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La guardona punita... il giorno dopo


di Membro VIP di Annunci69.it lara_diva
23.02.2016    |    1.758    |    2 9.8
"Ebbi giusto il tempo di nasconderle sotto al mio cuscino che la signora si affacciò alla porta dicendomi che sarebbe uscita per commissioni e che sarebbe..."
Il mattino seguente mi alzai prima del solito e dopo essere diventata Lara, truccata e vestita con jeans maglietta di angora rosa e decolté rosse con tacco vertiginoso, mi adoperai per preparare la colazione. Il professore e la signora rimasero stupiti dal mio abbigliamento così sexy nonostante l’ora ed il loro stupore aumentò quando, girandomi, videro il vistoso livido lasciatomi dallo schiaffo che la signora mi aveva inferto la sera prima. Ero semplicemente radiosa, ostentavo quei segni, sotto un trucco leggero, come un regalo meraviglioso, e per me era così, frutto di una notte fantastica e irripetibile:
“ Cosa farai questa mattina?” mi chiese il professore, mentre lo sguardo della Vicky si faceva intenso e dolcissimo, sedendosi a tavola seguito dalla mia ineguagliabile dominatrice… “ penso che andrò avanti con le tesine per la matura, e magari telefonerò alla prof, di chimica per avere indicazioni sulla prosecuzione della ricerca…” e con quello? Chiese riferito al mio “ ricordino” della serata, spiegai ridendo che me lo ero procurata con il portellone della macchina, non abituata ad usarla visto che da poco l’avevo avuta… risero entrambi e la signora approfittando della mia posizione, le stavo versando il caffè, mi baciò dolcemente sulla guancia facendomi provare un brivido di eccitazione femminina, le sorrisi in risposta e la carezza sul culetto, datami dal professore, mi provocò una contrazione del ventre tale che mi lasciò le mutandine bagnate.
Ero eccitatissima, mi sentivo splendida e desiderata, solo temevo che si vedesse il frutto della mia eccitazione, ero ancora piacevolmente turbata da quanto successo e intravedere, sotto la vestaglia trasparente, il pube depilato della mia padrona mi ricordava la dolce sensazione della sua pioggia calda su di me, ero una schiava, lo sapevo, ma mai avrei pensato di godere tanto nel dolore e nella sottomissione forzata e totale. Il resto della colazione si svolse in un clima di rilassata allegria e quando uscì, il professore, dopo aver baciato la signora si voltò e mi baciò sulla bocca… a lungo e appassionatamente mentre sentivo i passi della Vicky allontanarsi lungo il corridoio. Quando si staccò, lasciandomi con la bocca aperta, mi disse : “aggiustati il rossetto puttanella…” e sorridendo se ne andò. Richiusa la porta corsi a rifarmi il trucco alle labbra e, tornata in cucina a rassettare, ero pur sempre la cameriera, il desiderio di ripetere quell’esperienza si faceva sempre più forte.
