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SCHEDA DI UNA POSSIBILE PORNOSTAR


di La_Lilla
07.08.2022    |    5.240    |    16 9.6
"Nella stanza c’è anche un altro tipo, seduto su una poltroncina..."
Vengo indirizzata da un amico a un’agenzia di musica, arte, cinema e spettacolo. Chiamo e mi risponde una signora che mi dice di passare il martedì pomeriggio della settima dopo.
Arrivo in taxi, en femme, al civico indicatomi. Pago il tassista, saluto e suono il campanello dell’agenzia Ability.
Sento che si apre il portoncino. Guardo i cartelli nell’androne e vedo che l’agenzia si trova al quarto piano. Richiamo l’ascensore e salgo.
Quando esco mi trovo di fronte una signora che mi squadra da testa ai piedi. Non ci bado molto e proseguo lungo il pianerottolo.
La porta dell’agenzia è aperta e entro.
All’entrata c’è una signora, che mi saluta.
“Benvenuta”, mi fa, “tu devi essere Priscilla”.
“Sì”, dico, “grazie”.
“Accomodati pure. Ti chiameranno a breve”.
Nella seletta non c’è nessuno. Mi siedo e mi controllo il cellulare.
Passano cinque minuti e vedo che si apre una porta. Esce una ragazza, piuttosto giovane, mi guarda, saluta, sorride ed entra in un’altra porta.
Qualche minuto dopo da un’altra porta ancora esce un signore anziano.
“Priscilla?”, domanda.
“Sì, sono io”.
“Prego, entra”, fa.
Entro in una specie di studio. C’è una macchina fotografica sul cavalletto e foto di ragazze appese ai muri. Nella stanza c’è anche un altro tipo, seduto su una poltroncina.
“Allora, siediti pure”, mi fa l’anzianotto, mostrandomi la sedia davanti a una piccola scrivania.
Mi siedo. Il tipo dietro, resta in silenzio.
“Io mi chiamo Gianluigi. Lei si propone come…”, mi chiede.
“Attrice”, dico, sicura.
“Di che genere?”, chiede lui.
“Qualsiasi”.
“Okay”, dice l’uomo, spuntando qualcosa su quello che sembra essere un questionario.
“Lei è… travestito, vero?”.
“Sì, sono traveste”.
“Bene”, dice, spuntando un’altra casella.
“Per ‘ogni genere’”, mi chiede. “Intende anche genere hard, porno e via dicendo, immagino”.
“Sì, dico”.
“Ma cosa predirebbe fare?”.
“L’attrice”, gli rispondo. “Quello che arriva, arriva”.
“D’accordo”, fa lui spuntando qualche altra cosa.
“Allora, Priscilla”, mi fa. “Sarò subito sincero e onesto con lei”.
“Mi dica”, dico, “apprezzo la sincerità”.
“Credo che potrei proporla per qualche film hard, di sicuro. Prima però dovremmo visionarla un po’, non so se capisce”.
“Sì”, dico, “mi pare normale”.
“Piccole parti”, mi assicura, “non creda chissà che cosa”.
“Be’, si inizia sempre così”.
“Più o meno…”, fa lui.
Il tipo dietro continua a stare zitto e mi domando a cosa serva la sua presenza in quella stanza.
“Lei è bisex?”, continua Gianluigi.
“Sì”.
Spunta un’altra casella.
“Bene”, mi fa, “puoi alzarti in piedi un attimo e camminare?”.
Mi alzo e cammino un po’ su e giù per la stanza, come mi ha chiesto.
“Vedo che cammina bene con i tacchi”, dice appuntando qualcosa sul questionario. E poi aggiunge: “Una domanda: è completamente depilata?”.
“Sì, completamente”.
Segna ancora qualcosa.
“Si tolga pure il vestito Priscilla”.
Me lo tolgo e lo appendo all’attaccapanni dietro di me.
“Be’”, fa Gianluigi, “direi profilo interessante”, rivolgendosi al tipo seduto. “Che ne pensi Flavio?”.
“Direi proprio di sì. Bel corpo”.
“Flavio è il nostro fotografo”, dice Gianluigi, “ti scatterà qualche foto, niente di che. Poi per il book fotografico ne parlerai con Luisa”.
“D’accordo”, dico.
Flavio si alza e va alla macchina fotografica.
“Allora”, dice, “ferma così, dritta, appoggiata al muro”.
Scatta un paio di foto.
“Adesso girati”.
Mi volto.
“Tieni le mani in alto, appoggiate al muro, così”, vedendo che eseguo.
Altre foto.
“Ora”, fa, “scosta il filo del perizoma e piegati un po’ in avanti con le braccia appoggiate al muro”.
Faccio come mi dice e mi metto in posizione.
“Molto interessante”, dice Gianluigi.
