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Un dessert al cioccolato...


di renko
17.10.2022    |    19.154    |    14 9.8
"" Mi guarda come se fossi Babbo Natale con il sacco dei regali in spalla e le renne parcheggiate in seconda fila! "Grazie! Siete troppo gentili, ..."
Fine settembre ma la temperatura è da novembre inoltrato! L'aria fredda e la pioggia degli ultimi giorni hanno tolto la voglia di gite domenicali fuori porta e reso piacevoli le serate casalinghe, magari davanti al caminetto acceso a coccolarsi con la compagnia di un grappino. Non sto scherzando, nel mio paesino tre le Dolomiti la mattina leggo 6 gradi quando esco per andare al lavoro, e gli acquazzoni abbondanti contribuiscono a far percepire il freddo autunno di quest'annata strampalata dal punto di vista del meteo.
Domenica pomeriggio, per smaltire il pranzo casalingo, io e Carla decidiamo di fare una passeggiata senile, non avendo nessuna voglia di salire in macchina ed avventurarci chissà dove. Imbacuccati nelle felpe pesanti e col bavero della giacca rialzato a proteggerci dal vento freddo, che lotta per infilarsi tra collo e maglia, percorriamo l'ampio viale che ci riporta verso casa. Non abbiamo incontrato nessuno dei nostri amici, probabilmente rintanati a casa anche loro a godersi il calduccio del focolare. Anzi, in giro non abbiamo incontrato proprio nessuno.
Arrivati all'altezza di un parcheggio, che solitamente è occupato da camion in attesa di caricare le merci delle vicine fabbriche, scorgiamo fermo sul marciapiede un ragazzo di colore che ci sembra alquanto spaesato. E' un paese piccolo e ci conosciamo tutti, questo tipo però non l'abbiamo mai visto prima.
Anche lui ci vede e subito si dirige verso di noi sorridendoci.
"Buongiorno, per favore sapete dirmi dove posso trovare un negozio aperto per comprare del pane?" ci chiede con un accento sud americano.
"E' domenica pomeriggio" gli rispondo "Non trovi negozi aperti qui, mi dispiace."
"Non c'è un posto per comprare qualcosa da mangiare?" gli esce in un fiato.
La delusione che gli attraversa il viso è evidente e rattrista subito la mia Carla. L'istinto materno della mia chioccia le impedisce di proseguire la passeggiata lasciando il giovanotto ai suoi problemi alimentari. Istinto che io non ho e nemmeno mi sfiora lontanamente...
"Renko, non possiamo lasciarlo qui così..." mi sussurra come se avessimo trovato un cucciolo abbandonato e infreddolito da salvare ad ogni costo!
In realtà possiamo, eccome! Ma come faccio a non accontentare la madre dei miei figli? Ho già capito che non mollerà la presa finché non risolveremo il problema della cena di questo ragazzo... La guardo, sospiro e mi rivolgo al giovanotto.
"Guarda, abitiamo qui vicino, se vuoi abbiamo un po' di pane che ci avanza e anche qualcosa da metterci dentro. Se ti accontenti..."
Mi guarda come se fossi Babbo Natale con il sacco dei regali in spalla e le renne parcheggiate in seconda fila!
"Grazie! Siete troppo gentili, ma non vorrei creare disturbo... Sono qui col camion da giovedì e ho finito le scorte di cibo. Spero domani di riuscire a caricare e finalmente ripartire."
"Dai vieni con noi che risolviamo il problema" sputo in un fiato e gli faccio segno di seguirci. Non mi sfugge lo sguardo riconoscente che mi lancia la mia bionda compagna.
"Noi siamo Carla e Renko, tu come ti chiami?" gli chiede prendendolo a braccetto e trascinandolo dietro i miei passi lunghi e ben distesi. La mammina ha già preso possesso del cucciolo...
"Mi chiamo Samuel, vengo da Cuba ma sono in Italia ormai da tanti anni. Guido il camion per tutta l'Europa e trasporto ogni tipo di merce. Grazie, non mi capita spesso di incontrare persone gentili come voi."
E' fatta! L'ha definitivamente conquistata con questa uscita mielosa...
