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Colpevoli: strane sparizioni


di PattyeFranco
01.12.2016    |    11.653    |    8 9.5
"Presi quella dell'accappatoio, come una piacevole proposta, infatti Mario si alzò e andò dritto in doccia, Franco ed io andammo in camera, dove dopo un..."
Questo mio nuovo racconto, risale a circa una ventina di anni fa.
Da qualche tempo mi ero resa conto che mi sparivano degli slip, non mi rendevo conto dove andassero a finire, chiesi a Franco se avesse qualche idea, ma niente, neppure lui sapeva darsi spiegazioni.
Cercammo in tutti i modi di capire l'arcano, di capire che fine facessero, pensammo a tante possibilità, ma nessuna era particolarmente convincente, finché una sera scattò il dubbio.
Avevamo a cena due nostri cari amici, una cena come tante altre che erano capitate altre volte, anche con loro singolarmente, semplici cene, con nessun altro fine dietro, loro erano totalmente all'oscuro dei piaceri miei e di Franco.
Mario era particolarmente carino e simpatico e c'era una certa affinità tra noi, per Franco era quasi come un fratello, anche se tra me e lui, prima che mi fidanzassi con Franco, c'era stata una piccola parentesi, ma niente di particolarmente impegnativo, cose di gioventù e con scarsa esperienza da parte di entrambi. L'altro Loris, era un collega di lavoro di mio marito che poi si era fatto amico anche di Mario, con lui c'era proprio una semplice amicizia, nata solo per il fatto di essere collega di lavoro.
La cena proseguì in modo del tutto normale, come tante altre, ridendo e scherzando e bevendo.
Ed ecco che il giorno dopo mi accorsi che mi era scomparso nuovamente uno slip, da qui nacque il dubbio che poteva essere stato uno dei due a farli sparire. Come altre volte, erano nel cesto della biancheria pulita pronta da stirare, sopra la lavatrice in bagno.
Rivelando a Franco i miei dubbi, i pensieri andarono dritti a Loris. Mario, ad entrambi, sembrava il meno sospettabile. Ma come fare ora per scoprire chi fosse il vero ladruncolo? Non che ero arrabbiata per quelle sparizioni, ormai era solo scoprire il mistero, anche perché colui che si prendeva le mie mutandine, quasi certamente, sotto sotto aveva un certo desiderio o piacere nei miei confronti o più che di me, della mia passera.
La cosa ormai mi intrigava particolarmente, sinceramente non avevamo un'idea precisa, ma eravamo convinti di risolvere il problema. Si decise di organizzare nuovamente una cena con entrambi, lasciando nuovamente due o tre mutandine nel famoso cesto.
Arrivò la serata e tutto cominciò nel modo più naturale possibile, l'unico modo per scoprire chi dei due fosse il colpevole, era andare a controllare dopo che ognuno di loro era andato in bagno. Visto che si pasteggiava con parecchia birra, si andava spesso a scaricare.
Naturalmente, con la scusa di andare in camera o in bagno davo una controllata in alternanza con Franco. Per quasi tutta la serata tutto era filato liscio, ma le mutandine non sparivano, forse ci eravamo sbagliati o il colpevole aveva deciso di smettere.
Solo verso la fine serata ci fu il colpo di scena, Loris era il tipo che andava a letto presto, quindi nel momento che se ne stava andando, Franco andò ancora a controllare che le mutandine ci fossero ancora tutte, visto che era per noi il più sospetto, ma niente, erano ancora li tutte.
Andato Loris, Mario, come spesso accadeva, si fermò ancora, guardando la tele, parlando e bevendo birra, con lui si tirava sempre molto tardi.
