Racconti Erotici > Gay & Bisex > Per fortuna c’è mia moglie 2
Gay & Bisex

Per fortuna c’è mia moglie 2


di geniodirazza
27.08.2023    |    3.732    |    0 9.3
"Subito dopo, quasi instancabile a quel punto, lui spostò la mazza verso il buchetto e la inculò a secco; mi impossessai della figa e le percorsi a lungo con..."
Partì da un’analisi dei fatti e osservò che per venti anni, da quando ci eravamo ‘sverginati’ ed avevamo cominciato a fare sesso, mai le era venuto il benché minimo dubbio sulla mia decisa mascolinità; nessuno dei nostri conoscenti aveva mai avuto il minimo sospetto che potessi nascondere una vena omosessuale nella mia abitudine a scoparla fino a cinque volte a settimana; secondo lei, se una distorsione c’era nella mia sessualità, era da cercare in una bisessualità ancora latente.
Poiché affrontavamo un tema che, forse per pudore, non avevo mai preso in esame, fu costretta ad una lunga spiegazione che trovai immediatamente di forte interesse, sia per la sua conoscenza che per la definizione di me stesso; poiché le soluzioni avrebbero interessato tutta la nostra vita futura, esaminò quasi scientificamente gli aspetti e le pratiche del sesso, specialmente di quello libero, se volevamo avventurarci nel territorio delle trasgressioni.
Preliminarmente, mi fece osservare che, nelle nostre intenzioni dell’amore e della sessualità, io avevo sempre manifestato una grande capacità di praticare il sesso, in tutte le sue manifestazioni, con una dolcezza e con un amore che rendevano ogni scopata un gesto di affetto e di comunicazione di sentimenti; evidentemente, se dovevamo scegliere di praticare sesso libero e alternativo, la condizione pregiudiziale era che cogliessimo il senso della differenza tra amore e passione.
In altri termini, potevamo senz’altro tenere nel massimo conto le esigenze di ciascuno, di sesso non condizionato; ma dovevamo innanzitutto avere la certezza che davamo agli altri solo sesso bruto e quasi animalesco, mentre riservavamo a noi due l’amore più nobile e puro che potevamo provare; anche in situazioni in cui avessimo aggiunto alla nostra coppia altri soggetti, il rapporto tra noi due doveva essere di puro amore, manifestato, se necessario, solo con un gesto, uno sguardo, una frase.
Questo non valeva per le mie pulsioni, omosessuali o bisessuali che fossero, perché la soluzione più semplice era che mi cercassi dei ragazzi da cui farmi inculare quando me ne venisse la voglia; questo però escludeva lei dai rapporti e la poneva quasi nella necessità, per par condicio, di cercarsi, eventualmente nelle stesse occasioni, dei bull dai quali farsi scopare; l’alternativa poteva essere costituita da scopate fatte insieme e in concordia, con stalloni che accettassero di scopare anche me.
Questa ipotesi non era garantita dagli incontri che si potevano organizzare; lo stesso valeva per l’ipotesi di organizzare scopate in doppia coppia, ciascuno con un bull; l’ideale poteva essere un terzo maschio che scopasse con ambedue; si poteva anche pensare ad una terza donna nel letto; in questo caso avremmo dovuto pensare a vibratori per inculare me; comunque, erano tutte ipotesi da praticare in concreto per decidere nel corso dell’azione.
Un’altra considerazione preliminare era che avrei dovuto assumere, in caso di scopate multiple, il ruolo del cuckold; poiché questa funzione poteva essere realizzata solo da un maschio disposto a godere delle manifestazioni di goduria della sua donna, indipendentemente dalla sua partecipazione; spettava a me valutare se guardare lei che godeva mi poteva soddisfare come se la stessi scopando io stesso; in questo caso, dare agli altri sesso e prenderci amore tra noi era fondamentale.
Le spiegazioni presto mi lasciarono stordito; glielo dissi e convenimmo che forse decidere un gesto di rottura poteva meglio definire i passaggi; anche per questo, era necessario fare chiarezza; era prudente evitare di organizzare certi incontri con persone tra le conoscenze abituali; per trovarne compatibili e sconosciute, Serena valutava che l’ideale poteva essere o una chat erotica o incontri diretti in ambienti predisposti, come un privè.
