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Pornopoly (3) - Gran finale con schizzata di gruppo.


di Membro VIP di Annunci69.it GSAwNSA77
14.03.2018    |    6.985    |    7 9.2
"Un istante più tardi con i muscoli di tutto il corpo in tensione, la sudorazione a mille e in preda a urla di godimento mi disarcionò con un colpo di bacino e..."
Il sole era completamente tramontato e Claudio, il nostro attento ospite e scrupoloso giudice, si alzò ad accendere la luce principale del salone. Ci volle un attimo per abituare gli occhi quando un grande lampadario in mezzo alla stanza illuminò all’improvviso il tabellone del Monopoli mettendo in luce tutti i corpi nudi ed eccitati che sedevano sul pavimento nelle posizioni più disparate. Chi stava in mutande a gambe incrociate, chi seduto sulle ginocchia attento a ogni mossa e chi sdraiato sulla pancia con la testa rivolta verso il gioco e i piedi in aria. Mucchi di vestiti buttati sul pavimento rappresentavano il bottino di ogni giocatore, a parte qualcuno che si ritrovava completamente nudo senza aver guadagnato nessun indumento, con solo qualche spiccio e vicino alla bancarotta. Il gioco aveva ripreso allegramente con trattative, pagamenti di pigioni e penitenze varie.

In disparte nella penombra, assordati da una famosa canzone dei Coldplay suonata a tutto volume e seduti comodamente sul divano uno affianco all’altro, Pietro e io ci guardammo un’ultima volta prima di essere bendati e cadere nell’oscurità della prigione del gioco. Stavolta però Claudio non immobilizzò le braccia dietro la schiena a uno dei due con le manette, ma per limitare i movimenti di entrambi ammanettò insieme il mio polso destro con quello sinistro di Pietro.
Che ironia, nel gioco ero veramente sfortunato, ma paradossalmente stavo condividendo una “punizione” legato con il ragazzo più attraente del gruppo, anzi con il ragazzo più attraente che abbia mai conosciuto. Abbandonato al mio destino, sorrisi al pensiero di quello che avrei potuto fare (o più precisamente continuare a fare) con il mio compagno di carcere per i prossimi due turni di gioco.

A tastoni con la mano ammanettata iniziai a cercare Pietro seduto alla mia destra. A pochi centimetri dalla mia trovai subito la sua mano appoggiata sul divano, gliela presi e la strinsi forte facendo incrociare le nostre dita. Lui ricambiò dolcemente il gesto. Era una situazione eccitantissima, sapevo che era lui ma non potevo vederlo. Mi girai verso di lui visualizzandolo nella mia testa seduto a torso nudo in attesa che gli montassi di nuovo sopra. Con la mano libera partii alla ricerca del suo cazzo. Trovai prima il ginocchio, risalii la coscia e arrivai finalmente alla patta dei pantaloni. Come immaginavo aveva un’erezione che esplodeva nei jeans decisamente troppo stretti. Glieli slacciai con entrambe le mani e quella di Pietro appresso, abbassai l’elastico delle mutande e afferrai la sua mazza turgida. Lo masturbai per un breve istante senza preoccuparmi che con ogni probabilità eravamo di nuovo il centro dell’attenzione di tutti gli altri.
Quando mi volli chinare su di lui per iniziare a gustarmi il suo uccello, feci giusto in tempo a sfiorargli la cappella con la punta della lingua che fui immediatamente strattonato indietro da un paio di mani sconosciute. Quelle mani forti mi tirarono per le spalle e diedero alla mia testa una nuova direzione. Una bella cappella si appoggiò con prepotenza sulle mie labbra e dopo una leggera pressione non esitai a dischiudere la bocca e lasciar scivolare dentro quel gustoso imprevisto. Mi sentivo un po’ disorientato dal repentino cambio di programma e dal fatto che non avessi nessun’idea di chi fosse. Ma faceva parte del gioco e volevo godermi ogni attimo di quell’esperienza. Alla cieca iniziai a succhiare alternando profondi movimenti della testa in avanti e indietro su quella turgida asta e delicati massaggi con la lingua attorno al glande. Le mani del misterioso visitatore appoggiate sulla mia nuca accompagnavano i miei movimenti. Quel cazzo mi pulsava sulla lingua, era duro come il marmo e avrebbe potuto schizzarmi in bocca in qualsiasi momento. Dopo qualche minuto si ritrasse lasciando un vuoto nella mia bocca. Un altro cazzo prese subito il suo posto, poi un altro ancora. Gli altri non erano grandi come il primo, ma tutti degni di essere succhiati e io da bravo pompinaro, anche se non vedevo e sentivo niente, non mi tirai di certo indietro. Mentre mi saziavo di tutte quelle salsicce, una dopo l’altra, all’improvviso fui strattonato dalla mano legata a Pietro e il cazzo che stavo succhiando mi scivolò di bocca. Mi ero quasi dimenticato di Pietro. Senza capire cosa stesse succedendo, allungai anche la mano libera verso di lui per esplorare la situazione. Le appoggiai entrambe su qualcosa che sembrava una coscia che faceva freneticamente su e giù. Qualcuno stava galoppando sopra il mio Pietro. Dopo un iniziale momento di sconquasso interiore, mi diedi una calmata e mi trattenni per non disarcionare l’impavida cavallerizza. Pietro era mio e nessuno poteva portarmelo via. Ma mi scrollai questi pensieri dalla testa e mi convinsi che in fondo si trattava di un gioco e divertirsi con tutti faceva parte delle regole. Capii che non era il momento di fare inutili crisi di gelosia e ripresi tranquillamente a succhiare i miei bocconcini.