Io e Franco ormai non pensavamo più alle mutandine visto che il sospettato maggiore se ne era andato, ma proprio dopo che Mario era andato in bagno un paio di volte, quando ci andò Franco si rese conto che una mutandina era scomparsa, quindi il colpevole non poteva che essere Mario. Franco mi chiamò in camera per dirmelo, non capivamo bene il motivo di questa sua mania. Ormai l'arcano era risolto, ma stranamente la cosa non mi fece per niente arrabbiare, anzi la cosa mi eccitò abbastanza, tra noi c'era un ottimo feeling e confidenza, tanto che non mi sentivo proprio di arrabbiarmi, restava solo da capire come mai di questa cosa, sapevamo che bene o male, lui avesse ancora un piccolo debole per me, ma prendere le mutandine non lo capivamo.
Così dissi a Franco che era il momento di giocare un po' su questa cosa, la cosa mi stava prendendo bene, volevo in qualche modo far uscire la cosa, ma nel modo migliore, Mario non mi dispiaceva e per Franco non c'erano problemi..
Visto che in quella serata avevo una gonna, anche se non proprio mini, avrei potuto partire da li.
Mi tolsi le mutandine, cosi da poter giocare proprio su quello. Non so cosa avrei fatto di preciso, come mi sarei comportata, ma sapevo che qualcosa ci avrebbe ispirati.
Nonostante quel che si pensi, è sempre un po' imbarazzante per un donna mostrare le proprie nudità così sfacciatamente, almeno per me, doveva sempre salire quella forte esaltazione, che comunque era già ad un buon punto. Io e Franco avevamo già fatto qualche pensierino su Mario, ma non c'era mai stata occasione per mettere in pratica certe fantasie, questa poteva essere la volta buona.
Tornò di là prima Franco e poi io, in modo del tutto naturale, non doveva assolutamente sospettare che lo avevamo scoperto. Diciamo che il gioco iniziò quasi all'istante, quando arrivando in salotto andai a sedermi in poltrona accavallando le gambe, non mostrai subito che ero senza mutandine, ma cominciai con il provocarlo, non perdevo occasione per alzarmi e poi sedermi facendo anche in modo che la gonna salisse sempre più; una volta feci cadere in terra il telecomando così che nell'abbassarmi a raccoglierlo potesse tentare di sbirciare meglio.
Fu Franco l'istigatore, cominciando a cambiare i canali sulla TV, fino a fermarsi sui soliti canali dei numeri erotici, quindi subito da buoni maschi iniziarono a parlare di belle gnocche e balle varie.
Mario ad un certo punto se ne uscì con una sua frase verso Franco: “Ma non dirmi che ti perdi a guardare queste cose, con una moglie come la tua, quelle lì sono tutte finte”. Franco puntualmente rispose:”No non mi ci perdo certo con loro, ci mancherebbe, mi basta lei. Specialmente in questi ultimi tempi....”, e si fermò li, senza dire cosa succedesse negli ultimi tempi.
Mario restò sorpreso da questa sua affermazione, ma Franco restò sul vago, aspettando una mia mossa, così che appena Mario guardò verso di me, come per chiedere a me la cosa, scavallai le gambe per riaccavallarle dall'altra parta, mostrando molto chiaramente che non avevo le mutandine.
Io ero già eccitata al pensiero di cosa poteva succedere, Mario era comunque sempre stato nei miei pensieri erotici, oltretutto c'era un'ottima sintonia con lui.
