Racconti Erotici > Gay & Bisex > In caserma 1
Gay & Bisex

In caserma 1


di sottomessoepassivo
21.04.2021    |    10.583    |    4 9.1
""Nel senso che dopo che ti ho inculato, scopato in gola, sborrato e pisciato in bocca, dopo che hai pulito con la lingua il mio cazzo sporco della tua..."
Avete presente quella sensazione di avere qualcosa fra chiappe? come se ci fosse una noce o qualcosa del genere, un corpo estraneo insomma che le tiene leggermente separate, poi vi infilate la mano nelle mutande e scoprite che in realtà è il vostro buco del culo che è talmente gonfio e prolassato che sporge e lo sentite occupare spazio fra i glutei? No? allora non siete mai stati inculati per una notte intera da un gruppo di ragazzi arrapati. A me è successo tanti anni fa, durante il servizio militare, voglio dire che quella è stata la prima volta, perché poi in seguito mi è successo sempre più spesso, adesso è una situazione quasi costante, come anche quella di sentire il buco che tocca lo slip, nel senso che ormai quando il buchetto viene lavorato per un po', rimane in fuori per alcuni giorni prima di rientrare, e adesso quando sporge lo fa abbastanza da toccare il tessuto degli slip.

Ma torniamo a quella prima volta. Durante il sevizio militare, dopo il CAR, scoprii che nell'edificio delle docce si poteva trovare facilmente cazzo, ma era rischioso, perché c'erano ragazzi che anziché godersi il pompino o l'inculata e farsi i fatti loro, sputtanavano i poveri froci che trovavano, e a quel punto le cose si potevano mettere davvero male, perché al normale nonnismo, per questi sventurati frocetti, si aggiungeva la componente dell'umiliazione a sfondo sessuale, e tutto dipendeva da quanto bastardi fossero i commilitoni coinvolti nei giochi a cui venivano sottoposti.

C'erano ragazzi che cagavano e pisciavano a terra quando sapevano che di servizio c'era un frocio, e poi facevano sparire gli stracci per pulire, altri li costringevano a pratiche di scat o di dilatazione estreme, seppi di un ragazzo che, nel distaccamento del plotone comando, fu costretto a leccare le turche, tutte le turche, tutti i giorni fino al congedo dell'anziano in comando. Io fui abbastanza fortunato, perché quando venni sputtanato, nel mio plotone non c'erano ragazzi troppo bastardi, certo dovetti sopportare parecchie umiliazioni, tutti i compiti ingrati che di solito si svolgono a rotazione toccavano a me, dovevo tenere pulita la camerata, rifare le brande, pulire i cessi, qualsiasi compito fosse ritenuto da "femmina" toccava a me, ma a parte questo, le altre umiliazioni, quelle che riguardavano gli abusi sessuali, a me stavano molto bene.

Il mio sputtanamento fu molto umiliante, avevo fatto un po' di pompini a ragazzi nelle docce, alcuni mi avevano anche inculato, ma era andato tutto bene finché non succhiai il cazzo sbagliato: quello di un ragazzo del mio plotone. Per chi non fosse pratico del servizio di leva, preciso che io ero in una caserma di qualche migliaio di soldati, e come accade sempre in queste situazioni, quelli che conosci veramente sono solo quelli della tua squadra, 20/30 ragazzi, in pratica la tua camerata e quella di fronte, poi ci sono quelli che ti sono familiari, il tuo plotone per intenderci, poi di faccia conosci qualche centinaio di ragazzi, quelli della tua compagnia più o meno (intendo Compagnia nel senso militare del termine, quelli che dormono nel tuo stesso edificio), ma rimangono comunque diverse centinaia di ragazzi che se non incroci durante qualche servizio potresti anche non incontrare mai per tutto l'anno di naia, se non negli spazi comuni, quindi lo spaccio, la mensa, o appunto le docce.

