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Lui & Lei

20 ANNI DI MENO (parte 1)


di KRL75
07.08.2020    |    6.339    |    2 9.6
"La vidi spalancare gli occhi e poi cercare la posizione giusta con la bocca..."
La storia che vi racconto oggi risale a circa un anno fa. Come ho già spiegato in uno dei miei racconti precedenti, lavoro come responsabile di reparto in una grande azienda di spedizioni.
È ormai prassi che periodicamente vengano assunte delle risorse con contratto a tempo determinato, che rimangono da noi per un periodo minimo di 6 mesi fino a 2 anni. Solitamente parliamo di ragazzi e ragazze giovani con un’età dai 20 ai 30 anni.
Ovviamente soprattutto l’arrivo delle ragazze creava sempre un certo “movimento” all’interno dei reparti. Io, pur mantenendo sempre un rapporto cordiale, sfociato in poche occasioni in una confidenza maggiore, tendevo a non avvicinarmi troppo, anche a causa del mio ruolo. Non volevo complicazioni ne chiacchiere insomma.
In uno dei gruppi arrivati in azienda era arrivata una ragazza, Giulia, che mi aveva colpito subito. Una grande massa di capelli ed un paio di occhi azzurri che ti mettevano quasi a disagio a guardarli a lungo. Un bel fisico, mai esposto in modo volgare, e un viso pulito e innocente, come piace a me.
Con lei si era creato subito un bel feeling, dapprima lavorativo, poi personale, dopo alcune chiacchierate fatte durante il lavoro.
20 anni meno di me, iscritta alla facoltà di Giurisprudenza, amante dell’arte. Una ragazza interessante, di un livello superiore a quelle che di solito venivano assunte con questi contratti.
Ovviamente però, avevo mantenuto il mio solito atteggiamento di cordiale distacco, anche perché non pensavo di poter interessare ad una ragazza così giovane.
Col trascorrere dei mesi Giulia cercò sempre di più di stringere i rapporti con me, oltretutto voci di reparto parlavano di un’attrazione abbastanza evidente nei miei confronti. Cominciai a fare caso a certi dettagli ed effettivamente era una tesi plausibile. Mi sforzai di rimanere professionale, almeno per quanto riguardava il posto di lavoro. Per il resto avevo sfruttato il fatto che mi avesse fatto richiesta di amicizia su facebook per studiarla un po’ da lontano (scoprendo ad esempio che aveva il ragazzo). Proprio su facebook, ci trovammo sempre più spesso a dialogare, approfondendo la nostra amicizia. Avevamo la musica e l’arte come interessi comuni e ogni tanto lei mi buttava lì il discorso di quanto sarebbe stato carino andare ad una mostra o ad un concerto insieme. Io tra il serio e lo scherzoso le rispondevo che finchè avrebbe lavorato con me non sarebbe stato possibile e con questa motivazione riuscii a temporeggiare.
Alla scadenza del suo contratto, però, venne a battere cassa. L’occasione fu un concerto che si sarebbe svolto da li a poco e al quale entrambi volevamo partecipare. Mi disse che nessuno dei suoi amici l’avrebbe accompagnata (nessuna menzione riguardo il suo ragazzo), quindi io mi occupai di comprare i biglietti e organizzammo la serata. Mi raggiunse a casa mia, dove le feci lasciare la sua auto e dove prendemmo la mia per recarci nel luogo del live, a pochi minuti di strada. Arrivati entrammo, ci prendemmo una birra e trovammo un posticino dove avremmo atteso l’inizio. La sua compagnia era molto piacevole, parlammo di tutto divertendoci molto. Ero completamente rapito dai suoi occhi e devo ammettere che la trovavo veramente sexy.
Finalmente le luci si spensero e la band fece il suo ingresso sul palco. Ci avvicinammo, trovandoci ben presto abbastanza stretti in mezzo agli altri spettatori. Io la osservavo. Era veramente bellissima mentre ballava e cantava le canzoni che il gruppo proponeva. Più il concerto entrava nel vivo, più io e Giulia ci avvicinavamo. Ad un certo punto mi passò davanti, dicendomi all’orecchio: “Mi fai appoggiare un po’? Sono stanchissima”
Io acconsentii e lei si adagiò dolcemente su di me. Sentivo l’odore dei suoi capelli e della sua pelle e questo mi metteva un po’ a disagio. Lei, dal canto suo, non sembrava avere problemi. Anche perché avevo cominciato a sentire un movimento che dapprima classificai come casuale, ma poi dovetti ricredermi.