Da lì a poco anch’io fui prepotentemente preso dai fianchi e posizionato a pecorina sul divano. Le mosse furono talmente rapide che, per non perdere l’equilibrio, mi appoggiai con le mani al corpo liscio e atletico che stava godendo di Pietro. Poteva essere Giovanni, o magari Graziano, ma più probabilmente la pelle liscia e giovane era quella di Giovanni. “Ma tutta questa gente non ha una partita da giocare?” pensai tra me “in fondo non è ancora stato decretato il vincitore, non sarà mica questa la scelta del premio? Non può essere, ci avrebbero slegati”.
Un colpo ben assestato tra le natiche e uno dei cazzi presenti, che affondò nelle mie viscere fino a sentir sbattere le palle, mi fece trasalire. Per fortuna il mio buco era ancora lubrificato e dilatato a sufficienza dalla precedente cavalcata con Pietro, se no con una deflorazione così avrei cacciato un urlo che avrebbe resuscitato anche gli ideatori del classico gioco del Monopoli. Dalle dimensioni doveva trattarsi sicuramente del primo cazzo che avevo succhiato. Una cosa però era chiara: il gioco non era finito, anzi il vero divertimento stava solo per iniziare.

Mi scopava con un impeto tale che dovevo appoggiarmi con entrambe le mani sulla coppia davanti a me, con una mano mi tenevo sui pettorali di Pietro, con l’altra sul fianco della misteriosa puttana che lo stava cavalcando (non riuscivo a fare meno di pensarci). Sentivo il rumore dei nostri corpi e quello dei nostri vicini sbattere nonostante la musica nelle orecchie che era passata da brani moderni a una vecchia canzone della Carrà. Ogni colpo mi spingeva sempre di più verso i due intenti a scopare davanti a me fino a quando mi ritrovai con la testa tra i loro corpi sudati. Avevo il cazzo in erezione dell’ipotetico Giovanni che mi sbatteva in faccia a un ritmo serrato dato dai colpi di Pietro. Senza pensarci due volte lo presi in bocca e me lo feci scivolare tra le labbra fino in gola. Ancorato con la bocca a quel cazzo, lo lasciavo scivolare dentro e fuori in un bel pompino al ritmo delle nostre scopate. Ogni colpo che mi penetrava in profondità mi faceva affondare la bocca sul cazzo durissimo di Giovanni che a sua volta era spinto in alto dai colpi di Pietro. Andammo avanti così per parecchio tempo con diversi cazzi nel mio culo che si alternavano a seconda dei turni di gioco. Con loro si alternava anche il ritmo delle scopate e del pompino.
Come sempre fu Claudio a interromperci sul più bello quando ci liberò dalle nostre costrizioni alla fine dei due turni in prigione. Fummo slegati e sbendati. Inizialmente dovetti socchiudere gli occhi che non erano più abituati alla luce. Ma dopo qualche secondo ebbi la conferma che davanti a me, a cavalcioni sopra Pietro, c’era Giovanni mentre Tony e un altro giocatore si stavano lavorando il mio culo. Guardai Pietro, altrettanto spaesato, con un’occhiata tra il severo e l’eccitato. In risposta mi sorrise e alzò le spalle per sottolineare la sua innocenza. Ci alzammo tutti per riprendere il gioco con Claudio che visibilmente eccitato dalla situazione ci faceva strada. Chissà se uno dei cazzi succhiati o presi nel culo era il suo?

