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Lui & Lei

Un incomodo imprevisto


di scrittore
09.03.2024    |    93    |    0 6.0
"Esco per andare al centro commerciale con la lista della spesa preparata da mia moglie come al solito, parcheggio, c’è gente, acquisto e pago mentre guardo..."
Esco per andare al centro commerciale con la lista della spesa preparata da mia moglie come al solito, parcheggio, c’è gente, acquisto e pago mentre guardo la cassiera, non è una ragazzina ma avrà almeno quarant’anni e immagino sia del centro o sud America dal colore della carnagione, ha un’espressione di sofferenza e essendo padre di figlie femmine mi sembrano le classiche mosse di chi ha il ciclo proprio in queste ore e non è piacevole, mi dirigo verso l’automobile e sistemo la borsa piena di viveri poi invece che partire decido di risolvere un problema, mi scappa da urinare e cosa c’è meglio di un gabinetto del centro commerciale? È una battuta se non si è capito!
Un corridoio va percorso e in fondo ci sono i servizi, un ingresso per i disabili, uno per le mamme con bambini piccoli, uno per le donne e infine uno per gli uomini.
La cassiera in pieno ciclo si sta lavando le mani, la scorgo sofferente e anche lei mi dà uno sguardo e capisco che non è proprio in forma; entro e mi svuoto, lavo le mani e appena fuori lei è ancora qui appoggiata ad una parete; “ hai bisogno di qualcosa” le dico senza neanche aver pensato se è il caso; “ no, cioè, ecco si, forse si” e non capisco che cosa voglia dire con questa strana risposta.
Alza il capo poi si volta verso l’ingresso dei servizi per persone disabili, si scosta dalla parte e si avvia e mentre si muove mi fa cenno di seguirla.
Ci ritroviamo dentro il gabinetto con la porta chiusa, è spazioso anche perché deve avere lo spazio necessario anche per le carrozzelle, senza perdersi in chiacchiere e con poco tempo a disposizione la cassiera non ha peli sulla lingua: “sto morendo dal dolore con questo ciclo maledetto, vuoi aiutarmi?” e quasi rido, non sono mica un dottore e infatti dico proprio questo: “non sono un medico”!
“Non mi serve un medico” risponde “quando mi viene il ciclo so quale è la soluzione per far passare i dolori” e intanto toglie la maglia di colore rosso come richiesto dalla sua azienda e poi alza la gonna blu su su, su fino a scoprire le mutandine gonfie di un assorbente appena cambiato, “devi scoparmi il culo, te la senti? “e stavolta più che da ridere mi viene da pensare; “oh cazzo” mi sfugge “certo, si, perché no!” e io parlo e lei si prepara, si volta e abbassa le mutande appena sotto le natiche, in questo modo l’assorbente rimane al suo posto e non cade o scivola via e il suo culo sodo ma non grosso, del colore dell’ebano e una leggera peluria che posso appena scorgere sta solo aspettando me.
Abbasso i jeans e le mutande, il cazzo è già duro e come mi avvicino sento che si indurisce ancora, sfioro una natica poi con entrambe le mani le allargo e il buco nero sembra proprio aspettare me, il mio cazzo che adesso tira aspetta solo di entrare nel pertugio e mentre con la mano sinistra tengo allargata la chiappa con l’altra dirigo il bastone di carne verso l’obiettivo e con una leggera spinta una volta appoggiato all’ano, inizio ad andare dentro, è calda e il cazzo scivola senza troppe resistenze, è un culo che ha esperienza, è largo e accogliente, nessuno sforzo, si va dentro naturalmente, si arriva in fondo e ci si muove.
Lei mugola, debolmente ma mugola e io muovendomi faccio un poco di rumore ma del resto o così o non si scopa e rinunciare ad incularmi questa donna non è il mio primo pensiero e poi questo è un bel culo, caldo e affondo con grande enfasi e molti brividi mentre lei aumenta la velocità del respiro e capisco che è una abituata a godere con il culo, cosa piuttosto difficile da imparare e che necessita di molta pratica quindi è una donna che si fa inculare spesso e volentieri.
BUM BUM, due colpi forti alla porta mi fanno rimanere immobile, “scopa dai che dobbiamo uscire” dice lei ma mica facile e poi ancora BUM BUM e quasi senza pensare rispondo “chi è?”.
“Devo andare subito al bagno” ed è la voce di un ragazzo, esco dal culo e mi alzo i pantaloni mentre lei alza la mutanda e abbassa la gonna con un’espressione poco felice.
Siamo accaldati, apro la porta per uscire ma una sedia a rotelle entra facendosi spazio, un giovane ci guarda e mentre si gira e si accosta alla tazza del gabinetto senza neanche guardare dice: “continuate pure a scopare, io guardo ma non intervengo” e divento rosso come un pomodoro mentre la cassiera, spavalda e rapida, chiude la porta e si addossa alla parete, alza la gonna e abbassa le mutande come poco fa e allunga le braccia per sostenersi; “che aspetti “dice rivolgendosi a me io guardo il ragazzo che seduto sulla tazza fa un cenno affermativo con il capo; ho il cazzo moscio ma mi basta guardare il culo di lei e poi avvicinarmi e sono pronto, entro dentro tra quelle natiche e attaccandomi ai fianchi la scopo come prima ed ora con uno spettatore presente mi piace ancora di più, con foga entro ed esco tra i suoi mugoli e qualche commento del nostro spettatore.
Lei gode anche se non può fare grossi gemiti e io sono vicino al limite, voglio godere e proprio quando mi concentro il giovane urla: “in bocca, sborra in bocca” ed esco veloce mentre lei si volta e si abbassa e gli schizzi caldi dello sperma le lavano il viso e riempiono la bocca.
Fuori aspetto prima di salire in auto e mi metto a ridere, qualcuno penserà che sono matto.
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