Mario restò del tutto sorpreso, non sapeva proprio che dire, rimase in uno stato di imbarazzo tale, da restare senza parole. Si girò verso Franco che era seduto di fianco a lui, con uno sguardo goffo. A questo punto Franco gli disse:”Hai visto perché non mi ci perderei con quelle lì? E' da un po' che gira così, senza slip, e certamente preferisco lei a loro, non ti sembra più eccitante?”. Mario era senza parole, in totale imbarazzo, non sapeva proprio cosa rispondere, la sorpresa era stata sicuramente forte, era rimasto come inebetito, finché per sciogliere questo suo stallo, mi alzai in piedi e sollevandomi la gonna, mostrando con spudoratezza la mia passera, gli dissi:”Purtroppo c'è qualcuno che mi sta facendo sparire le mie mutandine e quindi mi ritrovo costretta a girare senza, quasi certamente me le rubano apposta per non farmele più mettere, quel tipo facilmente mi preferisce così , tu cosa ne pensi?” Restando con la gonna sollevata e piena di eccitazione, aspettai la sua risposta che non tardò ad arrivare, nonostante il suo imbarazzo, sapendo di essere lui il colpevole e di ritrovarsi ormai forse scoperto, con voce estremamente tremolante disse:”Certo che ti preferisco così, ci mancherebbe, ormai avevo perso ogni speranza...” diventò rosso in viso, poi continuò:”... speravo proprio di vederti una sera senza slip, per quello te le portavo via, era un modo indiretto per farti capire che non ti servivano, sperando veramente di vederti una volta senza, sempre nel rispetto di Franco”, a questa sua confessione, scoppiai a ridere e presa da una forte euforia, non potei far altro che lasciarmi andare verso di lui baciandolo appassionatamente, poi gli dissi sorridendo:”Sei proprio scemo, ma cosa ti passa per la testa a te”.
Poi si girò verso Franco chiedendogli scusa per la cosa, perché era un desiderio che mai avrebbe osato chiedere, vedermi senza mutandine sotto la gonna.
Ormai la tensione si era sciolta, così mi misi a sedere sul divano in mezzo a loro e con la gonna ancora sollevata, lasciando la passera in bella vista.
Mario non osava ad allungare una mano, limitandosi solo a furtivi sguardi.
Sicuramente la situazione per lui non era facile, non sapeva certo come comportarsi, pur essendomi lasciata andare a quel bacio, per Mario era ancora una cosa del tutto nuova e inaspettata.
Io ormai fremevo, sentivo una forte voglia dentro di me, ma come sempre non volevo essere io a fare il primo passo.
Come sempre fu Franco ad iniziare i giochi, lui il diavolo tentatore, iniziando cosi a baciarmi con passione e iniziando ad allungare la mano sulla mia passera. Mario era estremamente fermo e imbarazzato, guardava e non osava proprio ad allungare una mano.
Franco mi slacciò pure la camicetta, sollevandomi anche il reggiseno, ormai più di così, cosa potevamo fare? Io, ormai, ero già al punto di non ritorno, sentivo sempre più il desiderio di provare tanto piacere e sentire finalmente Mario senza l'inesperienza dei tempi passati.
Niente non si decideva, restava fermo, così presa da questa voglia che mi assaliva, mi girai verso di lui ed iniziai a baciarlo, finalmente riuscii a sciogliere quel suo stallo, e con passione cominciò ad accarezzarmi il seno.
“Wow, finalmente, ci voleva tanto?” gli dissi, Lui rispose:”Non sapevo cosa fare, a Franco magari non andava che ti toccassi, boh non so!!!!”, ma non gli diedi modo di continuare la risposta e tornai a baciarlo, mentre Franco, mi stava letteralmente facendo impazzire con la mano nella passera, le sue dita erano particolarmente intente a penetrarmi, e siccome si era avvicinato pure con il viso, la sua lingua si impegnava a stuzzicare il mio clitoride.
La cosa era cominciata per il meglio, Mario si era finalmente sciolto, ed iniziò oltre che baciarmi con la passione che si voleva, anche ad accarezzarmi il seno ed abbassarsi a baciarmi e stuzzicarmi con la lingua i capezzoli ormai duri. Ero piacevolmente immersa nei piaceri che stavo provando, e ormai anche Mario e Franco stavano godendo della piacevole situazione.
Ormai mi avevano letteralmente spogliata, solo la gonna mi era rimasta addosso, ritrovandomi sdraiata sul divano, con una gamba sullo schienale e l'altra giù, decisamente a gambe divaricate al massima, per dare maggiore movimento alle mani e alla lingua di Franco, mentre con la testa ero appoggiata su Mario, naturalmente sentendo il duro del suo eccitato pene.