Arrivati a casa apro il portone e mi fiondo ad accendere il caminetto, mentre alle mie spalle sento Carla chiocciare qualcosa sul mettersi comodo e fare come se fosse a casa sua...
Giusto il tempo di far scoppiettare le fiamme sulla legna stagionata da un paio d'anni e sento già il profumo del guanciale che sfrigola in padella. Alla faccia del panino, penso...
"Ho acceso, così poi ci guardiamo un film al calduccio" informo Carla che neanche mi sta a sentire. Troppo presa da pentole e padelle, mentre Samuel si è arrampicato sullo sgabello con una tazza di the fumante in mano.
"Grazie ancora Renko per l'ospitalità, spero di non disturbare troppo..." mi sussurra mentre soffia sulla schifosa bevanda bollente!
"Ma figurati! Fai contenta Carla ad essere nostro ospite, le mancano i figli che sono lontani e vengono raramente a trovarci."
"Ma smettila! Così sembra che manchino solo a me, mentre anche tu..." mi rinfaccia Carla, alle prese con gli squisiti bucatini all'Amatriciana.
Alzo le spalle e le nostre facce finto-burbere strappano una risata a tutti e tre!
"Non ti offendere Samuel ma, se vuoi, puoi farti una doccia mentre finisco di preparare la cena. Buttiamo i vestiti in lavatrice e poi in asciugatrice e così sei a posto." azzarda un po' titubante Carla. In effetti il giovanotto non è proprio profumatissimo, tutti quei giorni in una cabina del camion non possono non lasciare una traccia odorosa...
"Hummm, beh, uff... scusatemi ancora, mi rendo conto di non essere proprio perfettamente presentabile... Se posso approfitto molto volentieri. Grazie infinite!"
In un battibaleno la chioccia gli porta asciugamano pulito, bagnoschiuma, shampoo e anche un accappatoio dal cassetto di nostro figlio! Servizio completo!
Il giovanotto sparisce in bagno incredulo che tanta fortuna possa capitare proprio a lui. Il tempo di apparecchiare la tavola per tre, aggiungere una ciocca di buon carpino nero al camino e stappare una bottiglia di Montepulciano d'Abruzzo e Samuel esce dal bagno avvolto nell'accappatoio, finalmente bello pulito e profumato... lui, non l'accappatoio...
"Ho messo i vestiti in lavatrice, vi dispiace se resto in accappatoio per la cena?"
"Ma figurati! Siamo alla buona noi, come avrai capito." gli rispondo mentre lo invito a sedersi a tavola e gli verso un bel bicchiere di rosso, servirà a scrostargli dalla gola la pessima bevanda albionica. Scusate ma i bevitori di the li considero alla stregua dei termosifoni... entrambi attraversati da acqua calda inquinata!
Carla riempie i piatti con generose porzioni di bucatini, una spolverata di pecorino romano e abbiamo la conferma che Dio esiste! Osservo il suo sguardo curioso mentre fa scivolare il fondo della pentola, con la parte migliore del sugo, nel piatto di Samuel. Mi pare che sia diretto un paio di palmi più giù rispetto al piatto...
Mi sporgo dalla sedia con la scusa di prendere una fetta di pane e ho la conferma ai miei sospetti. L'accappatoio è aperto sul davanti e l'attrezzatura da riproduzione del negretto si affaccia maliziosa dai bordi di spugna... Istinto materno sì, ma Carla è anche una meravigliosa porcona, sempre pronta a giocare al dottore, anche con chi scoppia di salute...
# Ma guarda la maialina! Penso tra me. Le piace il cioccolatino...#
Facciamo tintinnare i calici in un brindisi allegro e poi ci fiondiamo sulla pasta fumante. Che goduria! Per ripulire le fondine fino all'ultimo bucatino e all'ultima traccia di sugo impieghiamo parecchie fette di pane toscano, tante chiacchiere e risate alle battute a volte maliziose e soprattutto un paio di bottiglie di rosso! Una bella serata, trascorsa come se ci conoscessimo da sempre, al momento del caffé non c'é più alcun imbarazzo tra noi per la situazione alquanto singolare.
