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LA GUIDA SIRIANA - Parte Prima


di Membro VIP di Annunci69.it maturoamodena
04.05.2023    |    4.210    |    5 9.7
"Per il mio lavoro sono costretto a prendere le ferie in periodi non canonici, diversi dai soliti, mai ad agosto, e soprattutto sempre quando il resto della..."
Per il mio lavoro sono costretto a prendere le ferie in periodi non canonici, diversi dai soliti, mai ad agosto, e soprattutto sempre quando il resto della famiglia deve lavorare. Cosicché o chiedo ad amici e conoscenti d’accompagnarmi o vado via da solo.

E da solo quella volta partii per un tour di gruppo organizzato in Siria: Damasco, Aleppo, Palmira, Hama, Bosra.
Il gruppo non era numeroso: oltre me, qualche coppia di sposi, un paio di attempati amici, quattro ex colleghe di lavoro in pensione e naturalmente la guida locale.

Fin dal primo giorno scoprii che sull’autobus ognuno sedeva di fianco al suo compagno di viaggio e a me non restava che l’ultimo sedile in fondo, ma la guida propose di lasciarlo libero per gli zaini e le giacche di tutti e m’invitò a sedermi di fianco a lui, in prima fila. E per otto giorni il mio posto fu quello.

Fathi era un siriano dall’apparente età di 45/48 anni, alto e possente, capelli e barba folti e neri brizzolati, lunghe ciglia su occhi verde-scuro, portamento elegante e atteggiamento molto riservato, difficilmente sorrideva e i suoi discorsi si limitavano al viaggio e al suo lavoro.

Un giorno, dopo pranzo, mi addormentai sull’autobus. Mi svegliò un forte profumo di spezie e di cannella…qualche istante per accorgermi di essere con la testa sulla spalla di Fathi…sentivo il calore del suo corpo passare attraverso la sua camicia assieme al suo odore…il suo braccio muscoloso contro il mio, l’intera mia gamba destra aderiva alla sua gamba sinistra.
Mi beai qualche secondo di quella sensazione e sentii una forte erezione salire prepotente…imbarazzato mi staccai e dissi:
“Scusa, mi ero addormentato, non volevo disturbarti”
e per la prima volta lo vidi sorridermi scoprendo una dentatura perfetta e bianchissima, poi guardandomi con quei fantastici occhi verdi mi disse:
“Non mi hai disturbato affatto, tranquillo approfitta pure tutte le volte che vuoi”.

Passavano i giorni e la cosa non si ripetette più, ma a volte chiudevo gli occhi e, senza farmene accorgere, aspiravo quel buon odore che lui emanava.
Una notte stetti poco bene (forse a causa di qualcosa che avevo mangiato) e non avendo chiuso occhio al mattino avvisai il gruppo che sarei rimasto in hotel per riprendermi un po’.
In effetti dormii tutto il giorno e verso sera mi feci una lunga doccia in attesa della cena.

Sentii bussare delicatamente alla porta.

“Chi è?” chiesi
“Sono Fathi, come stai?” aprii
“Sto bene grazie è tutto passato per fortuna”
“Posso entrare? Ti do il programma di domani, sarai con noi, vero?” mi chiese
“Entra pure e scusami per l’abbigliamento” dissi, visto che ero ancora con solo l’asciugamano in vita.

Ci sedemmo sul bordo del letto (l’unico posto possibile) e prima mi raccontò la giornata trascorsa e poi prese il foglio con l’itinerario del giorno dopo. Per poterlo leggere assieme a lui mi dovetti avvicinare molto.
Di nuovo quella fragranza speziata m’invase le narici e mi annebbiò la mente…chiusi gli occhi ed aspirai profondamente.
“Stai male di nuovo?” mi chiese preoccupato
“Sto benissimo” risposi e poi con sincerità aggiunsi:
“E' il tuo profumo…mi fa girare la testa”
mi sorrise e con voce bassa disse:
“Lo stesso effetto che mi fai tu” mi prese il mento fra le mani e poggiò delicatamente le sue labbra sulle mie.
Ci guardammo per qualche istante negli occhi, poi le nostre bocche si sfiorarono di nuovo, dischiusi leggermente le labbra ed avvertii la sua lingua che con delicatezza si faceva strada. Aveva un gusto fresco d’anice e menta. Mi lasciai andare e risposi con passione a quel bacio.