E fu proprio a sentire questo duro, che mi spinsi a spostarmi un pochino a slacciandogli i pantaloni mi presi tra le mani quella specie di obelisco, per la miseria non me lo ricordavo certo così ben dimensionato, cominciai dapprima accarezzandolo dolcemente con la mano, era tremendamente duro ed eccitato e per quello andavo con leggerezza.
Poi lentamente me lo passai sulle labbra come fosse un rossetto, baciandolo sul glande per poi risucchiarmelo dentro. Vabbè che erano passati parecchi anni, ma era veramente più di quello che mi ricordavo.
Troppo eccitata e ansimante, gemevo e godevo, sotto le mani e la lingua di Franco. Soffocata nel respiro, nell'affondare con la bocca sul pene di Mario, così che partii in un esplosivo orgasmo, iniziando a contorcermi sempre più.
Franco nel vedermi così tremendamente e spasmodicamente preda di questo orgasmo, incrementò ancora di più il movimento delle dita nella mia passera e i battiti della lingua sul clitoride. Nel mio ansimare, senza rendermi conto di quanto stavo godendo, incrementai pure io il masturbare e succhiare il pene di Mario, e purtroppo vista la tanta intensità, non potè evitare dal godere, appena in tempo, lo sfilò dalla mia bocca per schizzarmi tutto il suo caldo sperma sul seno.
Lentamente esaurii anche il mio orgasmo, ma subito Mario mi disse:”Cavoli Patty, con più calma no? La tua eccitazione e convinzione in quel pompino, non sono riuscito a resistere...” , non lo lasciai continuare con il suo parlare, mi tirai su un attimo e lo baciai con trasporto, per poi sussurrargli: “non crederai che è finita qua!!!”.
Per un po' restammo rilassati tutti e tre sul divano, sempre presi da carezze, baci e anche da battute particolarmente piacevoli su questa nostra nuova condizione.
Poi mi alzai e andai in bagno per ripulirmi dallo sperma che ancora avevo addosso.
Avevo proprio voglia di questo piacevole diversivo, ma avendo anche voglia di scherzare un po' sul fatto delle mutandine scomparse, avendo ancora addosso la gonna, decisi per dispetto, di infilarmi un paio degli slip che erano rimasti nel cesto. Tornai di là e andai in cucina a prendere delle birre, intanto anche Mario andò a darsi un lavatina.
Dissi a Franco delle mutandine e subito si fece una risata e disse: “Adesso lo fai diventare più matto di quello che è”. Appena ritornò dal bagno, brindammo alla nostra amicizia e alla favolosa situazione in cui ci stavamo imbattendo
Dopo il brindisi andai a rimettermi seduta sul divano in mezzo a loro due; Franco che era estremamente effervescente in quel momento, si girò deciso verso di me e di nuovo, iniziò a baciarmi. Mi lasciai andare decisamente a quel bacio tremendamente coinvolgente. Mario subito si piombò a baciarmi ed accarezzarmi il seno. Credo che questa fosse stata una di quelle situazioni che tutti aspettavamo da tempo, senza osare a rivelarlo, L'amicizia tra noi, in effetti, sfociava sempre in qualcosa di molto intimo, seppur in modo celato.
Oltre alla tanta voglia di passione che si respirava, restava dentro me, anche una sensazione di divertimento, pensando a quando Mario avesse scoperto che mi ero infilata le mutandine.
Ormai ci eravamo abbandonati nel mondo del piacere, un piacere da tempo desiderato, ma che nessuno aveva mai osato svelare.
Durante quel fantastico bacio di Franco, Mario dopo essersi gustato ben bene i miei seni, allungò una mano sulla gamba per poi salire lentamente. Mentre saliva, tendevo a chiudere le gambe, quasi a non farlo arrivare al punto tanto desiderato, quasi a fargli credere che non volessi. Ma la voglia per tutti era tanta, alla fine lo lasciai arrivare al punto tanto agognato, scoprendo così, che avevo gli slip.