“Ora girati e abbassa le mutandine fino alle ginocchia”, mi dice il fotografo.
Eseguo.
“Bella proprio”, sottolinea Gianluigi.
“Ora rimettiti le mutandine e va su quella poltrona”, mi dice Flavio.
La poltroncina su cui era seduto lui.
“No, no. Non seduta. In ginocchio con le mani appoggiate allo schienale”.
Faccio come mi dice.
“Scosta di nuovo il filetto e, con le mani, stando in quella posizione, apri”.
Mi apro il culetto come mi dice di fare.
Altri scatti.
“Okay”, mi fa Flavio, “qui abbiamo finito”.
Torno a sedermi davanti alla scrivania, in mutandine.
“Allora, Priscilla, possiamo dirti che sei molto eccitante”.
“Grazie”, dico.
“Ora abbiamo bisogno di vederti un po’ all’opera, capisci?”.
Immaginavo che sarebbe finita così, quindi…
“Sì”.
Vedo che Flavio si sta slacciando la cintura dei pantaloni. Se li lascia cadere ai piedi e si abbassa gli slip.
Ha il cazzo duro. L’ho eccitato sul serio.
“Vediamo, dai”, dice Gianluigi.
Mi inginocchio davanti a Flavio e comincio a leccargli i coglioni, da sotto, tenendo l’asta su con una mano.
Gianluigi è sempre davanti al suo questionario e credo continui a spuntare la performance.
Ora inizio a passare la lingua sul cappellone (che è davvero grosso) di Flavio. La faccio girare attorno un po’ di volte, poi affondo il colpo: tutto in bocca. Faccio su e giù con la testa, velocemente.
“Ottimo, direi”, dice Gianluigi scribacchiando qualcosa. “Ci metti passione. E’ importante”.
Spompino quel cazzo per dieci minuti facendo un po’ di tutto, leccando l’asta, ritornando a ciucciare le palle, infilandomi il cazzo in bocca in modo che si veda la sporgenza sulla guancia.
“Direi perfetta”, dice ancora Gianluigi. “Può bastare così”.
Resto sorpresa perché la venuta me la sarei meritata. Glielo faccio notare.
“Eh, cara”, mi fa Gianluigi, “lo so. Ma non abbiamo tutto questo tempo. E Flavio ha altre sei ragazze da provare, di cui tre trav”.
In quel momento qualcuno bussa alla porta.
“Un attimo”, dice “Gianluigi”.
Flavio si ricompone e mi dice di rimettermi il vestito. Lo prendo e me lo infilo. Mi sistemo. Spero solo che il trucco non abbia ceduto.
“Scusatemi”, dice una voce femminile (è la ragazza che avevo visto passare prima nella saletta), “ma Sonia è già qui”, entrando e appoggiando una cartelletta sulla scrivania di Gianluigi. Poi si volta, mi sorride e mi fa l’occhiolino.
Io rimango stupita, ma faccio finta di niente.
“Va bene Priscilla”, dice Gianluigi a quel punto, “puoi andare di là con Luisa”, consegnandole il questionario compilato, “lei ti spiegherà bene il contratto e come si realizzerà il book fotografico. A me non resta altro che augurarti buona fortuna”, aggiunge, “alzandosi e stringendomi la mano”.
“Grazie”, dico, “molto gentile”.
Seguo Luisa nello studio accanto mentre una ragazza (presumo questa Sonia) ci osserva e fa un cenno con il capo.
Lei chiude la porta e mi invita a sedermi. Fa il giro della sua postazione e si mettere a scrivere qualcosa al computer.
“Piacere”, mi fa, “non ci siamo presentate. Io sono Luisa e sono capo area managar qui. Diciamo che sono colei che indirizza i vari profili ad agenti, case di produzione, registi”.
“Sei giovane”, dico io guardandola. “Devi essere veramente brava come manager”.
“Ho bruciato le tappe, sì. Comunque lasciamo perdere la mia carriera e pensiamo a progettare la tua, che ne dici?”.
“Dici che ne avrò una?”.
“Non si può mai sapere. Ci vuole anche fortuna, credimi. Però la fortuna non basta”.
“Questo lo so”.
“Dunque, sei trav e bisex”.
“Esattamente”.
“Gianluigi ti propone come attrice porno. Diciamo che non è sbagliato, anche se forse avresti anche delle altre possibilità, certo più remote”.
“Lo spero”.
“In ogni caso concentriamoci su cosa ci dice questa scheda”, fa, riportandola pari pari sul computer.
Poi, tutto a un tratto, si alza, va verso uno schedario, e tira dei cassetti.
“No”, dice tra sé e sé, “non è qui”.
Luisa è veramente una sventola. Ragazza di venticinque anni o poco più, con una mini quasi più corta della mia, scarpe col tacco e camicetta aperta davanti.
