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UNA NOTTE PIENA (Seconda Parte)


di La_Lilla
01.08.2022    |    4.672    |    7 9.7
"“Sei pronta per qualcosa di più forte?”, mi chiede..."
Mi do una pulita veloce; ho sborra appiccicosa in mezzo alle cosce, ma riesco a lavarla via facilmente. Cambio perizoma e mi ricompongo.
Esco e cerco Lina. La trovo al bancone del bar. È da sola e sta sorseggiando qualcosa di alcolico.
“Hai fatto?”, mi dice squadrandomi da testa a piedi.
“Sì, dai. Meglio”.
“Sei pronta per qualcosa di più forte?”, mi chiede.
“Ehmm”, sbiascico. “Io non bevo, mi dispiace”.
“Non intendevo quello, scema”, mi fa. “Volevo chiederti se ti andava di entrare con me nella Glory”.
“Nella Glory?”, faccio stranita. “Spiegati meglio”.
“Glory Hole, non sai che cos’è?”.
“Oh, okay, sì… devo aver visto qualche video hard”.
“Si entra e ci si dà alla pazza gioia”, mi fa sorseggiando quello che sembra essere un cognac.
“D’accordo. Ma è qui?”.
“Seguimi”, mi fa, buttando giù d’un fiato il cognac e tossendo forte.
“Quella roba ti ucciderà prima o poi”, le dico.
“Lo so”, mi risponde. “Ma non posso farne a meno”.
Avanziamo verso un’altra zona dell’ampio locale.
“Eccoci”, mi fa. “Vedi quegli schermi?”.
“Sì, proiettano film porno. Vedo, vedo”, dico ridacchiando.
“Ecco, nota i tizi seduti. Se lo stanno facendo venire duro per poi infilarlo nella Glory”.
“Ingegnoso”, dico, sorridendo.
“Ah! Ah!”, ride. “Sì, è poi ci sono quegli altri schermi dove si vede l’interno della Glory Hole. Adesso è vuota, vedi?”.
“Sì, sì… cioè da fuori ci vedono dentro… quello che succede?”.
“È quello il bello. Li fa infoiare di brutto”.
“E come si accede?”.
“Ah, basta entrare”, mi fa. “Però prima meglio che tu sappia un paio di cosette”.
“Mi piace il ruolo da maestrina che ha con me”, le dico, prendendola in giro. Intanto due tipi seduti si girano a guardarci. Uno col cazzo fuori, duro, in sega.
“Ascolta… A qualcuno piace il pissing. Quindi aspettati qualche fontanella”.
Sbarro gli occhi.
“Ah, a proposito. Hai anche altro intimo oltre a questo?”.
“No… sì, cioè, non qui: in macchina. Perché?”.
“Va’ a prenderlo. Ti servirà. Credimi. E un’altra parrucca, anche se ce l’hai”.
“No, quella no”.
“Be’, speriamo bene, allora”, mi dice ridendo sguaiatamente.
Il tipo in sega si gira di nuovo e dice:
“Allora, vacche, che fate, entrate sì o no, che devo svuotare”.
“Un attimo tesoro”, gli risponde Lina.
Il tizio si volta di nuovo verso lo schermo.
Io esco fuori, in macchina, e recupero un altro perizoma, calze e corpetto.
Quando ritorno Lina mi dice che è meglio se tolgo il vestito e lo appoggio su un divanetto. Faccio come dice l’esperta.
Poi entriamo nella Glory Hole, un ambiente di una quindicina di metri quadrati, con vari buchi sulle pareti.
Dopo un minuto, vedo un cazzo che spunta da uno dei buchi. Non faccio a tempo ad avvicinarmi, che dal buco a fianco ne spunta un altro.
“Ce la fai a fare sega e spompina?”, mi domanda Lina.
“Ci provo”, dico.
Mi inginocchio e prendo uno dei due cazzi in bocca, mentre con l’altra mano sego l’altro.
“Mmm”, fa Lina. “Brava, troia”.
Quello fuori dalla Glory mi spinge il cazzo in gola; mi stantuffa facendo avanti e indietro. Nella mano ho un pezzo di marmo che, a occhio e croce, è pronto a esplodere.
Mi sposto sull’altro cazzo, tenendo in sega questo, e faccio ventosa con la bocca sulla cappella. Questo cazzo, a differenza dell’altro che ho in sega, è bello grosso, ma mi sbagliavo pensando che stesse per venire: deve essere il cazzo di un toro da monta. Uno di quei bull che tanto piacciono a me.
Lina, nel frattempo, è occupata con un altro cazzo, e non mi bada più.
Ora sento che quello di sinistra sta per venire; do qualche colpo veloce e vedo il cazzo schizzare.
Intanto penso a quelli fuori che si gustano la scena.
Il cazzo di sinistra comincia a rimpicciolirsi; quello di destra ce l’ho tutto in bocca, sempre più duro.
Ed eccone un altro, al posto di quello di prima. Già duro. Lo afferro subito e lo sego. Poi mi sposto e lo prendo in bocca gustandomelo per bene. Ho le mutandine tutte bagnate: sto sbrodolando come una vacca. D’un tratto sento un liquido che mi riempie la bocca: mi sta pisciando in bocca… Mi stacco e sputo: vedo la fontanella di piscia che continua salendo in su e scendendo a una ventina di centimetri. Buona parte della piscia mi è scesa sul corpetto. Aveva ragione Lina. Che puttana sono!
La fontanella non smette più di buttare; intanto continuo con la sega al cazzo di marmo, che non ne vuole proprio sapere di venire.
Rimetto il cazzo che piscia in bocca. Me la lascio riempire un po’, poi tolgo e sputo di nuovo. Ha finito.
Lina si volta e mi dice: “Che vacca”.
Io rido e torno a ficcarmi in bocca il cazzo di acciaio. Ora sta per venire, lo sento. Infatti se ne viene, quattro fiotti, in faccia mia. La sborra mi cola dalla fronte giù lungo il naso. Mai vista tanta. Mi è entrata anche in un occhio. Ce l’ho addosso, sulle calze e le scarpe. E mentre penso questo e continuo la sega all’altro, sborra anche lui, senza che me ne renda conto. Un fiotto lungo e denso, sul corpetto. Sborra e piscio sul corpetto, sulle calze, sulle mutandine, sulle scarpe. Ma che troia sono!
Lina è occupata con due cazzi, però non sembra inzaccherata di sborra e piscio come me.
“Mi sa che esco”, le dico. “Guardami”.
Stacca la bocca dal cazzone e mi guarda.
“Come vuoi. Io resto un altro po’”.
Intanto vedo che il tipo se ne viene in bocca sua, e lei manda giù tutto.
“Ma la bevi?”, le dico.
“È l’unico modo per non sporcarsi”, mi fa.
“E se piscia?”.
“Mi sposto. Se riesco”, e poi si dedica alla cappella dell’altro cazzo.
Esco, prendo il vestito e il resto della roba e faccio per dirigermi verso il bagno.
“Divertita?”, mi chiede il tipo che prima ci chiedeva di entrare.
“Direi di sì”.
“La piscia, la prossima volta, devi berla. Intesi?”.
“Va bene”, dico, un po’ spaventata.
“Sennò che troia sei”.
Aveva ragione. Torno nei bagni. C’erano anche lo docce, oltre ai bidet. Docce e asciugamani. Mi faccio una doccia veloce e mi rivesto.
E adesso?, penso. Che altro succederà?

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