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Gay & Bisex

Un nuovo container?


di scrittore
25.03.2024    |    8.395    |    18 9.8
"“Andiamo nel container”! Suggerisce il ragazzo e mi invita a seguirlo, dentro chiude la porta con un chiavistello interno e subito toglie la maglia, il..."
Ricordo ancora l’estate del 2022 quando andavo a camminare e c’era quel container che ha visto il mio culo essere aperto e deformato a dismisura poi, causa inizio e cambio lavori il casotto è stato portato via con i suoi lavoratori e addio divertimento.
Oggi mentre cammino sotto l’ultimo sole del pomeriggio alzo gli occhi e rimango meravigliato, poco distante dalla posizione originale, spostato verso il bordo della strada ecco che alla mente mi tornano un sacco di immagini vedendo che il container è posizionato ben saldo; non so se sia lo stesso ma si somigliano.
Lo oltrepasso, mi pare vuoto e proseguo il mio giro per poi tornare indietro come di consueto.
Fin da lontano riconosco il tipo, magro, pelle bianca, è l’ingegnere! Chissà se lui si ricorda comunque non importa, tiro dritto sperando non si accorga di me.
Quando urla delicatamente il mio nome non posso ignorarlo!
Mi osserva, un sorriso beffardo compare sulla sua bocca, accanto a lui un ragazzo che avrà sì e no vent’anni, magro anche lui, bianco anche lui, alto più di me, capelli neri, occhi color sabbia, qualche brufolo sul viso segno che sta uscendo dal periodo difficile dell’adolescenza.
“Quanto tempo” dice l’ingegnere e accenno un sì con il capo e poi si volta verso il ragazzo e me lo presenta: “mio figlio” e accenno un sorriso che subito si blocca quando lui seguita a parlare rivolgendosi al ragazzo: “gli ho rotto il culo tempo fa, prima lo hanno scopato i nostri lavoratori poi me lo sono fatto anche io e ha un bel culo morbido, ancora ricordo la sborrata”.
Non vi dico di che colore è la mia faccia!
“Accidenti” prosegue l’ingegnere “ora devo andare a prendere uno dei responsabili del cantiere e mi rompe sta cosa, ti avrei scopato molto volentieri ma non posso comunque, se va anche a te, ti lascio con mio figlio” e continua quel sorriso strano nel suo viso.
“Andiamo nel container”! Suggerisce il ragazzo e mi invita a seguirlo, dentro chiude la porta con un chiavistello interno e subito toglie la maglia, il petto è glabro tranne una leggera peluria chiara intorno ai capezzoli scuri, la pancia è una tavola con l’ombelico al centro.
“Leccami” e se penso che ho quasi tre volte la sua età mi pare tutto strano ma se lui desidera io eseguirò.
La scia di saliva che lascio sulla sua pelle lo fa rabbrividire, lecco anche le spalle lisce, il collo, mordo il lobo dell’orecchio poi scendo e mi fermo sui capezzoli, i denti affondano delicati e sento come si sta eccitando, non sono il suo primo uomo, di certo ha già esperienza, lo capisco perché sa controllarsi e io vado in basso leccando la pancia e l’ombelico poi, con le mani, slaccio i pantaloni, tre bottoni e li faccio scendere, gli slip sotto mostrano un rigonfiamento, se ha un cazzo come il genitore è buona cosa, quando lo denudo tirando le mutande dalle cosce setose e lisce compare un bell’arnese, già eccitato, lungo come il mio, forse un paio di centimetri di meno, sui quindici direi ad occhio, non troppo largo, sta nella mia mano chiusa e di un bel colore rosa, sembra quasi da svezzare e afferrandolo sento quanto pulsa.
Il suo respiro aumenta quando lo prendo in bocca e subito scompare nella mia gola, è caldo e profuma di giovane, la cappella freme, è rosata e liscia, bella, gli tocco le palle con una mano e sobbalza, sono piene e dure poi attaccandomi ai suoi fianchi lo faccio voltare e affondo il viso tra le sue natiche.
Ha un guizzo, lecco il buco stretto del suo culo e pizzico le natiche magre poi gli do un morso da farlo urlare e lo rigiro, il cazzo dritto finisce ancora tra le mie labbra che le pulsazioni sono aumentate.
“Fammi scopare” urla “dammi il culo, adesso, subito” e sorrido, mi alzo , abbasso i pantaloni della tuta, alzo la maglia e mi piego appoggiando le mani sul piccolo tavolo al centro della stanzina, sono pronto anche se è da un po’ che non prendo cazzi ma la sua misura non mi preoccupa, è giusta e non esagerata quindi entrerà senza patemi.
Mi copia perché come sono piegato si fionda con il viso sul mio culo e la lingua bagna il buco mentre con le mani stringe le natiche come a non volerle abbandonare, si impegna e mi fa gemere, sento come si muove, un dito va dentro a sondare poi su e giù e il giovane capisce che non resisterà molto quindi se vuole scopare deve muoversi.
Le mani sui fianchi, il glande che si fa strada tra le chiappe e centra il buco, una pressione un po’ più decisa e la cappella entra mentre mi dondolo appena per aiutarlo; scivola dentro e prende subito il ritmo ideale per una buona scopata; chiudo gli occhi cercando le emozioni nascenti e sembra che tutto sia perfetto poi mi pare che qualcosa stia cambiando, non capisco e senza potermi voltare chiedo:” ma che succede”!
“Mi cresce” dice con voce roca” quando è dentro poi cresce, diventa largo e lungo, non so perché ma mi piace troppo” e adesso sento che il buco comincia ad aprirsi sotto le spinte, è pazzesco ma sta diventando enorme, grido anche se piano perché ora mi sta possedendo in pieno, spalanco gli occhi poiché è forte e il cazzo ora davvero extra lo sento in ogni punto “oh calmati” dico ma sembra non ascoltare e spinge e devo tenermi al tavolo per non scivolare oltre mentre lui è in preda ad un raptus di pazzia perché non ha pause ma scopa come un forsennato e mi finisce tutto dentro mentre la mia meraviglia non scompare.
“Ah sto per godere” urla “dammi il viso” e quando esce sento il flop tipico, mi volto inginocchiandomi di corsa che inizia a schizzare sperma addosso alla mia faccia e in bocca e mentre apro bene per prenderne il più possibile con una mano afferro il mio cazzo e basta un movimento che anche io godo sborrando il mio liquido.
Mi bacia in bocca poi si abbassa e lecca via lo sperma che ho perso e di nuovo mi bacia in bocca.
Riprendo il cammino verso casa, il padre sta parlando con un tizio e da lontano mi sorride.
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