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Un giro per le Cantine della Valtellina


di PattyeFranco
27.10.2017    |    17.314    |    8 9.5
"Masturbavo Gianluca e Mario con determinazione, alternandomi ora sull'uno, ora sull'altro con tanto di lingua per poi affondarli tra le labbra e scorrendoli..."
In questi giorni in Valtellina, si è svolta la festa delle cantine, nella cittadina di Morbegno.
Dietro invito di alcuni amici abbiamo deciso di andarci, c'eravamo già stati qualche anno fa, ma quest'anno all'arrivo abbiamo scoperto che molto era cambiato, quest'anno avevano unito i giri per le cantine con la festa del Bitto (Formaggio tipico della zona).
Naturalmente gli amici con cui siamo andati quest'anno, sono estranei e molto lontani da certi giochi di piacere, però in questa occasione, mi è tornata alla mente la fantastica giornata, sempre in occasione delle cantine di qualche anno fa.
Sarà passata una decina di anni da quella giornata, ma i ricordi sono ancora molto chiari e piacevoli.
Eravamo andati con Mario, il nostro amico già conosciuto da alcuni di voi in un altro racconto.
Naturalmente sapendo di andare per cantine ad assaggiare vini, decidemmo di farci accompagnare da un altro amico, Gianluca, che non ci avrebbe seguiti nelle cantine in quanto astemio, ed avrebbe approfittato per passare da alcuni parenti in zona ed avendo una casa in zona, ci avrebbe aspettati li o al massimo sarebbe venuto a prenderci a fine serata, a seconda dello stato in cui ci saremmo ritrovati.
Al momento della decisione di passare una giornata per cantine, con Mario stipulammo un patto, cioè che non ci fosse sua moglie, (semplicemente per chi non lo sa, è una rompi, primo perché non beve e poi perché avrebbe rotto per tutto il tempo a causa della sua puzza sotto il naso).
Per Mario non fu certo un problema accettare il patto, perché nel momento in cui rivelammo a sua moglie la decisione di andare alle cantine, lei disse subito: “Io non vengo di certo, non ho voglia di rompermi, in giro per cantine piene di muffa, ragnatele e ubriachi”. Bene, problema risolto senza tante parole.
Ebbene l'amico Gianluca, ci lasciò nella piazza di Morbegno e si allontanò. Era il primo pomeriggio e c'era già molta gente. La scelta delle cantine era tra tre possibili giri (Verde, Rosso e Giallo, differenti solo per la qualità dei vini e qualche cantina), la decisione cadde subito su quello Verde, meglio partire dalla base. Non sapevamo ancora come funzionasse bene la cosa.
Cominciò così la giornata tra cantine e centro storico di Morbegno. Scendere nelle caratteristiche cantine, provare un paio di vini e poi risalire per passare alla seguente, il tutto nella massima gioiosità dei luoghi. Il saliscendi nelle prime cantine, si svolse nella massima tranquillità, poi più si proseguiva il circuito, più si cominciavano a formare le code per poter scendere in queste cantine, e anche il vino cominciava a fare i suoi primi effetti, l'umore andava migliorando e cominciava a portare ad una maggiore socializzazione, aumentando così anche una certa disinibizione.
Come già detto, con Mario c'era già un certo feeling, quindi con il proseguire cantina dopo cantina, aumentava anche una certa disinvoltura e spregiudicatezza, arrivando così a baciarci in alcuni momenti di attesa, prima di scendere in alcune cantine.
Si rideva e scherzava anche con altri, ormai compagni di viaggio tra quelle cantine.
Eravamo a poco più della metà delle cantine, che già il vino iniziava a farmi salire certi calori, Franco e Mario, a volte approfittavano a stuzzicare altre ragazze, non sempre con molto successo, ma il tutto sempre con la massima giovialità.
Naturalmente più si proseguiva, più la spregiudicatezza aumentava, Mario cominciava ad essere sempre più intraprendente nei miei confronti, Franco non da meno, e che dire di me? Beh mi rendevo conto che stavo lentamente perdendo i miei freni inibitori.