Una delle condizioni che posi immediatamente alla base della nuova piattaforma di intesa che stabilivamo fu che lei avrebbe evitato in tutti i modi di rivolgermi espressioni offensive che si riferissero alla mia dubbia sessualità; d’altro canto, avrebbe fatto in modo da evitare che uno qualsiasi dei suoi amanti prevedibili parlasse di me in termini offensivi o addirittura si comportasse in maniera da umiliarmi o mortificarmi; non ebbe esitazioni a garantire.
Poiché il ricorso alla chat richiedeva padronanza di internet e comunque esponeva a rischi di inganni, la visita a un privè risultava l’ipotesi migliore; mia moglie ne conosceva uno a qualche chilometro di distanza, di cui tutti elogiavano la trasparenza e la selettività; impiegò qualche giorno ad organizzare l’iscrizione e la prenotazione di una serata; decidemmo che il sabato successivo avremmo fatto la nostra prima prova di sesso trasgressivo.
Quando ci presentammo all’ingesso, notai con sorpresa che Serena esibiva una straordinaria disinvoltura a muoversi tra i vari adempimenti; entrati, si mosse con padronanza dell’ambiente e mi guidò decisa ad un’area con una piccola pista da ballo e vari tavolini in giro; la guardai con un’aria molto interrogativa; mi rimproverò dolcemente dichiarando che le cose, oltre a sperimentarle, si conoscono per avere letto opuscoli o sentito dire; molte sue amiche descrivevano minuziosamente quel locale.
Non volli approfondire oltre e mi affidai a lei che, dopo avere ordinato e ritirato al banco due beveroni che depositò su un tavolino libero, mi spinse ad andare con lei sulla pista da ballo; suonavano un lento e mi avvolse nell’abbraccio più caldo che avessi mai avuto; mentre pomiciavamo con calore, mi avvertì che, come previsto, un singolo l’aveva presa da dietro e le stava strusciando tra le natiche un cazzo bello grosso; le chiesi con lo sguardo cosa fare.
“Sposta le mani sul culo e afferra il cazzo dello sconosciuto; se accetta senza obiezioni, lo puoi scegliere per farti sverginare il culo; se reagisce tirandosi indietro, lo spingi via e se ne va.”
Feci come aveva suggerito, certo ormai che mi avesse nascosto esperienze dirette in quel privè, e mi trovai a palpare una mazza di oltre venti centimetri con uno spessore notevole; per un attimo mi spaventai all’idea che, per violare il mio buchetto intonso, dovessi accogliere nel culo un cazzo così grosso; ma l’atteggiamento disinvolto e rasserenante di mia moglie mi convinse a lasciarmi andare ed accettare tutto quello che mi avrebbe proposto.
Lo sconosciuto sembrò gradire anche il mio tocco e si mosse a scoparmi nella mano, anche con il cazzo chiuso nei pantaloni; fu Serena a chiedergli se avesse una camera dove appartarci; si avviò verso il corridoio che portava agli ambienti interni e lo seguimmo, tenendoci per la mano, con le dita intrecciate per segnalare, come ci eravamo accordati, che tra noi dominava l’amore mentre il suo cazzo era solo uno strumento di piacere.
Giunti ad una porta col numero 3, lo sconosciuto aprì con una chiave che aveva con se e ci lasciò entrare; appena dentro, impiegammo un lampo a spogliarci nudi; naturalmente, la più abile e veloce fu Serena, che si dedicò immediatamente alla cura di me e del mio sesso; al cazzo di lui dedicò solo una veloce palpata; mi invitò a montare carponi sul letto e , mentre mi ‘mungeva’ il cazzo da dietro, carezzava delicatamente il buchetto e lo leccava con amore.
Chiarì all’ospite che il suo compito sarebbe stato sverginarmi analmente, ma che non gli sarebbe mancata la figa che attendeva ansiosa la sua mazza; l’altro si sistemò a guardare, steso supino sul letto, e spinse la mia testa verso il cazzo ritto al cielo; con una qualche esitazione iniziale, presi in bocca la grossa asta e cominciai a succhiarla verso la gola; dai gemiti soffocati, appariva chiaro che godeva di quel trattamento.
