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Lui & Lei

AL MATRIMONIO


di KRL75
26.07.2020    |    6.555    |    3 9.9
"Diedi una rapida occhiata, in lontananza non si vedeva nessuno, erano tutti troppo occupati a ballare e divertirsi..."
Ero stato invitato inaspettatamente al matrimonio di un ragazzo conosciuto in alcune trasferte di lavoro. Nonostante la frequentazione saltuaria si era creato un bel rapporto, anche se non credevo così stretto da farmi inserire nella lista degli invitati. Mi aveva fatto piacere, anche se non mi allettava molto l’idea di andare ad una cerimonia dove non conoscevo praticamente nessuno a parte gli sposi e qualche collega che mi era capitato di conoscere nei vari viaggi.
Il mio amico probabilmente si era reso conto di questo mio possibile disagio e mi aveva detto, molto carinamente, che se volevo potevo portare qualcuno che mi accompagnasse.
Alla fine avevo scelto Catia. Siamo amici da tanto, un’amicizia speciale, che in determinati periodi aveva sconfinato nel sesso. Sesso bello e senza la minima complicazione.
La invitai quindi, non era molto eccitata all’idea, ma decise comunque di accompagnarmi per non farmi stare solo.
Dopo la cerimonia ci recammo nel luogo del ricevimento, una bellissima villa alle porte di Roma.
Ci sistemammo al tavolo e, dopo aver rotto il ghiaccio, la compagnia si dimostrò piacevole e la serata prese una piega spensierata e divertente.
Non ero abituato a vedere Catia così in tiro. Era un’artigiana, che esponeva i gioielli di sua creazione sia nella bottega che divideva con un amico che nei mercati itineranti. Era una fricchettona, in pratica, aveva un bel fisico, un bellissimo viso e una suo modo tutto particolare di essere sexy.
Quel giorno indossava un abito leggero poco sopra al ginocchio, con una scollatura maliziosa, impreziosita da una delle collane create da lei. I tatuaggi su caviglia e piede (gli unici lasciati scoperti tra quelli che aveva) arricchivano il tutto.
Dopo la cena l’atmosfera si era ulteriormente rilassata, complici l’alcool e i vari balli fatti accompagnati dalla band.
Io e Catia, ci stavamo divertendo e tra un ballo e un bicchiere di vino gli abbracci e le carezze erano diventati sempre più insistenti.
Per riprendere fiato avevamo deciso di fare una passeggiata nella tenuta, camminavamo abbracciati e chiacchieravamo, finchè mi disse che cominciava ad avere un po’ freddo a che avrebbe voluto andare a prendere il giacchetto che aveva lasciato in macchina. Mi accesi una sigaretta e ci avviammo verso il parcheggio.
Quest’ultimo era in una zona molto appartata e molto buia, abbastanza lontana ovviamente dal luogo della festa.
Catia mi precedeva e non riuscivo a togliere gli occhi dal suo culo, che dondolava stupendamente fasciato dal vestito.
In prossimità della macchina accorciai le distanze, la abbracciai da dietro e mi appoggiai sul suo culo.
“Ehi ciao…..” disse sorridendo sentendo la presenza del mio membro che ben conosceva.
La mia macchina era una delle ultime, quindi in uno dei punti più nascosti. La appoggiai sulla macchina e la baciai. Lei non si fece pregare e rispose con passione. Cominciai a baciarla sul collo e leccarle l’orecchio, cosa che, sapevo, la faceva impazzire.
“Non devi fare così però……sennò non resisto…” mi disse.
Ovviamente non l’ascoltai, anzi aumentai la mia insistenza.
Le infilai una mano tra le cosce, accarezzandola. Il mio cazzo si stava armando e si vedeva nitidamente dai pantaloni.
“Eccolo il mio amico”, disse Catia accarezzandolo da sopra il tessuto.
“Mi è mancato tanto lo sai?”
Detto questo aprì lo sportello e si sedette sul sedile. Poi mi slacciò la cinta e mi abbassò calzoni e boxer quel tanto che bastava per farlo schizzare fuori.
Lo guardò con un sorrisino, poi mi lanciò una veloce occhiata maliziosa e ci si avventò sopra con foga. Leccava tutta l’asta, partendo dalle palle e risalendo fino alla cappella. Era bravissima…poi lo inghiottì per quanto poteva e cominciò a pompare usando entrambe le mani.
Mi appoggiai allo sportello e mi avvicinai di più a lei, spingendoglielo più in fondo
“Così mi strozzi!”, protestò poco convinta, continuando a succhiare.
“Togliti le mutandine”, le dissi.
Catia staccò le mani dal mio uccello ed alzandosi il vestito fece sfilare via le sue mutandine, posandole sul sedile vicino.
La feci alzare, la baciai e poi la feci mettere a pecora sul sedile.
“Attento che non arrivi qualcuno” disse.
Diedi una rapida occhiata, in lontananza non si vedeva nessuno, erano tutti troppo occupati a ballare e divertirsi.
Le strofinai la cappella nello spacco tra le labbra, era già bagnata.
Ci giocai ancora qualche secondo, poi lo infilai.
Catia strinse i denti e le sue mani si avvinghiarono al sedile. Mi conosceva, sapeva cosa la aspettava.
Cominciai a spingere con decisione, il posto era a rischio, non potevamo dilungarci troppo.
La afferrai per i fianchi e continuai a sbatterla. La macchina dondolava vistosamente, seguendo i nostri movimenti.
“Piano, così mi sfondi…” provò a dire. Io feci scendere del tutto i miei calzoni per essere più libero nei movimenti.
Catia godeva, la vista del suo tatuaggio sopra le chiappe mi eccitava ancora di più
“Si dai che bello…quanto mi sei mancato”
Le mie palle sbattevano sul suo culo ad ogni colpo, a ritmo con i suoi gemiti.
Mi tolsi anche la giacca, tirandola sul sedile posteriore. Il mio cazzo affondava nella sua fica, uscendo fuori sempre più bagnato dei suoi umori.
Da come si muoveva capii che era vicina all’orgasmo e ne ebbi la conferma perché per raggiungere il culmine aveva l’abitudine di sgrillettarsi il clitoride mentre veniva scopata.
La vidi infilare una mano in mezzo alle cosce e muoverla in modo convulso. I suoi gemiti aumentarono di intensità, io cercavo di accompagnarla nel suo ritmo.
“Dai…dai…eccomi, spingimelo in fondo…..”
Con un colpo di reni glielo piantai a fondo e poi rimasi fermo, la presi per le spalle affinchè la spinta fosse il più decisa possibile.
“AAHHHH”, esclamò prima di lasciarsi andare appoggiata sul sedile.
Lo tirai fuori e aspettai che pensasse a me. Non volevo rischiare di rimanere a metà.
Si voltò, uscì dalla macchina e si piegò appoggiandosi alla carrozzeria.
Se lo infilò in bocca e cominciò a succhiarmelo.
“Sto venendo…..”
Se lo spinse in bocca con decisione e accolse tutta la mia sborra. Mi liberai tra le sue labbra, la vidi ingoiare a fatica, ma non ne sprecò neanche una goccia.
Rimanemmo un po’ in quella posizione mentre mi accarezzava dolcemente le palle.
Poi ci ricomponemmo al meglio. Tra poco ci sarebbe stato il momento della torta….
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