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Come per me dovrebbe essere un incontro con una coppia 1


di aipiedi
01.05.2022    |    379    |    0 6.0
"Ricordo in particolare un gioco: io bendato dovevo leccare i piedi a uno o una e indovinare chi fosse..."
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In questa narrazione racconterò di un paio di miei incontri con una coppia. Reali o no ha relativa importanza. Diciamo che in parte le situazioni sono reali, in parte immaginate a tirare acqua al mio mulino che vi vuole indicare come mi piacerebbe si svolga il mio prossimo incontro.
Fin da ragazzo sono stato molto attivo e fantasioso sessualmente. Forse più fantasioso che fattivo. Cresciuto in un periodo di incipiente rivoluzione sessuale con pregiudizi e tabù della generazione precedente la mia. A Milano agli inizi degli anni ’80 a Milano usciva un giornale di annunci “Secondamano”. Esce ancora dal lunedì al venerdì. Allora all’inizio della sua nascita usciva solo il giovedì. Era ottimo anche per gli annunci personali o meglio cosiddetti matrimoniali, visto che non esisteva l’enorme risorsa di internet. Io, non ancora trentenne, ero attratto da donne mature. Avevo messo un annuncio che cercavo arrapanti signore di 35-45 anni. Mi risposero a decine. Avevo indicato come orario dalle 14 alle 18,30. Visto che abitavo ancora insieme a mio fratello e a mia madre che dopo l’ora da me indicata tornava a casa dal lavoro. Telefonarono anche dopo l’orario da me stabilito, a qualche chiamata rispose pure mia madre, ma senza arrabbiarsi. In un tardo pomeriggio squillò il telefono, era un a profonda voce maschile che mi proponeva un incontro a tre con sua moglie. Stupito rifiutai, ma pochi secondi doppo risuonò il telefono, era Elena la moglie che mi chiariva che il marito non era gay e che ogni tanto a loro piaceva incontrare un giovane. Combinammo per quella sera stessa dopo cena.
Abitavano in un bel appartamento a porta Venezia. Dopo aver bevuto qualcosa e i convenevoli di rito. Si prospettava la tenzone sessuale. Pregai entrambi non avendo esperienze di potermi intrattenere in un primo tempo da solo con Elena. Accettarono. Dopo brevi preliminari ero dentro di lei. Una bella donna bionda di quarantatré anni a cui dissi che era molto più bella nuda che vestita. Elena chiamò il marito a cui prese il cazzo in bocca. Sborrai nella figa della donna. Suo marito mi scostò bruscamente e si mise a leccare la figa di lei intrisa dei nostri congiunti umori. Era deliziato nel farlo. Poi mi disse che era una delle cose che gli piaceva di più negli incontri a tre. Dopo averle leccato a lungo la figa mi chiese se volessi gli succhiassi il cazzo. No, non lo volevo. Allora disse che era il suo turno scopare la moglie. Mentre lo faceva lei mi ordinò di leccare il culo a lui mentre la prendeva e i piedi a entrambi. Disse al marito che sarei stato un perfetto schiavetto. Lui mentre la fotteva rispose che avrebbero dovuto provarmi. Si mise a fottere nel culo la donna che mugolava. Presto le sborrò dentro, estrasse il cazzo che mi diede da ripulire. Mi accorsi che non era spiacevole succhiare un cazzo. Era ormai piuttosto tardi quando uscii da casa loro. .
Un paio di giorni dopo verso l’una di mattina risposi al telefono. Era Elena che mi chiedeva se avessi voglia. Con lei c’era anche il marito? No, era sola e voleva che la fottessi. Mi disse che se avessi voluto sarei potuto andare anche subito. Così Elena divenne la mia prima amante Ci trovavamo sempre da lei anche se temevo che il marito potesse sorprenderci. Lei minimizzava, sosteneva che quando m’invitava lui era in trasferta per lavoro. Quando riusciva a lasciare la figlia da sua madre ci passai anche la notte. Che notti di fuoco! Elena era fatta per dare e ricevere piacere una vera e propria donna da letto.
Elena insisteva che potevamo vederci solo a casa sua senza correre rischi. Suo marito era così prevedibile e non era geloso, ma? Le avevo proposto soluzioni alternative, prima delle sei di sera si poteva anche da me. Ci sarebbe potuto essere mio fratello, ma non importava.
Quel tardo pomeriggio ecco irrompere il marito visibilmente alterato. Del resto io stavo fottendo di nascosto sua moglie. Volarono schiaffoni e Elena per rabbonirlo si divincolò da me e gli si offrì con un gesto un po’ a dir il vero teatrale. Lui la scopò in malo modo dicendomi: - Frocio guarda come si fotte una donna-, ma poi uscì da lei e a me, annichilito, sborrò in faccia e poi mi mise i piedi sul viso ordinandomi di leccarglieli. Elena ammirava la scena, allora intuii che i due erano in combutta…Ma che paura!
I coniugi non poterono fare a meno di confessare e alle mia domande risposero che si erano divertiti parecchio. Che filibustieri! Per qualche mese li ho frequentati. Ormai il mio ruolo di loro servo era definito. Un paio di volte ho partecipato a dei partouze, unico single maschio e schiavo con altre coppie. Ricordo in particolare un gioco: io bendato dovevo leccare i piedi a uno o una e indovinare chi fosse. Se ci fossi riuscito, avrei guadagnato un pompino o una scopata con la tizia. Se fosse stato un uomo gli avrei fatto io un pompino. Se non avessi indovinato mi avrebbero frustato, dieci frustate…un male! Ma dopo la fustigazione di solito ero arrapato, allora mi concedevano di congiungermi con una lurida servetta cicciotta ai piedi di tutti, per terra come animali, incitati a volete presi a calci o addirittura inondati di urina. La servetta se l’avessi incontrata in strada non l’averi nemmeno guardata, ma era una brava porca.
Frequentai quella coppia diabolica per qualche mese. Litigammo per una banale questione di soldi. Di solito se cenavamo fuori o andavamo in un albergo dividevamo le spese a metà. Per due o te volte Giorgio con una scusa diceva che non poteva pagare e pagavo tutto io. Infine glielo dissi e lui rispose che scopandomi la moglie come minimo avrei sempre dovuto pagare io. Risposi che se avessi dovuto sborsare soldi mi sarei scelto una donna più giovane. Si offesero, soprattutto Elena che mi sputò in bocca, ma non era il preludio di una notte di sesso, ma semplicemente il suo disprezzo. Al mio tentativo di “prenderla”. Si ribellarono Giorgio mi colpiva con una cintura, Elena con un mestolo. Scappai e non li vidi più.
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