Salendo da una cantina, Mario si accorse di un angolo semibuio e particolarmente nascosto alla massa, quindi mi prese per un braccio trascinandomi in questo anfratto, ed iniziò a baciarmi con la passione di un vero amante. Non si accontentò solo di baciarmi, ma infilò anche le mani sotto la gonna, per andare ad intrufolarsi sotto le mutandine ed accarezzare la mia passera ormai già in preda a desideri.
“Per la miseria Mario, c'è gente in giro, evitiamo che qualcuno ci veda” gli dissi ad un certo punto, sentendo quanto fragile ero già in quel momento.
Naturalmente questo aumentò in me, voglia e desiderio, aiutata anche da un ambiente ormai ebbro, pieno di euforia e di buon umore.
Mario si rese conto, che era meglio uscire da quel nascondiglio, anche perché qualcun altro avrebbe potuto sicuramente infilarcisi dentro, non eravamo i soli vogliosi di piacere.
Franco si accorse della nostra scomparsa, solo dopo essere uscito all'aperto; quando ci vide sbucare dalla porta della cantina, ridendo disse: “Ma dove cavolo siete finiti? Fatto un altro giro in cantina?”, Mario ormai supportato dagli effetti dell'alcol, gli rispose: “No ci siamo semplicemente persi negli anfratti della Cantina”, Franco capì subito cosa intendesse.
Poi ci avviammo alla cantina seguente, ormai in me si era acceso il fuoco, la voglia di godimento era sempre più in aumento e Mario ad ogni occasione approfittava per ricordarmi quanto anche lui aveva voglia di me. Fortuna che con la massa di gente che c'era, alle volte si doveva stare buoni e quieti, sbollendo certi bollenti spiriti.
Durante un altro trasferimento tra una cantina e l'altra, ci ritrovammo in un viottolo quasi deserto, e Mario nuovamente approfittò per baciarmi. Fortuna nessuno ci conosceva e nessuno sapeva precisamente chi era mio marito, così che potevo anche lasciarmi andare a qualche bacio in più. Ma il bello era, che quei baci diventavano sempre più passionali a dimostrazione che il desiderio di andare oltre era sempre maggiore.
Nonostante nelle cantine si stuzzicava anche degli ottimi prodotti locali, arrivò anche l'orario di mangiarci qualcosa di consistente, ormai ci restavano solo un paio di cantine da visitare.
Io avevo anche bisogno di fare un po' di Plin Plin, loro potevano approfittarne di qualche angolo sperduto, ma per me era quasi impossibile, infatti ci fermammo in un luogo dove si poteva mangiare solo in piedi, a sedere era impossibile, ma perlomeno si poteva andare in bagno.
Andai dritta e decisa in quel bagno, ma non si poteva chiudere la porta, così che tornai di là pregando Franco o Mario di accompagnarmi. Naturalmente fu Mario ad offrire la sua disponibilità, ci avrei scommesso. Una volta arrivati al bagno, anche lui volle entrare per tenere la porta chiusa, ma ancora una volta approfittò dell'occasione per baciarmi e andare ad intrufolarsi sotto la gonna, prima che potessi pisciare.
Mario, ormai, non sapeva più trattenersi, mi stava tentando in tutti i modi, sentivo che era sempre più desideroso di baciarmi, toccarmi, e sicuramente anche andare oltre. Sapevo comunque che non era solo l'effetto del vino, quello aveva solo contribuito ad aumentare la spregiudicatezza nell'affrontare il tutto e naturalmente aumentare anche il desiderio, lui aveva proprio il desideri di liberare il suo ardore nei miei confronti.
Infatti prima di uscire dal bagno, volle darmi un bacio nuovamente con tanta passione, ma anche baciare seno e passera, anche se in tutta fretta, perché fuori altri aspettavano di entrare..
Dopo la cena finimmo il giro delle cantine, ce ne erano rimaste ancora solo due, fortuna che era talmente pieno di gente, che riuscimmo a resistere alle forti tentazioni, se non solo qualche toccamento furtivo nella massa.
