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AMICI PORCONI


di La_Lilla
05.08.2022    |    8.879    |    27 9.9
"Mi cavalca duramente per un bel pezzo, mentre Luigi dice: “glielo sta affondando fino in pancia”..."
Conoscevo Luigi da quasi cinque anni ed era una persona di cui mi fidavo ciecamente. Ero stata con lui un bel po’ di volte; poi i nostri rapporti avevano iniziato a farsi ripetitivi e noiosi ed entrambi non volevamo una storia, anche perché lui a quel tempo era sposato.
Era quasi un anno che non lo sentivo, a parte qualche sfuggevole messaggio su Whatsapp, tipo come stai, tutto bene, ecc. Ci siamo capiti. Questa volta però mi chiama, e rispondo.
“Ciao Priscilla, tutto bene?”.
“Ciao Luigi. Sì, e tu? È un pezzo che non ci si vede”.
“Infatti”, fa lui.
“Come mai questa telefonata?”, domando, curiosa.
“Be’, sai… Ecco, non so esattamente da che parte cominciare, in realtà”, mi dice.
“Dimmi, non farti problemi. Mi conosci”.
“Sì, esatto, infatti. Non è la priva volta che ti domando una cosa del genere”.
“Allora, ti decidi a dirmi di cosa si tratta o pensi di tirarla ancora molto per le lunghe”, dico spazientita.
“Be’, insomma, ci sarebbero questi miei tre amici, più o meno della mia età, che vorrebbero conoscerti”.
Rido sguaiatamente.
“Che cos’è, una specie di Gang?”.
Questa volta ride lui.
“No, no. Macché dici. Avevo un’idea”.
“Dimmi”.
“Sai che mi diletto come videoamatore”.
“Mi ricordo, sì”.
“Be’, mi piacerebbe filmare una specie di video-intervista tra l’erotico e il porno”.
Rifletto.
“E come si svolgerebbe?”.
“Be’, tu al centro delle attenzioni dei miei tre amici e io, dietro la telecamera che faccio domande, commento. Ti va?”.
Sto un attimo in silenzio.
“Be’, è intrigante, non c’è che dire”.
“Tieni conto che useremo tutti le mascherine e nomi di fantasia”.
“Ma dopo hai intenzione di pubblicarlo?”.
“In qualche sito hard, sì. Ti dispiace?”.
“No, no. Ci mancherebbe. Se lo facciamo mascherati va bene”.
“D’accordo, allora. Posso dire loro che è fatta”.
“Aspetta… ma dove si svolgerebbe il tutto?”.
“A casa di uno di loro. Non ti preoccupare, ha una casa grande, su una strada che porta alla montagna. Ti girerò la posizione appena me la invia”.
“Ma è distante da qui?”.
“Macché, una quindicina di chilometri”.
“Va bene, allora”.
“Perfetto. Ci sentiamo per gli ultimi dettagli”, mi fa.
“A presto”.

Due giorni dopo mi arriva un messaggio su Whatsapp di Luigi: La posizione è questa, ci vediamo mercoledì sera, verso le 21. Spero tu sia libera.
Gli rispondo subito. Sì, sono libera. A mercoledì, allora.

Mercoledì, verso le sette, mi vesto e mi trucco. Metto una guepiere da urlo, nera. Calze nere e perizoma nero e vestito corto rosso. Scarpe tacco alto, tacco 10, a punta. Classiche decolté.
Imposto la posizione sul navigatore della macchina e parto verso le otto e mezza. Alle nove meno dieci, circa, vedo che il navigatore mi fa girare a destra dentro una stradina ghiaiosa, che in realtà è un vicolo. Lo percorro tutto con la macchina finché arrivo di fronte a un grande cancello di bronzo. Fermo la macchina, scendo. Provo a contattare Luigi.
“Sei qui?”, mi dice.
“Sì”.
“Aspetta. Ti apriamo subito”.
Salgo in macchina e aspetto che il cancello si apra. Poi entro, lentamente. Ci sono un sacco di alberi sia a destra che a sinistra del vialetto. Una figata. Alla fine, finalmente, una bella casa, su due piani.
Parcheggio vicino alle altre macchine. Esco, e mi dirigo all’ingresso.
Alla porta vedo Luigi.
“Cara”, mi fa. “Ben arrivata”.
“Ciao”, gli dico. “Ho trovato subito il posto”.
“Facile con il navigatore”, dice lui. Ridacchiando.
Entriamo.
“Da questa parte”, mi dice.
C’è un’entrata molto ampia. Un sacco di bei mobili appoggiati ai muri. Casa arredata con gusto. Svoltiamo un muro, e vedo il resto della combriccola.
