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Lui & Lei

PIGIAMA PARTY (SABRINA parte1)


di KRL75
07.08.2020    |    3.637    |    0 9.4
"Aumentò il ritmo, il mio cazzo ormai era in piena erezione..."
Mia figlia mi aveva appena chiesto di poter partecipare ad un pigiama party con due sue amiche. Ero un po’ infastidito perché era il nostro weekend, ma era così contenta che non mi ero sentito di dirle di no.
Dopo la telefonata di rito alla famiglia ospitante, avevo sentito la mamma dell’altra bambina per accordarci sull’orario in cui avremmo portato le pargole. Si chiamava Sabrina, una bellissima donna all’incirca della mia età anche lei separata. Una persona simpatica e di piacevole compagnia.
Quella sera ero stato invitato al compleanno di un mio amico in un locale. Dapprima avevo declinato l’invito, essendo impegnato con mia figlia, ma a quel punto avrei potuto anche decidere di andare.
Dopo aver lasciato le rispettive figlie pronte per la loro nottata in bianco, io e Sabrina ci eravamo ritrovati sotto il portone.
La invitai a prendere un caffè nel bar li vicino e chiacchierando le raccontai del mio impegno serale e le chiesi se per caso non le andasse di accompagnarmi.
Lei fece un po’ di resistenza all’inizio, ma poi fu molto facile convincerla.
“Ma si dai….è da un po’ di settimane che non mi faccio una serata degna di questo nome”, aveva concluso.
Così poco più tardi mi raggiunse a casa e ci dirigemmo verso il luogo della festa con la mia macchina.
La serata era piacevole, il locale molto figo e la compagnia divertente. Sabrina si era subito ambientata, era una tipa che sapeva stare in compagnia. Oltretutto si era tolta il maglioncino che indossava sfoggiando una maglietta scollata che metteva in mostra le sue tette da urlo e questo aveva attirato molti sguardi tra i partecipanti alla serata.
Le generose quantità di alcool in circolo, poi, stavano facendo il resto. Al tavolo eravamo seduti vicini e si scherzava e si chiacchierava con un’intimità sempre maggiore. Un paio di volte, parlando, aveva appoggiato una mano sulla mia coscia, in un atteggiamento molto confidenziale.
Qualche ora dopo percorrevamo la strada nel parcheggio che ci avrebbe ricondotto alla mia auto.
Ridevamo ad ogni sciocchezza come due adolescenti. Sabrina barcollava un po’ per colpa dell’alcool, ma era quella leggera stonatura che rende piacevoli le serate.
Salimmo in macchina e ci allacciammo le cinture.
“E’ stata proprio una bella serata, sono contenta di essere venuta”, mi disse.
“Sono contento anch’io…..mi ha fatto piacere passare una serata con te” le risposi.
Continuammo a chiacchierare per tutto il tragitto. Ormai ci eravamo sciolti del tutto. Osservavo le sue bellissime mani gesticolare mentre parlavamo e mi piaceva questa sua allegria.
Arrivammo sotto casa mia e rimanemmo qualche secondo in silenzio. Non mi andava che la serata finisse lì.
“Perché non entri? Ti faccio un caffè così ti tieni su per il ritorno!”, azzardai….
Lei ci pensò un attimo poi rispose: “Ma si dai…un caffè non si rifiuta mai”
Andammo così a casa mia. Per fortuna il pomeriggio avevo riordinato!
Io abito in un pian terreno, con un piccolo giardino che nei mesi avevo attrezzato con un gazebo in legno e, nel periodo della bella stagione, con tappeti e cuscinoni. Tante piccole lucine giravano intorno alla struttura di legno, dando un colpo d’occhio notevole. Visto il clima avrei servito il caffè li.
“Che bella casa, non sembra che ci viva un single!”, mi disse guardandosi attorno.
Ringraziai mentre arrivavo col caffè.
“Vieni, usciamo in giardino”, le dissi.