Si fermò e guardandomi mi disse:”E no, dopo tutto quello che ho fatto per non fartele più mettere, tu le metti proprio in questa situazione?” lo guardai trattenendomi dal ridere e gli dissi:”E no caro mio, troppo facile, se proprio vuoi vedere e toccare, devi pagare pegno e provare la soddisfazione del togliermele, non è la stessa cosa che trovarsela già bella e pronta.”. Non se lo fece ripetere due volte, si alzò dal divano, mi fece allungare e sollevandomi bene la gonna, prima mi osservò con le mutandine, poi prese a sfilarmele lentamente, voleva gustarsi piano piano il piacere di toglierle.
Sfilandomele, si abbassò baciandomi sul pelo, per poi avvicinarsi alle labbra della passera, stavo provando una piacevole sensazione, Mario che finalmente mi sfilava le mutandine come si doveva.
Dopo averle definitivamente tolte, le prese e se le infilò in tasca e mi disse: “Beh queste devo proprio tenerle come cimelio, non le ho prese di nascosto, ma me le sono guadagnate sfilandotele, tranquilla ti riporterò le altre” e scoppiammo a ridere.
Poi ripartì deciso sulla mia passera, decisamente voleva dimostrarmi che non era il Mario che avevo conosciuto parecchi anno prima, voleva dimostrarmi che ora ci sapeva sicuramente fare.
E già all'iniziò si dimostrò capace, allargandomi bene le gambe, iniziò con il percorrermi la passera con la lingua, con tutta la dolcezza che ci voleva. La percorreva per tutta la lunghezza, per poi cominciare a soffermarsi sul clitoride, stavo provando uno strano piacere. La sua dolcezza era impressionante, poi iniziò con le dita a sfiorare tra le labbra e anche lì con un forte autocontrollo, riuscendo a farmi avvertire dei forti brividi; senza frenesia e impulsività riusciva a farmi provare qualcosa di estremamente piacevole. Non mi aveva ancora penetrata con le dita, che io già iniziavo a contorcermi per il piacere.
Franco, pure lui, seguendo l'esempio di Mario, mi baciava sulle labbra e sul seno con dolcezza e passione, con le dita mi sfiorava sulle labbra e poi mi baciava, poi lo stesso faceva sul seno,
Quella strana sensazione di calma e serenità sembrava quasi contagiosa, tra loro si sentiva una certa intesa e un buon affiatamento, con l'intenzione di farmi godere di nuove sensazioni.
Arrivò anche il momento di sentire le dita di Mario affondare tre le labbra, sentirle a stuzzicare quei punti tanto cruciali. A quella dolce penetrazione già lasciai sfuggire un gemito di piacere, stavo godendo lentamente di una grande sensazione di leggerezza e piacere.
Sicuramente Mario si era fatto una buona esperienza, sapeva come farmi provare lentamente tanto piacere. La sua lingua e le sue dita erano piacevolmente estasianti, assaporando di conseguenza un muto ed intenso godimento.
Si, stavo godendo, pure io senza tanta frenesia, ma con estrema serenità. Molti i piaceri provati, ma in un nuovo e piacevole modo di godere .
Lentamente comunque l'effervescenza e l'eccitazione andavano sempre più aumentando, quando ad un certo punto, con un dito andò a sfiorare anche il buchino dietro, dapprima solo sfiorandolo per poi affondarci dentro lentamente, fu questo l'innesco perfetto per farmi esplodere, iniziai ad aumentare con il contorcermi e ad aumentare con sospiri e gemiti di estremo piacere.
A questo punto non potei resistere dal prendermi tra le mani il pene di Franco che ormai si era completamente spogliato, e dopo una prima mini masturbazione, con una mano me lo portai alla bocca e tra baci e leccamenti me lo affondai decisa tra le labbra scorrendolo completamente, scoppiando poi in un frenetico orgasmo. Portata a questo orgasmo con dolcezza, iniziai ad avere forti impulsi di incitazione a farmi godere sempre più, succhiavo il membro di Franco con tale frenesia, da rischiare di farlo venire subito, riuscivo a fermarmi solo per incoraggiare Mario ad aumentare il suo farmi impazzire con lingua e dita.