Ebbene dopo l'ultima cantina, si decise di fare un altro giro, ma in un paese vicino. Per andarci, però si doveva prendere il bus navetta o in alternativa, chiamare Gianluca, optammo per il bus navetta.
Quando arrivammo alla fermata, il bus Navetta, era appena partito; dovendo aspettare il seguente, andammo a sederci su una panchina. Eravamo comunque ancora lucidi e consapevoli del nostro stato, ma anche in questo momento di attesa, in un attimo di apparente calma, Franco ed io iniziammo a baciarci con passione, ormai la maggior parte erano in coda, in attesa di scendere nelle cantine. Mario questa volta dovette restare a guardare noi a baciarci, ma era a tutti gli effetti eccitato da un forte desiderio, anche se non era l'unico.
Arrivò finalmente il Bus Navetta e salimmo, andando a sederci dietro. Il Bus restò fermo una quindicina di minuti, in attesa di far salire altre persone, tempo che bastò a Mario per baciarmi ed allungare le mani nuovamente sotto la gonna, ma anche per far esplodere in me la spregiudicatezza del momento, infatti durante quel bacio, allungai la mano slacciandogli i pantaloni ed intrufolandola sotto i suoi boxer. Mi sentii in mano un massiccio pene, tremante ed eccitato, desideroso di baci e carezze, ma dovetti limitarmi alle sole carezze fino a quando il bus non partì.
Fu appena fuori da Morbegno, in un tratto di strada abbastanza buio, che decisi di abbassarmi e gustarmi questo delizioso gelato, la troppa eccitazione e l'ebbrezza del momento, mi avevano spinto ad essere tanto spregiudicata e tanto trasgressiva.
Era salita poca gente sul bus, e la maggior parte si erano seduti davanti, noi in pratica restavamo coperti dai sedili, quindi mi lasciai andare in modo esagerato. Mario era estremamente fuori di se, trattenendosi a fatica dal gemere, in qualche modo riuscì anche a sollevarmi la camicetta ed infilarsi ad accarezzarmi il seno, scostando il reggiseno. Che piacevole ed intrigante situazione. Franco ormai faceva solo di guardia, ma pure lui eccitato nel vedermi così passionale in quel dolce leccare il pene di Mario, per poi affondarlo dentro la mia bocca. Ero troppo decisa in questo mio adoperarmi a gustarlo a fondo, tanto che Mario si trovò costretto a fermarmi, sussurrandomi, che lo stavo facendo godere e che stava per esplodere. Mi interruppi solo perché ormai eravamo a destinazione, e dovevamo entrambi darci una sistemata. Sollevandomi, mi accorsi che un ragazzo, qualche sedile più avanti, in qualche modo ci stava osservando, forse non aveva visto chiaramente, ma sicuramente aveva intravisto qualcosa tra gli spazi dei sedili e sicuramente immaginato cosa stesse succedendo, Franco aveva fatto purtroppo poca guardia, distratto naturalmente anche lui dal mio ardore. Mi risistemai il seno nel reggiseno, sistemando pure la camicetta, ma ecco che in Mario si accese la lampadina della sua trasgressione, il suo desiderio di sapermi senza mutandine, così prima che il bus si fermasse, mi invitò a sfilarmele. Non feci certo resistenza, anzi, tutto questo ormai era un piacere, senza mutandine e con le immancabili autoreggenti, diventava tutto, ancora più intrigante e così mi salì troppo il desiderio della trasgressione, aiutata da quell'ormai lontano blocco psicologico, che è l'inibizione, così me le sfilai senza problema.. Ero comunque, sempre cosciente dei limiti a cui dovevo dare particolare attenzione, in quanto l'ebbrezza avrebbe potuto portare all'esagerazione, Franco a questo scopo, decise di limitarsi dal proseguire a bere, per mantenere la dovuta lucidità. Non solo lui voleva mantenere questo limite, così che ad ogni cantina nuova che visitavamo, ci limitavamo al semplice assaggio del vino, ma anche fare incetta delle bontà alimentari. Nonostante tutto questo cercare di mantenersi nei limiti, la giovialità e l'eccitazione non vennero certo a mancare, anzi quel essere in giro senza mutandine, ci spingeva sempre a nuove tentazioni e a desideri che riuscivamo a fatica a reprimere.