“Eccoci qui. Amici, questa è Priscilla”.
“Wow”, dice uno. “Piacere”.
“Bella figa”, dice un altro.
“Te l’avevo detto”, gli fa Luigi. “Tu non mi credi mai”.
La cosa che mi sorprende un po’ e in parte delude è che siano tutti seduti, già in slip o boxer. Uno con la maglietta, gli altri senza.
“C’è caldo qui”, dico, buttandola sul ridere.
“Eh! Eh!”, ride uno dei tre. “L’hai notato eh?”.
Poi guardo sulla destra e vedo che la tivù è accesa. Stanno guardando un film porno e sono tutti abbastanza eccitati e su di giri. Sul tavolo, davanti a loro, parecchie bottiglie di birra vuote e due scatole di preservativi.
“Vi siete attrezzati bene, vedo”, dico.
Ridono.
“Sei simpatica”, dice quello che credo sia il più maturo dei tre. E considerando che hanno tutti più o meno l’età di Luigi, sarà più verso i sessanta che i cinquanta.
Però li portano bene. Tutti. Sono tre begli uomini. Due con un po’ di pancetta, più robusti che grassi. Non molto alti.
“Loro sono nell’ordine Paolo, Mattia e Franco”. Paolo è il più maturo dei tre. “Ovviamente, come ti ho detto, useremo nomi di fantasia. Quindi Paolo sarà Gianni, Mattia Dante e Franco Salvo. Tu, invece, ti chiamerai Luana. Okay?”.
Cerco di memorizzare i nomi di fantasia indicati da Paolo associandoli a fisico, età e volto.
La telecamera è posizionata sul cavalletto.
“E’ tutto a posto”, dice Luigi, “hai voglia di sederti tra Gianni e Dante?”.
“Okay”, dico.
Mi siedo tra i due, che mi fanno spazio.
“Ah, un momento”, aggiunge Luigi, “quasi dimenticavo”. Si alza e prende qualcosa da un cassetto. “Le maschere”.
Ce le consegna e le indossiamo. Sono maschere di tessuto, che coprono buona parte della fronte e il naso, tanto da renderci irriconoscibili.
“Okay. Perfetto. Azione, allora”.
Fa partire la telecamere.
“Allora, Luana”, domanda Luigi, “cosa ti intriga di più nel sesso?”.
La domanda mi spiazza. Sono totalmente imbarazzata.
“Un po’ tutto, a dire il vero”.
“Ma cosa, di preciso”.
“Be’, essere al centro dell’attenzione di più uomini”.
“Uhm, fa. Interessante”.
“E a te, Gianni, cosa intriga così, a prima vista, di Luana”.
“Direi un po’ tutto”, dice, ridendo insieme a Salvo.
“Porcello”, dico io.
“Ah! Ah!”, fa lui.
“Ti piacciono i porci Luana?”.
“Direi proprio di sì”.
“Bene”, fa Luigi, “vi lascio conversare un po’, allora”.
Parliamo un po’ di quello che ci piace, che musica ascoltiamo, di viaggi e altre cose. Io rido e scherzo. Sono molto ciarlieri, e la cosa mi intriga. Tutti, tranne Dante, che non parla poi molto. Infatti mi accorgo che, dopo una decina di minuti di chiacchiere, ha scostato lo slip e ha tirato fuori il cazzo.
“Maiale”, gli fa Gianni, prendendolo in giro. Ma un attimo dopo si abbassa i boxer anche lui.
Io li guardo. Mi viene da ridere. Prendo un cazzo nella mano e l’altro nell’altra, ma faccio finta di niente, e continuo a parlare con Salvo.
“Ti vedo disinvolta”, mi dice Salvo, mentre sego i due accanto.
“E’ un movimento che mi piace fare”, dico, ridendo.
“Dunque”, domanda Luigi, “ti piace segare gli uomini?”.
“Be’, si”, dico.
“E dimmi, Luana, quanti cazzi di uomini hai segato nella tua vita? Così. Più o meno”.
“Boh, cento, centocinquanta? Ma forse anche di più, non so”, scoppiando a ridere.
Intanto i cazzi si fanno sempre più duri nelle mie mani.
Salvo, al momento, è l’unico con l’uccello ancora a posto.
Gianni Parla con Luigi e Dante, zitto, guarda la mia mano in sega. La sua verga sta diventando grossissima.
“Va bene Salvo”, dice Luigi, “adesso basta fare il timido. Alzati in piedi e per piacere e levati quegli slip”.
Salvo si alza e si toglie gli slip dicendo: “Sissignore”.
Tutti ridono.