La sua mano passò dietro alla mia nuca avvicinandomi a sé e l’altra cominciò a sfiorarmi i capezzoli. Gli slacciai un paio di bottoni della camicia così da permettermi d’infilare una mano e toccare il suo petto.
Avvertivo i suoi peli folti e cominciai a giocarci con le dita.
Si mise in piedi e cominciò a spogliarsi. Prima le scarpe e le calze, poi la camicia ed infine i calzoni.
Rimase con addosso solo un paio di buffi enormi slip bianchi di cotone rigato, si avvicinò a me che ero seduto ancora sul bordo del letto, vedevo il suo rigonfio e sentivo un ronzio nelle orecchie.
Si avvicinò di più.
Appoggiai il viso sul suo pacco, lo sentivo pulsare attraverso la stoffa. Ne aspirai il profumo, ne gustai il calore.
Infilai la mano nell’elastico della coscia e lo palpai. Il suo respiro ora era affannoso.
Con un gesto rapido si cavò giù gli slip.
Mi cadde sulla faccia un randello enorme, scuro e venoso. Gli vidi i pesanti testicoli pelosi, li soppesai con la mano, avvicinai la mia bocca al suo glande…una leccata e poi gli soffiai sopra…lo sentii gemere mentre un impulso gli sollevava ancora di più il membro.
Era il momento giusto…aprii la bocca ed aspettai che fosse lui ad entrare…prima solo la punta, poi più giù, sempre più in profondità.
Volevo fare bella figura e ricacciavo indietro le lacrime che spontaneamente venivano fuori tutte le volte che lui mi affondava in gola. Mi complimentavo con me stesso, non ero mai stato così bravo, ma quell’uomo mi piaceva troppo!
Con una mano continuavo ad accarezzargli lo scroto e con l’altra gli accarezzavo le cosce, le natiche muscolose, il torace possente, i duri capezzoli pronunciati.
“Adesso tocca a me" disse.
Mi prese praticamente in braccio e mi sdraiò sul letto.
Ricominciò a baciarmi la bocca, il viso, gli occhi…scese sul collo…sul petto…cominciò a succhiarmi i capezzoli avidamente ma senza farmi male.
Ogni tanto ritornava alla bocca che sembrava volesse masticarmi. Sentivo la sua barba che arrossava la mia pelle, ma mi piaceva, mi piaceva un casino!
Poi si occupò del mio uccello che, date le dimensioni normali rispetto al suo, lui riusciva a far scomparire tutto in bocca.
Sentivo il suo naso contro il pube e le mie palle contro il suo mento. Probabilmente urlavo di piacere perché un paio di volte lo sentii dirmi:
“Shiii, piano che ci sentono” ed il suo tono era divertito e favolosamente complice.
Non so per quanto continuammo a scambiarci di posizione, un po’ io succhiavo lui ed un po’ lui me.

Poi mi fece girare.

Cominciò a leccarmi la nuca, la schiena, tenendomi ferme le braccia sulla mia testa. Comincio a baciarmi le natiche a mordicchiarle. Vi affondò il viso e sentii la sua lingua stuzzicarmi il buchino…ragazzi se ci sapeva fare!
Poi mi salì a cavalcioni. Avvertivo il suo peso addosso e mi sentivo come una preda nelle sue mani.
Cominciò a strusciarmi il cazzo fra le natiche. Mi rendevo conto che ci sputava sopra e poi me lo strofinava ancora stuzzicandomi l’ano.
Quando lo sentii spingere m’irrigidii:
“No scusami, davvero, non me la sento…non sono così avvezzo”.
La mia rivelazione sembrò stupirlo, ma poi mi guardò teneramente e mi disse con dolcezza in un orecchio:
“Non preoccuparti, ne faremo a meno”.

Ci rotolammo nel letto non so per quanto tempo.
Le nostre lingue arrivarono dappertutto, le nostre mani impararono a conoscere ogni angolo del corpo dell’altro.
Poi mi disse:
“Non ce la faccio più”
Si sollevò e mi sborrò addosso una quantità enorme di seme allagandomi il petto, la faccia, gli occhi, le labbra e mentre il suo corpo sussultava ad ogni schizzo gioivo di quello che stava accadendo.
Quando ebbe finito di godere, con la lingua mi ripulì le labbra, mi leccò gli occhi dicendomi in arabo parole dal suono dolcissimo quanto il suo sperma.
Prese l’asciugamano che avevo addosso al suo arrivo e finì di ripulirmi con una cura che mi fece sciogliere tutto.

Poi mi disse che toccava a me.
Allora si tuffò sul mio uccello e cominciò a succhiare, a pompare e quando lo avvisai che stavo per venire e feci per uscire mi bloccò e aspettò che gli riempissi la bocca di sborra.

Mi baciò ancora facendomi sentire il mio sapore mescolato col suo e poi mi abbracciò stretto.

Mi perdevo tra le sue braccia e mi sentivo protetto.

Rimanemmo così un po’ accarezzandoci e baciandoci dolcemente.
Dopodiché gli chiesi scusa per non avergli permesso di penetrarmi. Sorrise furbescamente e mi disse:
“Abbiamo ancora tre giorni di tour, no? Puoi sempre cambiare idea…io per esempio non vedo l’ora che tu mi scopi”.
Tre giorni e tre notti ancora assieme, tre giorni e tre notti per provare sensazioni incredibili, tre giorni e tre notti prima di tornare alla mia solita irreprensibile vita, tre giorni e tre notti di cui vi parlerò…ma solo se vorrete.
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