Naturalmente in questo paese non c'era la massa che c'era a Morbegno, e andando verso l'ora tarda, cominciava sempre più, a diminuire l'afflusso nelle cantine, dove ci si poteva fermare maggiormente a parlare e sparare cavolate, mantenendo alto il buon umore.
Fu proprio in una di queste cantine, che mi accorsi del ragazzo che ci aveva spiato sul bus, era sempre dietro di noi e si fermava pure lui a blaterare con noi, ci osservava e ci guardava, si era addirittura separato dal suo gruppo di amici. Per niente intimorita da questo, anzi tonificata dal mio piacere di esibizionismo, glielo rivelai subito a Mario, che era il più intrigato da certe situazioni, naturalmente anche a Franco lo feci notare, che subito sornione, mi disse: “Non preoccuparti vedrai che adesso ci penserà Mario a farlo impazzire, lui è sicuramente più spregiudicato di me questa sera”.
Infatti, proprio nell'uscire dalla cantina, salendo le scale e avendo il tipo dietro di noi, Mario fingendo di non accorgersi della sua presenza dietro, infilò la mano sotto la gonna sollevandola, mostrandogli così, un panorama ineccepibile. Naturalmente finsi di arrabbiarmi, ma Mario sapendo del mio animo esibizionista e sapendo che in quel momento dietro c'era solo il ragazzo, volle andare oltre, andando ad accarezzarmi la passera, per poi dire: “Bestia sei tutta bagnata, hai bisogno di una piccola passata”, quindi appena fuori dalla cantina, Mario mi trascinò in un angolo semi buio e tranquillo, che aveva visto in precedenza, e appoggiandomi al muro, mi sollevò la gonna allargandomi un po' le gambe, quindi si inginocchiò e con la lingua iniziò a dare delle lunghe e decise linguate alla passera.
Fingendo di non sapere della presenza del ragazzo, che era rimasto nascosto dietro l'angolo, lasciai fare Mario con tanto piacere, l'eccitazione era tremendamente forte, quella lingua scorreva sulle labbra e sul clitoride in modo sapiente, facendomi provare forti brividi e gemendo lo aiutavo ad essere ancora più intraprendente. Ormai anche Mario si stava lasciando trasportare dalla situazione, quasi a dimenticarsi del ragazzo che ci spiava, arrivando addirittura ad infilarmi le dita nella passera, masturbandomi con piacere. Stavo a questo punto godendo.
Quelle dita e quella lingua, oltre il vedere il ragazzo che ci spiava eccitato, seppero farmi godere in modo impressionante, finché Franco, che era rimasto di guardia, in modo più attento, ci fece capire che stava arrivando gente, cosi da costringerci ad interrompere quel piacevole intermezzo.
Purtroppo a questo punto l'eccitazione era salita, e di parecchio, il desiderio era aumentato ancora di più. Quindi, tra la voglia di continuare per finire il giro delle cantine e la voglia di lasciarci trasportare a piacevoli sensazioni, la lotta non aveva pari. Per tornare a casa, a questo punto dovevamo, per forza di cose, farci venire a prendere da Gianluca, i bus navetta ormai non facevano più corse. Cosi chiamai Gianluca dicendogli dove eravamo, che eravamo pronti per tornare a casa. Ci avrebbe messo poco per arrivare, ma abbastanza per farci ancora un paio di cantine, ritrovandoci sempre al seguito, l'anonimo ragazzo; ci seguiva ovunque, non che la cosa mi dispiacesse, in sostanza eravamo noi colpevoli di averlo istigato a farlo.
Mario naturalmente ci aveva preso gusto, con la complicità di Franco e il mio beneplacito, gli risultava facile. Uscendo dall'ultima cantina, Mario mi sussurrò: “Scusa, ormai gli abbiamo mostrato, la passera gustarsi lo scorrere della mia lingua, si è gustato il tuo culo salendo le scale, ora dobbiamo mostrargli il meglio, le tette. Con quelle scoppierà definitivamente”, lo guardai e gli risposi: “Povero diavolo, alla fine se ne dovrà poi andare a casa senza nemmeno il piacere di uno sfioramento, se dovesse solo sfiorarmi, non so come andrebbe a finire, in questo momento non riuscirei a trattenermi”.