Potrei definire la calma iniziale, come la famosa “quiete prima della tempesta”, Dopo tanta calma cominciava la grande frenesia del desiderio sessuale. Nonostante il pene di Franco tra le labbra che percorrevo fino in fondo, ansimavo, gemevo e urlavo. Anche Mario stava perdendo il suo self-control e di botto, quasi all'esaurirsi di questo orgasmo, si alzò e mettendosi in qualche modo sul divano, mi allargò decisamente le gambe sollevandole e mi penetrò con particolare entusiasmo. Peggio di un innesco, fu come accendere le polveri di nuovo, quell'orgasmo, invece di interrompersi aumento d'intensità.
L'ebbrezza in quel momento era altissima, urlavo e godevo, godevo ed urlavo, Franco era agli estremi, nel vedermi cosi tremendamente effervescente e vista la mia frenesia nel masturbargli il pene unitamente allo scorrere delle labbra, scoppiò decisamente, appena il tempo di sfilarlo dalla bocca, che esplose con intensi schizzi di sperma, gemendo pure lui nell'intensità di questo momento.
Riuscì ad evitare di schizzarmi addosso, così che appena si scostò, Mario riuscì ad avvicinarsi alla mia bocca baciandomi con una smania impressionante. Lui aveva già goduto in precedenza, quindi stava resistendo bene a tutta questa foga, impressionante l'intensità con cui mi stava penetrando, baciando e anche massaggiando il seno.
Un susseguirsi di orgasmi, per il gran godere, lo stringevo affondando le unghie nella schiena. Franco nel frattempo se ne era andato in bagno a pulirsi e io rimasi sola con Mario.
Proprio on quel momento, Mario preso da tanta euforia, volle che lo cavalcassi, quindi sfilò il suo ultra eccitato pene, per mettersi seduto sul divano, permettendomi di mettermici sopra. Fu subito un nuovo idillio sentirlo affondare nuovamente, ora potevo gestire il piacere a modo mio, iniziai cavalcandolo lentamente. Lui subito si fiondò a baciarmi con profonda passione, mentre con le mani andò a stuzzicare nuovamente il seno, un insieme di piacevoli sensazioni.
Il suo bacio era molto intenso e ogni tanto smetteva per andare a baciarmi sul collo e dietro le orecchie, mordicchiandomi pure i lobi, impressionante il piacere che provavo, sapeva dove e come baciare e toccare per farmi aumentare sempre più il desiderio e il piacere.
Infatti in quella situazione scoppiai nuovamente in un gradevole orgasmo, iniziando così a cavalcarlo con maggiore enfasi, il suo pene lo sentivo profondo nella mia passera bagnata dai tanti orgasmi avuti.
Fortuna che in quel periodo abitavamo in una casa abbastanza isolata, perché i miei gemiti e i miei ansimi superavano sicuramente il volume della televisione, e in più ai miei si unirono anche quelli di Mario, che era all'estremo. Anche lui stava per godere, infatti tutto ad un tratto mi sollevò di peso e facendomi inginocchiare di fronte a lui, si alzò in piedi di scatto schizzandomi con tanta intensità, mi riempì nuovamente e completamente il seno del suo sperma, poi si abbassò in ginocchio e baciandomi, iniziò a massaggiare il mio seno, spalmandomi quel liquido caldo, come fosse una crema.
Ero esausta e lui non era da meno, per cui alla fine di questo piacevole finale, ci buttammo nuovamente su quel divano. Arrivò anche Franco baciandomi pure lui con la sua estrema passione di una persona che ti ama.
