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Lui & Lei

20 ANNI DI MENO (parte 3)


di KRL75
07.08.2020    |    3.428    |    1 9.3
"Io rimasi dentro ancora un po’ per farmi una doccia fresca!..."
Io e la mia giovane amica Giulia ci siamo frequentati per un periodo abbastanza lungo (vedi gli altri racconti). In qualche modo avevamo sviluppato una sorta di dipendenza l’uno dall’altra. Dopo il primo periodo in cui ci organizzavamo in base ai nostri impegni per passare delle serate insieme, ad un certo punto cominciammo ad incontrarci in ogni momento possibile, anche quelli meno convenienti e più rischiosi. Io, inspiegabilmente, mi sentivo spinto ad infilarmi in situazioni complicate per vederla e, forse per “vendicarmi”, tendevo a metterla in difficoltà costringendola a trovare un modo per stare con me, nonostante fosse difficile.
Una di queste situazioni si verificò d’estate. Mi aveva detto al telefono che il giorno dopo sarebbe andata al mare col suo fidanzato e i suoi amici, mi disse l’orario e lo stabilimento. Pur non essendo un amante delle giornate in spiaggia, conoscevo il posto e decisi di andarci anch’io.
Perché ci andavo rischiando di mettermi in ridicolo non lo capivo nemmeno io. Quando mi fermavo a pensarci non mi piaceva il mio modo di comportarmi, però non riuscivo a farne a meno, questa era la verità.
Quindi il giorno dopo andai anch’io. Arrivai abbastanza presto, entrai nello stabilimento e pagando richiesi una delle cabine più grandi. Quelle che al loro interno avevano anche la doccia e davanti un piccolo spazio col tavolino e sdraio
Giulia e la sua comitiva arrivarono un’oretta più tardi, insieme alla maggior parte degli altri avventori. Il caso volle che anche loro prendessero due cabine e che la loro sistemazione non fosse poi così lontana dalla mia. Quando Giulia mi vide ebbe un sussulto, che però cercò di nascondere. Li vidi che si sistemavano facendo un gran casino. Dopo qualche minuto mi arrivò un messaggio:
“Ma sei matto?? Sei venuto anche tu???”
“Beh non posso farmi una giornata di mare anch’io?” risposi sarcastico
“Ma se dici che non ci vieni volentieri!”
“Ma oggi c’eri tu…. mi è venuta voglia! Ti dispiace? Sei arrabbiata?”
“Ma non che c’entra…. Lo sai che mi fa piacere vederti…. Però se stai così vicino mi viene voglia di venire da te…”
“Ho preso la cabina più grande. Trova un modo per liberarti…. Io ti aspetto”
“Sarà difficile……”
“Stupiscimi…”
Poi mi sistemai sulla sdraia e cominciai a leggere un bel libro.
La mattinata passò così. Io ero in pieno relax e ogni tanto lanciavo degli sguardi a Giulia che ricambiava, sempre attenta a non farsi beccare dal fidanzato e dai suoi amici. Stava benissimo in costume. Più la guardavo più mi veniva voglia di sbattermela. Le mandai un messaggio dicendole di trovare al più presto una scusa per allontanarsi e raggiungermi in cabina. Per convincerla le mandai una foto del mio costume col rigonfiamento del pacco in primo piano. La vidi dirigersi in acqua con tutta la combriccola. Poi entrai in cabina me lo tirai fuori e cominciai a menarmelo. Passarono pochi minuti e vidi la porta aprirsi. Entrò Giulia, tutta bagnata dal bagno in mare. I suoi capelli, stirati dall’acqua, le scendevano fin quasi al sedere, e il cambio di temperatura aveva fatto diventare i suoi capezzoli due chiodi sporgenti.
“Ciao” le dissi.
“Ciao stronzo!” disse ridendo.
“Mi stavi aspettando?” disse osservando la mia mano che scivolava sul mio membro
“Non sai quanto”, risposi.
“Sto anche morendo di freddo accidenti a te!”
Mi alzai e mi tolsi il costume. Poi aprii la doccia.
“Vieni entra riscaldati”.
Giulia si affrettò a posizionarsi sotto il getto caldo.
Le andai vicino e le tolsi il costume. Cominciai a baciarla su tutto il corpo.
“Dai…quanto ti voglio…. Però non ho molto tempo”
“Ce lo faremo bastare…”
La appoggiai al muro, infilandole una mano in mezzo alle cosce.
“Sei già tutta bagnata….” Le dissi
“Sono bagnata da quando ti ho visto stamattina”, mi rispose.
Mi abbassai fino all’altezza della sua fica e cominciai a leccargliela. Il sapore dei suoi umori si mescolava al sapore salato dell’acqua di mare. Poi mi alzai e la portai verso il muro di legno. La feci inginocchiare portandola con il viso a pochi centimetri dal mio cazzo. Le presi le braccia e gliele blocca sopra la testa. Spinsi la mia cappella contro le sue labbra che si aprirono prontamente ad accoglierla. Lo spinsi in fondo. Giulia cominciò a spompinarmi io accompagnai il movimento con sempre maggiore energia, fino a quando lei fu costretta a rimanere ferma mentre io glielo spingevo in fondo alla gola. Ad ogni colpo la sua testa sobbalzava, sbattendo contro la cabina. Quando fui soddisfatto del trattamento la feci alzare. La voltai appoggiandole la pancia sul muro, poi mi presi in mano il cazzo e glielo infilai da dietro. Cominciai a scoparmela in pedi. Giulia cominciò subito ad ansimare, segno che per tutta la mattinata aveva aspettato quel momento.
I miei colpi erano profondi e violenti. Il suo corpo sbatteva contro la parete di legno, noncurante dei rumori che potevano arrivare all’esterno.
Il pensiero del suo ragazzo che era a pochi metri da noi mentre io la fottevo in cabina mi eccitava moltissimo.
“Adesso ti rimando dai tuoi amici tutta sconvolta” le dissi mentre la sbattevo.
Lei non rispondeva, godeva sforzandosi di non fare troppo rumore. Vedevo i suoi umori bagnarmi l’asta. La tolsi da quella posizione portandola al centro della cabina. Presi la panca di legno sotto l’appendiabiti e ce la feci sdraiare. Ci stava appena. Mi misi a cavalcioni sulla panca e puntai il cazzo verso la sua fica. La presi per le caviglie e le allargai le gambe tenendole alzate. Poi la penetrai. La posizione era scomoda, ma mi permetteva di entrare a fondo dentro di lei. Giulia si mise la mano davanti alla bocca per non urlare. Raggiunse l’orgasmo spalancando i suoi bellissimi occhi.
“Oh si dai….. che bello. Dai vieni anche tu voglio vederti venire”
Diedi ancora alcune spinte decise poi lo tirai fuori e avanzai sopra di lei. Me lo menai per qualche secondo e poi finalmente venni, spargendo il mio seme su tutto il suo corpo. Si alzò dalla panca. Ci baciammo.
“Guarda come mi hai ridotto!”, mi disse guardando le scie di sperma che le scendevano sul seno e sulla pancia.
Si infilò in doccia, si sciacquò alla meglio e poi venne a baciarmi di nuovo.
“Ora devo scappare……come al solito è stato un piacere”
La vidi uscire di soppiatto dalla cabina. Io rimasi dentro ancora un po’ per farmi una doccia fresca!
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