Giulia ballando aveva cominciato a strofinare il culo sul mio pacco. Sentivo nitidamente la consistenza delle sue chiappe che passavano su e giù. Ovviamente non ero lì per farmi mettere in difficoltà da una ragazzina! Quindi, dapprima con discrezione poi in modo sempre più convinto, cominciai ad accompagnare il movimento, appoggiandole le mani sui fianchi per guidare al meglio la situazione.
Il concerto proseguì e noi rimanemmo avvinghiati. Mi stava veramente eccitando e decisi di osare di più.
Lei aveva la sua borsa a zaino messa sul davanti, che quindi le copriva la pancia. Approfittando di quella posizione feci scivolare le mani dietro la borsa accarezzandogli il ventre e contemporaneamente spingendola ancor di più verso di me. Poi, visto che la cosa sembrava piacerle, con una mano mi infilai nei suoi leggins e la spinsi giù fino ad arrivare alle mutandine.
Passai le dita sulla stoffa leggera, potevo sentire nitidamente il profilo delle sue labbra. Sicuramente era completamente rasata, perché non sentivo alcun attrito provenire da sotto il tessuto. Trovai il punto giusto e cominciai a muovere le dita con più decisione. Sfruttando il buio e il dondolare a ritmo della musica Giulia seguiva il mio movimento. Sentii che il tessuto stava diventando umido, la vidi che socchiudeva gli occhi. Il mio cazzo ovviamente non rimaneva indifferente e la stringevo sempre più forte per farglielo sentire.
Il concerto finì, le luci della sala si accesero e noi ci ricomponemmo, avviandoci, insieme al resto del pubblico, fuori, verso le rispettive macchine.
Montammo nella mia auto e subito lei mi venne incontro baciandomi con passione. Ci baciammo per alcuni minuti, poi partimmo. Non dissi niente, dirigendomi direttamente verso casa mia. Entrammo nell’androne del palazzo abbracciati e baciandoci. Poi aprii la porta di casa e le lanciai via la borsa, stringendola a me e infilandole le mani in mezzo alle gambe e sotto la maglietta.
Le mie mani scorrevano sulla sua pelle liscia. La voltai facendole sentire la mia erezione sul culo, come già fatto al concerto. Le scostai le bretelle della maglietta e la feci scendere, poi le slacciai il reggiseno lasciandole libere le sue piccole ma bellissime tette.
La guidai fino al tavolo, dove continuammo a baciarci. Mi tolse la camicia e cominciò ad armeggiare con la cintura dei miei jeans. Mi attaccai letteralmente ai suoi piccoli capezzoli rosa, lei emise un gridolino di piacere. Poco dopo ci ritrovammo entrambi solo con le mutande uno davanti all’altro. Cominciò ad accarezzarmi il pacco. Lo percorreva con le sue mani morbide, guardando come si muoveva sotto i boxer. Poi la scostai, le feci sciogliere i capelli e le tolsi gli occhiali. Giulia mi guardava negli occhi.
“Togliti le mutandine” le dissi perentorio. Lei ubbidì, facendole scivolare lungo le cosce fino alle caviglie. Mi fermai a guardarla, era una visione fantastica, con i lunghi capelli ricci che le scendevano fin sotto il seno e che incorniciavano i suoi meravigliosi occhi.
“Non mi guardare così, mi metti in imbarazzo”, mi disse timidamente.
“Non devi provare imbarazzo, sei bellissima” le risposi.
“Poi se vuoi puoi togliere anche i miei boxer, così siamo pari”
Sorridendo mise le sue mani sull’elastico e tirò giù. Il mio cazzo svettò fuori prontamente.
Ci mise le mani sopra accarezzandolo. “Accidenti…..è grosso…” le scappò. Poi si piegò passandomi la lingua sul petto. La spinsi delicatamente verso il tavolo, la feci sdraiare e la guardai. La sua pelle bianchissima illuminava il piano scuro del tavolo. Cominciai a passare le dita sul clitoride. Giulia chiuse gli occhi e si abbandonò. Scesi in mezzo alle sue cosce, le allargai le labbra e ci passai la lingua. Aveva un sapore buonissimo. MI dedicai per parecchi minuti a quella pratica. Giulia godeva e si mordeva il dito che aveva portato alla bocca. Era bagnatissima. Mi alzai e mi presi il cazzo in mano facendoglielo scivolare sulla fica.