Preso dal vortice del piacere che mi dava la mazza che mi ingombrava la bocca e che mi perlustrava tutti i gangli del palato e delle gote, avvertivo a malapena il piacere che mia moglie mi dava leccandomi il buchetto ed infilandoci la lingua quanto poteva; avvertii invece il dito che entrava fino in fondo e mi stimolava la prostata; brividi di intenso piacere mi colsero quando le dita diventarono due; poi avvertii qualcosa di fresco che mi percorreva il canale rettale.
La massa delle dita che penetravano in culo divenne più consistente e colsi che Serena mi aveva infilato a cuneo le dita di una mano per aprire il varco alla notevole mazza destinata a sfondarmi per la prima volta; presi coscienza che mia moglie era assai più esperta di quanto avessi mai immaginato nelle pratiche trasgressive del sesso ed un moto di rancore mi colse all’idea di essere stato ampiamente cornificato fino a quel momento.
Mentre io continuavo ad esaltarmi succhiando il cazzo, Serena si organizzò a gesti con lo sconosciuto e lo fece venire dietro di me; lei scivolò sotto il mio corpo, a sessantanove, e prese a succhiarmi l’uccello che pendeva dal ventre; affondai la bocca nella sua figa e la leccai intensamente, mentre avvertivo la spinta sull’ano che mi squarciava; fu abilissima a soffocarmi la bocca sul suo sesso e ad ingoiare il cazzo, mentre l’altro affondava nel mio ventre la sua mazza, grossa anche per uno abituato.
Il dolore il cui urlo Serena aveva soffocato stringendomi la bocca sulla figa si trasformò assai presto in piacere diffuso che partiva dall’ano e invadeva tutto il corpo; si aggiungeva il piacere intenso del pompino che mia moglie mi praticava standomi sdraiata sotto il corpo e quello che derivava dal cunnilinguo che le dedicavo io, piegato sopra di lei a contrasto; dopo una lunga serie di cavalcate, l’orgasmo esplose simultaneo per tutti e tre.
Sentii il ventre riempirsi di calda sborra mentre lo stallone mi inondava con un grugnito animalesco; lei si fece scorrere in bocca una serie di spruzzi miei che sborravo come mai avevo fatto ed io intanto mi prendevo in bocca e sul volto la sborrata di lei abbondante e liquida, forse con un poco di orina sparata fuori insieme ad umori di orgasmo; ci accasciammo svuotati in un mucchio informe e ci volle qualche minuto per riprenderci, staccarci e sdraiarci supini a fianco.
Cominciò a quel punto la loro scopata; mia moglie titillò con mani e bocca il cazzo di lui finché lo riportò ad un’erezione notevole; lo masturbò a lungo, eccitandolo con molta passione e gli montò addosso per impalarsi con la figa su quell’asta assai promettente; mi accucciai dietro di lei e presi a leccare con entusiasmo, contemporaneamente, figa e culo di lei, cazzo di lui specialmente sulle palle che restavano fuori.
Quando lei si stancò di cavalcarlo, si stese supina e si fece scopare alla missionaria; mi dedicai alle tette, le leccai e succhiai per tutta la scopata che si concluse con un’ennesima sborrata di lei; a quel punto lui la fece sistemare carponi e andò a scoparla da dietro; mi infilai sotto il corpo di Serena e presi immediatamente a leccarle la figa; la succhiai a lungo, tutto il tempo in cui lui la penetrò e la scopò fino a che lei cedette, quasi, per l’indolenzimento.
Subito dopo, quasi instancabile a quel punto, lui spostò la mazza verso il buchetto e la inculò a secco; mi impossessai della figa e le percorsi a lungo con la lingua e con le dita provocandole intensi e continui orgasmi mentre lui la faceva urlare con botte mai viste contro il culo carnoso e dolcissimo; andammo avanti per un paio d’ore e non si stancarono di scoparsi; a me dedicarono alcuni momenti di piacere, lei succhiandomi mentre si faceva scopare e lui lasciandosi succhiare e leccare il cazzo.
Licenziato il provvisorio caprone, Serena si riassettò u poco il vestito e fece lo stesso con me; poi mi guidò per la mano verso una sala che avevamo visto solo di sfuggita passando; mi spiegò che era quella del glory hole; da buchi variamente disposti uscivano cazzi di cui si poteva approfittare secondo l’estro; picchiò su di un foro, da cui emerse subito un notevole cazzo nero, di dimensioni per me impensabili, che lei aggredì con mani e bocca praticando un pompino degno di un’enciclopedia del genere.