Continua a cercare qualcosa.
“Un attimo, sai”, mi fa.
“Tranquilla”, dico io.
Ora ha iniziato a cercare sui cassetti più bassi. E’ piegata in avanti e la minigonna le è salita dietro. Le vedo il perizoma e parte della patata. Rimane in quella posizione una trentina di secondi. Sembra farlo di proposito. Sennò non si spiega. Io, quando sono en femme, riesco quasi sempre a contenere l’erezione; però sono pur sempre bisex, e in situazioni come questa, ad alto contenuto erotico, sono davvero in difficoltà.
“Trovato”, dice.
“In questo fascicolo c’è la proposta per una film hard. Chiedono una trav molto femminile, e magra. Diciamo che entri nel target”, poggia la cartelletta sul tavolo e la apre. “In questo film ci sono anche delle donne, ovviamente, e tu dovrai interagire anche con loro”.
“D’accordo”, dico.
“Non è niente di sicuro, eh?”, mi fa. “Non farti illusioni. Anche perché prima avrai bisogno di un book fotografico professionale. E qualche video. Comunque intanto posso avanzare la proposta al produttore, inviando le foto che ti ha fatto Flavio”.
“Benissimo”.
Poi sorride e mi fa, forse notando che ero eccitata.
“Sii franca Priscilla”, mi fa, “prima, quando mi sono piegata in avanti mi hai guardato il culo, vero?”.
Io rimango di ghiaccio.
“S-si”, balbetto. “Sei molto attraente”.
Si alza e fa il giro della scrivania.
“La faresti una cosa per me?”.
“Dipende da cosa si tratta”.
“Una cosa che potrebbe succederti anche in un film”.
“Ah, allora sì. Dimmi”.
Vedo che inizia a sfilarsi il perizoma da sotto la gonna. Se lo toglie. Ora ce l’ha in mano.
“Ci scambiamo i perizomi?”.
La cosa mi eccita in modo smisurato. La guardo e lei sorride. Ha una viso bellissimo. Una ragazza da copertina, veramente.
Mi alzo e, a mia volta, mi sfilo il perizoma. Glielo do.
Ce li infiliamo insieme.
“E’ bagnato il tuo”, fa lei. “Hummmm”.
“Anche il tuo, se è per quello”, dico io.
Luisa ride. Poi si siede sulla scrivania, scosta il mio perizoma, allarga le gambe e alza la gonna per porgermi la fica.
Ha una bella fica depilata. Labbra sottilissime e invisibili.
“Leccamela”, mi dice.
Mi tuffo su quella fica stupenda.
Mentre passo la lingua sulle sue grandi labbra, mi fa:
“So che hai succhiato il cazzo di Flavio, prima”.
Mi stacco e la guardo.
“Ha un bel cazzo”, dico, peccato che non sia venuto.
“Lo so”, dice lei. “Continua”, mi fa, ansimando.
Le lecco la fica finché non sento che sta per avere un orgasmo.
Viene. Ho la bocca piena del suoi liquido vaginale.
“Sei brava”, fa. “Avrai successo. Di sicuro”.
“Lo spero”, ripeto io.
Il cazzo mi è uscito dal perizoma. Ho veramente serie difficoltà a contenere l’erezione quando sono con una donna. E’ così, e basta.
In quel momento suona il telefono interno.
Luisa si alza di scatto, si tira giù la gonna e va a rispondere.
“Sì”, dice. “Okay. Sì. Solo un attimo. Arrivo. Sì, sì. Non c’è problema. Siamo qui per quello”, tutto in modo molto pacato e cordiale.
Torna a sedersi dietro la sua scrivania.
“E’ stato eccitantissimo e mi hai davvero svuotata”, mi fa, alzandosi in piedi, prendendo dei Kleenex che sono sopra la scrivania, alzandosi la gonna e tamponandosi la fica. “Prendine pure, se ti servono”, aggiunge. “Adesso però mi vogliono di là. Devo analizzare alcuni profili”. Poi c’è stato un attimo di silenzio. “Ah”, ha aggiungo, “il mio peri… puoi tenerlo”.
Sorrido. Sono stra eccitata e mi dispiace andarmene così. Però non ho altra scelta.
“Ti chiamo io quando so qualcosa dal produttore, okay?”, mi fa.
“Va bene”.
Ci salutiamo e usciamo insieme.
La signora alla porta mi saluta e mi chiede se è andato tutto bene.
“Tutto alla perfezione, grazie”, rispondo.
Poi esco e salgo in ascensore e, mentre scendo, mi palpo il cazzo strofinandoci sopra il perizoma di Luisa. Adesso è bagnassimo: un misto di succo vaginale e sborra.
Vengo.
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