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Il Vestitino


di coppiaestero
17.08.2023    |    681    |    3 9.2
"Un giovanotto con lo sguardo penetrante studiava il mio corpo guardandomi dal basso all'alto e forse si eccitava spogliandomi con gli occhi..."
Mi sono alzata tardi e poi sono uscita più passare il tempo che per comprare qualcosa. Guardavo gli oggetti esposti nelle vetrine, vestitini, scarpe, bigiotteria solo per curiosità.

Un giovanotto con lo sguardo penetrante studiava il mio corpo guardandomi dal basso all'alto e forse si eccitava spogliandomi con gli occhi. Per le vicende già raccontate, mi sentivo appagata sessualmente e difficilmente avrei accettato di essere abbordata da estranei. Mentre guardavo un vestitino, che in altra occasione avrei comprato volentieri,
perché sbarazzino e abbellito da brillanti swarovski, il giovane senza darlo a vedere, mi ha sussurrato: -°Se ti piace te lo regalo io, ma lo devi indossare per me nella macchina parcheggiata qui vicino.

–“Sono sposata e non vado in macchina con sconosciuti”- gli ho detto.
–“Non mi sono spiegato. Voglio solo vedere il tuo corpo nudo velato dal tessuto di quello splendido vestitino, senza doverti immaginare.
Tuo marito è fortunato ad averti come moglie, non posso che invidiarlo”-

Le sue parole stavano accendendo il mio esibizionismo (farmi vedere nuda da uno sconosciuto era certamente stimolante.
In fondo si trattava solo di farsi guardare, non doveva essere una cosa grave, -mi stavo già giustificando: - avrei soddisfatto il mio esibizionismo e contemporaneamente avrei portato a casa un bellissimo regalo che, almeno per il momento non potevo comprare.

Siamo entrati nel locale. Alla commessa ho chiesto se il vestitino esposto avesse la mia taglia. Sono entrata nel camerino, mi sono tolto l'abito e il reggiseno e l'ho indossato, sono uscita per farmi vedere dal mio ammiratore, che ha emesso un fischio di ammirazione.
–“ sei una vera bomba... faresti alzare il cazzo ad un morto”-
-Non esagerare!
Girando su me stessa con una piroetta, sono rientrata nello spogliatoio. Un attimo dopo è entrato anche lui, e scusandosi ha chiesto di poter toccare quel ben di Dio, mi ha accarezzato i fianchi salendo alle tette, e poi si è avvicinato per baciarmi, e gli ho stretto la mano destra, che aveva infilato tra le cosce, imprigionandola tra le gambe.
Trovando la passerina già bagnata gli è sfuggito: -°Caspita, sei già eccitata e pronta per essere scopata. Lasciatelo addosso che pago e andiamo alla macchina, dai, non perdere tempo, io vado alla cassa.

Insieme siamo andati alla sua macchina... Ora avevo una busta in cui era posto il vestito indossato prima di entrare in negozio ed il reggiseno. Mi ha preceduto, ha aperto il furgoncino, e, facendo finta di verificare se le gomme del furgone erano a posto e notando che non c’era nessuno in giro, mi ha fatto segno di avvicinarmi e di entrare. Non mi ha visto nessuno perché la parte posteriore del furgoncino era seminascosta sotto i rami di un albero. 

All’interno vi era un divano in pelle nera, morbido, a due posti. Mi ha baciata, accarezzata poi mi ha chiesto di inginocchiarmi sul divano e piegarmi sulla spalliera. Mi ha alzato l’abito scoprendomi le natiche e tutta la schiena. Mi ha accarezzato le spalle, e infilando la mano sotto i bordi merlettati della mutandine me le ha tolte ed ha sussurrato. -“Quanto sei bella”-
Con la mano aperta mi ha accarezzato la figa passando dal davanti e tornando verso il sedere. Ero già bagnata, la situazione creatasi era eccitante, ho allargato le cosce per facilitare e migliorare le carezze.

Ha aperto la cerniera del mio abito e sollevandolo del tutto, me lo ha tolto, facendomi rimanere, nuda, in ginocchio. Non ha perso tempo, ha tirato fuori il cazzo, “non avendolo visto” ho potuto dare un giudizio sommario solo dopo che, con dolcezza, ha inserito la testa lasciandola all’entrata della vagina come il tappo di una bottiglia di spumante. Il prepuzio entrava lentamente e lentamente usciva bagnato dai miei umori.