Ripetei il gesto ed emerse un cazzo più ‘abbordabile’ sul quale mi precipitai con la bocca e diedi anch’io il via al mio pompino più sapiente; ambedue stavamo succhiando un cazzo notevole mentre le nostre mani si intrecciavano in un gesto d’amore; lei ne succhiò cinque in fila; io ne presi in bocca tre e al quarto mi accostai a Serena e succhiai con lei il suo quarto randello; preso dalla frenesia del sesso che si scatenò, ne scelsi uno meno grosso e mi feci inculare; lei scopava accanto a me con un altro.
Variando la disposizione, bussai alla parete e masturbai a lungo il cazzo che comparve, abbastanza ‘abbordabile’ da me; mi piegai a novanta e me lo ficcai nel culo; lei si spostò davanti a me e si accosciò per succhiarmi il cazzo duro; allungai una mano, strinsi la sua e la portai alla figa che masturbai finché sborrò; contemporaneamente, io sborravo nella sua bocca e il cazzo del glory hole mi inondava il retto di sborra.
Ci stringemmo con forza la mano e sembrò che sigillassimo il patto di lealtà che avevamo fissato; una ragazza che si aggirava per la sala in evidente cerca di emozioni si accostò incuriosita e si rivolse a Serena.
“Ciao bella; questo è il tuo uomo? Mi sembrate molto innamorati, da come vi stringete la mano!”
“Ciao, Ersilia; Franco è mio marito; è la prima volta che viene qui.”
“Ciao, Franco; io sono Ersilia, una affamata di cazzo più di tua moglie; tu sei omosessuale o bisex?”
“Bisessuale; perché lo vuoi sapere?”
“Non posso sperare di avere con te un incontro d’amore come fai con tua moglie; mi piacerebbe però almeno scoparti; riesci a fare un giro in giostra con me?”
“Se vuoi, anche qui e adesso!”
“Ok; ora io succhio questo bel cazzo che emerge dalla parete e tu mi scopi in figa a pecorina.”
Afferrò il cazzo che emergeva da uno dei buchi del muro di cartongesso e lo imboccò rapidamente fino ai coglioni; si piegò in avanti e protese il culo in chiara offerta; mi accostai deciso, passai un dito nella figa stimolando un poco il clitoride e appoggiai la cappella; una spinta netta e il cazzo fu dentro fino alle palle; cominciai una scopata lunga e meditata che la deliziò per un tempo lunghissimo; come emergeva dai gemiti che le uscivano confusi e soffocati dal cazzo che le tappava la bocca.
Mi mossi molto, mentre la scopavo, e cercai di far toccare alla cappella punti non abituali, a cominciare dalle piccole labbra carezzate dalla mazza che entrava e usciva all’utero; il gioco perverso di stimolarla fino all’orgasmo senza farla sborrare le piacque notevolmente, al punto che fu lei stessa, poi, a muoversi in quella direzione; mentre la scopavo con tutta l’anima, Serena mi prese una mano ed intrecciò le dita; avevamo detto che era uno dei principali segni dell’amore tra noi; quello lo dimostrava.
Quando il cazzo nero che lei aveva preso in bocca esplose una ricca ed intensa sborrata sul viso di Ersilia; lei lo seguì con una eiaculazione altrettanto forte che diventò uno squirt e mi inondò il ventre di umori e orina; si sollevò dalla mazza che aveva succhiato e si strinse con la schiena contro il ventre sussurrando dolcezze del tutto fuori posto, per la location, ma che assunsero il valore di una dedicatoria; mi chiese se desideravo sborrare; dissi di no.
Serena, che non aveva gradito la china che l’incontro tra me ed Ersilia aveva preso, appena si fu liberata del cazzo che stava succhiando si precipitò a baciarmi e mi ricordò l’intesa ad amarci anche mentre scopavamo con gli altri; per supplemento, mi fece notare che avevamo promesso che non ci saremmo innamorati mai di un altro e, se fosse successo, ne avremmo parlato e cercato soluzioni; le garantii che non avevo nessuna intenzione di venir meno agli accordi che io stesso avevo voluto.
Con la nuova amica, che evidentemente aveva mostrato a me un interesse superiore a quello che normalmente manifestava per amanti incontrati al privè, ci avviammo a visitare altre sale; Serena era alquanto risentita della piega che aveva preso il mio incontro con Ersilia e, in uno dei movimenti per passare da una sala ad un’altra, da una scopata all’altra, sentii che si beccava senza risparmio con l’amica e chiaramente concorrente; l’altra le rimproverò.