Quindi, fuori da quest'ultima cantina, nell'avviarci verso la strada principale, attraverso una mulattiera, ormai assolutamente deserta, Mario che mi teneva perennemente per mano, si fermò ed iniziò a baciarmi, slacciandomi lentamente giacca e camicetta, fino a far saltar fuori il mio seno, cominciando cosi ad accarezzarlo e baciarlo. C'era una flebile luce di un piccolo lampioncino che illuminava quel tanto che bastava, per permettere al ragazzo, che era sempre dietro di noi, di vedere il seno coccolato e sbaciucchiato da Mario.
Mario ormai era fuori di se, tanto che mi sussurrò: “Giuro che se non fosse perché deve arrivare Gianluca, ti spoglierei e amerei qui al momento”, quindi allungò nuovamente una mano sotto la gonna, andando a stuzzicare il clitoride e aumentando in me il desiderio, ma ancora consapevole della situazione, lo fermai: “Ti prego, non adesso, se mi lascio andare adesso andrei troppo oltre, fermati per favore”.
Mario cosciente della situazione si fermò, poi guardando il ragazzo gli fece un gesto per fargli capire che purtroppo era tutto finito, quindi ci avviammo di nuovo verso la strada. Ma per la miseria mi rimase impresso il volto deluso di quel ragazzo che si stava masturbando alla vista di quell'ultimo spettacolino, così che di scatto, mi voltai e vedendolo ancora li fermo a masturbarsi, decisi che dovevo essere io a terminare quella cosa. Così mi diressi verso di lui, presi in mano il suo passero tremolante masturbandolo, ma solo dopo due colpi venne, troppo forte l'emozione. Gli diedi un bacio sulla guancia e mi allontanai con Mario.
Franco era già sulla strada che ci aspettava, ma Gianluca stranamente non era ancora arrivato. Fu però questione di momenti, rivelandoci all'arrivo che il motivo del ritardo era stata la Polizia che lo aveva fermato per fargli il test dell'alcool, fortunatamente assente in lui.
Salimmo in auto, io salii davanti, volevo evitare che Mario si lasciasse andare troppo oltre, prima dell'arrivo a casa. Anche Franco che in certi momenti sembrava assente, era eccitato da tutto quello che era successo in quella giornata, anche lui in alcune situazioni aveva provveduto ad aumentare quella disinibizione.
Nell'avviarci Gianluca, comunque inconsapevole di tutto, ci pose davanti ad una decisione, quella di tornare a casa casa direttamente o quella di fermarci nel suo appartamento in affitto, dove posto di dormire non ne mancava, anteponendo che essendo molto tardi, secondo lui era meglio fermarsi, e quindi tornare giù, il giorno seguente. Naturalmente dovevamo essere noi a decidere, decisione che io presi al volo, proponendo di fermarci, non me la sentivo di tornare giù, anche perché era troppo forte la voglia di portare a termine ciò che Mario e Franco, per tutto il giorno mi avevano spinto a desiderare, e dare un senso a tutta quell'eccitazione che avevo dentro di me, ad esaudire quel forte desiderio di piacere amoroso e sessuale.
Anche Mario e Franco optarono per il fermarsi, anche loro non vedevano l'ora di buttarsi anima e corpo su tutto ciò che avevano desiderato durante la giornata.
Gianluca? Non era certo un problema, anzi era un piacere aggiunto, visto che più volte mi aveva fatto capire di un debole nei miei confronti ed essendo piacevole e carino, con tanto di sintonia, poteva essere la volta buona, specialmente in questa giornata libera da tante inibizioni e tabù.
Durante il tragitto verso l'appartamento di Gianluca, fu come una specie di pausa, tutti buoni e tranquilli. Una volta arrivati all'appartamento, Gianluca ci fece scendere, dicendoci di cominciare a salire, perché avrebbe dovuto parcheggiare un po' più distante, in quanto sotto casa in quei giorni c'era il divieto di sosta a causa della manifestazione, quindi consegnò le chiavi di casa a Franco.
