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Io, moglie e mamma, non me lo sarei mai aspettato, parte 2


di albert1010
16.12.2021    |    4.268    |    1 3.3
"Lui: trova una scusa, inventati quello che vuoi..."
Il giorno dopo Enzo mi chiamò mentre ero in ufficio. Mi disse : ci vediamo alle 17.30 solito posto, ti voglio senza mutandine e riattaccò
Ne fui sorpresa, ma come una malata senza cervello prima di uscire dal lavoro andai in bagno e mi tolsi collant e mutandine. Ero tornata ad essere la ragazzina vogliosa degli ultimi anni di liceo ai miei primi grandi innamoramenti.
Lo raggiunsi puntuale, lui mi diede un bacetto di benvenuto e partì subito raggiungendo una via defilata in cui parcheggiò. Mentre limonavo con quello che era diventato per la mia psiche il mio ragazzo riscontrai che in quella via decentrata ogni tanto passavano delle auto mentre i pedoni erano quasi assenti.
Non feci resistenza quando la sua mano si infilò sotto la gonna arrivando alla passerina . Lo volevo. Mi disse : brava te le sei tolte e prese a masturbarmi penetrandomi con le dita. Smaniavo , mi sentivo la figa bollente e avrei voluto più delle sue dita .
Era bravo e riuscì a farmi godere in quel modo.
Poi disse in modo esplicito: fammi un pompino e con la mano sul collo mi invitò a piegare il capo sul suo pacco. L’idea di rivedere e riprendere quel cazzo mi fece quasi venire nuovamente. Gli slacciai cintura e pantaloni e lo aiutai a farli cadere con gli slip alle ginocchia poi..
Non avevo ormai alcun controllo su di me , dimenticai mio marito, la mia famiglia, la mia età e il mio Io. Ora c’era solo il suo cazzo, il resto non contava.
Lo presi in mano era cosi largo che la mia mano non riusciva a cingerlo completamente, . Di pompini ne avevo fatti tanti, ma mai a un cazzo così. La mia lingua al contatto dell’ umido glande trasmise un messaggio al mio cervello che mi provocò un piacere quasi fisico.
Misi in atto la mia arte di pompinara appresa nel corso dei numerosi pompini fatti a “temporanei” compagni che avevano sempre apprezzato questa mia capacità.
Leccavo dall’alto a scendere per poi risalire e ridiscendere. Mi interrompevo per succhiare con delicati risucchi il tronco poi riprendevo a leccare . Risalivo al glande che succhiavo e risucchiavo mentre con la mano lo segavo alla base.
Con Enzo era più difficile. Il glande riuscivo a prenderlo in bocca mentre non riuscivo a prendere il resto e anche la sega, non potendo cingere tutto il cazzo ,era parziale, ma era tuttavia una piacevole sensazione per lui ed anche per me Non tralasciavo mai i testicoli e mai soprattutto avrei tralasciato quelli di Enzo; pensai fossero grossi come quelli di un toro e immaginai il loro contenuto li accarezzai stringendoli delicatamente con l’idea di sentirne lo sperma all’interno.
Utilizzai quello che era il colpo di grazia per i miei partners: leccando il glande facevo colare la mia saliva che scendeva sul tronco del cazzo fino alle palle.
Quello era il momento top. Succhiavo ed aspiravo la cappella mentre con la mano , favorita dalla saliva, segavo velocemente; con Enzo viste le dimensioni feci una variante , con una mano lo segai con l’ altra gli massaggiai le palle come per spingergli lo sperma verso l’alto
Lo sentii irrigidirsi, si stava ingrossando, pochi risucchi ancora e lui incapace di resistere all’orgasmo imminente poggia le mani sul mio capo come per obbligarmi a tenere il cazzo in bocca e bere tutto il suo sperma, non sa che non c’è ne bisogno.