Non so se era a causa di desideri arretrati, ma sicuramente sentivamo ancora forti desideri di continuare, di provare nuove sensazioni. Stranamente con Mario sentivo forte l'aspirazione di provare quello che ai tempi non mi aveva saputo dare, ma che sicuramente ora era in grado di fare.
Non osavo in quel momento chiedergli di continuare, ma sicuramente la tentazione era forte, nonostante la stanchezza, si sentiva dentro la voglia di continuare. Lì svaccati sul divano, le carezze non finivano e i baci erano un susseguirsi da parte di uno e poi dall'altro. Le mie mani accarezzavano loro, ma andavano sempre a finire sui loro membri momentaneamente rilassati, ma che sotto le carezze lentamente iniziavano a dare nuovi segni di vita.
Vista l'ora tarda, temevo quasi che Mario dicesse: “E' tardi, sarà meglio che mi vesto e vi lascio, grazie di tutto e buonanotte”, invece dopo una lunga pausa rilassante, disse: “Mi permettete di farmi una doccia? Mi rilassa e mi ridarà sicuro vigore per continuare a sfogare tutti i nostri desideri repressi fino ad oggi, sempre che il mio amico Franco ce la fa ancora”, Io e Franco restammo sorpresi da questa sua frase, sicuramente io ne fui felice, non sapevo cosa avremmo ancora potuto combinare, ma sapevo che la notte sarebbe diventata molto lunga e sicuramente piena di piaceri, poi Franco gli rispose: “Vai tranquillo che non ho ancora problemi, la doccia sai dov'è, poi l'accappatoio te lo porta Patty.
Presi quella dell'accappatoio, come una piacevole proposta, infatti Mario si alzò e andò dritto in doccia, Franco ed io andammo in camera, dove dopo un nuovo e passionale bacio, lui si sdraiò, e io mi recai a portare l'accappatoio a Mario, sapendo che quello sarebbe stato un nuovo inizio, perché anch'io avevo assoluto bisogno di una doccia, dovendomi ripulire dallo sperma che ancora avevo addosso, sebbene ormai asciugato.
Naturalmente ci trovammo entrambi sotto la doccia assieme e dopo nuovi baci e carezze, sentendo il membro di Mario tornare dal riposo e riprendere il suo vigore tornando alla sua magnificenza, mi abbassai ed iniziai di nuovo, giocandoci con le mani e la bocca, con una mano gli accarezzavo e stringevo i testicoli, con l'altra accompagnavano il movimento delle mie labbra sul suo pene, eravamo soli io e lui, immersi di nuovo ai piaceri del fare del sesso con amore e desiderio. Si, Franco era rimasto in camera, per permetterci di provare, forse vecchi sfoghi che ai tempi non c'erano stati, ma tanto desiderati.
Mi fermo qua, dicendo che la notte fu ancora molto lunga, tornando anche alle attenzioni di Franco provando nuovi piaceri, nuovi desideri, ritrovando in Mario, non solo una vecchia fiamma e un fedele amico, ma anche un piacevole amante.
Il buono di tutto, e subito da quella sera, fu ben chiaro lo spirito di questa nostra avventura, io ero solo ed esclusivamente innamorata di Franco, tra me e Mario c'era un piacevole affetto e un volersi bene come persone ed amici, e tutto quello che succedeva tra noi, nelle nostre fantastiche e saltuarie occasioni, era un piacevole sfogo per tutti, il tutto fatto si con amore, ma l'amore di provare emozioni e piaceri assieme, lasciandoci andare anche alle più svariate fantasie, senza andare ad urtare i sentimenti dell'uno o dell'altro.
Ah!!! dimenticavo, Mario mi restituì, giorni dopo tutte le mutandine che si era preso, ma si trattenne le ultime, quelle che mi aveva sfilato. Ancora oggi, anche dopo, essersi sposato, ha ancore quelle mutandine, naturalmente di nascosto della moglie che non ha mai saputo niente di noi e ancora non sa niente, non so come faccia a tenergliele nascoste, ma le sta tenendo come un vero cimelio....
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