Io decisi di accompagnare Gianluca, per non farlo tornare solo, dopotutto si era sacrificato per noi. Il parcheggio non era poi molto lontano, poco più di un centinaio di metri, ma appena spense l'auto dopo aver parcheggiato, Gianluca si lasciò andare ad una richiesta, in modo abbastanza timoroso: “Patty, lo so che non è una cosa da fare, ne da chiedere e non vorrei sembrare sfacciato e tanto meno sembrare quello che vuole approfittare della situazione, ma ho sempre avuto un debole per le tue tette, non potresti farmele vedere almeno per una volta? Solo vedere mi accontenterei”, non fui certo presa alla sprovvista e la sua richiesta mi sembrò graditamente puntuale, lo guardai negli occhi, poi mi slacciai la giacca, la camicetta e sollevai il reggiseno, mostrando cosi il mio seno a Gianluca, che restò come come un pezzo di marmo, non sapeva più che dire e che fare, sicuramente non si aspettava una mia, così pronta e positiva risposta, poi gli dissi: “Ok! lo so che non osi farlo, ma si, puoi toccarle e se proprio ti aggrada anche baciarle, ma veloce prima che passi qualcuno” , per la miseria, fu come dare il miele alle api, allungò le mani toccandole come fossero di un fragile vetro, le accarezzò sfiorandole appena, per tutta la rotondità, alla fine si piegò in avanti e le baciò. Per la miseria di nuovo fui assalita da forti brividi di piacere, la tentazione di lasciarmi trasportare era fortissima; fortuna che lui era ancora all'oscuro dell'assenza delle mutandine, perché, poco o niente avrebbe potuto trattenermi, ero troppo desiderosa di sesso e amore, ma il luogo non lo permetteva, quindi mi chiusi camicetta e giacca e dissi a Gianluca: “Sarebbe meglio andare, potrebbe arrivare gente”, di seguito mi rispose: “Hai ragione scusa, ma questa notte dormirò sicuramente poco, sarà un sogno continuo, grazie Patty, non avrei sperato tanto”, così scendemmo dall'auto avviandoci verso casa.
Gianluca, non immaginava certo cosa lo aspettava e che veramente avrebbe dormito poco. Anch'io non sapevo cosa sarebbe potuto succedere, ma devo ammettere che non vedevo l'ora di entrare in quella casa e lasciarmi trasportare da tutto il desiderio che avevo dentro.
Non feci in tempo ad entrare dalla porta, che subito Franco mi si avvicinò ed iniziò a baciarmi con una tale passione che mi sentii travolgere. Ero travolta dal desiderio, mi stava salendo un gran caldo, il mio desiderio ormai era solo quello di amare ed essere amata, dal calore che mi saliva mi tolsi subito la giacca.
Gianluca rimase un po' sorpreso da tutto questo ardore di Franco e sicuramente anche mio, ma fu ancora più sorpreso quando Mario, preso anche lui da tanta bramosia, si piombò su di me sollevandomi la gonna iniziando a passare la lingua sulla passera piena dei miei umori, desiderosa solo di essere accarezzata e baciata. Gianluca restò decisamente meravigliato da tutto questo, sorpreso ed anche un po imbarazzato, senza sapere che fare. Era talmente tanto l'ardore da parte di tutti, trasportati dal desiderio, che Mario pensò bene di prendermi in braccio e portarmi direttamente in camera, appoggiandomi delicatamente sul letto. Lentamente iniziarono a spogliarmi tra carezze e baci, Mario mi sfilò la camicetta e vedendo che il reggiseno era già sollevato (in macchina con Gianluca mi ero dimenticata di abbassarlo, presa dalla frenesia di arrivare in casa), immaginò che qualcosa poteva essere già successo, quindi guardò Gianluca e gli fece cenno di continuare lui, Franco nel frattempo, mi aveva sfilato anche la gonna e già si era buttato a baciare e leccare la mia passera.