Mi ha poi passato il cazzo durissimo su tutta la figa facendolo aderire e strusciare sul clitoride e poi tornando verso dietro, lo strusciava sulle labbra vaginali, sul buco della vagina fino ad arrivare all’anello grinzoso del sedere. Mi stava facendo arrapare come una porca. Mi sono mossa ed ho fatto entrare di nuovo la capocchia in figa, ma mi ha bloccata, non voleva avere subito l’orgasmo. Voleva gustarsi a lungo il mio corpo. Per un momento ti ho pensato amore mio, e avrei voluto che fossi presente, per farti vedere quanto sono zoccola e come godo mettendoti le corna con uno sconosciuto.

Ha preso il cazzo in mano, e l’ha ruotato, frullando, spingendo la testa del cazzo su tutta la mucosa vaginale. Ad un tratto, l’ha spinto dentro, senza difficoltà, perché ero super lubrificata dai miei umori di porca in calore. Mi ha preso per le mani tirandomi sul cazzo in affondo, facendomi sentire persino i duri testicoli sul clitoride. Non aveva fretta. Si è piegato a leccarmi la figa bevendone gli abbondanti umori già presenti e poi è passato a leccarmi lo sfintere anale, provocandomi dei brividi di piacere con contrazione ritmiche ed involontarie dell'anello rugoso.

–“Sembra un bocciolo di rosa, non è scuro come in altre donne, è fantastico, e non vedo l’ora di mettertelo dentro per vedere come stringe e strizza il cazzo vibrandolo per farlo godere.
Ha preso il cazzo in mano e lo ha puntato al culetto. La testa ha baciato il mio eccitato anello fibroso e poi facendo pressione lo ha dilatato ed è entrata, era umida degli umori vaginali, e estraeva dalla prima mucosa del retto un piacere perverso, si godeva, forse per la prima volta, l’inizio di una sodomia voluta dalla femmina.

L’anello, lo stringeva con spasmi involontari che lo invitavano ad entrare per dare e ricevere piacere puro. Dalla bocca mi sfuggivano del silenziosi mugolii di piacere. Adesso volevo il cazzo, volevo essere sbattuta come una porca e gliel’ho detto senza vergogna... –“porco, sbattimi, inculami, fammi godere, perché non ne posso più dei tuoi giochini”- Me l’ha spinto dentro di botto, facendomi emettere un piccolo “Ahiii” di dolore, subito trasformatosi in piacere. Mi ha inculata a lungo con forza e mi ha fatto godere due volte aggiungendo al piacere della penetrazione anche quello delle carezze alle spalle, alle natiche ed al seno, sul quale si è fermato a strizzare i capezzoli turgidi. Mi scopava in quella posizione a pecora perché facilitava l’affondo totale nel culo. Il cazzo che sentivo, (non lo avevo ancora visto), era di buone dimensioni, forse 18 cm, aveva una lieve curvatura all’insù, lo spessore era buono perché sentivo che mi riempiva tutta. Mi ha fatta girare con le spalle sul divano, mi ha dato il cazzo in bocca, ed ho potuto confermare che era grosso e duro e leggermente arcuato.

L’ho masturbato facendogli un bocchino; facevo entrare solo fino al prepuzio e poi lo stappavo come se fosse il tappo dello champagne, estraendogli dei gridolini di piacere, me lo infilavo tutto in gola ed uscendo lo accarezzavo con la lingua... Basta zoccola, non farmi godere, ho voglia di scoparti in figa, voglio vedere come godi quando la tua figa stringe un grosso cazzo come il mio.

Mi ha alzato le gambe sulle spalle facendomi assumere una posizione non comoda, e mi ha penetrata fino in fondo. Quanto sei bella! Stringi il cazzo in figa con una presa unica, come se la tua vagina facesse il massaggio a tutto il cazzo che la possiede. Sei fantastica. Non ce la faceva più. Ha incominciato a sbattermi in profondità e dopo circa cinque minuti di intensa scopata, mi ha sborrato in figa senza nemmeno chiedermi se poteva farlo essendo senza preservativo. Mi è rimasto in affondo per un poco e poi lo ha estratto e me lo ha dato in bocca per pulirlo dei miei umori.

Si era fatto tardi, era ora che tornassi a casa, mi sono rivestita. Ha aperto il furgone e visto che non c’era nessuno, sono uscita anch’io, soddisfatta da un bel ragazzo e col vestitino che mi ero guadagnato facendo la zoccola con uno sconosciuto.
A casa il tempo è volato con piccole faccende che ho potuto sbrigare e non vedevo l'ora che tu tornassi per raccontarti quanto è zoccola tua moglie che ti mette le corna col primo sconosciuto che la corteggia.
 
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