Mi piace lo sperma, mi piace berlo
Ecco, sta venendo , pochi attimi e sento il suo sperma invadermi la bocca. Serro le labbra intorno la cappella e continuo a succhiare; non voglio perderne una stilla. Continuo sino a che mi accorgo che non esce più nulla dal meato e che in bocca ho solo la sua cappella. Non c’è nemmeno un piccolo residuo di sperma; è tutto nel mio stomaco.
Non ci crederete: ho goduto anch’io.
Sollevai il capo, era un po' affannata, ma mi sentivo soddisfatta. Gentile mi passò un fazzoletto di carta per pulirmi le labbra.
Sorrideva : sei stata fantastica, nessuna mi aveva mai fatto un pompino così.
Sempre sorridendo disse: immagino che adesso hai voglia del mio cazzo nella fighetta?
Attese sino a che quasi tremando non dissi : si.
Mi “pugnalò” con la risposta : mi spiace , vorrei ma qui non posso. Sono troppo alto per farlo in auto e poi qui ci potrebbero vedere ,lo faccio per te Poi come nulla fosse mi dice organizzati per avere il pomeriggio libero martedì. lunedì ho un impegno con la squadra e non posso vederti.
Io dissi: ma non posso, sono al lavoro.
Lui: trova una scusa, inventati quello che vuoi. Voglio far l’amore bene con te e il posto migliore è l ‘appartamento del mio amico e metti sotto qualcosa di sfizioso solo per me. Si rivelava che fosse anche un maiale, ma la sua richiesta mi portò indietro nel tempo facendomi gioire ; ero giovane quando con lo scopo di “abbattere” il mio spasimante indossavo dell’intimo da urlo. Ero basita dalle sue richieste , ma sentivo la vagina ardere di voglia
Calai il viso e non parlai avevo ceduto.
Dentro ero malinconica, ma stupida che ero non ero incazzata per come mi aveva trattata, anzi riconoscevo che non aveva tutti i torti. Stupida infatuata che ero.
Mi riaccompagnò a casa tenendomi una mano sotto la gonna con le dita a contatto della passera.
Sentivo che continuavo a “bagnarmi vogliosa” , ma lui sembrava concentrato sulla guida visto che usava una sola mano per guidare.
Mi disse che in quel weekend sarebbe andato con la squadra in pulman per una partita in un'altra città e sarebbero rientrati lunedì ecco perché fino a martedì non ci saremmo visti.
Non appena in casa andai in bagno e seduta sul water mi feci un ditalino sognando il suo cazzo. Ripensai alla sua richiesta di intimo hot, si rivelava che fosse anche un maiale, ma la sua richiesta mi portò indietro nel tempo ; ero giovane quando con lo scopo di “abbattere” il mio spasimante indossavo dell’intimo da urlo.
Tornare con la mente a quell’epoca mi fece infiammare la vagina che sentivo avesse una incredibile voglia di cazzo.
In cuor mio avevo già deciso che avrei esaudito il suo desiderio e sapevo già cosa mettere.
Sabato verso l’ora di pranzo guardai il mio cell c’erano diversi wats up , uno era il suo . C’era una foto fatta in pulman con i compagni di squadra ed era accompagnata da un cuoricino. Sentii gioia in me.
La sera tardi come d’abitudine guardai il cell prima di andare a dormire. Sorpresa c’era una foto pericolosissima, fortuna che mio marito non guarda ma il mio cell come io non guardo il suo e che non ho attivato le notifiche. Nella foto c’era il suo cazzo irto e circondato dalla sua mano.
Sotto c’è scritto : ti vuole e un cuoricino. Sentii le fitte alla vagina.
Quella notte non scopai con mio marito, mi era venuta una grande voglia ma lui stanco si era già addormentato; mi feci un silenzioso ditalino con la mente rivolta a Enzo e al suo corpo.
Domenica sera mi giunse un altro messaggio: abbiamo vinto , non vedo l’ora di incontrarti.
Quella sera feci sesso con mio marito,ma la mente era altrove.