In sostanza mi ritrovai nuda, con le mie solite autoreggenti, alla mercé di questi miei tre amanti.
Quanto ardore, Mario frattanto si era spogliato e già era venuto a baciarmi con passione; Gianluca si era ormai asserragliato sul mio seno, lo accarezzava, lo baciava, lo adorava; Franco come un assatanato si stava dedicando alla mia passera, passando la lingua fino al clitoride, per poi infilarci due dita e masturbandomi con convincimento. Lentamente tutti e tre si ritrovarono nudi attorno a me. Io ero li che gemevo e mi contorcevo per il gran piacere che stavo provando. Immersa da quel piacere, allungai le mani cercando dei peni desiderosi ed eccitati, ero pervasa da forti stimolazioni. Riuscii a stringere tra le mie mani quello di Mario e Gianluca, entrambi massicci ed eccitati. Gianluca aveva ormai superato il turbamento iniziale della sorpresa, e si stava lasciando trasportare dal desiderio, cercando di assaporare ogni momento e ogni piccola parte del mio corpo libero e non solo il seno, mi accarezzava e baciava, arrivò anche a stuzzicarmi il clitoride, mentre Franco mi penetrava con le dita. Ebbene presa da tutte queste attenzioni, scoppiai veramente in un incredibile orgasmo, urlando di piacere e contorcendomi come indemoniata.
Era impressionante il piacere che stavo provando, era tanto intenso quanto erano intense le attenzioni che mi davano quelle mani, quelle bocche e quei membri eccitati.
Ero tanto fuori di me, dopo questo primo orgasmo, mi presi maggiori attenzioni nei confronti dei loro membri, li feci mettere in piedi uno in fianco all'altro, ed iniziai a gustarmeli con ingordigia, baciandoli, leccandoli, ed affondandoli a turno tra le mie labbra, masturbando gli altri in attesa delle mie labbra e della mia lingua. A turno me li gustavo, con tanto di quel vigore, che stavo rischiando di farli godere anzitempo.
Fu Mario il primo a scansarsi per non esplodere, e subito si gettò tra le mie gambe, iniziando a leccarmi la passera e il clitoride, per poi iniziare anche a penetrarmi con le dita.
Per la miseria eravamo tutti impazziti, tutti vogliosi di godere e far godere: Gira che ti rigira, mi ritrovai ad avere ancora un paio di orgasmi, sempre con forti esplosioni di piacere. Mi ritrovai addirittura con Mario e Gianluca assieme sulla mia passera; uno che mi penetrava con le dita, mentre l'altro leccava il clitoride, gustandomi nel frattempo il pene di Franco, che come un contorsionista, riusciva anche a baciarmi ed accarezzarmi i seni.
Dopo vari intrecci e scambi di posizioni, arrivò il fatidico momento, avevo troppa voglia di sentirmi penetrata da uno di quei imponenti peni, mentre anche loro non vedevano l'ora di affondare dentro di me,
Fu Gianluca il primo ad avere la possibilità di farmi impazzire, affondando con piacere dentro di me. Era sdraiato sul letto, cosi mi posizionai sopra di lui, mi presi il suo pene tra le mani e lo accompagnai tra le labbra della passera e affondai con decisione.
Quale migliore sensazione? Un caldo brivido di piacere mi assalì e con estremo vigore iniziai a cavalcarlo, godevo e gemevo come indiavolata, Franco cercava di baciarmi il seno, che sobbalzava esageratamente a seguito del mio focoso cavalcare, mentre Mario solo in brevi e parziali istanti riusciva a baciarmi, Gianluca era piacevolmente eccitato e contribuì assecondando il mio saliscendi e a farmi avere un forte orgasmo.
Tra loro si era comunque creata una perfetta sintonia, cosi che Gianluca prima che riuscissi a farlo godere, mi fermò e mi fece sdraiare, affidandomi a Mario, permettendogli di affondare finalmente anche il suo pene trepidante..
