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Gay & Bisex

In caserma 5


di sottomessoepassivo
07.05.2021    |    12.692    |    5 9.0
"" "Come no, più tutti quelli che mi inculeranno ancora!" "Vabbè Fusella, ma che cazzo vuoi? Fino a oggi te li cercavi di nascosto, ..."
Avevo un bel da fare a fingermi spavaldo, ma la verità era che man mano che ci avvicinavamo alla caserma la mia sicurezza si faceva sempre più piccola, finché, davanti al portone mi sarei rannicchiato in un angolo a piangere piuttosto di entrare, ma non si poteva, e cercando di farmi forza pensando che Croci rappresentasse chissà quale sicurezza per me, entrai con lui. Passai davanti al corpo di guardia sicuro che tutti stessero guardando me, compreso il tenente di picchetto, mi sembrava che si scambiassero occhiatine, che si dessero di gomito indicandomi, così, appena passati dalla luce accecante dell'ingresso al semibuio del cortile mi appoggiai al muro e mi misi a piangere.

"Fusella, che ti viene? che succede?"

"Croci, non ce la faccio, li ho visti, lo sanno tutti, stavano ridendo di me..."

"Ma che ti sogni? Manco ci hanno guardato, stai tranquillo, Federico non è così coglione, certo che ti tormenterà, ma terrà la cosa fra di noi, altrimenti ci sarebbero conseguenze anche per lui, sai quanti giorni di r si beccherebbe per nonnismo? Stai tranquillo che 'sta storia che ti piace il cazzo non uscirà dalla nostra squadra, al massimo lo saprà il plotone"

"See, il plotone, la fai facile tu..." dissi mentre mi asciugavo gli occhi e tiravo su con il naso.

"Ma che ti aspetti, che domani mattina all'alzabandiera il colonnello ti fa uscire dai ranghi e ti presenta a tutta la caserma come la puttana del 26°? Tu stai fuori, questa cosa rimarrà fra quelli che ti hanno inculato stasera."

"Come no, più tutti quelli che mi inculeranno ancora!"

"Vabbè Fusella, ma che cazzo vuoi? Fino a oggi te li cercavi di nascosto, no? Da domani te li porteranno a domicilio, ma a nessuno converrà sputtanarti, tranquillo, certo sarai la nostra puttana, forse la puttana di tutto il terzo, ma da come ti piace prenderlo nel culo non penso che sarà un problema per te, o sbaglio? Mi hai appena detto che stasera vuoi che ti inculi di nuovo, hai cambiato idea? Guarda che io mo c'ho messo il pensiero!"

Effettivamente solo pochi minuti prima la mia prospettiva non era così nera, mi rincuorai, mi tirai su in qualche modo.

"Ok, andiamo, ma tu mi stai vicino vero? Se si dovesse mettere male mi aiuti?"

Sapevo benissimo che Croci in camerata contava quanto il due di coppe quando la briscola è a bastoni, ma in quel momento mi sarei attaccato a qualsiasi cosa.

"Tranquillo, non succederà niente, e se dovesse capitare qualcosa vado a chiamare io l'ufficiale di picchetto"

Rassicurato dalle sue parole cercai di tornare nel mood di prima, nello stato d'animo che avevo quando entravo nei cinema porno con la voglia di prendere più cazzi che potevo e ci muovemmo verso l'edificio della nostra compagnia, la terza, che era l'ultimo a destra entrando, prima dell'autoparco. Era uguale a tutte le altre, un ferro di cavallo piano terra e primo piano con al centro un cortile, nei due bracci a destra e sinistra c'erano le camerate sia al piano terra che al primo piano, nel corpo centrale al piano terra c'erano uffici minori mentre al primo piano c'erano gli uffici del comando di compagnia.

Noi eravamo al pian terreno, braccio di sinistra, le prime due o tre camerate, non ricordo quante, erano quelle degli AGI, poi ce n'erano altre 4 o 5 per noi  militari semplici, ciascuna divisa in due campate, a destra e a sinistra del corridoio che portava ai bagni in fondo, io dormivo nella prima, nella campata di sinistra, avevo il letto sotto del terzo castello, praticamente al centro dei cinque  castelli che si fronteggiavano sui due lati lunghi della campata, facevano in totale venti letti per i venti ragazzi, più altri venti nella campata di destra facevano 40 ragazzi in totale che componevano la mia squadra, la terza.