Non so dire quanto tempo impiegai a riordinare la zona pranzo ma, quando stavo tornando in camera mia, per cambiarmi le mutandine bagnate, la signora uscì, incantevole come sempre dalla camera da letto…” tesoro…” mi disse, “ c’è la camera da sistemare… “ il sorriso con cui sottolineò la frase mi diede i brividi “ subito signora… “ risposi dirigendomi verso il teatro della notte appena trascorsa… entrando mi sentii svenire, per terra facevano ancora bella mostra di se l’attrezzo che aveva usato per torturarmi, uno sculacciatore di cuoio nero rigido ma flessibile quel tanto che bastava a produrre dolori lancinanti, le manette che mi chiudevano i polsi e i vestiti abbandonati della padrona. Raccolsi ad uno ad uno gli indumenti e quando li ebbi tutti tra le braccia la signora disse sorridendo, - portali in camera tua e rinfresca la camicetta… questa sera li indosserai tu, facciamo uno scherzo al professore…- e rise di gusto vedendomi arrossire. Pulii il pavimento, recuperai gli strumenti del mio piacere e tra le coperte, rifacendo il letto, trovai le calze e le scarpine della divina, e pensai a quanto avrei voluto indossarle tra quelle lenzuola. Tra sogni ad occhi aperti e odori perfidi finii anche la camera da letto portai le lenzuola in lavanderia, pulii le scarpine ma tenni le calze e le mutandine con me… avevano ancora il profumo della signora, e macchie di sperma del professore rivelavano un ulteriore amplesso dopo la mia uscita di scena. Ebbi giusto il tempo di nasconderle sotto al mio cuscino che la signora si affacciò alla porta dicendomi che sarebbe uscita per commissioni e che sarebbe tornata di li a poco… perfetto…, pensai, e prese le mutandine da sotto al cuscino le portai alle labbra, il calore del mio respiro fece lentamente rinvenire il profumo della padrona, inebriante e, dolcissimo e, ancora più bello, il sapore del seme del mio amato signore. Tornata in lavanderia dopo aver rinfrescato la camicetta e stirata la gonna che avrei dovuto indossare, secondo gli intendimenti della padrona, stesi le lenzuola e, mentre mi apprestavo a preparare il pranzo, sentii la Vicky aprire la porta. I suoi passi, sempre misurati e tranquilli si fermarono davanti alla mia porta, aprì e mi trovò con i jeans abbassati a metà coscia mentre mi spogliavo per cambiarmi le mutandine vistosamente bagnate, si avvicinò e prese le sue dal mio letto, il mio respiro si fermò… me le mise in bocca e spintami a terra mi legò mani e caviglie con le calze, che avevo preso in camera da letto, e senza una parola uscì dalla stanza. L’attesa durò poco, quando la vidi ritornare ebbi un attimo di sgomento, era senza gonna e tra le sue gambe lo strap-on si ergeva in tutta la sua oscena grandezza… ma lo sculacciatore mi diede un brivido perverso e malato, eravamo sole ed io ero alla sua completa mercé. Si avvicinò e con il tacco mi spinse le mutandine fin quasi in gola, poi giratami e sollevatomi il culetto, approfittando dei jeans che mi tenevano chiuse le gambe, mi inondò di lubrificante e, senza una parola, mi penetrò con assoluta violenza… il grido di dolore uscì come un rantolo e non ebbi il tempo di respirare che il dolore della prima sculacciata mi paralizzò… solo dopo qualche secondo sentii il suo muoversi dentro di me, doloroso, violento, accompagnato da colpi sempre più forti e frequenti… non osavo cercare di stendermi per paura di farla arrabbiare, era incurante dei miei singhiozzi convulsi, anzi sembrava provarne piacere…finalmente sentii la sua voce…- piccola sgualdrina ti sei fatta mettere la lingua in bocca questa mattina… ti è piaciuto così tanto che ti sei bagnata… sei proprio una puttana, piccola giovane puttana…e mentre mi insultava i suoi movimenti si fecero convulsi, le sculacciate più frequenti e le sue unghie nella mia pelle più feroci fino a quando, con un rantolo animale, ebbe l’orgasmo… meraviglioso…caldo e liquido si riversò sul mio culetto martoriato, lungo le mie gambe bagnandomi completamente i pantaloni che trattenevano quel regalo desiderato e caldo…si sdraiò su di me che finalmente mi distesi a terra, nel bagnato, sentendo il suo respiro che via via si faceva più lento… dopo qualche minuto si riprese, uscì da dentro di me e voltatami estrasse le mutandine dalla mia bocca solo per infilarvi lo strap, me lo fece leccare e pulire, poi alzandosi mi guardò e sorridendo mi disse…- ah, mi ero dimenticata, avremo un ospite importante a pranzo… sii carina a qualsiasi costo con lui e fa che non si veda quello… riferita al livido, e sorridendo uscì…lasciandomi legata e sfinita mentre mi allagavo lentamente di piacere caldo ripetendo dentro di me quanto fossi davvero una sgualdrina ma il pensiero mi diede una splendida sensazione di consapevolezza…ero nata per dare piacere…il piacere che vorrei dare ad ognuno di voi che mi leggerete, vi bacio, Lara
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