“Ora sei pronta”, le dissi, “lo vuoi?”
“Si, dammelo ti prego”.
Lo infilai lentamente. La sua fica si allargava per accogliermi. Lasciai che si abituasse e poi lo spinsi in fondo.
Giulia spalancò gli occhi e aprì la bocca. Lo tenni dentro un po’ poi rinculai e ritornai dentro. Ripetei l’operazione più volte e poi cominciai ad aumentare il ritmo. Con le dita intanto continuavo a massaggiarle il clitoride. Dopo poco Giulia cominciò ad ansimare con più frequenza finchè raggiunse l’orgasmo.
“Oddio è bellissimo” disse riprendendo fiato.
La tirai verso di me. Ci baciammo mentre ricominciavo a spingere. Appoggiò le mani al tavolo e si inarcò leggermente per accogliermi meglio dentro di lei. Le infilai due dita in bocca facendogliele leccare, per poi passargliele sulle tette, stringendogli i capezzoli. Si riadagiò sul tavolo, ne approfittai per prenderle una gamba appoggiandomela su una spalla. Le allargai l’altra gamba spingendogliela verso il tavolo, così da allargarla per bene e cominciai a stantuffarla con decisione. Giulia sobbalzava sul tavolo godendo. Pochi minuti e raggiunse il suo secondo orgasmo.
“Si…quanto sto godendo….” La feci tirare su e la presi in braccio, dirigendomi verso la mia camera da letto.
Mi fece sedere sul bordo del letto e si piegò tra le mie gambe. Cominciò a giocare col mio cazzo, segandomi e accarezzandomi i testicoli. Poi con la lingua percorse tutta l’asta fino a farla roteare sulla mia cappella che poi ingoiò di colpo. Ci sapeva fare la ragazzina. Cominciò a succhiare avidamente. Le tolsi le mani dal mio uccello, costringendola a continuare solo con la bocca. Le presi la testa e le feci aumentare il ritmo e la profondità della penetrazione. Ogni tanto si staccava per riprendere fiato, le davo qualche secondo di tregua e poi la spingevo di nuovo sul mio cazzo. La mia asta era lucida di saliva che lentamente scendeva sulle mie palle.
Poi la presi e la posizionai a pecora sul mio letto. La guardai qualche secondo. Quel culo tondo e perfetto, quella pelle liscia e giovane, lo spacco della fica che saliva su, fino al suo buchino stretto…era uno spettacolo meraviglioso.
Mi prese una voglia incredibile di prenderla. Le infilai all’improvviso cazzo nella fica. Colta di sorpresa Giulia fece quasi un salto in avanti.
“AHH….piano”.
La presi quella immensa massa di capelli raccogliendoli nella mia mano. Poi la tirai con decisione all’indietro e nello stesso tempo affondai il mio cazzo tutto dentro di lei. Cominciai a sbatterla con violenza.
“Voglio che mi dici che ti piace” le dissi.
“Si dai continua, mi piace… mi piace.”
“Dimmi che lo senti tutto dentro, dimmelo!” la incalzai
“Si, si…lo sento, mi stai aprendo, sto per venire”
Ebbe una altro orgasmo, potentissimo dopo il quale si abbandonò con la faccia sul materasso. Rimasi col cazzo piantato in fondo per alcuni secondi e poi ricominciai a spingere sempre più forte.
“Sto per venire” la avvertii.
“Vienimi dentro, prendo la pillola”, mi disse.
Le tenevo la testa pressata sul letto mentre io quasi in piedi ormai lo affondavo dentro più che potevo. Quando arrivai al culmine lo spinsi dentro e venni. Sentivo nitidamente gli schizzi di sperma che la riempivano.
Ci abbandonammo sul letto. Ci baciammo per un po’ riprendendo fiato.
“Ti dispiace se dormo qui stanotte?” mi chiese quando si fu ripresa.
“Ma non devi avvertire casa?”
“Avevo già detto che andavo al concerto con un’amica e che poi sarei rimasta a dormire da lei.”
Colpito e affondato…beata gioventù!


La mattina dopo mi svegliai presto (come mi accade di solito), sentendo la sua presenza nel letto.