Lunedì Enzo non mi telefonò, ma mi mandò una foto della squadra in pulman, stavano rientrando, con scritto: a domani, non vedo l’ora, sai cosa metterti e due cuoricini come sfondo.
In ufficio dissi che martedì pomeriggio avevo una visita medica di controllo e la stessa cosa dissi a mio marito nel rischio cercasse di contattarmi in ufficio. Mi chiese se avessi qualcosa di particolare e gli dissi che andavo a fare il pap test e facendolo in una struttura pubblica non sapevo quanto ci avrei messo; comunque nel caso avesse bisogno avevo il cell con me. Fu la prima grande bugia che dissi a Mario.
Il pomeriggio del martedì Enzo mi dimostrò che non era per nulla un bravo ragazzo.
Al mattino in bagno per non farmi vedere da mio marito avevo messo l’intimo che voleva lui. Sapevo dove avevo nel cassetto il mio intimo più hot, l’ultimo volta che avevo messo un reggicalze era stato oltre 10 anni prima per un capodanno. Al reggicalze nero aggiunsi un reggiseno straforato nere, degli slip orlati sempre neri e delle calze nero fumo. Preparai e nascosi il tutto per indossarlo il martedì mattina quando “nascosta” come una ladra li indossai. In un sacchetto avevo messo le scarpe con un tacco alto. Perché nessuno se ne avvedesse avevo messo una gonna in po' più lunga che però mi fasciava il culo in modo divino che mi dava una fascino femminile ancor più accentuato . All’uscita d’ufficio mi sono fermata in un posto defilato per cambiare le scarpe che indossavo con quelle con il tacco più alto.
In quelle poche centinaia di metri percorsi per raggiungere Enzo all’auto più uomini mi guardarono ammirati; mi sentii eccitata ancor più.
Non appena entrai nell’auto vidi che non era affatto un bravo ragazzo, ma quasi me lo aspettavo. Nella mia incoscienza pensai che avesse per me lo stesso desiderio che avevo per lui.
Avevo passato le ore con la vagina fradicia di umori al pensiero del tempo che avrei trascorso nel letto con lui.
Entrai e ci demmo un veloce bacio e sorpresona mi accorsi che aveva il cazzo fuori dal pantalone , già in tiro, che sembrava mi aspettasse .
Mi sollevò leggermente la gonna vedendo l’attacco del reggicalze e mi disse: fantastica.
Mi fece un sorriso: ha voglia di te e si avviò. Mentre guidava portò la mia mano a cingere il cazzo . Avevo il suo uccello in mano e lo segavo lentamente mentre guidava verso la nostra alcova.
Guardando la strada avanti mi disse : cagnetta puoi fare qualcosa di più; non ebbi bisogno d’altri suggerimenti mi chinai sul suo uccello e cominciai a giocarci con bocca e lingua. Lo leccavo come fosse un buon gelato e di tanto in tanto lo guardavo per vedere che effetto gli faceva . Aveva il viso tirato ,concentrato alla guida, nel timore di perdere il controllo del mezzo. Era una guerra per me; lo volevo stravolgere, volevo portarlo al limite senza farlo venire. Nella mia “malata” mente il suo seme doveva entrare tutto dentro me a rinfrescare la mia infiammata vagina.
Più di una volta lo portai al limite fermandomi un attimo prima lasciandolo teso e insoddisfatto: eravamo quasi arrivati e sollevai il capo , mi guardò e disse : te la faccio pagare; non sapevo quanto avrei pagato.


Non appena entrati nell’appartamento andammo in camera da letto. Si buttò a pesce sul letto dicendomi: fatti vedere.
Sapevo cosa volesse e cosa si aspettava da me. L’essere” più grande” mi permetteva di capire le sue intenzioni .
Con un “vecchio” ragazzo avevo già fatto quel gioco , ma allora ero giovane ed incosciente adesso ero adulta e moglie di un altro, ma tra noi c’era una tensione sessuale che mi avrebbe fatto fare qualsiasi cosa.