Il gioco riprese con la partecipazione di tutti. Da quel momento non ci furono più colpi di scena particolari a parte qualche sega, un paio di pompini e due clamorose bancarotte. Il primo a dover gettare la spugna fu Tony che sin dall’inizio investì i suoi averi in proprietà sbagliate. Il secondo fu Giovanni che perse tutte le sue fortune mentre si divertiva con me e Pietro in prigione. I due sedevano in disparte completamente nudi e seguivano con rassegnato interesse ed eccitazione lo svolgimento del gioco.
Dopo un’altra oretta di gioco Claudio annunciò l’ultimo giro, erano trascorse le cinque ore di gioco. C’era un fermento generale, ma gli unici giocatori che si stavano contendendo la vittoria finale erano Graziano con il suo bottino di vestiti e inaspettatamente Pietro, nonostante i quattro turni persi in prigione. Arrivati alla fine Claudio iniziò a contare in silenzio gli averi dei due giocatori. C’era un po’ di trepidazione nel sapere chi sarebbe stato il vincitore e quale sarebbe stata la scelta del suo premio. Tony e Giovanni si riunirono al gruppo e le mani di tutti iniziarono ad allungarsi di qua e di là alla ricerca dei piaceri negati durante il gioco. Chi si baciava, chi si segava e Giovanni che cercava di succhiare più cazzi che poteva. Claudio dovette richiamarci all’ordine un paio di volte senza però distrarsi dal conteggio “Ragazzi, fate i bravi! Aspettiamo la scelta del premio da parte del vincitore”.