Croci dormiva nel letto di sopra del castello di fronte al mio, sull’altro lato della campata, quindi quando entrammo ci separammo e ognuno di noi andò automaticamente ad aprire il proprio armadietto per iniziare la routine serale in attesa dello spegnimento delle luci, l’atmosfera era movimentata, allegra, ma sostanzialmente tranquilla, per lo più si chiacchierava di cosa si era fatto quella sera, perché da li a poco sarebbe passato il contrappello e l’ufficiale di servizio, sempre di malumore per l’incombenza che gli toccava, spesso dava punizioni al minimo sgarro solo per sfogare la sua frustrazione.

Tirai fuori le ciabatte, mi sedetti sulla branda e cominciai a slacciarmi le scarpe, avevo voglia di lavarmi, chiaramente le docce erano ormai chiuse da un pezzo, mi sarei dovuto arrangiare con i lavandini dei bagni, misi nella sacca la tuta che usavo per dormire e il beauty e mi diressi verso il bagno. Per tutto il tempo avevo tenuto gli occhi sulle mie cose, cercando in tutti i modi di non incrociare lo sguardo di nessuno, ma mi sentivo addosso gli sguardi di tutti, ogni risatina mi sembrava diretta a me, immaginavo battute silenziose, ammiccamenti, colpi di gomito, ma non osavo guardarmi in giro, ma quando si trattò di dovermi muovere dovetti necessariamente alzare lo sguardo.

D'istinto guardai come prima cosa verso Croci, che come me aveva preso le sue cose per andare in bagno, lui mi strizzò l'occhio e questo mi diede un po' di coraggio, a quel punto spaziai con lo sguardo dando una guardata veloce a tutta la campata, e mi accorsi che quelli che mi avevano inculato, che per la maggior parte erano lì, tenevano lo sguardo basso con una espressione che non mi sarei mai aspettato da loro, me li aspettavo baldanzosi, deridenti, allusivi invece erano quasi intimiditi, li avrei addirittura detti spaventati, erano loro ad evitare il mio sguardo, erano loro che fissavano le mattonelle a terra, almeno la maggior parte, Loi mi guardava senza problemi, anzi, mi fece un cenno col capo, ma non era un cenno di derisione, era quasi un cenno di assenso, e anche Ermacora mi guardava senza timore, lui un po' più sul canzonatorio, ma comunque senza cattiveria.

Io e Croci attraversammo tutte le camerate per andare nei bagni, e strada facendo pensai a quanto fossi stato stupido a immaginare chissà quali conseguenze per quella serata, alla fine, a guardarla con un occhio esterno, io ero stato vittima di una violenza di gruppo, era chiaro che fossero preoccupati per la mia reazione, niente avrebbe potuto impedirmi di denunciare tutto all'ufficiale di picchetto al mio rientro in caserma, e probabilmente quando mi avevano visto arrivare in camerata da solo, senza nessun ufficiale e nessuna guardia al mio seguito avevano tutti tirato un sospiro di sollievo, così mi rincuorai definitivamente, avevo una buona leva nei loro riguardi, e potevo tenere la situazione sotto controllo.
Arrivati ai bagni ci trovammo solo Federico che si stava lavando i denti, Croci si mise accanto a lui e io accanto a Croci, mentre io cominciavo a sistemare le mie cose per lavarmi, Fede finì e dopo aver sistemato il suo beauty si rivolse a Croci:

"Allora? Come è andato il richiamino, te lo sei rifatto?"

"Dai Fede, non esagerare..."

"Guarda che non esagero, lo sai come la penso, abbiamo trovato dove sborrare per tutto il tempo che staremo qui, punto e basta. Lo abbiamo deciso insieme, sarà la nostra puttana, c'eri anche tu e non mi sembravi contrario no?"

"Guardate che sono qui e vi sento, non vi pare che debba essere io a decidere chi mi si fa per primo o chi mi si fa e basta?"