Questo ragazzo era della mia squadra, dormiva nella camerata di fronte alla mia e ci incontravamo praticamente tutti i giorni, uscivamo anche insieme quando si usciva in gruppo, ma fuori dalle docce aveva sempre fatto finta di niente. Era un bastardo, lo avevo capito dalla prima volta che lo avevo beccato nelle docce, gli piaceva sputarmi in faccia e spalmarmi lo sputo in faccia con il cazzo, mi inculava cercando di farmi male più che poteva piuttosto che pensare a godere lui, mi pisciava in bocca, mi faceva sempre ATM, e in caserma non era facile tenermi il culo pulito, insomma un vero figlio di puttana, ma purtroppo a me piacevano così, quindi quando mi partiva l'embolo mi preparavo per la doccia e mi mettevo a perdere tempo in attesa di vederlo uscire per andare anche lui a lavarsi, a qual punto aspettavo qualche minuto e lo seguivo e lo trovavo sempre nella parte buia dell'edificio a smanettarsi il cazzone. Alla fine, per quanto umiliato e scosso mentalmente dalle cose a cui mi sottoponeva, tornavo in camerata sempre soddisfatto.

A quel punto ero già stato con lui una decina di volte, e fino a quel momento si era comportato in maniera più o meno corretta, ma col passare del tempo il suo atteggiamento cambiò, cominciò a fare battute sessiste, raccontava barzellette sui froci, faceva commenti pesantissimi nei riguardi dei froci che bazzicavano intorno alla caserma alla ricerca di sesso con qualche militare, e in tutto questo coinvolgeva tutta la squadra che chiaramente si allineava sulle sue posizioni omofobiche per paura di passare per frocio, io cercavo di barcamenarmi, un po' ridevo, un po' cercavo di stemperare, ma sentirgli dire quelle cose su persone come me mi feriva, soprattutto quando capitava che lo facesse qualche ora dopo avermi usato rudemente come gli piaceva fare.

Una sera feci la cazzata di affrontarlo apertamente, eravamo usciti in una decina di noi della squadra, e dopo il pub eravamo andati in riva al mare a fumare una canna a giro, solite battute, solite risate, era passato un vecchio frocio che cercava militari con cui appartarsi e lui partì con la sua solita filippica su quanto facessero schifo, che peggio di prenderlo nel culo era prenderlo in bocca, perché era un atto deliberato, in fondo l'inculata la puoi anche subire, ma se ti fai infilare il cazzo in bocca da un altro uomo, lo succhi, e quel che è peggio ingoi la sua sborra, magari guardandolo negli occhi, vuol dire che sei proprio mentalmente bacato, roba che bisognava cagargli e pisciargli in bocca perché era tutto quello che meritavano. Tutti si misero a ridere, io no, rimasi in silenzio con lo sguardo a terra nel buio: prima di uscire eravamo stati insieme nelle docce e lui mi aveva prima passato il cazzo dal culo alla bocca anche se era completamente sporco, e poi, dopo avermi fatto ingoiare la sua sborra, mi aveva pisciato in bocca.

"Fusella, ti sei incantato con la canna? Cos'è, ti fanno tenerezza i froci?" Tutti risero, chiaramente, ma io ne avevo abbastanza. "Ma secondo te, chi è più frocio, quello che prende il cazzo di un altro uomo in bocca o quello che mette il suo cazzo nella bocca di un altro uomo?" Il silenzio diventò denso, mi resi conto in un attimo di aver fatto la cazzata più grande della mia vita, e infatti la sua uscita fu il mio sputtanamento totale. "Nel senso che dopo che ti ho inculato, scopato in gola, sborrato e pisciato in bocca, dopo che hai pulito con la lingua il mio cazzo sporco della tua merda, dopo che hai ingoiato tutto, compreso i miei sputi, vuoi sapere se sono più frocio io o tu?"

CONTINUA...
Disclaimer! Tutti i diritti riservati all'autore del racconto - Fatti e persone sono puramente frutto della fantasia dell'autore. Annunci69.it non è responsabile dei contenuti in esso scritti ed è contro ogni tipo di violenza!
Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
Votazione dei Lettori: 9.1
Ti è piaciuto??? SI NO


Commenti per In caserma 1:

Altri Racconti Erotici in Gay & Bisex:



Sex Extra


® Annunci69.it è un marchio registrato. Tutti i diritti sono riservati e vietate le riproduzioni senza esplicito consenso.

Condizioni del Servizio. | Privacy. | Regolamento della Community | Segnalazioni