Mi voltai a guardarla. Era stesa a pancia in giù e i suoi capelli riempivano il cuscino. La luce che penetrava dalle persiane non chiuse perfettamente, le illuminava parzialmente la figura. Istintivamente la accarezzai. Si era addormentata ancora completamente nuda, come me del resto, sfiancata dall’amplesso.
Mi alzai a fatica, il solito mal di schiena mattutino e pensai che lei probabilmente non aveva questo tipo di problema, vista l’età.
Rimasi a letto ancora un po’, poi mi alzai, e, vedendo che Giulia stava per svegliarsi, misi su il caffè.
Versai una tazzina per me e un’altra per lei, poi mi avvicinai al letto, dove la trovai che si stiracchiava pigramente.
Ci baciammo dopo esserci dati il buongiorno, poi bevemmo il caffè.
“Avrei proprio bisogno di una bella doccia”, disse…..
Parlammo ancora un po’ abbracciati, poi ci addormentammo di nuovo. Mi svegliai dopo poco, sentendo una bella sensazione che accompagnava il mio lento risveglio. Alzai leggermente la testa e vidi Giulia accovacciata su di me che mi succhiava il cazzo. Mi abbandonai con la testa sul cuscino guardandola.
Si staccò un attimo sorridendomi. “Volevo lasciarti dormire ma poi non ho resistito”
“Hai fatto benissimo”, le risposi sospirando.
Giulia percorreva la mia asta con la mano succhiando avidamente la cappella, poi scivolava giù con la lingua per poi riprendere a pompare. Potevo confermare l’impressione avuta la sera prima, la ragazza sapeva come fare un pompino.
“Voglio che mi scopi la bocca…..come hai fatto ieri sera”, mi disse all’improvviso.
“Mi è piaciuto sentire il tuo cazzo riempirmi la bocca”
Sorrisi, la feci continuare ancora un po’…….poi decisi di accontentarla.
Mi alzai e scesi dal letto, mettendomi in piedi davanti al bordo. Lei mi seguì sedendosi sul bordo in attesa.
“No, non così”, le dissi.
La baciai e la feci inginocchiare sotto di me.
Mi avvicinai molto al suo viso, costringendola ad inarcare la schiena all’indietro. Le avrei scopato la bocca come mi aveva chiesto, ma per lei non sarebbe stata una cosa comoda. Poi cominciai a segarmi davanti al suo viso, strofinandogli la cappella sulle labbra. Giulia aprì la bocca e io ci infilai il cazzo. Lo spinsi subito molto a fondo, per farle capire che avrebbe dovuto impegnarsi per superare la prova. La vidi spalancare gli occhi e poi cercare la posizione giusta con la bocca.
“Ti piace così?”, le chiesi
“HHMM” fu la sua risposta.
“Allora adesso cominciamo sul serio”
Cominciai a spingere a fondo ed aumentare il ritmo delle penetrazioni, simulando una vera e propria scopata in fica. Giulia aveva chiuso gli occhi e cercava di resistere alle spinte. La lasciai libera di muoversi per un po’, poi le tenni bloccata la testa con le mani ed intensificai il movimento. Ad ogni affondo emetteva gemiti e suoni gutturali che mi facevano andare fuori testa. La schiena era sempre più inarcata all’indietro, ora non poteva più muoversi. Continuai a spingere il cazzo fino in fondo alla sua gola. La sua saliva schizzava fuori letteralmente dalla bocca, colando sul suo mento e scendendo giù fino alle tette. Giulia strinse con le mani il bordo del letto alle sue spalle per mantenere la posizione. Io ormai ero eccitatissimo, sentivo l’orgasmo arrivare prepotentemente e il mio cazzo affondato tra le sue labbra pulsava per il piacere.
Quando non ce la feci più lo tirai fuori e cominciai a segarmi. Mi sporsi verso di lei che mi aspettava con la schiena ancora inarcata. Poi esplosi. Due schizzi potenti la raggiunsero in pieno viso, poi gli altri contribuirono a riempirle la faccia di sperma. La guardai. Mi godetti il suo viso e i rivoli di sperma che piano scendevano verso il basso.
Feci passare il mio cazzo sul suo viso e poi tra le sue labbra.
“Era questo che volevi?” le dissi
“Si”, mi rispose mentre cercava di pulirsi come poteva il viso.
Io continuai a massaggiarmi il cazzo a pochi centimetri dal suo viso.
“Ora hai veramente bisogno di una doccia” le dissi sorridendo.
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