Mi comportai come una modella porno e mi sono messa dove potesse vedermi bene.
Mi tolsi con i giusti tempi la giacchetta ed a seguire gonna, che fece scivolare ai piedi, poi apri e tolsi la camicetta e su suo silenzio invito anche il reggiseno e poi le mutandine che avevo indossato sul reggicalze . No sapevo se continuare a togliermi gli ultimi intimi ; mi disse: basta così. Mentre mi spogliavo lui aveva estratto il cazzo dalla patta e si stava masturbando “seguendo “ le mie movenze
Rimasi con reggicalze e calze.
Mi fece girare bene verso lui per vedere bene la figa incorniciata dal reggicalze.
Disse: sei stupenda e il tuo culo è fantastico.
Come una cagnetta in calore scodinzolai. Mi sentivo sexy e porca.
Si sedette sul bordo del letto e mi fece avvicinare, allungò una mano per carezzarmi tra le cosce. Disse: hai un morbido pelo e mi inserì un dito in figa. Mi fuggì un gemito di piacere pregustando il seguito, ma lui estrasse il dito dicendomi: cagnetta sei fradicia, ma quanto voglia hai?
Poi avvicino la testa alle mie tette che pendevano libere: ne prese una per mano dicendo sono bellissime, voglio fare come han fatto i tuoi figli.
Prese a poppare prima l’una e poi l’ altra attaccandosi ai capezzoli; era vorace sino a farmi male. Succhiava, tirava e mordeva , ma da buon bastardo mentre poppava mi aveva infilato le dita in figa scopandomi in quel modo. Avevo allargato le gambe per mantenere l’equilibrio e come con le mie figlie tenevo le mani sulla sua testa quasi per poter gestire, senza riuscirvi, il ritmo delle poppate.
Si staccò lasciando i capezzoli turgidi e doloranti e si alzò al mio fianco. Disse: spogliami .Ero in calore e come una cagna ubbidiente gli tolsi la camicia, poi le scarpe e mi piegai per calargli insieme pantaloni e slip. Mi trovai il suo cazzo all’ altezza del viso e le sue mani mi spinsero contro esso e ripresi quello che avevo interrotto in auto.
Mi disse brava; se fossi più grande potrei forse innamorarmi di te. Non lo percepii come un segnale di allarme, ma come un complimento.
Mi fece staccare dal suo uccello e stendere sul letto a gambe aperte chiedendo di masturbarmi. Avrei fatto tutto per lui , ma non volevo raggiungere l’orgasmo così, volevo il suo cazzo.
Mi sorprese vedere che con il cell mi stava facendo delle foto in quella posizione e tenuta osè, ma anticipò le mie proteste: sono per me, le cancelliamo prima di andare anzi e mise il cell sul mobile a fianco. Gli chiesi cosa fai? Riprendo il nostro amore poi lo vediamo insieme e cancelliamo tutto; lo disse con una sincerità tale che gli credetti . Non ne potevo più lo desideravo.
Pochi secondi dopo era su me e il suo palo era dentro me . Per quasi un ora , lo scoprii dopo, mi scopò figa e culo come sapeva fare lui e avevo sognato in quei giorni ed infine proprio come avevo desiderato il suo sperma rinfrescò la mia infiammata vagina. Il canale anale me lo rinfrescai in bagno sul bidet da sola.
Durante il sesso ero arrivata a contare tre orgasmi poi avevo perso il conto.
Ero tornata sul letto ed ero abbracciata a lui. Ci coccolavamo in modo erotico;, sapevamo che tra non molto avremmo ricominciato e lo stavo segando lentamente mentre limonavamo quando trillo il campanello d’ingresso. Nel mio sguardo la domanda: chi è?
Suonarono ancora. Disse: vado a vedere e si mise la camicia ed i pantaloni.
