Michele, Il figlio del maestro.

Mio figlio stava per finire la terza media, ed ero in dubbio sulla scelta della scuola media superiore da consigliargli. Io e mia moglie abbiamo fatto il liceo scientifico e non avevamo idea delle materie e delle difficoltà del liceo classico. Michele Il figlio del maestro di mio figlio aveva finito da pochi anni il liceo classico e poteva darmi delucidazioni sul tipo di scuola che aveva seguito sia come materie che come preparazione generale.
Con lui ci siamo sentiti a telefono ed abbiamo convenuto di vederci a casa mia verso le 16. Avremmo così potuto avere il tempo di approfondire sulle materie e sulla qualità della scuola in modo da scegliere il tipo di scuola più confaciemte alle sue attitudini.
Alle 16, con grande puntualità, Michele è arrivato ed è entrato, visto che avevo lasciato la porta aperta per evitare di andare ad aprire. Ci siamo seduti sul divano ed abbiamo parlato da veri amici per quasi un'ora. Faceva caldo ed io ero in pantaloncini corti, tipo quelli leggeri e sottili dei calciatori. Parlando mi ha poggiato, quasi inconsapevolmente la mano aperta sopra il ginocchio con le dita rivolte verso l'interno della coscia. Sono rimasto senza parola e per un attimo il tempo si è fermato. Siccome sono stato zitto e non ho allontanato la sua mano, si è fatto intraprendente ed ha poggiato direttamente la mano aperta sul cazzo che per conto proprio si era alzato. Lo ha stretto nella mano e lo ha tirato fuori dalla gamba del pantaloncino. Non avevo le mutandine che potevano ostacolare la fuoriuscita del membro lungo la coscia sinistra, perciò è stato tutto facile. Era successo tutto in un attimo, ero stato colto di sorpresa, non che fossi un bizoca, ma lui era di pochi anni più grande di mio figlio ed il papà e la mamma erano i maestri del mio secondo e terzo figlio rispettivamente.
Ho dimostrato stupore, meraviglia e non so nemmeno il perché sono caduto sul divano lasciando che lui stringesse e accarezzasse il mio cazzo.
Il mio stupore, misto a vergogna e preoccupazione, deve essere stato malemente interpretato, e, °suppongo°, preoccupato che avrei potuto riferire qualcosa al suo papà, mio amico, improvvisamente ha lasciato il cazzo, ha chiesto scusa e, mentre gli gridavo di fermarsi per parlare di quello che era appena successo, è corso via.

Mi sono ripromesso di parlargli nei giorni successivi, in privato, per capire la sua reazione ed anche la mia che in qualche modo non lo avevo fermato immediatamente. La mattina successiva è passato il papà di Michele e mi sono affrettato a dirgli buongiorno ed offrire il caffé visto che eravamo davanti al bar, ma lui, borbottando parole incomprensibili, si è allontanato ed è andato via senza rispondere. Ho capito che il figlio gli aveva raccontato le cose a modo suo e che mi attribuiva colpe di omosessualità e di molestie che onestamente non mi sentivo di avere.

E' stato l'inizio di una lunga sofferenza mia e dei miei figli, trovandomi nella condizione di non poter parlare del fatto accaduto con nessuno, nemmeno con mia moglie. Gli anni successivi sono stati una vera tragedia psicologica, i genitori di Michele, maestridei miei figli hanno iniziato una lunga e subdola vendetta.
Sono trascorsi 6 lunghi anni e loro non sapevano e non si spiegavano il motivo dei maltrattamenti che ricevevano. Non potevo dire nulla senza che si scatenasse uno scandalo che avrebbe colpito la mia e la famiglia di Michele.

In occasione della elezione comunale del sindaco, EGIDIO il maestro di mio figlio, che era uno degli aspiranti alla carica di sindaco, deve aver parlato di me (molto apprezzato dai futuri elettori), con la sua famiglia dicendo di avere delle possibilità di vincere le elezioni solo se nella sua lista ci fossi stato anche io. Solo per aiutare il padre Egidio, Michele, ha voluto confessare al padre che quello che era successo tra me e lui, 6-7 anni prima, non era stato colpevole di molestia alcuna, e che era stato lui stesso ad iniziare delle avances (se non avesse detto nulla al papà, per timore che gliene parlassi io, avremmo potuto rispettosamente e civilmente parlarne, perché realmente non era successo nulla di scandalistico).

Un giorno Michele è venuto in farmacia (per tutti quegli anni non avevo mai potuto avere un chiarimento né con lui né con i suoi genitori e non ci eravamo mai più rivolti un saluto) e mi ha detto di aver confessato tutto al padre, di quel triste incontro degli anni precedenti, e che probabilmente il papà sarebbe venuto a chiedermi di appoggiare la sua lista.

La mia risposta è stata: -mi dispiace, hai causato tanti anni di sofferenza a me, mia moglie, ai miei figli ed anche a te stesso e alla tua famiglia. Sarebbe bastato incontrarci di nuovo dove volevi tu e riparlandone tutto sarebbe rimasto tra me e te perché tra persone intelligenti ogni problema ha una soluzione. Comunque se tuo padre vuole parlarmi non ci sono problemi, digli di venire a trovarmi alla mia nuova casa.
Tutto è finito bene, con una lunga sofferenza di tutti, ma in questi casi gli equivoci avrebbero potuto generare anche danni peggiori.

Non è il solito racconto, ma l'ho scritto forse per scaricare la tensione e la delusione che quel fatto °sessuale° mi ha provocato per tanti lunghissimi anni e forse ancora oggi soffro del quel fatto, nonostante siano trascorsi 25-30 anni da quegli avvenimenti.