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Una settantenne ancora piacente


di aipiedi
12.05.2023    |    516    |    0 4.0
"La coppia che dovevo incontrare mi aveva scritto che avevano un’età intorno ai cinquanta..."


Quando avevo circa trent’anni mi dilettavo di tanto in tanto incontrando coppie. Erano già attivi i club privé, ma io preferivo una situazione più casalinga. Un appuntamento al bar con la coppia e poi subito, ma più spesso in un secondo tempo, li ospitavo a casa mia. Di rado andavo a casa loro. Mi sarebbe piaciuto avere anche dei rapporti continuativi. Di solito la coppia da me incontrata aspirava a una scopata e fuga. Esistevano naturalmente i giornali porno con svariati annunci, ma la maggior parte erano di mercenarie, donne, trans e anche coppie. Proficuo terreno di caccia era il periodico Secondamano, quando aveva uscita settimanale di giovedì. Presto, visto il successo della pubblicazione, usciva cinque volte alla settimana. La coppia che dovevo incontrare mi aveva scritto che avevano un’età intorno ai cinquanta... Ci sono delle cosiddette tardone (allora le milf si chiamavano così) appetibili come e più di una ventenne. Dalla loro avevano esperienza consolidata e meno pretese delle giovani. L’incontro con una coppia è qualcosa di particolare. A parte il discorso moralistico, il terreno è sempre scivoloso. Il rapporto coppia-coppia è delicato: ci si deve piacere in quattro. Ne ho avuto esperienza. È peggio dell’incontro di una coppia con un singolo che principalmente deve piacere alla donna. L’incontro che con la signora dell’altra coppia spesso ha dei problemi anche di gelosia per il marito. Invece l’uomo che permette ad un altro uomo d’intrattenersi con la compagna può certo avere dei problemi e parecchi, ma in più la situazione lo eccita più delle remore che può avere. Rari, invece, sono gli incontri per le richiestissime singole, bisex, lesbiche o etero che siano. Spesso un uomo allupato segaiolo si può nascondere in una falsa coppia, ma viene presto scoperto e deriso. Bannato dai siti porno con pubblico ludibrio. A me come coppia è capitato solo una volta d’incontrare una singola bisex. Un incontro di una volta sola che è stato piuttosto stimolante e appagante.
Eccomi, arrivo in un angusto ingresso. La casa è modesta, arredata con mobili non antichi ma solo vecchi e malandati. Il padrone di casa sente il dovere di giustificare la modestia dell’alloggio. Naturalmente non è casa loro. Spesso solo per il primo incontro usano dei pied-à-terre., ma migliori di questo. Sull’annuncio era scritto che si trattava di una coppia sulla cinquantina. Il signore avrà più o meno quella età, ma la signora forse è sui settanta. Solo una volta sono stato con una donna così attempata, ma è un’altra storia. La signora si lamenta che non mi sono spogliato in fretta. Tento di giustificarmi e quella pazza mi molla un ceffone con la sinistra munita di anelli. Mi sanguina il labbro. Lei sogghigna e mi ordina di mettermi a quattro zampe. Come deve stare un cagnaccio come me. Mi dice di abbaiare. Timidamente lo faccio e la virago mi prende a calci nel culo, ma anche sulla faccia. Ride la tipa e il suo degno compagno prende una robusta cintura che mi accarezza la schiena. Lei mi colpisce ancora con calci. Sono completamente a terra la donna mi mette i piedi in faccia, sento l’afrore di carne non lavata cosa che eccita un porco maso-feticista come me. Le lecco i piedi con perizia, quasi con devozione. Sembra apprezzare. Lecco i piedi puzzolenti anche a lui che me ne spinge uno in bocca. La virago dice al suo compagno che perlomeno come leccapiedi so il fatto mio. Poi è un susseguirsi di punizioni. Lei che cammina su di me, dapprima coi tacchi affondati sul mio petto e sui miei sensibili capezzoli. Ho una notevole erezione, lei lo nota, ridacchia e calpesta il mio cazzo eretto come uno scettro. Urlo di dolore lei ride ancora e ancora monta su di me, per fortuna senza scarpe ma con entrambi i piedi sulla mia faccia. Il suo druido, nel frattempo, la prende alla pecorina mentre lei è ancora coi piedi sulla mia faccia e poi sul mio corpo. Il porco non ci mette moto a venire. Mi dà il cazzo da ripulire e poi la figa di lei da leccare. E’il mio turno di montare quella vecchia vacca cellulitica. Si sa che spesso i padroni non consentono ai sottomessi di copulare con loro, ma quel cornuto ci ha messo così poco a venire che la virago deve avere la sua soddisfazione e con me casca bene. Ci metto un’eternità a venire. Si è fatta l’ora di cena.