“Che carino!”, disse apprezzando la location.
Prendemmo il caffè e continuammo a parlare.
“Ti dispiace se mi tolgo le scarpe? Si sta così comodi su questi tappeti e io amo moltissimo stare a piedi nudi”
Acconsentii. La vidi togliersi le scarpe e lasciare liberi i suoi stupendi e curatissimi piedi.
“Hai dei piedi bellissimi”, le dissi.
“Trovi?” chiese lei.
E dicendolo allungò una gamba nella mia direzione stendendo il piede a pochi cm da me.
Quella vicinanza inaspettata mi eccitò e visto che lei non accennava ad allontanarlo decisi di farmi coraggio e lo presi con entrambe le mani, fingendo di descriverle il perché mi piacessero così tanto.
Lei mi guardava dritto negli occhi, ascoltandomi. Mi feci dare anche l’altro e, poi mentre parlavo, glieli feci appoggiare sulle mie cosce.
Continuammo a parlare ancora fumando una sigaretta. Fingendo noncuranza cominciai ad accarezzarle i piedi, dapprima timidamente, poi con più decisione, visto che la cosa non sembrava disturbarla.
Mi stavo eccitando di brutto. Il mio cazzo stava cominciando a svegliarsi, lo sentivo tirare nei jeans.
All’improvviso, dopo alcuni secondi in cui eravamo rimasti silenziosi, Sabrina mi disse con un sorriso malizioso: “Ti piacciono proprio vero?”
Cercai di rimanere calmo. “Si, mi piacciono i piedi e i tuoi sono veramente sexy”
Cominciò a muoverli sulle mie cosce. “Mi fa piacere, anche perché li curo molto”
Ormai si era liberata del mio massaggio e me li strusciava sulle gambe.
Arrivò all’altezza del mio pacco e ci indugiò sopra.
“Senti cosa c’è qui”, disse quasi divertita. Aveva incontrato la mia erezione e ci stava giocando.
“E’ bello che ti faccia questo effetto”, disse facendo scivolare la pianta del suo piede sul rigonfiamento dei miei calzoni.
Le presi l’altro piede e lo avvicinai alla mia bocca. Cominciai a passarle la lingua sul collo del piede fino a scendere giù sulle dita.
Lei socchiuse gli occhi. ”E’ piacevole così”, disse.
Sentivo il cazzo esplodermi nei jeans, mentre il suo piede continuava il suo movimento.
“Tiratelo fuori” mi disse perentoria.
Immediatamente ubbidii. Slacciai la cinta e i bottoni. Infilai una mano dentro e tirai fuori il mio membro già notevolmente in tiro.
“Accidenti….” Esclamò sorpresa alla vista delle mie dimensioni.
Lo guardava rapita e vogliosa.
Poi mise le piante dei suoi piedi intorno alla mia asta, tenendolo dritto.
“E’ enorme….” Disse quasi sussurrando.
Poi lentamente cominciò a segarmi. Osservavo quei bellissimi piedi scivolare sul mio cazzo. Le dita perfette accarezzarmi l’asta e andare a strofinarsi sulla mia cappella.
“Ti piace?”, mi chiese
“Sei bravissima….”le risposi.
Aumentò il ritmo, il mio cazzo ormai era in piena erezione. Vedevo le sue dita con lo smalto nero indugiare sulla mia cappella, per poi scendere di nuovo lungo l’asta e ricominciare il suo su e giù.
“Andiamo dentro” le dissi dopo alcuni minuti di quel trattamento.
Ci alzammo ed entrammo. La feci passare avanti e la abbracciai da dietro, guidandola verso il mio letto.
La voltai e la baciai con passione. Cominciai a spogliarla. Le tolsi i calzoni e la maglietta. Finalmente avevo davanti a me le sue splendide tette. Le passai la lingua sui capezzoli, mentre la palpavo con decisione.
Fece scivolare le mutandine, mentre anch’io finivo di spogliarmi.
