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Lui & Lei

LA VISITA DERMATOLOGICA (PARTE 2)


di KRL75
26.07.2020    |    9.237    |    7 9.8
"Per quell’ora avrebbe dovuto concludere l’ultima visita della giornata ed essere libera..."
Dal giorno della visita mi era capitato spesso di ripensare a quello che era successo. (vedi racconto “La visita dermatologica” (parte 1)
La dottoressa mi aveva intrigato e mi aveva lasciato la curiosità e la voglia di andare oltre, mi sembrava di avere un conto aperto.
Ogni tanto guardavo il numero salvato in rubrica e pensavo ad un modo in cui rompere il ghiaccio.
Dopo alcuni giorni mi decisi.
“Ciao” le scrissi. “Sarebbe possibile rivederci?”
“Certo, pensavo non me l’avresti più chiesto”, mi rispose.
Rimanemmo d’accordo che sarei andata a prenderla in uno degli studi in cui visitava e da lì poi ci saremmo mossi insieme per continuare la serata.
Come da sue indicazioni mi recai nel luogo stabilito verso le 8 di sera. Per quell’ora avrebbe dovuto concludere l’ultima visita della giornata ed essere libera.
Arrivai in questo raffinato palazzo e citofonai. L’apertura del portone scattò e mi ritrovai dentro nei pressi dell’ascensore.
Sulla porta trovai un graziosa signorina che mi invitò ad entrare. Lei stava andando via, ma mi avvertì che la dottoressa mi avrebbe ricevuto dopo l’appuntamento in corso.
Mi accomodai sulle poltrone della sala d’aspetto. Dopo qualche minuto Valentina si affacciò dal suo studio, salutandomi e chiedendomi se potevo aspettarla in uno degli studi li vicino. Ebbi il tempo di vedere che non indossava calze, e che indossava delle bellissime scarpe aperte che mettevano in mostra i suoi bellissimi piedi.
Feci come diceva. Lo studio era completamente vuoto. Entrai nella porta che mi aveva indicato e la richiusi alle mie spalle. Mi guardai intorno. Era sicuramente lo studio di un ginecologo, vista la presenza del lettino con i supporti delle gambe per le pazienti.
Mi sedetti sulla poltroncina davanti alla scrivania e cominciai a giocare col telefono per ingannare l’attesa.
Passarono 10 minuti e la porta si aprì. Mi voltai e vi Valentina che mi guardava sorridente.
“Ciao, scusami per l’attesa, la visita è stata più lunga del previsto”
“No, tranquilla figurati”.
Mi raggiunse alla scrivania e mi salutò con un bacio leggero. Poi si appoggiò alla scrivania.
“Ci hai messo un po’ di tempo a contattarmi”
“Hai ragione. In verità avrei voluto farlo immediatamente, ma non sapevo bene come rompere il ghiaccio”
“Non bastava la nostra visita per rompere il ghiaccio?” mi disse sorridendo
Aveva questo modo così sicuro di comportarsi che mi lasciava un po’ interdetto. Non si lasciava conquistare, voleva essere sempre lei a comandare il gioco.
“Vediamo allora di essere ancora più chiari stavolta”
Cominciò a slacciarsi il camice e si mise davanti a me rimanendo solo con il perizoma e il reggiseno.
Rimasi senza parole per alcuni secondi.
“Sei bellissima” le dissi.
Fece cadere il camice mentre mi alzavo. Ci baciammo, mentre lei armeggiava con la mia camicia. Cominciai a palparle le tette, fino a farle uscire dal reggiseno che poi le tolsi. Le succhiai avidamente i capezzoli, mentre con una mano cominciai ad accarezzarle la fica. Era bagnata, ed entrando nelle sue mutande le passai le dita fra le labbra.
Mi fece appoggiare alla scrivania con un gesto perentorio.
In pochi secondi mi slacciò i calzoni e me li tolse. Poi tiro giù i miei boxer, facendo svettare il mio cazzo già in tiro.