Io ero in attesa nuda sul letto. Sentii parlare a bassa voce poi improvvisamente sulla soglia della camera vidi Enzo con due ragazzi che riconobbi immediatamente. Erano due della sua squadra: Giulio e Paolo.
Entrarono portandosi vicino al letto.
Paolo ,con voce tranquilla, mi disse: ciao Mirella come va? Io non sapevo cosa fare o dire; ero paralizzata dallo shock.
Lui rivolgendosi agli altri: avevi ragione tra tutte è la figa più bella.
Mi accorsi che Giulio mi stava riprendendo con il cell. Feci per alzarmi, ma Enzo mi bloccò sedendosi al mio fianco.
Calma Mirella sono nostri amici ,non preoccuparti; sono belli e sani. Noi della squadra ci dividiamo tutto e tutte, ciò mi fece comprendere le loro intenzioni
Dissi: me ne vado. Giulio: non puoi se non vuoi che tutti sappiano e mostrò il cell in funzione.
La mano di Enzo mi fece ricadere sul letto.
Dai, sono amici , stiamo insieme un po' nessuno saprà mai niente lo giuriamo, vero ragazzi?. Gli altri all’unisono , ma sorridevano: giuriamo. Enzo continuò : poi diamo a te i cell per cancellare tutto.
Intanto che Enzo parlava come in una moviola li vidi spogliarsi mostrandosi nudi già eccitati per l’idea di quello che avrebbero fatto.
Enzo carezzandomi le spalle : dai fagli vedere come ti apri la passera per me. Come un automa portai le dita alla passera e la aprii passandoci un dito tra grandi labbra.
Enzo si alzò dal letto. Ragazzi fate voi, mi raccomando ,io vi guardo un pò.
Non so cosa mi accadde, mi andò il cervello in tilt ero in uno stato catatonico all’dea di quello che sarebbe successo. Paolo e Giulio salirono sul letto e si attaccarono a me, vidi Enzo seduto alla fine del letto con quello che era un finto sorriso , un sogghigno. Bastardo pensai mi aveva imbrogliato per bene.
Mi presero in coppia. Sembrava una scena da film porno. Nudi si appoggiarono su me e mentre uno mi ciucciava le tette l’altro era in mezzo alle mie gambe che mi leccava la figa. Non capivo se il mio corpo sentisse o meno le loro sollecitazioni. Giocarono a lungo con le mie parti intime e poi mi fecero mettere alla pecorina. Non avevo mai fatto sesso con due persone e nemmeno mai ci avevo pensato e fu stranissimo quello che provai. Sentii il cazzo di Paolo penetrarmi da dietro in vagina e mi trovai quello di Giulio spingere contro la bocca per entrare. Aprii la bocca ed il cazzo entrò. Contemporaneamente mi scoparono bocca e figa.
Le loro mani di Giulio tenevano le tette e le palpavano mentre Paolo mi palpò il culo per un po' poi infilò prima un dito poi due nell’ano.
Dovevano aver già fatto esperienze del genere perché senza dirsi nulla Giulio lascio libere le tette che vennero prese da Paolo e lui tolse il cazzo dalla bocca sostituendola con la sua bocca costringendomi a limonare con lui.
Poi si stese e Paolo mi lasciò libera, mi fece sedere su Giulio e prendere il cazzo in figa mentre lui forzò il mio ano col cazzo per mettermelo in culo. Sentii un po' di male, sia per la mancanza di lubrificazione sia perché la penetrazione anale all’inizio mi dava sempre u po' di dolore, comunque il suo pene non era largo come quello di Enzo e non sentii molto male; l’aveva però più lungo e quando spingeva in fondo qualche fastidio me lo dava.
Giulio mi volle baciare in bocca e mi fece piegare su lui, limonavamo mentre lui mi scopava e Paolo mi inculava. Dopo un po' di quello” scopare fecero cambio posto”, che ambedue potessero dire di avermi scopato figa e culo, e Paolo si comportò nello stesso modo di Giulio. Riscontrai che il cazzo di Giulio fosse normale perché sentii solo un attimo di dolore quando il suo glande superò l’anello anale e poi null’altro mentre il cazzo di Paolo mi diede qualche fastidio ogni volte che penetrava in fondo andando a toccarmi la cervice, ma era un attimo e poi , un sussulto, un lamento e il dolore passava.