Cenano in sala, io sono ai loro piedi aspettando i loro avanzi sputatemi in una ciotola, dove a volte ci hanno mischiato sborra e piscio e io sorbisco tutto- Sono proprio un maiale. Gustoso? Chiedono i porci. Poi porto loro i dolci, il caffè e l’ammazza caffè che i due sorbiscono sul divano mentre lecco loro i piedi. Mi chiedono se li vorrei rivedere. Dico di sì. Saranno, però, loro a contattarmi. Che non mi permetta di assillarli con telefonate e sms a meno che non trovi una schiava piacente e giovane che mi affianchi nel servirli. Dico che c’era una buzzicona che frequentavo, schiava sottomessa cosiddetta perché in carne. Mostro alcune foto che avevo sul telefonino. La signora mi chiese se fosse molto sottomessa e le piacesse lesbicare. Certo con quei due, lui non l’avrebbe di certo soddisfatta. La conoscevo bene e detestava chi veniva a razzo. Dissi di sì eccitava ad essere sottomessa da una donna soprattutto.. Dovevo solo accertarmi fosse disponibile. Mi congedarono in fretta senza neanche concedermi di fare una doccia. Debbo dire che l’incontro tutto sommato era stato soddisfacente anche se la donna era così anziana. Aveva un buon sapore sia il corpo che i piedi. Attualmente non avevo persone con cui incontrarmi. Avrei atteso di essere convocato da loro: Mi chiamarono presto e mi mostrai disponibile e accetti con piacere, del resto, le loro umiliazioni e percosse. Lei mi appariva particolarmente crudele. Se ad esempio mi spegneva su un capezzolo una sigaretta , vedevo il suo perverso sorrisino. Sì, avrà pure avuto settant’anni, ma come baciava, avrà pur avuto la cellulite e le tette un po’ cadenti ma che pompini faceva. Dopo breve tempo ero stato ammesso a casa loro con la mansione ufficiale di autista con tanto di berretto e anche a volte divisa che i padroni mi facevano indossare e poi togliere e piegare con cura. La -oro cerchia di amicizie era medio-alto borghese e costoro non erano a conoscenza dei costumi libertini dei due. Solo una ristretta cerchia di amici erano sodali nelle loro perversioni. La maggior parte delle donne, anziane come la signora Luciana. Gli uomini anche loro settantenni o ancora più e acciaccati. Talvolta la signora Luciana concedeva donassi le mie “grazie” ad alcune delle sue amiche. Ce n’era in particolare una di nome Frida, forse di origine tedesca o austriaca che aveva grande piacere a intrattenersi con me. Costei amava una pratica che di solito ai sottomessi piace, la sodomizzazione con un dildo che si cingeva in vita. Io tale pratica l’aborro. La signora Luciana che non era una patita di tale pratica aveva rinunciato a sodomizzarmi, invece la signora Frida con botte, scosse elettrice morsi graffi riusciva a mettermelo nel culo il suo fallo che non era piccolo. Diceva che solo così ero proprio la sua puttana e rideva mostrando i denti guasti. Insomma, una signora abbiente come lei non poteva permettersi una dentiera? Mi aveva fatto un’offerta di nascosto alla sua amica. Se fossi entrato al suo servizio mi avrebbe dato una notevole somma di denaro e un altro bonus cospicuo mensile. Inoltre avrei avuto una camera mia con tutti i confort: televisore, aria condizionata, frigobar. Ecco quest’ultimo nella mia suite a casa della padrona Luciana non c’era. Inoltre mi avrebbe concesso le grazie di alcune camerierine ventenni che venivano a fare commissioni nella sua casa. Ero tentato d’accettare non fosse stato per la sodomizzazione quotidiana che avrei subito. Mentre ci baciavamo con un certo celato disgusto da parte mia le dissi quello che pensavo della sua offerta. Lei mi fece una controfferta se almeno una vota alla settimana avrei trovato un giovane che lei poteva sodomizzare, di rado avrebbe approfittato di me in tal senso. Non ero convinto le dissi che quel di rado doveva diventar mai. Frida mi convinse ad accettare metà della cifra che mi aveva offerto come anticipo. Gliel’avrei restituita se mai non avessi accettato la sua offerta. A me quei soldi servivano se avessi voluto camminare con entrambe le mie gambe. Per il vizio del gioco dei tipi non proprio raccomandabili mi pressavano e questa volta non si sarebbero
limitati a mollarmi degli sganassoni. Accettai, ma in cambio Frida mi disse che un paio di volte al mese avrei dovuto concedermi a lei. No, visto che proprio non mi piaceva, avrebbe evitato. Voleva che proprio stessi bene. Accettai, scampai ai biscazzieri pagandoli quasi in toto e mi trasferii a casa di Frida. Vi racconterò quello che mi capitò da lei in un altro racconto.





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