Gin Tonic e Maracuja cap.1 Il ritorno

Ore 2.30 Autostrada A14 direzione nord , poco traffico in giro , potremmo essere a casa in meno di un'ora ma non riusciamo a resistere .
Abbiamo voglia di far sfogare il nostro desiderio, di saziare la fame di sesso che ci è venuta nel corso della serata.
Mentre Fabrizio guida io gli ho slacciato la cintura dei jeans , ho abbassato la cerniera e ho liberato il suo membro già duro e pronto, so che se lo prendessi in bocca come vorrei, come anche lui vorrebbe, in pochi minuti lo soddisferei, lo farei venire e poi....dovrei tenerlo sveglio fino a casa, quindi no, non voglio, voglio che sia prima lui a soddisfare me, quindi mi sollevo la gonna corta, mi tolgo il perizoma e allargo le gambe, poggiando i piedi sul cruscotto, lui rallenta, si mette nella corsia di destra e con la mano inizia a masturbarmi.
Io lo so che questo è un gioco pericoloso, mi è capitato altre volte di evitarlo per timore di finire nei guai, ma stasera l'adrenalina che ho in corpo mi anestetizza tutte le paure e mi toglie tutte le inibizioni.
Basta veramente poco e mi ritrovo tutta bagnata, mi sta piacendo molto questo mix tra piacere, pericolo e proibito.
Lui sta guidando quindi non può di certo utilizzare entrambe le mani come di solito mi piace che faccia, non può certamente baciarmi né tantomeno leccarmi ma qui , ora, il tocco della sua mano ha un effetto amplificato, come se non fosse lui il solo a toccarmi, come se qualcun altro mi stesse baciando, accarezzando, leccando.
Sento che manca poco, sto per venire e gli chiedo di alternare rapidi sfregamenti con le dita a piccole e veloci penetrazioni, questa è una tattica collaudata e in neanche 5 minuti vengo, godo e dalla mia gola escono gemiti di piacere prolungati e sonori.
Non faccio in tempo a ricompormi che vedo l'auto mantenere sempre più la destra ed entrare in un provvidenziale Autogrill.
Giustamente ora Fabrizio vuole rilassarsi e godersi il suo momento.
Ci infiliamo tra due Tir parcheggiati, pare non ci sia nessuno di sveglio, ora un po' di titubanza mi è tornata, non vorrei ritrovarmi con due- tre omaccioni incollati al parabrezza a guardare all'interno, cerco di non pensarci e mi chino sul sedile di Fabry che finalmente può abbassare del tutto i pantaloni, chiudere gli occhi e godersi la mia bocca che gli avvolge un cazzo sempre più duro e ormai teso all'inverosimile.
Lo succhio forte, lo affondo il più possibile in gola, lo lascio uscire e lo lecco dal basso verso l'alto aiutandomi con le mani con le quali ogni tanto lo afferro e lo stringo, poi alterno leggere carezze alle palle e risalgo con la punta delle dita lungo tutta l'asta fino alla punta che al solo essere sfiorata ha uno scatto, pare ritrarsi ,troppa è la sensibilità in questo momento.
Fabrizio è solitamente silenzioso, non urla il suo godimento come faccio io, ma ora capisco che sta per venire, lo capisco perché mi afferra la testa e me la spinge ancora più in basso, mi sento la bocca piena, non riesco a staccarmi e lui mi chiede di venirmi in bocca, non posso e non voglio sottrarmi e in pochi attimi mi ritrovo ad ingoiare tutto il suo piacere con qualche rivolo che mi cola sul viso.
Sono spettinata, un po' appiccicosa e senza mutande ma mi ricompongo come meglio posso e ripartiamo verso casa.
Tornare a casa da una serata con l'adrenalina a mille e nonostante sia notte fonda, anzi, diciamo pure quasi mattina, non avere un briciolo di sonno ed essere talmente eccitati da doversi fermare in autogrill non ci era veramente mai successo, quella sera le cose erano andate veramente come mai avremmo sperato e ormai con un po' di esperienze alle spalle possiamo affermare che le serate migliori sono quelle non programmate.
Ma .....partiamo dall'inizio.....to be continued