“Ora”, continua Liugi, “Luana, ti dispiacerebbe avvicinati a Salvo?”.
“Niente affatto”, dico, “mollando i due cazzi marmorei e avvicinandomi a Salvo”.
“Bene, ti va di prendere i suoi coglioni in bocca? Facci vedere”.
Salvo ha due coglioni lunghi e penzolanti: lo scroto scende giù di parecchio. Difficile trovare scroti tanto lunghi e penzolanti. I testicoli si vedono bene, perché lo scroto allungato ha riservato per loro lo spazio sul fondo. Mi abbasso e me lo metto tutto in bocca. Quando ce l’ho dentro, ho come la sensazione di avere in bocca un fico molle.
Luigi toglie la telecamera dal cavalletto e fa un primo piano.
“Direi che li ha ingoiati per bene”, fa.
Gianni e Dante, cazzo in tiro, ridono e si segano.
Con le palle di Salvo in bocca, guardo su, e vedo che la verga si sta alzando.
“Fa effetto, vedo, Salvo. Eh”, osserva Luigi.
“Direi proprio di sì”.
In quel momento sento la mano di qualcuno che mi palpa le chiappe. Io resto con le palle in bocca fino a nuovo comando. Ora la mano si è avvicinata al buchetto. In questo momento sento un dito che ispeziona il mio buco. Poi sento sputare, probabilmente su una mano, e un attimo dopo un dito che entra e fa su e giù. Cinque secondi dopo due, e subito dopo tre. Tre dita in culo che fanno su e giù e io vado in solluchero.
“Bene”, dice Luigi, “mi pare che tu te le sia gustate per bene. Puoi alzarti, adesso”.
Faccio uscire le palle insalivate dalla bocca e mi rimetto in piedi.
Dante, già gommato, mi spinge verso un muro e mi piega, con forza, in avanti.
“Piano Dante”, gli dice Luigi, “non vorrai mica rompermi Luana”.
Io resto sorpresa dall’irruenza di Dante. È pur sempre un uomo maturo, molto maturo. Ma ha il cazzo più duro di un ventenne.
Ho la faccia schiacciata contro il muro e il cazzo di Dante tutto in culo fino alle palle, che sento sbattere sulle mia chiappe, mentre mi schiaffeggia.
Per la prima volta lo sento dire qualcosa.
“Ti rompo il culo, puttana”, dice.
La cosa mi eccita. Ma sto zitta.
“Ti faccio venire il culo viola a furia di schiaffi, troia”, continua, schiaffeggiandomi.
“Dante”, dice Luigi, “è piuttosto infoiato, a quanto pare. Vediamo bene come sfonda Luana”, avvicinandosi con la telecamere al mio culo.
Salvo e Gianni non ci stanno a star lì a guardare Dante che mi rompe il culo.
“Girala da questa parte”, gli dicono.
Ma Dante è troppo preso dalla sua foga per ascoltarli.
Io, a ogni colpo, sbatto la faccia contro il muro. Ho lasciato anche il segno del fondotinta, credo.
A quel punto Salvo mi afferra per le spalle e mi gira verso di lui.
Dante sfila il cazzo.
“Togliti il vestitino”, dice Salvo.
Me lo lascio cadere ai piedi.
“Ora mettiti giù, con la faccia appoggiata a terra e girata in favore di telecamera”, dice Luigi, “e tieni il culo alto”.
Mi metto nella posizione che mi ha suggerito Luigi.
Subito sento un cazzo che entra. Questa volta è Gianni, che ha affondato la sua verga, stando con le gambe allargate, su di me, in una posizione che ricorda quando ci si prepara a defecare.
Mi cavalca duramente per un bel pezzo, mentre Luigi dice: “glielo sta affondando fino in pancia”. Gli altri due, in sega, ridono e Dante, di nuovo, dice: “Dobbiamo scoparla fino a farla svenire, questa puttana”.
Io, mentre la faccia mi sbatte a terra, dico solo:
“Tutto nel culo. Tutto nel culo. Lo voglio tutto nel culooo”.
“Lasciala a me”, dice Dante, “glielo rovino il culo”.
“No, aspetta”, fa Salvo. “Tocca a me”.
Si dà il cambio con Gianni. Salvo entra in modo più delicato, ma dei tre è quello che ha il cazzo più grosso e lungo. Mi fa godere nelle mutandine.
Va avanti a sbattermelo nel culo in quella posizione mentre Luigi filma tutto da distanza ravvicinata.
Io oramai ululo.
“Sentitela”, dice Luigi.
“E’ una cagna”, dice Dante e, subito dopo, “lasciala a me”.