Non so quanto durò la loro “scopata”, non penso molto. Giulio disse a Paolo: insieme? L’altro : ci sono.
Intervenne Enzo : aspettate un attimo e si portò al mio fianco mettendomi il cazzo in bocca. Poi disse: adesso potete.
Adesso potevo dire di aver fatto sesso in quattro
Diedero gli ultimi colpi e mi riempirono figa e culo del loro seme con il loro orgasmo. Io non avevo goduto nulla e anche Enzo si era limitato a tenermelo in bocca. Enzo tornò a sedersi dove era prima mentre gli altri due si staccarono da me per ripresentarsi con i cazzi mosci davanti alla mia bocca. Paolo: fai questo ed abbiamo finiti. Era chiaro cosa volessero: mentre segavo l’uno facevo un pompino all’ altro e poi cambiavo il cazzo.
Paolo si rivolse a Enzo che filmava e guardava: avevi ragione , tra tutte è la più figa e quella con cui si scopa meglio ed anche il suo pompino è da cento e lode.
Poi mi turbò quando gli disse: mi raccomando fai che si veda bene la vera, che si veda bene che stiamo scopando una donna sposata.
Poi si rivolse a me : fai il segno delle corna rivolto a Enzo
Guardai Enzo. Mi disse: non preoccuparti se fai quello che diciamo viene cancellato tutto.
Feci il segno delle corna.
Mi impegnai per farli finire in fretta e portai prima Paolo a terminare il pompino nella mia bocca ingoiando il suo seme; stavo raggiungendo lo stesso risultato con Giulio. Sentivo il suo cazzo ingrossarsi prossimo a venire che me lo sottrasse mi spinse indietro e mi trovai sul letto a pancia in su ,fece appena in tempo a mettermelo in figa che venne ; diede altre spinte per svuotarsi completamente. Sollevandosi mi disse: scusami anche io volevo venirti dentro così, perchè sei una grande figa e avrò sempre questo ricordo. A modo suo era un romantico.
Io però quel giorno sapevo di essere stata inseminata da tre diversi uomini.
Era finita. Si alzarono e si rivestirono senza nemmeno “passare” per il bagno
Racconto questi eventi sforzandomi di raccontare cosa fosse avvenuto e in che sequenza perché allora facevo ma non connettevo.
Sapevo solo che ero stato oggetto di sesso con tre uomini.
Giulio prese il cell dalle mani di Enzo e me lo diede dicendo : le promesse si mantengono. Cancellai la registrazione e glielo riconsegnai.
Poi i due mi salutarono educatamente, sembrava non fosse successo nulla di particolare. Giulio disse: se può farti piacere ti dico che è statala scopata più bella che abbia mai fatto; pensai : lo dicono a tutte dopo aver fatto i loro porci comodi.
Ciao Mirella dissero ed andarono.
Rimasi solo con Enzo. Il mio sguardo doveva parlare per me.
Lui: mi spiace, non potevo impedire la cosa sono le regole del gruppo , ma adesso mi faccio perdonare e mi “saltò “ addosso facendomi cadere di schiena sul letto. In un attimo il suo cazzo era nella mia figa e sentii quello che non avevo sentito con gli altri. Dopo poco stavo avendo un orgasmo e quando giratami me lo mise nel culo ebbi , aiutata dalle dita, un altro orgasmo.
Poi mi prese alla pecorina o come dice lui come una cagna e mi scopò in figa sino a riempirmi del suo sperma.
Poi crollammo sfiniti in quel momento non pensavo più a cosa fosse successo poco prima e quando mi mise il cazzo sotto la bocca lo presi con piacere sino a farlo diventare duro che potesse scoparmi ancora.