"Fusella, non rompere il cazzo, tanto ormai ti conosco. Quante volte ti ho inculato fino a oggi? Dieci? Quindici? So cosa ti piace, e so anche come ti piace, quindi non ti mettere a fare il coglione, noi ti faremo quello che vogliamo, in un modo o in un altro, ma faremo in modo che le cose non trascendano, tu ci fai fare i cazzi nostri senza fare storie, godi e non scassi il cazzo come una femminuccia, così tutti siamo contenti ok?"

In realtà aveva perfettamente ragione, era inutile negarlo, soprattutto con me stesso, e visto che ne stavamo parlando apertamente, tanto valeva fissare un po' di regole.

"Fede, se io vi denuncio vi processano, e siccome so che almeno un paio fra di voi non sono figli di puttana come te ed Ermacora, sono sicuro che qualcuno comincerebbe a raccontare come sono andate le cose per beccarsi solo giorni di R, e tu finiresti diretto a Peschiera, vero Croci?"

Croci, silenziosamente, annuì, un po' contro voglia, ma annuì, alla fine anche lui sapeva che se fosse stato interrogato avrebbe raccontato la verità.

"Quindi va bene tutto," continuai io, " ma non esagerare."

"Non esagero, tranquillo, io voglio che anche tu sia soddisfatto dell'accordo, tanto che sei una puttana da stasera è chiaro a tutti, che si saprà in giro è sicuro, ma se tu non fai storie rimarrai solo la puttana della terza squadra, ci pensiamo noi a proteggerti, ma con noi tu fai la cagna fino alla fine, come hai fatto con me sotto alle docce fino a oggi pomeriggio. Ti sei fatto inculare tutte le volte che ti ho beccato, hai ingoiato tutti i miei schizzi, ti è andato bene perfino che ti pisciassi in bocca e ti facessi pulire il cazzo con la lingua, è vero o no? E non hai preso solo il mio cazzo, giusto? Quindi te lo dico un'altra volta, non fare la preziosa, noi teniamo la storia in quest'ambito, e tu fai la brava, così godiamo tutti. OK?"

Non feci in tempo a registrare la sua proposte e a valutarne l'impatto, il cervello partì in automatico.

"OK."

"OOOOH, lo vedi? Sei una puttana, ma non sei una puttana stupida! Allora Croci, adesso me lo dici come è andata?"

"Si, me lo sono rifatto, per la verità è stato tutto molto frettoloso, non c'è stato molto tempo, pochi colpi e gli ho sborrato in culo, ma siamo già d'accordo che dopo il contrappello me lo faccio con più calma."

"Vabbè Croci, se te lo fai tu per primo con quella specie di cannone che hai fra le gambe poi a noi non ci sente nemmeno, vero Fusella? Alla fine già te lo sei fatto due volte, lascia anche un po' di spazio agli altri no?"

SI mise a ridere, ma dopo un po' anche io capii che non era una risata cattiva, mi rilassai li lasciai ai loro ragionamenti e cominciai a spogliarmi per togliermi tutta la sabbia di dosso. Mi lavai con la canna che si usava per lavare il pavimento, l'acqua era fredda, ma in quella stagione non era gelida, e comunque non mi dispiacque, poi misi la tuta, mi lavai i denti e me ne tornai in camerata. Passando in mezzo alle altre lo spettacolo era sempre lo stesso, tutti erano accanto alle loro brande in attesa del contrappello, mancava circa un quarto d'ora, avevo tutto il tempo per fare la mia, ma, stranamente, la trovai già fatta.

"Fusella, posa quella roba e vieni qui, abbiamo pensato che stasera il tempo di fare la branda lo passerai a succhiarci i cazzi."

Era stato Ermacora a parlare, e vidi che mi indicava l'angolo più lontano dall'ingresso, dove un gruppetto di ragazzi mi guardava in piedi fra l'ultimo castello e la finestra, poi feci anche caso alle vedette che erano state appostate a inizio campata e agli scudi umani disposti fra i castelli centrali, e non potei fare a meno di apprezzare l'organizzazione di quello che sarebbe potuto essere definito agguato se non fosse per il fatto che era stato ampiamente annunciato.
"Va bene, ma facciamo presto che sono stanco."
Lanciai la mia roba nell'armadietto e mi misi al centro del gruppetto che appena mi inginocchiai mi si chiuse intorno, erano in 7 e tutti si abbassarono i pigiami e le tute per tirare fuori i cazzi e cominciare a smanettarli.

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