La moka sputa il liquido nero come il nostro ospite nelle tre tazzine già preparate col fondo di sambuca. Degno finale per una cena squisita!
Siamo anche un po' brilli, a dire il vero, ma contribuisce a rallegrare l'atmosfera. Samuel si offre di aiutare Carla a sparecchiare la tavola. Io resto seduto a finire l'ultimo bicchiere, esentato dalla mansione grazie all'aiuto offerto dal nostro ospite.
Carla resta in cucina a caricare la lavastoviglie e riporre in frigo gli avanzi, mantre Samuel fa la spola dalla sala da pranzo alla cucina con la maestria di un cameriere professionista. Resta ormai solo il mio bicchiere quasi vuoto e qualche tozzo di pane avanzato sul tavolo, quando mi stupisco dei minuti trascorsi dall'ultima volta che ho visto Samuel portare via qualcosa...
Incuriosito e anche un po' sospettoso raccolgo le ultime cose che languono sul tavolo e le porto in cucina.
Urca! Credevo avessimo mangiato a sufficienza ma evidentemente mi sbagliavo, almeno a giudicare dalla grossa banana nera che Carla si sta gustando in ginocchio davanti a Samuel! La porcona gli sta facendo un sontuoso pompino mentre lui è appoggiato al bancone con la testa reclinata all'indietro e gli occhi chiusi. Pare stia apprezzando la prestazione, dai silenziosi gemiti che emette.
Carla si sta strozzando con quel poderoso bastone nel tentativo di farlo sparire tutto in gola. Versi gutturali e soffocati accompagnano la pompa, fiotti di densa saliva le sgorgano dai lati della bocca in filamenti che colano sulle tette che ha liberato dalla maglia. Uno spettacolo super eccitante che in un attimo mi provocano un'erezione dolorosa.
Resto imbambolato ad osservare lo spettacolo, non mi hanno ancora visto, ma sono sicuro che la mia maialina non aspetti altro che la mia comparsa sulla scena. Appoggio quello che tengo in mano e inizio ad accarezzarmi l'uccello sopra i pantaloni. Il rumore scuote Samuel che mi guarda terrorizzato.
Lo tranquillizzo con un gesto della mano, imbarazzato non sa come comportarsi, ma il mio comportamento e soprattutto la pompa magistrale di Carla, lo convincono a restare immobile e continuare a gustarsi la sapiente lingua della bionda pompinara.
Le appoggia entrambe le mani sulla nuca attirandola verso il suo bacino. Buoni venti centimetri di giovane cazzo in pieno tiro spariscono nella bocca di Carla, che non protesta per l'ingombrante invasione, anzi... Poi inizia a scoparle la bocca con profondi movimenti del bacino, senza mai lasciare la presa dalla nuca.
Glielo sbatte in gola per almeno cinque minuti di fila senza sosta, appena il ragazzo molla la presa sulla sua nuca, mugolando di piacere Carla si sfila l'uccello dalla gola iniziando a segarlo con entrambe le mani a folle velocità.
Lo so bene per esperienza diretta che non si può resistere a lungo al suo "massaggio finale", ti sfinisce con una pompa e poi, come un matador nell'arena, ti dà il colpo di grazia con le sue mani esperte.
Quando lo sente pronto e pulsante apre la bocca e tira fuori la lingua guardandolo negli occhi mentre lo fa. E' il colpo mortale! Un fiotto biancastro esce dalla cappella prepotentemente, seguito da altri spruzzi ritmati che finiscono su tutto il viso di Carla. E' un vero spettacolo come la porca cerchi di dirigere i poderosi getti sulla sua lingua, leccandosi quelli che le finiscono sulle dita che continuano a stringere il randello. Non mollerà la presa finché non vedrà l'ultima goccia uscire da quel cazzo che non accenna a sgonfiarsi. Beata gioventù!
Solo quando glielo restituisce bello lucido e pulito, dandogli anche un buffetto sulla cappella, faccio la mia entrata in scena con una proposta:
"Visto che è ancora duro, che ne dite di continuare tutti tre in camera da letto?"
Mi guardano entrambi con un sorriso che non preannuncia rifiuti...
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