“Sei la più grande stronza che esista al mondo; con tutto quello che combini, hai persino il coraggio di chiedere a tuo marito lealtà e sincerità, mentre lo riempi di corna!”
“Il marito è mio e ci faccio quello che voglio; se vuoi fare altrettanto, sopportalo per venti anni e, quando ne avrai i coglioni pieni, mi dirai cosa puoi chiedergli, a compenso. Comunque, sei pregata di farti i cazzi tuoi!”
“I cazzi me li faccio volentieri; non sei l’unica perennemente insoddisfatta, in questa realtà; e il primo che mi farò sarà proprio quello di tuo marito; mi è piaciuto come scopa e si fa scopare; è l’ideale perfetto del maschio bivalente e con lui voglio passare ore di sollazzo a non finire; quindi, sappi che il suo cazzo è già nel mio mirino; prima che te ne renda conto, me lo sarò spupazzato a mio piacimento; ti consiglio piuttosto di stare molto attenta.
Franco non è il pagliaccio vuoto che puoi usare; forse puoi anche ricattarlo con la minaccia di rivelare il suo gusto per il sesso passivo; ma se decide di rispondere a tono, temo proprio che ti possa fare male, specialmente se è il personaggio che credo di avere inquadrato; per quello che ne so, ha un certo potere, anche di fare molto male, se lo decide; io non sarò né tenera né educata e, se mi trovo a picchiare, lo faccio senza esitazione; à la guerre comme à la guerre, ricorda!”
“Se ti azzardi a scoprire i miei altarini, vedrai i tuoi come vengono fuori!”
“Lo so! Peccato che abbia già capito che per Franco non esistono valori morali limitanti tranne la lealtà; io non mi presento come la vergine pura e casta; ha già capito che il cazzo mi piace, e non poco; se gli chiederò di stabilire un accordo fondato sulla sincerità e sulla lealtà, so per certo che si ecciterà al racconto di quello che sono stata capace di fare e mi chiederà solo di non fare niente alle sue spalle; tu invece, se scopre che lo riempi di corna, puoi cercarti un altro amante e un’altra casa!”
Fortunatamente dovettero smettere di riempirmi di dubbi e di domande senza risposte, perché avevamo raggiunto altre sale e ci spassammo in tutti i modi fino a notte fonda; con due accompagnatrici di quella portata, riuscii a fare aperto sfoggio della mia libidine anale e a sfogare la lussuria in saporite inculate, pompini stratosferici e masturbazioni a non finire; l’apice lo raggiunsi quando mi trovai ad inculare prima Serena e poi Ersilia, mentre si facevano scopare in figa da un maschio ben dotato, ne succhiavano un altro e alcuni venivano ad inculare me che inculavo loro.
Quando mi vide sbalordire davanti allo spettacolo di mia moglie che, impalatasi a cavallerizza su un nero dal cazzo mastodontico, si faceva inculare con sforzo da me e succhiava un altro, mentre altri maschi giravano intorno a noi facendosi masturbare, da me o da lei, mi possedevano analmente o si lasciavano succhiare anche da me; mi avvertì che loro erano due amanti del cazzo senza limiti e che avevano una storia ben definita, in quel centro.
Nel piacere del momento, non colsi fino in fondo le rivelazioni e mi preparai invece a un lungo e meraviglioso periodo di scopate senza limiti con mia moglie e, perché no, con la nuova mia amica, sua vecchia complice e concorrente.

... continua ...
Disclaimer! Tutti i diritti riservati all'autore del racconto - Fatti e persone sono puramente frutto della fantasia dell'autore. Annunci69.it non è responsabile dei contenuti in esso scritti ed è contro ogni tipo di violenza!
Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
Votazione dei Lettori: 9.3
Ti è piaciuto??? SI NO


Commenti per Per fortuna c’è mia moglie 2:

Altri Racconti Erotici in Gay & Bisex:



Sex Extra


® Annunci69.it è un marchio registrato. Tutti i diritti sono riservati e vietate le riproduzioni senza esplicito consenso.

Condizioni del Servizio. | Privacy. | Regolamento della Community | Segnalazioni