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Gay & Bisex

In caserma 3


di sottomessoepassivo
23.04.2021    |    11.397    |    2 8.2
"Immaginavo già i discorsi dei miei commilitoni a tavola: "Guarda, c'è Fusella in fila, ieri me lo sono fatto sotto le docce, ha un culo che sembra..."
Mi tolsi le scarpe e i pantaloni, e mi buttai in acqua con la maglietta che era ancora zuppa di piscio, lasciai che il mare mi facesse sentire meno sporco, mi svuotai l'intestino ed ebbi la sensazione di cagare un clistere tanta fu la sborra che uscì, quei bastardi dovevano essersi proprio divertiti. Uscii dall'acqua un po' rinfrancato, usai la maglietta per asciugarmi, poi la strizzai e la poggiai sugli scogli, guardai l'orologio e mi resi conto che in realtà non era tardissimo, l'orgia era stata molto più veloce di quello che mi era sembrato. Mi rinfilai le mutande e mi sedetti sui pantaloni, avrei aspettato di asciugarmi ancora un po' all'aria prima di rivestirmi completamente. Recuperai le sigarette dal marsupio semisepolto nella sabbia e me ne accesi una, quando dall'ombra emerse Croci, uno dei ragazzi della squadra, probabilmente uno di quelli che mi avevano pisciato addosso.

"Fusella, come stai? mi sembravi un po' scosso quando ce ne siamo andati..."

"Cos'è, ti scappa di nuovo e sei venuto a finire l'opera?"

"Guarda che potevo anche starmene per i cazzi miei, sono solo tornato a vedere come stavi, ma se fai lo stronzo me ne posso anche andare."

"Scusa, hai ragione, è che sono più incazzato con me che con te o gli altri, alla fine potevo farmi i cazzi miei e non sarebbe successo niente."

"E comunque per la cronaca, io non ti ho pisciato addosso, ti ho solo inculato, capisco che alla fine i ragazzi si sono fatti prendere un po' la mano, ma se non ti avessero pisciato addosso non sarebbe successo niente di male e saremmo tutti felici e contenti"

"Felici e contenti un cazzo! Scusa, va bene che mi piace il cazzo, che sono frocio, ricchione o come cavolo si dice dalle tue parti, ma non è che adesso chiunque mi incontra per strada mi mette il cazzo nel culo e io sono contento, non ti pare? Magari non ne ho voglia, magari non mi piaci..."

"Ok, ma stasera avevi voglia, si è visto che hai goduto come un riccio, non facevi altro che mugolare, era tutta una sequenza di siiiii, ancora, sfondami, sembrava di guardare un porno."

"Stai scherzando?"

"Ma che ti credi, che io vado in giro a violentare i froci io? Pensi davvero che io sia un bastardo figlio di puttana? Se non si fosse capito che ti piaceva da morire io mica te lo avrei messo in culo, che cosa credi? E poi mentre ti stavo scopando mi hai anche detto che il mio cazzo ti piaceva, che lo sentivi fino nella pancia, che ti piaceva come ti stavo aprendo il culo, che era grosso, non te lo ricordi?"

Come un faro che si avvicina nella nebbia, nella mia mente si fece largo un ricordo... a un certo punto avevo sentito un cazzo assolutamente al di fuori della norma, una roba enorme che mi era scivolato dentro lubrificato dalla sborra che già mi avevano scaricato in culo, ricordai distintamente di aver pronunciato quella frase: "Lo sento nella pancia, continua così..." e immediatamente fu luce: dopo il cazzo di Ermacora in realtà io ero stato mooolto collaborativo con tutti, ricordai tutto, avevo mugolato, avevo chiesto la sborra in bocca, quando mi capitava un cazzo a tiro ero io ad afferrarlo e a portarmelo alla bocca, e mi ero impegnato a succhiare come piace a me, smanettando e riempiendo di saliva tutti i bigoli che mi erano stati presentati, avevo incitato tutti a incularmi più forte, non riuscivo a credere ai miei stessi ricordi, ma alla fine quella situazione non aveva fatto altro che tirato fuori il vero me, quello che sapevo già di essere.

"Fusella, ci sei?"

Trasalii, pensando al suo cazzone mi ero completamente scordato di Croci.

"Ti ricordi no? Sei stato tu a dirmi di incularti forte..."

"Sì sì, mi ricordo, scusa, è che la storia della pisciata mi ha messo un po' storto, e mi sono scordato di quanto mi sia piaciuto tutto quello che c'era stato prima. Fumiamoci una sigaretta, così la maglietta si asciuga un altro po' e poi rientriamo"

Gli allungai una sigaretta e passammo i seguenti minuti in silenzio a fumare. Finito di fumare mi rivestii e ci incamminammo verso la caserma senza dire una parola, ciascuno chiuso dentro i propri pensieri. Io pensavo a quello che mi aspettava in caserma, avrei passato i prossimi 8 mesi in mezzo a una marea di ragazzi che sapevano che ero un frocio, ma non singolarmente, adesso tutti sapevano tutto, c'era chi mi aveva inculato e c'era chi lo aveva visto, da quel momento, quando avrei incontrato in mensa quello a cui lo avevo succhiato il giorno prima, non sarebbe stato più come una volta, non sarebbe esistito più il patto del far finta di niente. Immaginavo già i discorsi dei miei commilitoni a tavola: "Guarda, c'è Fusella in fila, ieri me lo sono fatto sotto le docce, ha un culo che sembra proprio una figa, tu te lo sei fatto già?" "No, non ancora. Ma è vero che succhia da dio? Io pensavo di andarci oggi, la mia tipa mi ha mandato una lettera con una foto delle sue tette e mi è venuta una voglia che non ti dico...". Immaginavo che presto lo avrebbero saputo anche gli ufficiali, alcuni frequentavano regolarmente lo spaccio truppa, e non solo AUC, c’era addirittura un vecchio colonnello che la sera veniva a ubriacarsi da noi, diceva che al circolo ufficiali avevano tutti la puzza sotto al naso, era molto simpatico, ed era sempre circondato di ragazzi che si sganasciavano dalle risate per le storie che raccontava, sarebbe stata solo questione di tempo e anche lui avrebbe riso della mia ricchionaggine, le pompe nelle docce, le inculate, le bevute di sborra, sarebbe stato tutto di dominio pubblico.

Perchè alla fine il problema era solo quello, il fatto che tutti lo sapessero. Mi piaceva essere trattato così, mi era già successo spesso di essere messo in mezzo in orgie in cui tutti i cazzi erano per me e io non avevo il controllo della situazione, anzi, ero un vero esperto, lo avevo fatto al cinema, a casa di mio zio, sulle spiagge naturiste, nei luoghi di battuage, si poteva dire che in realtà era quello che mi piaceva di più del sesso, quello che mi eccitava, solo che lo facevo sempre e solo di nascosto, con gente che non conoscevo, che poi non avrei incontrato più o che comunque non faceva parte del mio quotidiano, insomma da civile ero un ragazzo normale che aveva una vita "clandestina" in cui era una vera troia, mentre ora per la prima volta le persone che avevano abusato di me erano quelle della mia vita normale, erano le stesse con cui avrei fatto colazione il giorno dopo e con cui avrei passato gli altri nove mesi di naia che mi restavano.

CONTINUA...
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