Infatti Mario pieno di bramosia, dopo aver appoggiato la sua cappella tra le labbra della passera, affondò con fermezza il suo membro dentro di me, facendomi urlare dalla piacevole sensazione che provai. Mi sollevò le gambe, facendole appoggiare sulle sue spalle e con determinazione iniziò quel piacevole dentro e fuori, mentre Franco mi baciava con tutta la sua passione, Gianluca era tornato sui seni. Ebbene in questa situazione dopo i convincenti affondi di Mario, esplosi letteralmente, muovendo il mio bacino e accompagnando il suo movimento, nemmeno Franco riuscì a trattenere i miei forti gemiti di piacere.
Dopo questo forte orgasmo, anche Mario decise di passare lo scettro a Franco per farmi godere anche del suo membro e far godere pure lui della mia passionale euforia.
Cosi che anche Franco avvicinandosi, senza quasi darmi il tempo di prendere respiro, mi fece mettere in ginocchio, si mise dietro e dopo aver poggiato il suo eccitato membro, pure lui affondò con decisa fermezza.
Si stavano veramente sbizzarrendo in tutti i modi, fantasia e tempismo, riuscendo a farmi godere, ma resistendo loro stessi, la loro sintonia era fantastica, quell'alternarsi nel penetrarmi gli permetteva di prolungare il piacere di tutti noi.
Anche Franco riuscì a farmi esplodere. Mentre lui mi penetrava da dietro, io mi gustavo i membri di Mario e Gianluca che si erano messi di fronte a me, con quei due obelischi che vibravano dall'eccitazione, massicci come non mai. Riuscii a quel modo a godere smodatamente.
Masturbavo Gianluca e Mario con determinazione, alternandomi ora sull'uno, ora sull'altro con tanto di lingua per poi affondarli tra le labbra e scorrendoli a fondo, arrivai quasi per far godere Mario, che era il più euforico di tutti.
Stranamente loro non erano ancora esausti di tutto questo piacere e per un po' fu ancora un continuo inventarsi posizioni e situazioni, era un continuo susseguirsi di gemiti, di urla, di dolci frasi, non sapevo distinguere se era solo sesso o anche amore, l'amore di quell'intenso piacere, fino a quando, tutti e tre con la loro perfetta sintonia che vi dicevo, dopo il mio ennesimo orgasmo, si convinsero che anche per loro era l'ora di godere, così che si misero tutti e tre sdraiati. Anche in questo frangente, la fantasia la fece ancora da padrona, perché Franco che era in mezzo, si mise sdraiato al contrario degli altri due e facendomi mettere sopra di lui in un fantastico 69.
In questo modo, leccandomi e penetrandomi con lingua e dita, mi permise di essere ancora più attiva sui loro membri, arrivò anche penetrarmi dietro, infilandoci un dito ormai ben lubrificato. Esplosi nuovamente con tanto di quel piacere, che con determinazione riuscii a farli godere quasi in contemporanea. Gemevano tutti e tre, mentre schizzavano il loro caldo sperma, era un continuo ripetersi di godo, godo, godo e parole di gran piacere.
Fu una lunga notte, dall'arrivo a casa caldi e vogliosi di sesso e amore, riuscimmo ad esplodere tutto il desiderio ed il piacere possibile, con fantasia ed ispirazione, ispirati dai nuovi stimoli da parte di Gianluca, da un euforico Mario, ed un amorevole Franco, ma da una inverosimile accalorata Patty, libera di esprimere tutta se stessa.
Prima di rimetterci nel letto per il solo dormire, arrivò quasi l'alba, perché anche sotto la doccia per darci una piacevole sciacquata, si passarono piacevoli momenti di coccole e nuove piacevoli sensazioni.
La Domenica ci risvegliammo che era già pomeriggio inoltrato, ma fu un piacevole risveglio ritrovarmi nuda tra Gianluca, Mario e Franco.
Ritornammo a casa dopo un piccolo spuntino, pieni di gratificazione per la straordinaria giornata e nottata, passata in piacevole e totale spensieratezza, sebbene il vino ci aveva dato la spinta a sciogliere tutti i freni, per il resto fu tutto spinto solo dalla voglia di gradevoli sensazioni e dalla passione, consapevoli di quanto l'amore e il sesso siano un grande medicina, contro la malvagità e le brutture della vita.
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