Mi disse: te lo metto nel culo, sarò un pò duro ma poi ti faccio godere, lo sai per un po' non potremo vederci e voglio evitare che l’ano si chiuda del tutto poi dovremmo ricominciare tutto da capo Non capii cosa volesse dire , solo dopo compresi. Mi entrò nel culo da dietro facendomi stare prona, le braccia lungo i fianchi .
Il suo ingresso fu più doloroso rispetto gli altri due , ma sapevo già che sarebbe stato così.
Spinse subito a fondo ,sentii un dolore forte. Enzo era trasformato , lo sentivo cattivo , forse parlava a se stesso, quando udii che diceva : ti ridò a tuo marito divisa in due
Mi teneva schiacciata sul letto e spingeva forte; ad ogni spinta mi veniva da urlare ma avevo la bocca affondata nel materasso e ciò smorzava le mie grida, per fortuna altrimenti ci avrebbe sentito tutto il palazzo.
Sentivo il canale che mi bruciava ed un dolore intenso. Entrava ed usciva e a differenza delle altre volte lo estraeva del tutto dall’ano aspettava un attimo come attendesse che si richiudesse per poi rientrare ed aprirlo con violenza e poi sentivo come se rimestasse il cazzo dentro il culo come quando con la paletta fai girare la pasta nella pentola . Dopo i primi minuti il dolore era quasi scemato e sentivo come una sorta di massaggio dall’ano al canale anale.
E’ stato quasi mezzora a sbattermelo e lavorarmi il culo, non si fermava mai e continuava sempre allo stesso modo .
Solo quando si è reso conto che l’ano era completamente aperto e non accennava a richiudersi smise .Questo lo seppi perché lo disse lui: adesso non si chiude più ,per un mese sei a posto. Estrasse per l’ultimo volta il cazzo dal culo e lo spostò in basso
Il sentirlo in figa mi fece dimenticare il dolore provato sino a quel momento ; mi scopò a lungo dolcemente come piaceva a me . Mi accarezzava e mi baciava come fossimo due innamorati ebbi altri due orgasmi e d un terzo lo ebbi con il suo di orgasmo. Mi portò a godere contemporaneamente a lui dicendomi : voglio venire con te . Fu la sua ultima dose di sperma nella mia vagina.
Il nostro incontro di sesso in quella casa per quel pomeriggio era terminato.
Avevo sofferto di testa ma goduto, grazie a lui, molto di corpo
Lui andò in bagno prima di me e quando tornò ero ancora sul letto e mi consegnò il suo di cellulare. C’erano due video e volli vedere velocemente “saltando” cosa ci fosse ripreso.
Si vedeva bene come venivo chiavata ed inculata dai due e non so come avesse fatto era stata ripresa la scena in cui ero oggetto di tre cazzi. Poca gioia e sensualità in quelle scene era un crudo porno. Cancellai tutto.
Mi alzai e andai in bagno dove mi lavai e mi tolsi il reggicalze e le calze che avevo tenuto su per quel maledetto pomeriggio. Lasciai tutto per terra non volevo indossarli più..
Mi lavai a fondo la vagina da tutti i residui di sperma ancora presenti e poi mi lavai “ il culo” e qui feci la brutta scoperta che con quella pazzesca, dolorosa, inculata mi aveva provocato qualche lesione perché avevo la mano “sporca “ di sangue, per fortuna non c’erano più perdite di sangue. Mi sciacquai con attenzione .Mi toccai l’ano, avevo l’impressione di avere una voragine. Effettivamente al tatto mi sembrava che l’ano fosse aperto e non più chiuso come prima
Dopo il piacere mi era tornato un male pazzesco al culo.
Faticavo a camminare dritta, ma con orgoglio non dissi nulla e tornai da Enzo.
Tornai di là e mi rivestii senza mettere quell’intimo, volevo dimenticare. Sotto la gonna e la camicetta non avevo nulla.
