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Lui & Lei

LA VISITA DERMATOLOGICA (PARTE 1)


di KRL75
26.07.2020    |    13.669    |    7 9.7
"Il contatto con la sua pelle libera dal guanto mi provocò un piccolo fremito..."
Mediamente una volta l’anno mi reco a fare il controllo dei nei.
Lo faccio da quando ho 16 anni e per molti anni l’ho fatta nello stesso ospedale. Lì, dopo qualche anno, sono stato preso in cura da Valentina, una dottoressa con la quale mi sono trovato benissimo e che ho mantenuto per tutti gli anni seguenti.
Da un paio d’anni, dopo una soddisfacente carriera, Valentina aveva deciso di visitare soltanto privatamente.
Essendo abituato ed essendosi creato un rapporto di grande fiducia, avevo deciso di seguirla e di continuare a farmi visitare da lei, nonostante il prezzo non proprio abbordabile.
Negli anni, come dicevo, si era creato un rapporto amichevole. Mentre mi visitava si parlava di vari argomenti in particolare di viaggi, di cui la dottoressa era appassionata. Non mancavano, ovviamente, richieste di informazioni riguardanti la situazione famigliare e lavorativa. Insomma ogni volta era un po’ come ritrovare una vecchia amica.
Arrivai nella struttura dove avevo appuntamento, mi presentai alla segretaria e mi accomodai nella sala d’aspetto, da li a poco sarei entrato.
Dieci minuti dopo facevo il mio ingresso nello studio. La dottoressa mi salutò cordialmente, ci stringemmo la mano e mi sedetti alla scrivania di fronte a lei.
Tirò fuori tutto il materiale che mi riguardava e lesse sul pc la mia scheda per risalire alla visita precedente.
Mi chiese come di consueto come stava la mia famiglia e si informò su quanti anni avesse mia figlia. Io feci lo stesso e poi, imbeccata da una mia domanda, mi raccontò della sua estate passata in giro per la Cina.
“Ora però passiamo al motivo per cui è venuto qui” disse sorridendo.
“Si spogli lasciando solo gli slip”, mi disse indicandomi il separé in un angolo della stanza.
Obbedii e mi spogliai come mi aveva chiesto. Poi mi stesi sul lettino a pancia sotto in attesa della visita.
La dottoressa si avvicinò e cominciò la sua ispezione.
Sentivo le sue mani percorrere il mio corpo, mentre lei mi spiegava velocemente quello che stava facendo.
La guardavo di sbieco, le osservavo le gambe sotto il camice bianco. Era una bella donna e poi i camici bianchi avevano sempre un effetto eccitante sul mio cervello.
Allontanai il pensiero. La dottoressa aveva ultimato la sua indagine e ora mi aveva chiesto di voltarmi per continuare. Mi voltai, appoggiandomi sulla schiena. Ricominciò con la sua meticolosa indagine, finchè dopo alcuni minuti mi disse che la situazione era sotto controllo. Stranamente non mi invitò subito a rivestirmi, anzi indugiò con le mani su di me, mentre mi raccontava alcuni aneddoti sul suo ultimo viaggio. Poi si tolse i guanti e appoggiò le sue mani sulle mie cosce.
“Dunque ha qualche altro neo che vuole farmi vedere?”, mi chiese.
Era una domanda di rito che la dottoressa mi faceva alla fine di ogni visita, riferendosi a qualche neo situato in posizioni un po’ imbarazzanti.
In effetti io avevo un piccolo neo sull’sta del mio membro e qualcuno (probabilmente più simile ad una sorta di lentiggini) sui testicoli. Mi ero ripromesso di farglieli vedere, nonostante la cosa mi provocasse un po’ di imbarazzo, perché effettivamente non li avevo mai fatti controllare.
Presi coraggio e glielo dissi. Molto professionalmente lei non si scompose invitandomi ad abbassare i boxer.
Mi inarcai leggermente e li feci scivolare fino a metà coscia.
“Vediamo un po”, disse. Notai subito che non aveva rindossato i guanti. Mi sembrò strano, ma la presi come una dimenticanza o un eccesso di confidenza.
La dottoressa prese il mio membro con una mano e cominciò ad esaminarlo. Il contatto con la sua pelle libera dal guanto mi provocò un piccolo fremito.
Appoggiò il mio cazzo sulla mia pancia guardando l’asta e percorrendola con la mano. Con l’altra intanto indugiava sui miei testicoli.
“Qui sembra tutto a posto”, disse.
Tutto quel movimento intanto mi stava creando qualche problema.
Il mio uccello stava cominciando a svegliarsi. Cercai di pensare ad altro, ma non era facile, soprattutto perché lei continuava a toccare e a muovere.
Con una mano tenne fermo il mio cazzo per potersi così dedicare ai miei coglioni.
Il cazzo mi stava diventando duro. Lei se ne accorse, ma continuava a fare pressione con la mano.
Mi aspettavo da un momento all’altro la brusca fine della visita.
Invece la dottoressa continuava con l’ispezione, che stava diventando sempre più un massaggio.
Per la prima volta mi voltai e incrociai lo sguardo di Valentina.
“Hai fatto bene a farmi controllare, non bisogna provare imbarazzo….”disse. Aveva ormai abbandonato il “lei” per una conversazione più condifenziale.
A quel punto mi abbandonai. La mano della dottoressa aveva cominciato un inequivocabile su e giù. Il mio cazzo rispondeva alla grande e l’altra mano era ormai dedita ad accarezzarmi sensualmente i coglioni.
“Bisogna controllare bene ogni parte, per non correre il rischio di trascurare qualcosa”
Sospirai…..il cazzo era ormai durissimo. Lasciò la presa sulle mie palle e mise entrambe le mani sulla mia asta.
Allungai una mano per accarezzarle le gambe ma lei mi bloccò subito.
“Fermo….lasciami fare….rilassati e goditi la visita”
Mi arresi. Ero in balia di quella sega fantastica e inaspettata.
Il mio cazzo era ormai nel pieno della sua grandezza, la dottoressa lo guardava tranquilla.
Poi all’improvviso aumentò il ritmo. Le sue mani scorrevano veloci sulla mia asta umida.
Chiusi gli occhi e mi abbandonai. Il ritmo era diventato serrato, cominciai ad ansimare.
“Dai bravo…godi…”mi sussurrò
Dopo pochi secondi sentii lo sperma che saliva vorticosamente.
“Eccomi, sto venendo”
Schizzai in alto fortissimo. La mia crema atterrò copiosa sul lettino e sul mio ventre, mentre dalle sue mani colavano rivoli di sperma.
Ero frastornato, avevo goduto tantissimo.
Guardai la dottoressa che aveva recuperato la sua calma. Continuò a massaggiarmi il cazzo e con l’altra mano riprese ad accarezzarmi le palle. Poi adagiò il mio membro sulla mia pancia e si diresse verso il bagno per sciacquarsi le mani.
“Rivestiti pure” mi disse come nulla fosse…..
Alla fine Valentina riprese l’atteggiamento professionale e cortese dell’inizio della visita.
Solo quando fui uscito notai infondo al foglio col referto della visita, scritto a penna, il suo numero di cellulare e una parola “Chiamami”
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