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Gay & Bisex

Dopocena gustoso


di svuotocazzi
23.07.2021    |    10.312    |    8 9.3
"Un po’ annebbiato dalla monta, lo raggiungo rapido e lo prendo in bocca..."
“Sono un po’ stanco oggi. Sono qui sul divano a non far nulla”
“Mmm, ti tiro su io?”
“Mah, non so se riesco. Ho fatto il vaccino ieri e sono senza forze”
“Allora facciamo che tu resti sul divano e io mi inginocchio a terra…”
“Ahahah, sei un tentatore!”
“Ma lo faccio solo per te, per farti rilassare”
“Certo, certo come no! Dove sei comunque?”.

Non ci sono voluti molti messaggi per convincere questo ragazzo a raggiungerlo a casa sua. È un brasiliano sulla quarantina, magro e con un bel pisello che mi ha già scopato qualche volta. Ero a cena in un locale nella sua zona e, alla fine della serata, ho provato a scrivergli. Di solito è subito disponibile, ma si capisce che stasera è stanco.
Gli mando la posizione del parcheggio in cui sono fermo con la macchina e capisce che sono vicino.

“Però, davvero sono stanco. Non so cosa riusciamo a fare!”
“Non ti sottovalutare!”
“Ahahahah! Ti aspetto”