Si piegò e dopo aver giocato un po’ se lo mise in bocca cominciando un pompino da favola!
La presi per i capelli guidandone il movimento. Lei mi lasciò fare, tolse le mani dalla mia asta per aggrapparsi alle mie cosce e per permettermi di scoparle la bocca a fondo. Dopo alcuni minuti si staccò per riprendere fiato.
“Adesso voglio sentire dentro questo bel cazzo”, mi disse.
Si alzò e si diresse verso la poltrona da ginecologo. Si adagiò e mise le gambe sulle staffe, donandomi la vista della sua fica pronta ad accogliermi.
Mi inginocchiai e cominciai a leccargliela. Il sapore dei suoi umori mi riempì la bocca. Le infilai due dita e cominciai a penetrarla. La guardai. Godeva e con gli occhi chiusi cominciò a palparsi le tette.
Mi alzai e mi avvicinai. Mi presi in mano il cazzo e lo spinsi dentro di lei. Feci subito due affondi decisi per farglielo sentire per bene.
“Si….scopami…scopami!”
Cominciai a stantuffare. La poltrona tremava sotto i miei colpi,lei afferrò la base del lettino per resistere alle mie spinte.
Tutta la voglia e il desiderio che avevo tenuto dentro in quei giorni si stavano sfogando su di lei. Ebbe un primo orgasmo urlando. Si dimenava sul lettino come un’ossessa e il volume dei suoi gemiti cresceva a dismisura. Le strinsi il collo e diventai più violento. Come immaginavo la pratica le piaceva. Cominciò a masturbarsi mentre la penetravo e dopo pochi minuti raggiunse un altro orgasmo. Tirai fuori il cazzo bagnato dei suoi umori e le strofinai la cappella sulle labbra, poi con una spinta decisa lo infilai fino in fondo.
Valentina urlò inarcando la schiena all’indietro.
Le lasciai la presa sul collo e la lasciai respirare. Poi la presi per i capelli e la tirai verso di me, facendola scendere dal lettino. Avevo subito fino a quel momento il suo atteggiamento sicuro, ora era il momento di restituirle il trattamento.
La sdraiai a pancia sotto sul tavolo. Le allargai le chiappe aprendole il buco del culo. Mi piegai e lo leccai. Con le dita intanto la masturbavo.
“Ora ti rompo il culo” le dissi abbandonando ogni pudore.
“Ti sto spettando” rispose lei in segno di sfida.
Mi allungai verso i mei calzoni sfilandone la cinta. Poi le presi le braccia le unii dietro di lei e le fermai con la cinta. Ora non poteva muoversi.
Puntai la mia cappella sul suo orifizio e cominciai a spingere. Lei puntò i piedi per terra lamentandosi per il dolore. Mi feci strada nel suo culo finchè finalmente cedette facendomi entrare completamente. Con una mano mi tenni al bordo tel tavolo, mentre con l’altra stringevo la cinta che le costringeva le braccia. La cavalcai con violenza. Lei ormai urlava accompagnando così i miei colpi.
“Mi stai sfondando….mi stai sfondando”, ripeteva.
Sentivo la scrivania muoversi sotto i nostri corpi. La sua faccia era sfigurata dal piacere, vedevo il suo buco ormai completamente aperto.
Con un urlo mi avvertì che aveva raggiunto l’ennesimo orgasmo.
Le sciolsi le braccia e tirai fuori il cazzo dal suo culo. La feci girare sulla schiena e mi misi al fianco del tavolo all’altezza della sua bocca. La feci girare verso il mio cazzo e glielo spinsi in gola. Ricominciai a scoparle la bocca senza darle il tempo di respirare. La saliva colava ormai sul piano del tavolo. Quando sentii di non farcela più lo tirai fuori, la presi per il collo per tenerla ferma in quella posizioni e mi scaricai completamente sul suo viso. Una volta finito continuai a strusciarle il cazzo sul viso e sulle labbra.
La guardai, colante di sperma e la accarezzai.
Ora avevamo davvero rotto il ghiaccio…..
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