Poi uscimmo lui ed io; in auto rimanemmo in un silenzio continuo fino vicino casa mia dove si fermò in un parcheggio defilato.
Mi disse: sei incazzata, lo so. Poi passa pensa che hai fatto una nuova esperienza . Mi dicevi che ero un ragazzo e che potevo darti poco, ti ho dimostrato il contrario ; ah e non preoccuparti , se per caso succedesse qualcosa, non disse cosa, ma lo sospettai, nessuno di noi parlerà di questo giorno e nessuno saprà nulla.
Mi prese il capo tra le mani “costringendomi” a baciarlo in realtà non mi aveva costretto perché lo accettai e lo baciai anch’ io. Poi mi disse: me lo saluti come solo tu sai fare, domani parto, e mi fece una carezza sul viso; mi piegò la testa verso il cazzo che era già fuori. Aveva ragione bastarono quelle poche parole e quella carezza e gli fece un pompino dei miei; l’ultimo ma lui non lo sapeva e non lo sapevo nemmeno io. Sapevo di già che sarebbe partito il giorno dopo per una tournee con la squadra che doveva durare una decina di giorni e che poi invece si prolungò per quasi un mese ; ogni giorno mi teneva aggiornata via watsup di quello che aveva fatto quel giorno . Mi mandava un paio di wats up al giorno a cui non ho mai risposto, ma lui insisteva a scrivermi.
Dopo l ‘ultimo pompino scesi dall’auto e mi avviai verso casa. Rivedevo mentalmente quel pomeriggio e decisi di interrompere la relazione con Enzo.
Quel fine settimana feci l’amore con mio marito. Ero ancora sotto l’influsso del cazzo di Enzo e dovetti fingere il mio piacere e quando mio marito mi chiese se fosse un periodo pericoloso gli dissi di no esortandolo indirettamente a venirmi dentro. Una settimana dopo doveva arrivarmi il ciclo; non mi arrivò . Mi preoccupai , era sempre puntualissimo. Aspettai il giusto tempo per fare le classiche prove per verificare la maternità : ero incinta. Il sospetto si era verificato.
Non potevo sapere chi fosse il padre e le probabilità che non fosse di mio marito erano altissime. Decisi di non parlarne con lui e feci tutta da sola e come prima cosa bloccai il numero telefonico di Enzo.
Andai dal ginecologo e la settimana successiva mi fece lui stesso il raschiamento all’ utero. Inventai una scusa lavorativa credibile per mio marito per dirgli che quel giorno difficilmente sarei stata reperibile e che l’avrei chiamato io. Entrai in clinica la mattina presto , nel pomeriggio avanzato ero a casa; a mio marito che mi trovò a letto dissi che mi sentivo un po' stanca . Si offri lui di pensare alle bimbe e al resto. Poverino come mi fece male vedere come fosse preoccupato per me, per la mia stupidità. Il giorno successivo mi diedi malata per l’ufficio e non andai a lavorare per tre giorni.
Era stato per me un gioco, un gioco pericoloso finito male in cui mi ero fatta stupidamente coinvolgere e che avrebbe potuto stravolgere e distruggere non solo la mia vita , ma soprattutto quella delle persona che amavo
Passarono i giorni e Enzo provò a contattarmi. Visto che non riusciva a parlarmi al telefono si presentò davanti l’ufficio. . Quando lo vidi mi allontanai con le colleghe. Il giorno dopo mi si avvicinò, ero con le colleghe, gli dissi a bassa voce ma con tono duro : se ti avvicini ancora a me o mi importuni in qualunque modo giuro che ti denuncio.
Se ne andò senza replicare.
Interruppi per qualche mese le uscite con le amiche delle palestre. Tornai ad uscire con loro quando seppi che da un paio di mesi avevano cambiati ristorante e non si vedevano più con i ragazzi.
Non lo vidi più.
Non posso negare che non ho dimenticato il suo cazzo ed il piacere che mi ha dato.
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