Si inginocchiò davanti a me e cominciò a succhiarmi il cazzo.
Era in completa adorazione del mio membro. Mi leccava le palle per poi risalire e passarselo sulla faccia.
Poi si sedette sul bordo del letto, se lo piazzò in mezzo alle tette, cominciando una spagnola da sogno.
“Brava così…hai delle tette magnifiche”.
Glielo tolsi un attimo e la leccai nello spazio tra i seni, per farlo scivolare meglio. Poi lo rimisi dov’era e lei lo chiuse in una splendida morsa. Il mio cazzo scivolava tra le sue tette, lei mi aspettava con la bocca aperta per accoglierlo.
Era stata davvero molto brava fino a lì, meritava che ricambiassi.
La feci alzare e la sdraiai sul letto. Le allargai le gambe e cominciai a leccarla. Era un lago e cominciò subito a gemere.
“Dai, continua, fammi venire con la lingua”.
Accolsi l’invito e unii alla lingua le mie dita, penetrandola.
Sabrina si dimenava palpandosi le tette, finchè si inarcò scossa dall’orgasmo, lasciandomi in bocca il suo buonissimo sapore.
La leccai ancora un po’, gustandomi quelle labbra morbide. Poi mi alzai puntando il mio cazzo verso di lei.
Glielo spinsi dentro con decisione e cominciai a spingere. Sabrina alzò le gambe appoggiandole sulle mie spalle, io le alzai un po’ il culo per prenderla meglio. Le sue grandi tette ballavano a ritmo con le mie spinte.
Le spostai le gambe e la feci adagiare sul fianco e ricominciai a spingere.
“Si…così mi piace…” mi incitò.
Dopo qualche minuto mi chiese di stare sopra. Ci baciammo mentre ci spostavamo. Mi appoggiai alla testiera del letto aspettando che lei si sistemasse. Diede qualche succhiata vorace al mio cazzo, poi si voltò di spalle e guidò il mio uccello dentro di lei. Ora si muoveva sinuosa su di me. Potevo vedere il suo splendido culo allontanarsi e avvicinarsi e ne approfittai per scuoterla con due schiaffi sulle chiappe.
Fece un urletto e la vidi sorridere. Poi si alzò, si mise a smorzacandela e si impalò sul mio cazzo. Stava comandando il gioco ed evidentemente le piaceva. Oltretutto in quella posizione avevo una splendida visuale sui suoi polpacci e sui suoi piedi che guidavano la cavalcata, oltre alla sua schiena perfetta che sembrava ballare nell’aria
Lei sembrava fuori di se, gemeva come un’ossessa, aumentando sempre di più il ritmo. Venne urlando, lasciandosi andare sul mio torace. Da dietro le strizzai le tette e le mordicchiai il collo.
Poi la presi e la misi a pecora davanti a me. Le sbattei il cazzo sulle natiche, prima di prenderla con decisione dai fianchi e penetrarla con forza. Sabrina si abbandonò completamente alle mie spinte.
“Oddio mi stai sfondando”
“E’ quello che voglio!” le risposi.
Stringeva le lenzuola con le mani, cercando di resistermi ma io non le davo tregua. Scivolò fino al bordo del letto finchè fu costretta ad appoggiarsi con le mani a terra. Ora era sospesa, metà sul letto e metà in equilibrio sul pavimento. La presi per i capelli e la tirai verso di me.
“Voglio farti male!” le dissi ansimando
“Si fammi male, devi farmi male!” disse quasi urlando.
Poi lo sfilai e la sdraiai sul letto. Le montai sul torace spingendole il cazzo tra le tette. Gliele scopai per un po’, poi le venni copiosamente sul seno e sulla faccia. Mi abbandonai vicino a lei.
Recuperammo la calma e ci sdraiammo appoggiandoci ai cuscini.
“Che faranno le ragazze in questo momento?” chiese sorridendo.
Ma davvero non era importante……
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