Cinque minuti dopo entro in casa sua. È già a torso nudo dato il caldo davvero notevole. Gli chiedo se ha qualcosa di fresco da bere e mi offre del tè che accetto volentieri. Vuoto il bicchiere e ci sediamo sul divano, davanti alla tv accesa. Parliamo due minuti, ma si sistema più volte il pacco con la mano.
Gli tocco la coscia, gli prendo il mento con una mano e lo giro a baciarmi. Mi infila rapido la lingua in gola. E per fortuna era stanco!
Ci baciamo con intensità per un po’, mentre gli stimolo i capezzoli e una sua mano mi entra nei pantaloncini, a cercare il buco, che lo aspetta voglioso e palpitante. Gemo sotto il suo tocco: la mia voglia di cazzo è tanta, come al solito, e lui sa bene dove toccarmi. Le sue dita diventano rapidamente due e sorride trovandomi largo.
“Ma sei sempre aperto tu?”
Mi stacco, tolgo maglietta e pantaloncini e mi inginocchio ai piedi del divano.
“Te lo faccio vedere tra un po’ quanto sono aperto” gli sussurro, accarezzandogli il cazzo ancora nascosto che sento duro e caldo sotto la mia mano.
Si solleva un attimo e abbassa mutande e pantaloncini, restando nudo. Ha un pisello sui 18 cm, largo il giusto e molto gustoso, che gli tende completamente verso l’alto. Non resisto molto e mi abbasso a leccargli la cappella, prima con piccoli colpi e poi infilandomela in bocca.
Lo sento gemere e prendermi la testa, affondandomi il cazzo in gola, fino in fondo. Quando le mie labbra toccano il suo pube, prendo a stringere la gola, come a volerlo inghiottire.
“Oh porca puttana! Continua così!”
Inorgoglito dalle sue parole, inizio a pomparlo, lentamente e a fondo. Nei momenti in cui è tutto dentro di me, sollevo lo sguardo a guardargli il volto. Lui prova a fissarmi, ma il godimento lo porta spesso a strizzare gli occhi e a emettere versi dalla bocca. Accelero il ritmo e lui mi afferra la testa per guidarmi meglio nel servizietto.
Tiriamo entrambi di popper. A lui piace molto e anche a me. Si appoggia sul divano e mi fa continuare a pomparlo per una decina di minuti. Lo succhio, accarezzandogli il petto e dandogli un mio dito da leccare. Passo a lavorargli le palle e questo lo eccita particolarmente. Mentre inghiotto entrambi i suoi coglioni, sporgo il culo in fuori. Non l’ho fatto apposta, è l’istinto che mi fa arcuare il culo in questo modo. Lui se ne accorge, si solleva un po’ e, dopo essersi inumidito una mano, entra sotto la stoffa con tre dita e prende a massaggiarmi con decisione il buco.
Sono io a gemere questa volta, tenendomi con le mani al suo bacino e continuando a lavorargli le palle.
Un altro colpo di popper. Mi sollevo e mi sistemo a cavalcioni sopra di lui, tornando a baciarlo a fondo. Lui continua a toccarmi il culo. Lo sento armeggiare con le mutande che ancora ho addosso.
“Posso rompertele?”
Non faccio in tempo a rispondere che mi afferrala stoffa degli slip, strattona con forza un paio di volte e il tessuto cede. Non l’avevo mai fatto, ma è una sensazione estremamente eccitante. Ho ancora addosso le mutande, ma una folata d’aria proveniente dalla finestra mi accarezza le grinze del buco.
Mi sento molto puttana così, quasi più del solito. Lo bacio con più forza, mentre lui mi rinfila due dita in culo. Il suo cazzo è sempre duro sotto di me, lo sento palpitare contro il mio corpo.
Riprende la boccetta e mi rifà aspirare per un paio di volte, mentre sistema il suo pisello contro la mia pelle nuda. Mi muovo un po’, così da far aderire la cappella alla mucosa. Nessuno usa le mani, mi rilasso e lo sento entrare dentro di me.
“Oh cazzo” esclama lui, mentre mi scivola in culo. Anch’io gemo contro la sua spalla.
Arriva in fondo e si ferma, godendosi il caldo del mio retto.
“Sei pronto?” gli faccio, fissandolo in viso. È uno sguardo compiaciuto e incuriosito quello che ottengo in risposta.
Sollevo le gambe sedendomi su di lui e prendo a scoparmi. Sono io a muovermi e a dettare il ritmo. Lui è indeciso se guardarmi in volto o concentrarsi sul suo cazzo che sparisce nelle mie viscere.
“Che vacca stasera!”
“Solo stasera?”
In risposta, mi solleva e, senza uscirmi dal culo, mi fa sdraiare sul grande pouf davanti al divano. Ha deciso di invertire i ruoli: è lui adesso a dettare il ritmo e infatti non si risparmia. Mi sbatte con decisione, proprio come faceva le altre volte, tenendosi ai miei fianchi con le mani. Io mi lascio andare a gemiti e urla, che sembrano incitarlo a dovere. Mi ripassa un paio di volte il popper e subito torna a baciarmi, nel momento in cui inizia a fare effetto e ho lo sfintere particolarmente rilassato.
Lo sento ingrossarsi dentro di me e penso mi voglia riempire il culo. Ma invece dà un altro paio di colpi, esce da me e si siede sul divano, afferrandosi il cazzo turgido e agitandolo in aria come a invitarmi.
Un po’ annebbiato dalla monta, lo raggiungo rapido e lo prendo in bocca. Lo succhio con gusto particolare, alternando succhiate decise ad altre più lente e delicate.
Mi afferra la testa e prende anche lui a muoversi. Passano pochi secondi e si ferma. Inizia a spararmi in gola una decina di grossi getti di sborra che accolgo goloso, inghiottendoli uno a uno. Un rivolo di sperma mi esce dalla bocca e gli finisce sulle palle. Lo lascio finire di scaricarsi dentro di me e vado a ripulire anche quello, gustandomi completamente il gusto del suo seme, caldo e dolciastro.
“Basta, basta” mi dice ridacchiando. Mi prende la testa e la risolleva verso la sua. Lo bacio e gli faccio assaggiare il sapore della sua sborra. La cosa lo sorprende molto. Si riafferra il cazzo, lo masturba per qualche secondo e altri due schizzi di sborra mi piovono sul petto.
“Ecco, adesso sono completamente morto” mi sussurra sulle labbra.
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