rotto il culo; ma non mi interessava. Godevo di un malsano piacere e venni . Fu un orgasmo soprattutto clitorideo, ma venni e venne anche lui riempiendomi il retto di sperma. Terminata l’inculata mi appoggiai con la schiena al suo petto
Rimanemmo cosi per un po' poi fu lui che gentilmente mi fece sollevare. Mi sentii svuotare di qualcosa e non riuscivo a tirarmi dritta. Mi sentivo “rotta”. Provai a camminare, ma facevo una grande fatica . Come si dice: mi aveva davvero rotto il culo tanto mi sentivo aperta. Arrivai a tentoni in bagno dove mi sedetti sul bidet. Mi pulii e rinfrescai le parti intime e solo dopo aver fatto scorrere l’ acqua fresca per lungo tempo sulla vagina e sull’ano mi asciugai raggiungendo Enzo che si era già rivestito.
Mi rivestii , facevo fatica a deambulare e mi sentivo a pezzi fisicamente, sentivo un pesante dolore al basso della schiena. Però confessai a me stessa che: si ero stravolta ma ero anche appagata dall’esperienza avuta. Lui sorrideva e carezzandomi il viso : è stato bello. Non dissi la mia a voce , ma il mio viso diceva altrettanto.
Ero pronta per tornare a casa. Visivamente ero inappuntabile e in ordine , pensare che pochi minuti prima avevo fatto indigestione di un maestoso cazzo diventando una moglie infedele era difficile.
Mi accompagnò a casa lasciandomi con un leggero bacio sulle labbra e un : domani ti chiamo. Entrai in casa sapendo che mio marito doveva ancora arrivare, passava lui dai nonni a prendere le bambine . Sentivo addosso l’odore del sesso ed adesso mi vergognavo do cosa avevo fatto. Mi infilai sotto la doccia dove mi strofinai con la spugna a fondo facendo un gran uso del sapone. Poi mi rivestii da “casa”. Avevo dolori al basso ventre, al culo e alle tette.
Poco dopo mi giunse un wats up era lui che diceva guarda, c’era una immagine. Come aveva fatto.? Era una foto, fatta di sicuro con il cellulare, dove si vedeva una parte il suo cazzo che con me alla pecorina era in figa. La parte del cazzo a vista faceva capire quanto fosse aperta la mia vagina
La notte non feci altro che ripensare a come mi aveva scopata ed inculata e a quanto avessi goduto.
Mio marito? In quei momenti era l’ultimo dei miei pensieri, avevo messo in stand by l’amore per lui e la mia famiglia.
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