Salvo tira fuori il suo cazzo e Dante mi monta sopra di nuovo. Questa volta porta una gamba in avanti e mi mette un piede in faccia, tenendomela schiacciata giù, e da sopra mi impala.
“Altro che chiacchiere, troia. Cazzo in culo ti ci vuole, fino a romperlo”, mi dice. Sbattendomelo dentro fino alle palle.
Sentivo il suo piede sull’orecchio che mi comprimeva la testa. Mentre mi lavorava il culo teneva rigida la gamba, in modo che non potessi muovermi.
Ho un orgasmo di culo. Seguito subito da un altro. Avverto tutto un tremolio lungo la schiena. Mi sta aprendo il culo.
Mezzo esausto dopo una trentina di stantuffate, Dante si tira su e dice:
“Non ne hai ancora abbastanza, troia?”.
Ero sfinita. Però, non so perché, ho detto…
“No. Voglio ancora il cazzo in culo”.
“Puttana”, dice lui.
“Hu! Hu!”, fa Paolo. “La cosa comincia a farsi interessante”.
Dante, che era il più robusto, mi ha praticamente sollevato di peso e mi ha buttata sul divano. Poi mi ha girata a testa in giù, con le gambe sullo schienale del divano.
“Le scopiamo quella bocca da troia in due”, dice a Gianni.
Avvicinano i loro cazzi di pietra e me li ficcano in bocca insieme. Ho due cazzi in bocca, e non so neanche come siano potuti entrare, perché non ho una bocca grandissima. Iniziano a scoparmela.
Nel frattempo Salvo è salito su divano a gambe aperte sopra di me, mi ha tirato su il culo spingendomi le gambe in avanti e mi ha infilzato il cazzo e iniziato a pompare.
Vengo di culo per la terza volta e poi ho un conato di vomito.
“Piano ragazzi, o la soffocate”, dice Luigi, sempre riprendendo tutto.
“No”, sbiascico, “ancora cazzi in bocca”.
“Vacca”, dice Dante.
Mi infilano di nuovo i cazzi in bocca e iniziano a scoparmela. Non entrano fino alla gola. Non ci passano, semplicemente. Ma tenerla allargata così mi fa sbavare alla grande.
Intanto Salvo mi sta scopando duro, più di prima, che lo faceva in modo dolce.
Ho le mutandine zuppe di sperma, sto squirtando come una vacca.
A un certo punto Gianni avvisa che se ne sta venendo.
“Anch’io”, dice Salvo, “manca veramente poco”.
“Vediamo che belle spruzzate”, dice Luigi, filmando tutto da vicino.
Dante, come sempre non dice niente, ma è il primo a spruzzarmi in gola.
“Aghhat”, sento. “Troiaaaa”.
Poi la venuta.
Subito dopo spruzza anche Gianni, solo che non riesce a centrare la mia bocca e il fiotto di sborra schizza sulla guepiere.
Salvo invece è venuto dentro il profilattico. Loro si alzano e mi aiutano a girarmi. Prendo il profilattico di salvo e subito svuoto il contenuto in bocca strizzandolo.
“Lurida vacca”, dice Dante. “Aspetta un’oretta e te ne daremo ancora”.
Mando giù e apro la bocca tirando fuori la lingua.
“Ma dove l’hai trovata ‘sta troia”, dice Dante rivolgendosi a Luigi.
“Siamo amici. In realtà è una brava ragazza”, fa lui.
I bollori si attenuano. Vado a darmi una lavata in bagno e torno. Loro si ricompongono.
“Non ti avrò offesa, spero”, mi dice Dante, quando torno.
“Perché mai”, gli faccio.
“No, sai. Dico quelle cose mentre faccio sesso per eccitarmi ed eccitare. Ma non è che le penso realmente”.
“Siamo venuti tutti qui per giocare e divertirci”, gli dico. “Non c’è bisogno di cercare giustificazioni assurde”.
“Dunque, Luana”, chiede Paolo, “ti sei divertita e lo rifaresti?”.
“Certo che sì. È stato divertente. Vivo il sesso come un gioco, una passione. Tutto finisce nel momento in cui finisce. Ora ci facciamo quattro chiacchiere”, chiedo a rivolgendomi a Dante.
“Sei proprio una tipa speciale”, mi fa lui. “Lo riconosco”.
“Lo penso anch’io”, dice Gianni.
“Anch’io”, replica Salvo.
Poi ci facciamo delle gran risate finché ognuno di noi non decide di tornare alle proprie macchine.
“Grazie ancora”, mi dice Dante.
“E ti credo”, gli dico ridendo.
Ride anche lui. E se ne va.



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