Il nome non tardò ad arrivare dalla bocca di Claudio “Il nome del vincitore, anche se solo per pochi euro è...” un attimo di suspense “Pietroooo!!!”. Alla proclamazione esultammo tutti e anche Graziano da buon sportivo partecipò ai festeggiamenti. Io abbracciai il mio vincitore saltandogli al collo e lo baciai sulla bocca congratulandomi con lui.
In mezzo a tutte le urla e il vociferare Giovanni chiese “E il premio?”. Calò il silenzio! Tutti si zittirono all’istante e Claudio riprese in mano la situazione “Il premio sarà la realizzazione di un desiderio di Pietro” e rivolgendosi al fortunato proseguì “E ricordati che nella scelta non potrai escludere nessuno. Il tuo desiderio dovrà comprendere tutti, anche il sottoscritto” concluse dandosi una pacca sul petto per sottolineare la sua piena voglia di partecipare a qualsiasi cosa avesse proposto Pietro.
Pietro si trovò in un momento di imbarazzo, più che altro perché aveva tutti gli occhi carichi di curiosità e voglia, puntati addosso. Ma dal suo sguardo sicuro si capiva che aveva già le idee chiare. Si schiarì la voce prima di iniziare a parlare. “Ragazzi in un colpo solo realizzerò due desideri!” annunciò e tutti esultarono. Poi espresse il suo desiderio tutto d’un fiato “Un mio sogno mai realizzato è quello di essere al centro di un bukkake e stasera lo potrò finalmente realizzare. Ma lo voglio fare mentre scopo e guardo negli occhi il ragazzo che oggi mi ha colpito di più” concluse posando lo sguardo su di me e sorridendomi come per chiedermi se fossi d’accordo. Certo che ero d’accordo, si stava per realizzare anche il mio sogno. Tutti erano palesemente contenti ed eccitati dalla scelta di Pietro, anche se probabilmente c’era chi avrebbe voluto essere al mio posto. “No way, bitch! Lui è il mio uomo” pensai tra me stringendomi a Pietro e lanciando un’occhiata all’indispettito Giovanni.
Nell’eccitazione generale ci spogliammo tutti dei pochi vestiti che ancora avevamo indosso. Pietro preparò lubrificante e preservativi e si sdraiò completamente nudo sulla coperta posata sul pavimento. Iniziò a segarsi vistosamente per farselo diventare bello duro e prepararsi a scoparmi. Il resto del gruppo era in piedi attorno a lui e seguiva con eccitazione lo spettacolo. Quando Giovanni tentò di fiondarsi sul cazzo di Pietro pensando di poterlo aiutare a raggiungere il massimo dell’erezione, lo tirai per una spalla e gli sussurrai all’orecchio “Ci penso io!” Giovanni un po’ risentito tornò educatamente al suo posto in piedi insieme a tutti gli altri e cominciò a masturbarsi come un forsennato senza distogliere gli occhi da Pietro. Io mi inginocchiai al fianco del “mio premio” e glielo succhiai con gusto giusto quell’attimo per portare all’eccesso la sua voglia di sbattermi. Era arrivato il momento. Ci scambiammo uno sguardo complice e senza dire una parola ci preparammo per la cavalcata. Con il buco ben lubrificato mi sedetti su di lui che era rimasto comodamente sdraiato sul pavimento. Sentii la sua cappella premere sul buco, mi arpionò i fianchi con le mani e senza esitare un attimo mi infilzò come uno spiedo. Da quel momento iniziai a saltare sul suo corpo con le mani salde sul suo petto per non essere scaraventato in avanti per la potenza dei suoi colpi. Mi sentivo riempire fino in fondo alle viscere e avevo il cuore che mi scoppiava in gola dal tanto ero eccitato. Mi scopò ininterrottamente con un ritmo incessante per un buon quarto d’ora sotto gli occhi lussuriosi di tutti i nostri compagni.
Erano tutti in piedi attorno a noi con le loro mazze infuocate in mano. C’era chi si segava da solo e chi lo faceva con il cazzo del vicino, ma tutti avevano gli occhi fissi sullo sbattimento dei nostri corpi imperlati di sudore.
Il primo a sborrare fu proprio Giovanni che mi riempì la faccia con cinque o sei abbondanti schizzi di densa sborra. La sborra iniziò a colarmi dal viso e cadere su Pietro mischiandosi al sudore sul suo petto. Altri schizzi arrivarono sempre sul mio volto dalla parte opposta. Poi qualcuno sborrò direttamente sul petto di Pietro e qualcun altro gli schizzò in faccia. Claudio decise di sborrare spostando il suo enorme cazzone sui nostri corpi come un idrante e ci cosparse entrambi di crema calda.
Scopare insieme a Pietro con i nostri corpi completamente ricoperti di sperma fu la cosa più eccitante che mi fosse mai successa. Sentivo la mia erezione pronta a esplodere sul suo corpo fradicio. Pietro vedendo la mia faccia ricoperta da una maschera di sborra si caricò ancora di più e mi penetrò con una raffica di colpi che mi fece sborrare senza neanche toccarmi. Il primo schizzo gli finì diritto in faccia, spalmandosi dallo zigomo sul naso fino alle labbra. Le socchiuse leggermente e con la lingua assaggiò timidamente il gusto del mio nettare. Un istante più tardi con i muscoli di tutto il corpo in tensione, la sudorazione a mille e in preda a urla di godimento mi disarcionò con un colpo di bacino e mi face cadere di lato. Scattò sulle ginocchia con un gesto atletico e mi fece esplodere tutto il suo piacere in faccia che accolsi con la bocca spalancata e la lingua tesa verso di lui. Questo rappresentò uno dei momenti più indelebili di quella giornata: lo sguardo di Pietro perso nei miei occhi mentre condivideva con me il piacere del suo orgasmo.

Mentre tutti si ripulivano alla buona con dei fazzoletti e iniziavano a rivestirsi commentando i momenti più salienti della giornata e le aspettative della prossima partita, Pietro e io ci abbandonammo in un lungo e appiccicoso abbraccio sdraiati sulla coperta, incuranti della frenesia che ci circondava.
Eravamo in doccia sotto il getto dell’acqua calda a ripulirci degli umori dell’ultima partita di Pornopoly a cui avremmo partecipato. Tra tenere carezze e sinceri baci appassionati ci promettemmo che da quel momento in poi avremmo giocato a qualsiasi cosa ma noi due da soli, per sempre insieme.

FINE
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